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L'unico fatto certo, è che senza il condimento della pazzia non può esistere piacere alcuno.
(Erasmo da Rotterdam)
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Quando Miles girò la chiave nella serratura, ad Allison si torse lo stomaco.

Una volta oltrepassata quella soglia e chiusa la porta, quella sarebbe stata la loro camera per due notti e tre giorni.

Era strano come in quel momento si sentisse agitata nel sapere che avrebbe diviso la stanza con quel ragazzo che solo pochi mesi prima avrebbe schiaffeggiato volentieri e che adesso, al contrario, avrebbe volentieri privato di ogni strato di stoffa.

Era strano perché, solo all'inizio della scorsa estate, non si sarebbe mai sentita così a disagio nel condividere l'interno di quattro pareti con un ragazzo così attraente. Se chiunque le avesse chiesto di darci dentro e divertirsi, lo avrebbe fatto senza problemi e senza nemmeno fermarsi a pensare alle possibili conseguenze. Non che se glielo avesse chiesto Miles, avrebbe rifiutato. Il suo spirito libero e trasgressivo non lo aveva ancora perso del tutto, ma l'affetto che provava nei confronti del bel morettino, era qualcosa che avrebbe voluto coltivare nel migliore dei modi.

Per lei, Miles non sarebbe mai stato uno dei tanti.

<<Wow, che figata!>> esclamò proprio quest'ultimo una volta accesa la luce.

Effettivamente, il letto dalle lenzuola rosse e dal piumone bianco, le pareti color panna con gli adesivi floreali scuri e le bellissime lava lamp sui comodini, rendevano l'ambiente molto accogliente, moderno e, in un certo, senso romantico.

La giovane lasciò la sua valigia in mezzo alla stanza, e prima ancora di togliersi il giubbotto, si avvicinò alla finestra e sollevò le tapparelle, onorando così i suoi occhi della fantastica visuale. Dal dodicesimo piano si poteva infatti osservare l'enorme distesa di montagne e boschi all'interno dei quali si sarebbero inoltrati il giorno seguente.

Era così attenta a catturare ogni particolare di quel fantastico panorama, che quando Miles le comparve alle spalle, abbracciandola, sobbalzò per la sorpresa.

Si rilassò subito però, quando il moro posò il mento sulla sua spalla e le regalò un dolce bacio sulla gota. Alcuni suoi gesti la spiazzavano anche se così banali.

<<È bellissimo qui, vero?>> sussurrò lei abbandonandosi contro il suo petto.

<<Sì, ma mai quanto te>> rispose l'altro sfiorandole la pelle della guancia con la punta del naso.

Aly si voltò a guardarlo. Rimasero a fissarsi per secondi che parvero un'eternità, poi lei scoppiò a ridere.

<<Dio, che diabete Bailey, ti prego. Sappiamo tutti che non ti riesce bene essere così sdolcinato>> borbottò col sorriso che ancora non aveva abbandonato il suo volto.

<<Come osi ragazzina?! Ero sincero!>> replicò il giovane afferrandola per un braccio e gettandola di peso sul letto, ridendo e facendo ridere anche il suo "ostaggio".

<<Oh, ma davvero? Quindi per te io sarei bellissima?>> chiese Aly sbattendo le lunghe ciglia velocemente e sorridendo civettuola facendo sorridere ancora di più, se era possibile, il ragazzo sopra di lei.

Cazzo, quel sorriso. Le faceva perdere un battito cardiaco ogni volta. Era mai possibile che due file di denti potessero avere quell'effetto su una persona?

<<Mmh, beh forse bellissima è un po' esagerato in effetti>> rispose Miles sogghignando divertito.

Provò a mostrarsi il più sincero possibile ma gli angoli della bocca gli tremavano per lo sforzo di rimanere serio.

<<Ah ecco, ora si che si ragiona>> sussurrò la giovane, la quale, però, non riuscì più a resistere a quell'intreccio di sguardi.

Quindi, allacciò le gambe attorno al suo bacino e le braccia dietro al suo collo, si sporse verso Miles alzando di poco la schiena dal letto e si fiondò sulle labbra.

Dal canto suo, lui si avvicinò alla ragazza castana per evitarle la fatica di reggersi, facendola quindi tornare con il collo sulla superficie morbida del piumone.

Ad occhi chiusi, si concentrò sul sapore fruttato delle labbra che stava baciando, ad essere sinceri con non poca foga, e quando tutta, tutta, l'adrenalina che aveva in corpo gli lanciò il segnale del 'se ne vuoi di più, allora prenditelo', spinse la lingua contro i denti per poi farla scontrare con quella di Allison, la quale non gli negò l'accesso neanche per un secondo.

Aveva voglia di farla sua, da quell'istante fino alla fine della giornata. Nonostante la stanchezza delle quindici ore di viaggio, aveva una carica pazzesca che niente e nessuno sarebbe riuscito a reprimere.

Stava giusto decidendosi ad agire, a toglierle la giacca che ancora aveva addosso e di conseguenza tutti gli altri vestiti, lasciandola completamente nuda sotto di sé, quando il telefono della stanza prese a suonare trillando fastidiosamente.

<<Questa è la McHill, sicuramente. Dobbiamo rispondere>> sussurrò Aly ancora sulle sue labbra.

Detto ciò, sgattaiolò via da lui e, strisciando sul materasso come un serpente, allungò il braccio verso la cornetta.

<<Pronto? Sì, d'accordo>> disse.

Una volta riattaccato, tornò con lo sguardo su Miles.

<<Tra mezz'ora dobbiamo essere nella Hall perché andiamo a cercare tutti insieme un ristorante in paese per pranzare>> spiegò alzandosi e togliendosi finalmente la giacca.

<<Oh sì, effettivamente ho una gran fame!>> disse il ragazzo alzandosi anche lui e dirigendosi verso la sua valigia, lasciata davanti alla porta del bagno.

**

A Miles, Billings ricordava una cittadina di qualche film degli anni '60. Circondata da montagne e alberi, gli davano un'aria sinistra e misteriosa, in più, nel quartiere dove in quel momento si trovavano loro, le restanti forme di vita umane scarseggiavano. Anche il tempo non era d'aiuto, in quanto, sebbene fosse mezzogiorno inoltrato, le nuvole coprivano la gialla palla di fuoco celestiale, creando un'atmosfera triste e noiosa.

In una fila che di ordinato aveva solo le sue quattro lettere, i 22 studenti della Monterey High School si stavano dirigendo verso un bar - fast food trovato dal professor Keaton sulla sua guida. <<Ha quattro stelle, proporrei di provare!>> aveva detto tutto impettito, partendo a grandi falcate seguito da una McHill piuttosto riluttante all'idea di ungersi le mani curate in hamburger e patatine.

Con la coda dell'occhio, notò che la ragazza accanto a lui si stava sistemando la sciarpa attorno al collo e gli venne spontaneo chiederle se avesse freddo.

<<Solo un po', ma non preoccuparti>> aveva risposto quella.

Lui annuì, poi, come colto da un flashback, tornò con la mente a quando, venti minuti prima, l'aveva vista starsene sul letto della loro stanza con una piccola agenda tra le mani, in attesa che lui finisse di prepararsi.

Era talmente concentrata a leggerne il contenuto che era curioso di sapere cosa si nascondesse tra quelle pagine, così, giusto per fare un po' di conversazione - e anche un po' di affari suoi -, glielo domandò.

<<Cosa c'è scritto in quel quadernino che stavi guardando prima in camera?>>

Allison alzò il viso verso di lui e scosse la testa.

<<È un segreto>> mormorò ridendo leggermente.

Cosa poteva esserci di così segreto in un'agendina nera? Forse qualche numero di telefono o qualche codice? Forse quello del bancomat, nel caso ne avesse avuto uno?

<<Dai Allison, sono sicuro che non c'è scritto nulla che tu non possa dirmi>> replicò il moro.

<<Sei davvero un ficcanaso, te l'hanno mai detto?>> sbuffò lei, ma poi come spinta da un dolce moto di tenerezza gli afferrò il braccio e si appoggiò a lui, forse anche per scaldarsi.

<<Quando ci sediamo ti dirò cosa contiene Melania>> disse.

<<Melania? Cioè, tu hai dato un nome ad un quaderno?>> rise lui sentendo quel ridicolo nome.

Aly lo guardò torva.

<<Ehi! Hai qualche problema? Sì, le ho dato un nome ispirata dalla mela che ha disegnata nella prima pagina. E poi avevo dieci anni quando mio padre me l'ha regalata,e in più è un'agenda, non un semplice quaderno!>> brontolò.

Sembrava una bambina, e vederla era una gioia per gli occhi. Passava dall'essere un'acida stronza ad una ragazzina vivace ma polemica, e gli piaceva. Era come scoprire piano piano, lati del suo carattere sempre più nuovi.

<<Chiedo perdono, Miss, sia a te che a... Melania>> rispose Miles cercando di trattenersi dal ridere.

Quando, dopo una camminata di circa un quarto d'ora arrivarono al locale suggerito da Keaton, il Buster House Fast Food, tutti gli studenti presero posto ai tavoli sotto lo sguardo sorpreso del cameriere, il quale probabilmente non aveva mai visto più di cinque persone all'interno del locale.

Miles ed Allison furono costretti a sedersi insieme ad altri ragazzi, ma si misero fianco a fianco, in modo tale da poter parlare anche privatamente.

Ordinarono entrambi un hamburger con pomodori, manzo e insalata, insieme ad un cestino di patatine fritte che avrebbero condiviso.

Non avrebbero mai pensato di mangiare una prelibatezza simile in un quartiere desolato come quello. I pomodori erano sugosi, la carne tenera e leggera. Un gusto unico per il palato.

<<Guarda la prof.>> sussurrò Allison a Miles dopo essersi pulita le labbra e le mani nel tovagliolo.

Il ragazzo dai capelli ricci sollevò lo sguardo in direzione dei professori e per poco non si strozzò nel vedere la donna mordere un hamburger che era il doppio di lei e schizzare tutta la maionese fuori da esso con espressione disgustata.

<<Penso che non abbia mai mangiato questa roba in vita sua>> mormorò Allison tra le risate.

<<A giudicare dall'apertura della bocca però secondo me fa degli ottimi pompini>> sussurrò Miles al suo orecchio, facendola arrossire di colpo.

La sua mente iniziò a vagare verso scene tutt'altro che caste, ma quasi subito si ricompose.

<<Sei il solito porco>> borbottò afferrando la lattina di coca cola e bevendone un sorso direttamente da quella.

<<E tu sei davvero femminile a bere a collo dalla lattina, mia cara>>

Aly alzò le spalle, poi si voltò per cercare qualcosa all'interno della sua borsa, fino ad estrarne la sua piccola Melania.

La posò sul tavolo e la osservò per qualche secondo prima di porgerla al giovane di fianco a lei.

Il ragazzo la aprì con garbo e tanta curiosità.

Sulla prima pagina era disegnata una mela sorridente, la quale era stata colorata da due differenti pennarelli rossi. Nella seconda pagina vi era invece una frase, o meglio una dedica. Recitava così:

'Alla bambina più bella di questo mondo e alla gioia più grande del suo papà, ricorda che le pazzie sono parte della vita. Anzi, sono vita.
Buon compleanno Aly'

<<Ti chiederai perché ad una bambina di dieci anni sia stata regalata un'agenda..>> disse Allison osservando la scritta. <<L'avevo chiesta io. Avevo intenzione di scriverci delle poesie. Sai, molte bambine di quell'età sognano di scrivere storie, poesie, racconti, ed io non ero da meno. Ma quando ho letto quella frase 'le pazzie sono vita' ho cambiato idea sull'uso che dovevo farne di Melania>>

Miles ascoltò ogni parola in silenzio ed infine annuì. Era bello starla a sentire mentre gli spiegava un po' della sua vita, ed era ancora più bello vedere che, in qualche modo, si stava aprendo con lui.

Girò pagina e una lunga lista di cose spuntate seguivano il titolo: pazzie da fare prima di diventare vecchia.

Erano tutte divise per anni. Sotto alla scritta 10 anni vi era ad esempio:

- Andare a scuola con il tutù rosa fenicottero di danza (e non per carnevale);
- Scrivere una parolaccia nel compito di matematica;
- Andare sotto casa di Kimberly Millis (la odio!!!) e tirare delle uova marce contro la porta;

e tante altre cose ancora.

La cosa sconvolgente era che tutte quante erano spuntate.

<<Hai davvero scritto una parolaccia sul compito di matematica?>> domandò Miles non riuscendo a non ridere.

Aly annuì, ma aggiunse, <<La parola però era cacca, quindi non so se vale proprio come parolaccia>> 

A quel punto, scoppiarono a ridere entrambi così forte che tutti i presenti si voltarono a guardarli, professori compresi.

<<Bailey e Roberts, vi sembra il modo di stare a tavola? Smettetela subito di ridere così sguaiatamente!>> li rimproverò la McHill, alzandosi addirittura dalla sedia.

Quando si ricomposero, proseguirono insieme la lettura della check list.

<<Quindici anni: guidare un'auto senza patente, camminare sulle acque del Mid Lake (fail), fare sesso con Bastian e Cody (scommessa vinta), baciare con la lingua una ragazza>> lesse Miles confuso.

<<Perché sarebbe stata una pazzia fare sesso con quei due?>> chiese curioso.

<<Hai presente l'olio per friggere queste patatine?>> esclamò lei sollevandone una e portandosela alle labbra, <<bene, Bastian aveva i capelli più unti dell'olio stesso. Mentre Cody... lui non aveva nulla che non andava, era solo un secchione sfigato con l'apparecchio ai denti>> spiegò alzando le spalle.

<<Diciamo che quindi hai fatto perdere la verginità a entrambi, che gesto magnanimo>> la sfotté Miles.

Gli tirò un pugno sul braccio, poi sfogliò altre pagine fino ad arrivare a quella dei 18 anni. 

- Urlare "ho l'erpes vaginale" la notte di capodanno;
- Lanciarsi col paracadute;
- Guidare una moto da sola senza patente;
- Accarezzare un lupo a Yellowstone;

Di quelle quattro cose, era spuntata solo la prima e il ragazzo, leggendo, scosse la testa divertito.

<<Queste più che pazzie, sono trasgressioni belle e buone>> disse chiudendo l'oggetto nero e restituendolo alla legittima proprietaria. <<E comunque in quell'ultima lista manca una cosa>>

Allison lo guardò con aria interrogativa.

<<Cioè?>>

Lui si avvicinò al suo viso, le scostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sussurrò, <<fare sesso con me.>>

Me:

Hola cikas!!!

Vi rubo due secondi per dirvi che il titolo 'Madness' è legato a ciò che viene raccontato all'interno di questo capitolo, e spero si fosse capito anche senza spiegazione, ma ho preferito precisare.

Vi informo che man mano che andremo avanti con la storia, si scoprirà qualcosa di più anche sul passato di Miles, così chiudiamo il cerchio dei misteri.

Fatemi sapere, sempre se volete, se questo capitolo vi è piaciuto e se avete delle osservazioni da fare ❤

Alla prossima,
Chia xx

Ps: Sì, vi ho trollato. Vi ho fatto credere che avrebbero fatto sesso e invece no. Magari nel prossimo capitolo sarete più fortunate ;)

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