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Perché non c'è niente di più bello del modo in cui tutte le volte il mare cerca di baciare la spiaggia, non importa quante volte viene mandato via.
(Sarah Kay)
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Quando arrivò sulla spiaggia, la musica si fece ancora più assordante e fastidiosa. Era stata solo qualche volta in discoteca o a qualche festa a casa di sconosciuti gli anni precedenti, ma non è che la cosa la entusiasmasse particolarmente.
L'unico motivo per cui a volte si immergeva in quel genere di confusione, era l'alcol.

Quella sostanza psicoattiva dai gusti più svariati, che ancora le era proibita, la faceva uscire per un po' dalla sua condizione di ragazza anonima, dandole la spinta giusta per divertirsi, fare nuove conoscenze -che poi si sarebbero estinte il giorno seguente- ma anche innumerevoli cazzate.

Infatti, la prima cosa che fece una volta abbastanza vicina al falò dove diversi ragazzi erano intenti a ballare e cantare, fu dirigersi verso un tavolo di legno dove sulla superficie piana erano disposti parecchi bicchieri di plastica neri e bottiglie di birra, fortunatamente già aperte. Ne afferrò una senza curarsi di prendere un contenitore in cui versare il liquido e si allontanò un po' dalla folla.
Voleva comunque restare nei paraggi ed osservare che tipo di persone avrebbe, forse, incontrato nella nuova scuola.

Si sedette quindi vicino al campo da beach volley, dove alcuni ragazzi, per la precisione due maschi e quattro femmine, stavano giocando una partita, sperando di non dare troppo nell'occhio.

Si tolse le infradito e la sabbia fredda e umida a contatto con i suoi piedi la fece rabbrividire. Portò la bottiglia di birra alle labbra e ne mandò giù un sorso, sperando di riscaldarsi, ma quando fece per posarla nuovamente per terra accanto a lei, qualcosa la urtò rischiando che il vetro andasse in mille pezzi.

Grazie al cielo quando riaprì gli occhi dopo lo shock, constatò che la sua Heineken era ancora sana e salva dentro al contenitore scuro, il quale non aveva subito danni.

<<Ehi, tutto okay?>>

Udendo una voce molto vicina alla sua postazione, Aly si voltò di scatto, incrociando gli occhi più profondi che avesse mai visto.
Appartenevano ad un ragazzo alto, tanto alto, e dai capelli scuri. Non seppe bene definirne il colore preciso data l'oscurità che aleggiava intorno a loro, ma pensò che avesse un bel taglio. In più si ergeva di fronte a lei in tutta la sua mascolinità, dato che non indossava nessun indumento sulla parte superiore del corpo.

<<Scusa, ho cercato di afferrare la palla, ma..>> continuò lo sconosciuto alzando le spalle in segno di sconfitta.

<<Non importa, ma la prossima volta cerca di prenderla. Stavi per spaccare la bottiglia che ho in mano>> rispose la ragazza alzandosi in piedi, intenta a tagliare la corda e a trovare un posto in cui sorseggiare la sua birra che fosse il più lontano possibile da altrettanta gente maldestra.

<<Ehi, ti ho chiesto scusa>> ripetè il giovane.

<<E io ho detto che non importa>> replicò lei, guardandolo negli occhi.

Per secondi che sembravano non terminare più, i due si guardarono negli occhi senza dire una parola, e Aly poté notare un luccichio in quelle pietre seducenti e misteriose allo stesso tempo.

<<Come ti chiami? Non ti ho mai vista qua in giro>> domandò tutto d'un tratto lui.

<<Come mi chiamo non sono affari tuoi>>

Dopo quella frase, per niente cortese, ma che d'altronde nemmeno voleva esserlo, Allison fu pronta a fare dietro front, decisa a tornarsene subito in camera sua a finire in pace la sua dannata birra, ma una voce femminile la distrasse dal suo intento.

<<Ehi, Miles! Allora, vieni o no? Abbiamo ancora due set da giocare!>>

Una ragazza dalla voce squillante richiamò l'attenzione del ragazzo a petto nudo di fronte a lei, il quale, dopo averle lanciato un'ultima occhiata e aver sorriso maliziosamente, le disse <<ci vediamo in giro>>, raggiungendo poi i suoi amici.

Contaci, pensò la ragazza facendo una smorfia contrariata allontanandosi da lì a grandi falcate.

**
Due settimane più tardi...

Quando la campanella della prima ora suonò, Aly era ancora in segreteria per ritirare tutto ciò di cui necessitava per iniziare al meglio il suo primo giorno alla Monterey High School.

La signora Jones, così diceva il cartellino affisso sul maglioncino color lavanda della segretaria, cercò attraverso il portatile ogni cosa comprendente l'iscrizione della ragazza e la stampò, porgendole poi quattro fogli: il primo con l'orario delle lezioni, il secondo con il numero dell'armadietto e il codice per aprirlo, il terzo con l'elenco dei libri e il quarto con disegnata la cartina della scuola e le relative aule.

Efficienti, pensò Aly una volta aver ringraziato ed essere uscita dalla porta, diretta quindi verso la classe di letteratura. Se non altro quel primo giorno sarebbe iniziato con una materia che le piaceva abbastanza.

Una volta arrivata davanti all'aula, non senza essersi persa due volte lungo gli stretti e deserti corridoi, bussò piano due volte.

<<Avanti!>> disse una voce maschile che all'apparenza sembrava piuttosto giovane.

Fece un respiro profondo, deglutì e chiuse gli occhi, dopodiché abbassò la maniglia ed entrò.

Quando li riaprì, si trovò addosso gli sguardi dei suoi nuovi compagni. Ci era abituata, dopo quattro anni di via vai, ma ogni volta era come se per qualche minuto fosse sotto la costante osservazione di un gruppo di psicologi che cercavano di analizzarla.

<<Buongiorno>> disse una volta che si fu ripresa dall'iniziale imbarazzo. <<Mi chiamo Allison Roberts, ma preferisco Aly>>

L'uomo in piedi davanti alla lavagna la guardò con un sorriso cordiale e appoggiò il gessetto bianco che teneva tra le dita sopra alla cattedra.

<<E Aly sarà, allora>> esclamò, presentandosi subito dopo. Si chiamava Andrew Burns, e una volta squadrato per bene, la giovane arricciò le labbra. Quell'uomo, il suo nuovo professore di letteratura che non avrà avuto più di trentacinque anni, era davvero affascinante. Capelli corti castani, occhi chiari, fisico slanciato, vestiti sportivi e sorriso da urlo.

Eh già, la giornata non poteva iniziare meglio.

<<Vuoi dirci qualcosa di te prima di accomodarti? Da dove vieni, per esempio?>>

<<Ho cambiato casa molte volte negli ultimi cinque anni, ma sono nata a Buffalo, in Texas>> rispose torturandosi un po' le mani.

<<Molto interessante. Speriamo che tu possa trovarti bene a Monterey>> concluse il professor Burns prima di farle segno di accomodarsi.

L'unico posto vuoto era in prima fila vicino alla finestra, di fianco ad un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi celesti. Le sorrise e poco dopo, una volta che lei ebbe sistemato le sue cose - matita, biro, gomma, quaderno - sul banco, le allungò la mano per presentarsi.

<<Mi chiamo Jayden>> sussurrò il ragazzo.

<<Piacere>> rispose lei stringendogli la mano con decisione.

La lezione su Dickens passò velocemente, tanto che ad Allison dispiacque un poco dover abbandonare così presto il professor Burns.

Ma in fin dei conti lei non era lì per sbavare dietro ad un uomo adulto, era lì per studiare ed arrivare alla maturità con una media che non facesse troppo schifo.

Studiare.

Il solo pensiero le fece venire la nausea.

Prese il suo zaino e il suo cappellino nero con visiera intenta ad andare alla prossima lezione, quando il ragazzo che per tutta l'ora era stato accanto a lei, e che pensava fosse già uscito, le comparve di fianco come un fantasma.

<<Woah, ehi, vuoi farmi venire un infarto?>> strillò portandosi una mano al petto e scuotendo la testa ancora frastornata.

<<Non pensavo di essere così spaventoso>> mormorò lui accennando un sorriso.

<<Forse devi ricrederti allora>> rispose la ragazza portandosi lo zainetto sulla spalla facendo una smorfia.

Jayden rise abbassando lo sguardo e Aly pensò che fosse davvero un ragazzo carino, ma timido.

<<Che lezione hai adesso?>> le chiese seguendola fuori dall'aula.

La giovane guardò il foglio con l'orario prima di rispondere, poi disse <<Storia con la professoressa Foster>>

<<Ah, la balenottera azzurra>> sentenziò il ragazzo avviandosi verso il corridoio gremito di studenti. <<Dai, ti accompagno, così non arrivi in ritardo>>

Aly lo ringraziò mentalmente, avrebbe evitato di perdersi per la terza volta in sole due ore e, in un certo senso, era lieta che, per la prima volta in quattro anni, qualcuno si fosse offerto di aiutarla il suo primo giorno di scuola.

<<Perché balenottera azzurra?>> chiese una volta al suo fianco incuriosita.

<<Lo capirai tu stessa appena la vedrai>> rispose l'altro con una scrollata di spalle.

Stavano camminando da quasi cinque minuti -quella scuola era davvero enorme-, quando una voce alle loro spalle li fece arrestare.

<<Ehi, Zuccone! Ti sei fatto la ragazza?>>

Jayden si fermò con lo sguardo fisso davanti a sé, poi lentamente si voltò in direzione della voce.

Anche lei fece lo stesso, e quando vide colui che aveva pronunciato quella frase davvero poco cortese, sentì un brivido percorrerle la schiena.

Anche il ragazzo a pochi metri da lei si irrigidì, e con faccia stupita alzò un sopracciglio.

<<Ma guarda! Ciao 'come mi chiamo non sono affari tuoi', te lo avevo detto che ci saremmo rivisti>>

Non poteva crederci!
In genere non era una tipa così fisionomista, eppure quegli occhi e quel sorriso non li avrebbe potuti dimenticare facilmente.

Me:

Dato che Wattpad è così gentile da non farmi introdurre il cast di questa storia, ve lo inserisco qui:

- Cara Delevingne as Allison Roberts
- Cole Sprouse as Jayden Sullivan
- Shawn Mendes as Miles Bailey

Man mano che arriveranno nuovi personaggi, rinnoverò il cast, intanto se vi va ditemi che cosa ne pensate di questi e, perchè no, anche del capitolo :)

Alla prossima ❤

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