Capitolo 40
Mi sveglio pigramente sentendo Buddy chiamarmi.
-Vostra grazia...siete nuovamente in ritardo...- dice temendo la mia reazione.
Guardo l'orologio.
Mancano cinque minuti alle otto...ho un'altra ora per...aspetta...
CINQUE MINUTI ALLE OTTO?!
-Aaaaaaah!!- il mio urlo rimbomba per tutto il castello e forse per tutta la Città di Halloween.
Cosa inutile dire che arrivo con ben trenta minuti di ritardo.
-Sei in ritardo...di nuovo- dice la bidella vedendomi correre.
-È arrivata la vice preside?- domando perchè devo far firmare da lei l'entrata in ritardo.
-Si-
Corro più veloce che posso ma finisco chissà come dentro il cestino con le ruote(di nuovo) e vengo traspontata nell'ufficio della vice preside senza vedere un tubo.
Lei apre la porta con la magia e io vado a schiantarmi contro la sedia, ritrovandomi perfettamente seduta e libera.
-Sempre in ritardo, signorina- commenta la vice preside già armata di penna nera.
Lei è una strega di una bellezza meravigliosa e madre del vice rappresentante d'istituto, Jake.
-Emm...si. Colpa mia- ammetto porgendole il libretto.
Lei fa un sospiro esasperato e mette la firma.
-Manca un quarto alle nove, entri alla seconda ora. Nel frattempo parliamo della tua totale mancanza di puntualità- dice incrociando le mani sotto il mento e guardandomi da dietro le lenti degli occhiali.
-Emm...la sveglia non ha suonato- che ci posso fare se io e quell'arnese siamo incompatibili?!
-Charlotte di la verità...quanti sonniferi hai preso questa volta?- lei sa sempre tutto.
È grande amica delle mamme delle mie amiche e della mia.
-Forse più del dovuto...- ammetto abbassando lo sguardo.
-Non risolvi nulla con quegli affari, mi sembra di avertelo già spiegato molte volte. Ad ogni modo ora puoi andare e se ti servisse qualcosa vieni pure quando vuoi-
Ho due ore di lezioni di spavento tenute nientemeno che dal preside e Re di Halloween Jack Skeletron.
È la materia preferita da tutti gli studenti e il professore è il più amato fra tutti.
Finita scuola posso tornarmene a casa tranquillamente.
Mamma ha ragione, nella quotidianità sono proprio un disastro comico.
-Bene ragazze: Discordia, alias zia Eris. Dove potrebbe tenere il diario di mio padre?- domando alle mie amiche, in camera mia.
Stiamo facendo merenda quindi una pausa dai compiti e ne stiamo approfittando per portare avanti le ricerche.
-Eris è ciocodipendente...- comincia Flora.
-...e possiede una fabbrica di cioccolato- conclude Rainbow.
-E dove può tenere una cosa preziosa un ciocodipendente che possiede una fabbrica di cioccolato?- domanda retorica Operetta.
-Magari è nel suo ufficio all'interno della fabbrica- ipotizza Alexiel.
-Dimenticate che fa coltivare mele e ne possiede un'azienda?- ricorda Twilight.
-Beh, si definisce come la dea della discordia venerata dai greci, e il suo simbolo, come quello di Eris, è una mela- aggiunge Lilith.
-Ha un senso, anche perchè nel diario è chiamata Discordia- dice Bone.
-Essia allora, andremo li...ma qualcuno dovrà controllare nella fabbrica per sicurezza- acconsento.
-Io, Bone, Lia, Flora, Operetta e Twilight andiamo in azienda, le altre nella fabbrica. James distrarrà zia Eris, se ce ne fosse bisogno. Andremo domani, dopo la scuola- dico prima di addentare un biscotto al cioccolato.
-Un momento...possiede anche una spa!- dice Alexiel.
-Ci pensiamo io, William ed Erika- dice James endtrando in camera mia.
-Perfetto...- mi domando da quanto stesse origliando.
-Sei uno spione! Razza di maniaco pervertito che non sei altro!- grida Operetta dando il pesante libro di chimica a quello che è il suo fidanzato.
Stanno benissimo quei due insieme...
-Sembriamo delle investigatrici...- commenta Lia guardando Bone con uno sguardo che non dice nulla di buono.
-Io non sono Scooby-Doo!- sbraita Bone nervoso facendoci mettere a ridere.
-Giuro che ti faccio passare la voglia di prendermi ingiro!- afferma poi, dando vita ad una delle loro colossali litigate.
Normalità...beh non siamo ancora del tutto tornati alla normalità dei due anni passati senza angeli nè demoni...però ora che ci penso, di misteri ce ne sono anche a scuola e poi...definire le nostre vite completamente "normali" è ancor peggio di una bestemmia!
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