Capitolo 34
-E quindi....- comincia Alexiel.
-Era tutto programmato. Beh non che ci sia molto da stupirsi, data la fama di tua madre e di Lucifero- conclude Twilight.
-Ragazze sappiate che i demoni non ci aiuteranno più. Non voglio correre rischi- annuncio con tono autoritario.
-Non ti chiedo il perchè...ho già capito le tue motivazioni, e ti do ragione- risponde Operetta mettendosi il profumo.
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La cena si svolge silenziosa e arriva il momento del dessert.
-Ti spiace lasciarmi mangiare il mio dolce?- Lucifero cattura la nostra atrenzione e ci accorgiamo che sta parlando con Lilith.
Lei infatti ha ancora la forchetta a mezz'aria sopra il piattino di Lucifero.
-Non so di cosa tu stia parlando- risponde la donna facendo sparire il pezzetto di dolce.
-Bene. Devo dirvi una cosa importante. Abbiamo recuperato il primo pezzo del diario insieme, ma il viaggio di voi demoni finisce qui. Non sarebbe mai dovuto iniziare a dire il vero, e ci saremmo dovuti dire addio prima del soggiorno all'hotel Esmerald- dico fredda e distaccata.
-Quindi ci vedremo solo in occasioni particolari come feste e balli?- domanda Ryan dispiaciuto, lanciando uno sguardo a James.
-Mi dispiace, ma ci sono motivi validi. Motivi di fiducia- dico lanciando uno sguardo glaciale ad Erik.
-Su con la vita ragazzi! Rimarrete qui ancora per un pochino, vero ghigliottina mia?- dice il Fantasma dell'Opera a sua figlia.
Si, da noi i genitori, specialmente i padri, danno nomignoli del genere alle figlie.
-Certo paparino. Siete tutti invitati al mio compleanno che si terrà domani sera!- dice Operetta entusiasta facendoci sorridere.
-E io ho qualcosa da dire- dice James.
-Dato che, solitamente, molte feste sono organizzate da mio padre, a meno che non si tratti di scuola, per quest'anno prenderò io in mano le redini dell'organizzazione del compleanno di Operetta. Mi aspetto di vedervi nell'atrio del castello Scheletron per le nove e mezza in punto di domani mattina- conclude minaccioso, e devo ammettere che riesce ad intimorire discretamente...
-Aspetta, voi festeggiate i compleanni di mattina?- domanda Hunter stranito.
-No, dalle nostre parti diamo dutti un contributo per l'organizzazione delle feste di compleanno dei nostri amici, e anche nelle varie feste scolastiche- spiega pazientemente Flora.
-Io ci sto. Conta su di me amico- dice Ryan rivolto a James.
-Eccellente...- risponde James strofinandosi le mani e facendoci arretrare leggermente...non si sa mai cosa possa passargli per la testa a mio cugino.
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Dopo cena ogniuno si è ritirato nella propria stanza.
Beh non so perchè ma nonostante tutto mi fido di Bone e Lia, sono degli ottimi alleati e mi hanno aiutata a comprendere cose che nemmeno lontanamente avrei immaginato...
Come il fatto che anche io sono come mio padre...
Mi era stato detto che non c'era pericolo per me e James di diventare come i nostri padri, degli scheletri, oggi so che mi hanno mentito. Ed è grazie a Lia che lo so, beh anche grazie a mia madre dato che è stata lei a rievocarla.
Esco dalla vasca da bagno, mi asciugo, e comincio a pettinarmi i lunghi capelli.
Discordia e Giustizia....beh, su Discordia non ho dubbi che si tratti di zia Eris, dato che una volta lei stessa, per spiegare in parte i suoi poteri, si è definita la dea della discordia venerata dai greci.
Giustizia non ho idea di chi possa essere.
Mi metto la camicia da notte e mi infilo sotto le coperte.
Tutto questo pensare mi ha fatto venire il mal di testa.
Mi giro verso la porta finestra e mi alzo di scatto.
Due occhi rossi come il sangue e il più prezioso dei rubini mi stanno scrutando. Il loro possessore entra nella mia stanza e si avvicina a me furioso.
-Erik....!- mi lascio scappare un gridolino quando lui mi spinge a sdraiami sul letto con lui sopra di me a tenermi i polsi, che cominciano a farmi male data la sua stretta.
-Che...-
-Sta zitta!- urla lui furioso.
-Ma...-
-Ti ho detto di fare silenzio! È colpa tua! Tuto questo è solo colpa tua!- è arrabbiato, furioso e io non ne capisco il motivo e non so di cosa mi accusa.
-Mi fai paura...- dico in un sussurro.
È una cosa che non mai detto, nemmeno a mia madre.
Non ho mai avuto paura di qualcosa quanto lui e i suoi occhi in questo momento.
-È colpa tua perchè sei una stupida!- dice ancora più furioso.
Dalla sua testa spuntano due corna e dalla sua schiena un paio di piumate ali nere. I suoi occhi si infiammano sempre di più.
Comincio a tremare dalla paura.
-E non farne parola con nessuno di quello che hai appena visto. Chiaro?- anche se mi fanno paura non riesco a non guardare i suoi occhi.
Dicevo che i suoi occhi verdi erano bellissimi e magnetici...ma questi, questi sono molto più ipnotici dell'ultima volta che li ho visti e non facevano così paura.
-Chiaro?- grida ancora più furioso.
-S-si Erik- sussurro.
-Principe Luxifer- dice arrabbiato.
-Di che parli...?- domando.
-Luxifer è il mio vero nome. Erik è solo un nome datomi da mia madre per fare un dispetto a mio padre. Chiaro?- risponde.
-Si...Principe Luxifer- dico scandendo le parole.
Lui mi lascia i polsi e torna normale ma gli occhi rossi rimangono.
Mi da un'ultima occhiata di fuoco per poi andarsene e lasciarmi sola.
Mi sento strana...non mi sono mai sentita così.
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