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Capitolo 85

Io e le ragazze ci troviamo nella sala di musica, chi ad aiutare Operetta, chi a fare da sostegno morale psicologico avanzato.

-Lottie, qual'è il peccato capitale che ti rappresenta maggiormente?- domanda Lilith mescolando lo zucchero nel tea.

-Superbia- rispondo.

-Non c'erano dubbi!- commenta Rainbow dall'altro lato della sala.

Le faccio la linguaccia.

-Ha parlato colei che a calcio si definisce:"la magnifica me"- ribatto scherzosa.

-Volete finirla di cavoleggiare?! Sto certando di concentrarmi!- urla Operetta.

-Scappiamo...- sussurra Alexiel a bassa voce facendoci annuire.

-Mi annoio- dice Lilith mentre percorriamo uno dei tanti e lussuosi corridoi del castello.

-Allora perchè non ci alleniamo nel combattimento?- propone Twilight.

Twilight ha ragione, dobbiamo allenarci se vogliamo sconfiggere Cordelia.

Ma prima di arrivare nella sala degli allenamenti veniamo fermate da Alen, Lucifero, Michele e i miei genitori.

-Che succede?- domando distaccata.

-Riguarda le spade che ho forgiato- risponde Alan.

-Immagino che il vostro scopo sia recuperare le altre spade oltre alle due già in possesso di mio figlio e Luxifer- ipotizza Michele.

-A meno che voi non sappiate già dove si trovino- aggiunge Lucifero furbamente.

Beccate...

-Quelle spade ci permetteranno di fronteggiare il Nucleo Gemello. Non c'è bisogno della Spada di Onice- rispondo neutra.

-Come?- domanda Alan colto in contro piede.

-Noi...credevamo che la Spada di Onice fosse in tuo possesso- dice mi madre.

-Beh mi dispiace ma non è così- replica Lilith.

-Siete già in possesso delle altre spade?- domanda mio padre.

-Ovvio, altrimenti non ci annoieremo non sapendo cosa fare mentre aspettiamo- risponde Rainbow al mio posto.

-Non aspettatevi che vi riveliamo dove si trovano- dice Alexiel.

Superati i cinque adulti ci rifugiamo nella sala degli allenamenti e dopo cinque lunghe ore Operetta spalanca la porta.

-Muovete il lato B e preparate le canne! Ho finito!- annuncia con un sorriso soddisfatto.

Tornate nella sala di musica Operetta ci mostra degli spartiti musicali e una canzone.

-Emm...spiegazione prego- dice Rainbow.

-Mi sa che dovremmo suonare anche noi- riflette Flora ad alta voce.

-Asatto! Fatevi una bella canna e iniziamo le prove- risponde entusiasta la figlia del fantadma dell'Opera.

-Un momento! Mi è venuta un'idea assolutamente geniale- la interrompo.

Dopo aver esposto la mia idea iniziamo le prove.

Io la batteria, Twilight il basso, Alexiel la pianola, Rainbow, Operetta e Lilith le chitarre elettriche.

Flora è la voce principale, dato che la maggior parte delle maledizioni canore vengono dalle profondità dell'oceano e lei è una creatura acquatica.

-Proviamo ancora! Rainbow non partire a fare di testa tua! Altrimenti ci metti in confusione! E Twilight cerca di stare a tempo! E tu, Flora, non stonare!- ci sgrida Operetta.

Mamma mia, quanto assomiglia a James in queste situazioni!

Fanatici entrambi!

-Ma io non ne posso piùùùùù!- si lamenta Rainbow.

-Io ho tanto sonno- borbotta Lilith.

-E io tanta fame- aggiungo.

-Facciamo così: pausa canna e poi continuiamo-

NON LA SOPPORTO PIÙ!

Alla fine siamo riuscite a costringere Operetta a lasciarci andare.

E sono le quattro...del mattino.

Percorro stanca il corridoio che porta alla mia camera, fermandomi a pochi metri da essa, bloccata da un paio di occhi verdi.

-Che cosa vuoi?- domando gelida.

-Solo parlarti- risponde Erik.

-Io non ho nulla da dire tranne che, quando tutto questo sarà finito, non voglio più rivederti- rispondo sempre fredda.

-Mi sembra di averla già sentita più di una volta una frase del genere- commenta lui tra il serio e l'ironico.

-Questa volta è diverso. Non voglio più vederti- dico superandolo e entrando in camera mia chiudendo la porta a chiave.

-Credi che non ti ami?- domanda lui dall'altro lato della porta.

Non rispondo.

-Non ho mai detto a nessun'altra le cose che ho detto a te e non ho mai provato per nessun'altra le cose che provo per te. Non sei stata tu a dirmi di non allontanarti da me?-

Ancora non rispondo.

-Mi dispiace...- dice talmente piano che mi sembra di averlo immaginato.

Lo odio.

Non lo perdonerò mai.

No...

Vado davanti allo specchio.

Sono tornata quella di prima eppure...mi sento diversa.

Forse perchè ora so cosa sono e quali sono i poteri di cui dispongo.

E diciamo che devo un favore ad una certa persona...

Il tempo nell'Abisso è molto diverso.

Per rendere l'agonia e la disperazione eterne, li il tempo scorre molto più lentamenre.

Se sei li dentro cinque ore, qui sono passati solo dieci minuti.

Onestamente ritengo sia stata una fortuna che io sia finita nell'Abisso...e non solo io lo penso...

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