37
Gli amici sono gli angeli che ci tirano su quando le nostre ali non ricordano più come si vola.
(Anonimo)
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L'impatto fu piuttosto doloroso, più di quanto si ricordasse.
Certo, gli unici pugni che aveva ricevuto erano stati quelli di Jaxon nel pomeriggio di quel tragico giorno, ma ora non aveva più nove anni, e non li aveva nemmeno colui che lo aveva appena colpito con un potentissimo gancio destro e che, nonostante le passate prese in giro e i vari spintoni, non gli aveva mai procurato ematomi o lesioni al volto.
<<Che cazzo fai? Ma sei impazzito?>>
Quelle erano state le uniche parole che aveva udito mentre oscillava all'indietro finendo con la schiena contro il muro. Intorno a lui calò per un attimo un assordante silenzio, che cessò quando le mani di Allison si precipitarono sul suo viso.
<<Non osare mai più minacciarmi!>>
La voce di Miles era un sibilo, ma Jayden riuscì a comprenderla benissimo.
Si pulì il labbro sanguinante col pollice e si rimise in posizione completamente eretta, prima di avvicinarsi al moro nuovamente, senza alcun timore.
<<Se no? Corri a dirlo a papà?>>
Sentì la mano di Allison stringersi intorno al suo braccio con l'intento, a parer suo, di fermarlo, ma no, non lo avrebbe fatto.
Non avrebbe permesso a nessuno, tanto meno a Miles, di far dubitare Aly della loro amicizia. Non le avrebbe mai fatto del male. Mai. E questo lei doveva saperlo. Tutti dovevano saperlo.
<<Lei è la mia migliore amica, pensi davvero che le farei del male? Piuttosto dovrei farne a te per averle urlato contro e averla rimpiazzata con una zoccola che non vale neanche la metà di lei>> biascicò col labbro gonfio e dolorante.
Sperava di averlo messo a tacere, di avergli finalmente fatto capire, indirettamente, quanto la ragazza ci fosse rimasta male per via del suo comportamento da cazzone, ma era con Miles Bailey che stava parlando, e avrebbe dovuto prevedere le sue prossime azioni.
Infatti, dopo essere rimasto ad ascoltarlo con le sopracciglia aggrottate e i pugni chiusi e stretti lungo i fianchi, Bailey caricò il secondo pugno, il quale però non arrivò a destinazione.
<<Colpisci me, avanti>>
Allison si era piazzata tra di loro, a braccia incrociate.
Era forse impazzita?
Per di più intorno a loro si era formato un piccolo cerchio di curiosi, mentre la maggior parte degli altri "ospiti" si stava ancora, fortunatamente, godendo la serata.
<<È con me che ce l'hai infondo, giusto? Sono io che non ti ho dato ascolto, sono io che sono qui a questa festa con il cattivo, o no? Allora perché non te la vedi con me, Miles, coraggio. Sono una donna, ma non è la prima volta che combatto contro qualcuno, che tu ci creda o no>>
Le parole della giovane spiazzarono tutti, Jayden e Miles compresi.
Il moro la guardò per qualche istante negli occhi chiari e luminosi, quegli occhi che ricordava incastonati nei suoi ad ogni loro carezza, ad ogni loro bacio.
Ed ora lo fissavano con disgusto, con disprezzo.
Si morse l'interno guancia e, dopo aver rilassato i muscoli contratti, se ne andò, lasciando la casa.
E Stephanie.
Una volta che il cerchio attorno a loro si fu sciolto, Aly prese Jayden per una mano e la strinse tra le sue.
<<Mi dispiace, è colpa mia>> mormorò all'amico, appoggiandosi al suo petto con la nuca.
<<Non dirlo. Farei qualsiasi cosa per te, lo sai>>
Lui le accarezzò la testa, e lei sorrise dolcemente.
Come poteva Miles anche solo pensare che un ragazzo così dolce potesse essere al contempo anche un killer?
Quante volte Aly aveva provato a spiegargli l'accaduto, che Jay era una persona fidata?
Ma è proprio vero il detto: non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Quindi cosa avrebbe dovuto fare?
Lasciar perdere quel ragazzo che sì, doveva ammetterlo, le aveva rubato il cuore, o tentare nuovamente di convincerlo sperando che si fidasse di lei?
Di certo, dopo quello che aveva appena fatto, dopo cioè aver baciato Jayden davanti a lui, la seconda opzione non sarebbe stata molto semplice da compiersi.
<<Vieni, ti riporto a casa>> sussurrò Jayden al suo orecchio, distogliendola così dai suoi più intimi pensieri.
**
Era già rimontato in sella alla sua moto e ne aveva anche azionato il motore pronto a tornarsene a casa e dimenticarsi di quella serata finita bene solo per miracolo, quando Allison gli pose una domanda che mai nella vita avrebbe creduto di udire.
<<Ti va di restare a dormire qua?>>
Doveva ammetterlo, sentendo quelle parole la sua mente iniziò a vagare per sentieri maliziosi e pieni di lussuria ma sapeva benissimo cosa l'amica intendesse ancor prima che si accingesse a spiegarlo.
<<E' solo che non mi va di restare da sola, dopo quello che è successo mi sento un po' confusa>> precisò la castana torturandosi le mani, sicuramente gelide per via del freddo invernale.
Riusciva soltanto ad immaginare come si sentisse in quel momento: aveva litigato col ragazzo che le piaceva, con il quale aveva fatto, ovviamente, il sesso più bello di sempre, e lo aveva beccato, nemmeno due giorni dopo, baciarsi con una nuova ragazza scelta a caso tra quelle presenti in tutta la scuola. Le aveva urlato addosso di essere amica di un criminale, un assassino per la precisione, non si era fidato di lei.
Era sconvolta tanto da decidere di farlo ingelosire baciando il proprio migliore amico.
Jayden si tolse il casco prima di sorriderle.
<<Va bene, resto. Ti raggiungo dalle scale sulla spiaggia>> disse scendendo dalla motocicletta e portandola a mano sul retro della villetta.
Una volta raggiunta la porta finestra la trovò socchiusa, quindi entrò. Allison era già sul letto, in pigiama, ma ancora truccata.
<<Se vuoi ho un pigiama con i gattini ma non credo ti entri, mi dispiace>> mormorò lei ridendo sommessamente per non rischiare di svegliare i due anziani nella camera in fondo al corridoio.
Il biondo scosse la testa divertito. <<Posso restare così>> rispose, togliendosi solamente la giacca e le scarpe prima di salire sul letto accanto a lei.
Sistematisi entrambi sotto le coperte pesanti e con una deliziosa trama floreale sui toni del rosso, Aly si voltò su un fianco col viso rivolto verso di lui, il quale fece altrettanto.
<<Mi dispiace che Miles ti abbia tirato un pugno, piuttosto, dovresti disinfettarti>> sussurrò la giovane prima discostare le coperte e correre in bagno in punta di piedi a prendere del cotone e del disinfettante.
Quando tornò prese a tamponare accuratamente il labbro dell'amico, gesto che gli ricordò quando aveva fatto la stessa operazione sulla bocca di Bailey.
Si mise a ridere a quel ricordo.
<<Perché ridi? Brucia tantissimo, non puoi ridermi in faccia così>> sussurrò Jay fingendosi offeso.
<<Scusami, è che una volta ho disinfettato anche il labbro di Miles. Sembra che ogni cosa stasera mi ricordi lui>>.
Allison sospirò, prima di scuotere la testa e buttare il cotone nel cestino sotto alla scrivania, tornandosene poi nel letto accanto all'amico.
Rimasero in silenzio per un po', poi lei prese parola.
<<Devo dirti una cosa. Una cosa che non ho ancora detto a nessuno>> sussurrò. Gli occhi bassi a fissare chissà cosa, forse le sue mani, forse la camicia del ragazzo leggermente sbottonata.
Jayden rimase in attesa, ma vedendo che la ragazza non proseguiva, le prese delicatamente una mano incrociandola alla sua.
<<Di qualsiasi cosa si tratti io sarò con te>> sussurrò, infondendole così il coraggio sperato.
<<Quando sono andata a Seattle, da mio padre, mi ha detto che dopo il diploma sarei potuta andare a vivere da lui, con la sua famiglia>> spiegò. <<Ed era ciò che desideravo di più al mondo>> continuò <<ma poi ho conosciuto te, e... e Miles, ed ora non so più cosa fare. Voglio ancora andare da lui, ma allo stesso tempo non voglio lasciare te, né i nonni, né...>>
<<...Miles>> concluse il ragazzo al posto suo.
La giovane annuì, nascondendo il viso nel cuscino.
<<Immagino sia difficile per te, soprattutto in questo momento, ma come ti ho detto, per quanto riguarda me, non ti devi preoccupare. So che a Seattle c'è un'università molto buona, nel caso tu volessi continuare, ed io potrei sempre venire con te, se lo vorrai. Ma in ogni caso è troppo presto per pensarci ora, mancano ancora quattro mesi al diploma>> disse sottovoce il ragazzo.
Aly, tornò a guardarlo, sicura di non aver capito bene.
<<Aspetta, cioè tu, mi seguiresti a Seattle? Stai scherzando?>> chiese perplessa.
<<Mai stato così serio piccola>> rispose l'altro, rendendosi conto solo dopo dell'appellativo con cui l'aveva chiamata.
Le loro guance presero a sfumare dal rosa, al rosso, al bordeaux, ed entrambi scoppiarono a ridere all'unisono.
<<Shh, se si svegliano i vecchi finiamo nei guai>> bisbigliò la castana lanciando un'occhiata alla porta socchiusa.
Dopo che il silenzio era tornato a regnare tra loro, lei prese a guardare l'amico con insistenza. I capelli color del grano ricadevano ribelli sulla fronte ampia e liscia, gli occhi celesti erano ornati da pagliuzze scure intorno alle pupille, le guance soffici e ricoperte da qualche neo la invogliavano a morderle delicatamente, le labbra carnose e marchiate, che aveva scoperto essere morbide come burro, la pregavano di sfiorarle di nuovo.
Ma sapeva che tutta quell'improvvisa attrazione per Jayden era solo un modo per non pensare a Miles e mai e poi mai avrebbe voluto illudere il suo migliore amico. Aveva bisogno di lui come complice, come confidente, non come distrazione dai problemi di cuore.
Solo a pensarci le veniva da ridere.
Lei con problemi di cuore? Lei che solo pochi mesi prima era decisa a non attaccarsi a nessuno sentimentalmente.
Ma Miles Bailey...
Lui era diverso. La sua storia le aveva accartocciato il cuore come un foglio di carta straccia pronto per essere distrutto in tanti piccoli pezzettini.
Avrebbe voluto stargli vicino, fargli dimenticare, per quel che avrebbe potuto una ragazza di diciotto anni, quel dolore nascosto che provava nel vedere la sua famiglia ridotta a brandelli. Avrebbe potuto aiutarlo con Bryan quando era lui a doversene occupare, avrebbe potuto distrarlo trascinandolo in qualcuna delle sue pazzie contenute tra le pagine della sua cara agenda.
<<A cosa stai pensando?>>
Si era dimenticata per qualche istante di avere davanti Jayden, troppo immersa com'era nelle sue riflessioni.
<<Sto pensando che sei fantastico Jay, sei l'amico migliore che io abbia mai avuto e desiderato e.. >> sospirò, <<penso anche che proverò a parlare nuovamente con Miles domani. Vorrei che si fidasse di me e non di una stupida segretaria>>
Jayden annuì, prima di avvicinarsi a lei ed abbracciarla.
<<Mi sembra giusto, vedrai che se davvero tiene a te come ha dimostrato più volte, alla fine ti crederà. Sarebbe uno stupido a lasciarti andare. Anche se, in realtà, lui è stupido>> borbottò sorridendo, prima di lasciarle un bacio veloce sulla gota e voltarsi su di un fianco dandole le spalle.
<<Buonanotte>> pronunciarono in coro, poi Aly spense la luce della lampada sul comodino e chiuse gli occhi.
**
Siamo in ritardo datti una mossa!
Questo il messaggio che Jay le aveva appena inviato dal retro della villetta.
Si erano svegliati soltanto dieci minuti prima, entrambi troppo stanchi per sentire la sveglia che trillava da una buona manciata di minuti.
Quando avevano sentito Nonna Rose chiamare Allison a gran voce però, per chissà quale strano motivo, entrambi erano balzati sul letto, spettinati, assonnati e storditi. Si guardarono per qualche secondo prima di ricordarsi il perché erano nello stesso letto, a casa di Aly, poi l'una scese a fare una veloce colazione e l'altro si rimise le scarpe per fiondarsi fuori dalla porta finestra ed aspettare l'amica giù in spiaggia per andare a scuola.
Si passò un velo di mascara sugli occhi, si legò i capelli in una coda alta e dopo essersi vestita con un maglione lungo fino alle ginocchia e dei leggings grigi, indossò degli stivaletti neri e uscì di casa, raggiungendo poi Jayden.
<<Finalmente! Fra tre minuti dobbiamo essere in classe, ti rendi conto?>> la rimproverò il biondo, nel panico più totale.
<<Ti puoi calmare? Chi hai alla prima ora per essere così isterico?>> chiese la ragazza salendo in sella alla moto, dopo aver indossato il casco che le era stato "gentilmente" tirato addosso.
Il giovane partì con una sgommata, assicurandosi però che lei fosse ben abbracciata a lui.
<<Ho arte e la prof non transige sui ritardi. Stavolta mi ammazza me lo sento>> disse lui, sfrecciando tra le vie di Monterey come una saetta.
Per fortuna si trattava di una piccola città e, anche se a quell'ora la maggior parte dei cittadini si apprestavano ad andare a lavorare, la situazione traffico era più che buona.
Arrivarono a scuola in due minuti esatti.
<<Quando esci aspettami, voglio guidare la tua moto!>> esclamò Allison iniziando a correre verso l'ingresso.
<<Tu cosa?>> le urlò Jayden di rimando, mentre metteva il catenaccio alla ruota.
<<Ti spiego più tardi, all'uscita>> rispose l'altra. <<Ah, e grazie del passaggio. Ti voglio bene>>
Una volta dentro l'edificio, smise di correre e si fermò con le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.
Quando fu sicura di averne preso abbastanza per poter respirare nuovamente in modo regolare, si diresse verso l'aula di musica, non troppo pronta a rivedere Miles.
La porta era ancora aperta, fortunatamente, così entrò e si andò a sedere sulla prima sedia vuota che vide, accanto a Stella McCarly e Charyl Lane.
Le salutò entrambe poi estrasse il cellulare nell'attesa che arrivassero alcuni altri ritardatari, Miles e professore compresi.
Nel momento esatto in cui la campanella segnò l'inizio di un'altra mattinata stressante e noiosa, il signor Stevens entrò in aula, seguito da un Bailey che gli stava silenziosamente alle calcagna per evitare di essere visto e sgattaiolare poi, una volta che l'uomo fu di spalle, al suo posto.
Di fronte ad Allison, ovviamente.
Già odiava sentirsi osservata da tutti in quella posizione a semicerchio, se poi davanti a lei c'era il diretto interessato...
Preferiva di gran lunga avercelo di fianco, almeno non avrebbe sentito il suo sguardo penetrante addosso.
La lezione cominciò sulle note di Bach, con qualche spiegazione iniziale da parte di Stevens sulla sinfonie che sarebbero poi andati ad ascoltare.
I minuti passavano taciti e, doveva ammetterlo, rilassanti, tanto che si trovò a posare gli occhi sul compagno di fronte a lei, il quale non la stava degnando di uno sguardo.
Aveva il volto girato verso destra. Il suo profilo era qualcosa di indescrivibile; gli donava un'aria fanciullesca e... genuina.
Aggettivi che dopo l'ultima volta che lo aveva visto non gli si addicievano per niente.
Guardandolo, si chiese quale potesse essere il motivo del suo ritardo. Forse Bryan? O forse si trovava troppo impegnato a baciarsi con quella ragazza, o anche un'altra qualsiasi, da non rendersi conto dell'orario?
Mentre rifletteva su questo, non si accorse che il moro si era voltato dalla sua parte e la stava fissando con un sopracciglio alzato.
Quando se ne rese conto, abbassò lo sguardo e continuò a seguire la lezione come se nulla fosse.
**
Doveva farlo ora.
Non avrebbe avuto senso aspettare.
Uscita dall'aula di musica quindi, lo seguì fino ad avvicinarsi a sufficienza per toccargli un braccio e costringerlo a voltarsi.
Miles si fermò e vedendola la squadrò da capo a piedi.
<<Desideri?>> domandò inclinando la testa di lato e sorridendo beffardamente.
Allison odiava quel suo modo di fare da duro.
<<Devo parlarti>> disse, <<in privato>> aggiunse.
Certo non voleva che altri studenti sentissero quello che aveva da dirgli, soprattutto non voleva che qualcuno li sentisse parlare di Jayden.
<<Devi?>>
Aly alzò gli occhi al cielo.
<<Voglio! Va bene così?>> replicò iniziando a camminare verso il bagno delle ragazze sperando che Bailey la stesse seguendo.
<<Io lì non ci entro>> disse lui comparendo da dietro.
<<Oh, che strano, pensavo non vedessi l'ora di fiondartici dentro>>
Aly si appoggiò al muro, non troppo vicino alla porta, e iniziò a parlare.
<<Volevo parlarti di quello che è successo in hotel l'altra sera>> sussurrò, ricevendo un cenno da Miles come incoraggiamento a proseguire.
<<Io lo so, che quello che ha fatto Jayden in passato può lasciare dubbiosi sulla persona che è, ma ti giuro che non è come credi. Non mi farebbe mai del male, mai. E.. ecco io vorrei solo che tu ti fidassi di me>>
Gli occhi del ragazzo erano incastonati nei suoi ed Aly per poco non si sentì cedere le gambe.
<<Vedi, Allison, il fatto è che io mi fido di te. È di lui che non mi fido>>
Ed ora? A quella frase cosa avrebbe dovuto rispondere?
Non ebbe il tempo di rispondere perché lui continuò subito dopo.
<<Se tu vuoi essergli amica sono affari tuoi, ma io fossi in te starei attenta>>
<<Attenta a cosa, Miles? Hai davvero paura che possa uccidermi? Cosa non capisci del fatto che aveva nove anni ed è stato un incidente?>> sputò lei a voce un po' troppo alta.
Due ragazze infatti, si fermarono a guardarli prima di bisbigliare qualcosa tra loro ed entrare in bagno.
<<Non lo so. Ho solo pensato che avrebbe potuto commettere un altro errore e questa volta la vittima potevi essere tu, ma ora che ci penso..>>
Fece una pausa, si grattò il mento e riprese il discorso.
<<Nah, perché dovrebbe farlo visto come ti limonava alla festa, giusto?>>
Allison sgranò gli occhi.
Aveva davvero sentito bene?
Si avvicinò a lui con gli occhi di smeraldo ridotti a due fessure.
<<Tu stai davvero tirando fuori questo argomento quando, dopo avermi portata a letto per bene due volte, ti ritrovo qui, in questo cazzo di corridoio tra l'altro, a baciare un'altra ragazza due giorni dopo che abbiamo discusso e scopato aggiungerei? Sei davvero così idiota da non capire?>>
Era incazzata nera. Possibile che non arrivasse a capire che era stata tutta una messa in scena perché c'era rimasta male e si era sentita, in qualche modo, tradita?
<<Capire cosa? Che hai detto tu a Sullivan di ficcarti la lingua in bocca per farmi incazzare?>>
Ah, allora non era così stupido.
<<A te non frega un cazzo di quello che c'è stato tra noi vero? Del fatto che abbiamo...>>
<<...fatto sesso Allison, sesso. Non abbiamo fatto niente di diverso a qualcosa che, sia tu che io, abbiamo già fatto con altre persone in altre occasioni>> esclamò il moro marcando ogni fottuta parola tanto da farle male.
<<Oh, ma forse tu ti aspettavi che dopo quei momenti saremmo diventati una coppia? Sei carina, Allison, tanto, ma se prima credevo...>>
Il ragazzo non riuscì a concludere perché il dolore delle cinque dita della ragazza, spalmate con una velocità e una potenza super sonica sulla sua guancia, non glielo permise.
Rimase così, con la mano sul punto infuocato, mentre lei dal canto suo prese a scaricargli addosso tutto ciò che aveva dentro.
<<Vaffanculo Miles! Sei un bugiardo, tu menti a te stesso dicendo che per te non sono niente e lo sai, cazzo, ma non vuoi ammetterlo perché sei troppo orgoglioso. Sei venuto a San Francisco a trovarmi e mi hai detto che non lo avevi mai fatto per nessuna, mi hai portato in gita con te, mi hai detto che non volevi perdere anche me. Io lo so che non erano parole al vento quelle, lo so perché ti ho guardato negli occhi mentre le dicevi. E mi dispiace se hai dei problemi familiari che ti obbligano a crearti una maschera. Con me non ce ne sarebbe stato bisogno. Ma tanto ormai non conta più nulla, giusto? E sì, lo ammetto, ho baciato Jayden per farti ingelosire perché non sopportavo l'idea di vederti con un'altra, ma me ne farò una ragione. La colpa è mia che mi sono lasciata abbindolare da te come una delle tue troie>>
Detto questo, la ragazza entrò in bagno, per fortuna deserto, si appoggiò al lavandino e guardò allo specchio le sue guance rigate di mascara.
Non si era nemmeno accorta di aver iniziato a piangere.
Me:
Eccomi! Sì, stavolta ho pubblicato sul serio. Mi sembrava il minimo dopo avervi illuso con le mie pubblicazioni e poi cancellazioni. Scusatemi tanto ma sto scrivendo anche gli altri capitoli e ogni tanto mi partiva il dito su pubblica.
Cooooomunque....
Ahi ahi.. Il tentativo di Allison di chiarire con Miles è andato in fumo.
Cosa succederà d'ora in poi?
Jayden sembra essere l'amico perfetto, potrebbe aiutarla secondo voi in qualche modo oppure approffitterà della sua "rottura" con Miles per tenersela stretta?
Lasciatemi i vostri pareri ❤
Alla prossima,
Chia xx
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