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Capitolo 27

Sono sdraiata nel letto della mia camera all'hotel Esmerald a riflettere.

Quali saranno le sfide che dovremmo affrontare?

Cosa faremo una volta ottenute le informazioni contenute nel diario di mio padre?

Dovrei dormire ma non ci riesco proprio, un profondo senso di inquietudine mi invade.

Me ne sto sotto le coperte, nel buio della stanza illuminata dalla luce della luna con un braccio a coprirmi gli occhi provando in tutti i modi a dormire non riuscendoci.

La porta della mia stanza si apre e vedo due occhi verdi che brillano grazie al cono di luce prodotto dalla luna, che li fa sembrare ancora più magnetici e belli.

-Cosa ci fai qui?- domando più fredda di quanto volessi.

-Non riesci a dormire?- domanda Erik avvicinandosi.

-No...ma non hai risposto alla mia domanda- rispondo cercando di addolcire il tono di voce.

-Eve rompe le scatole...e mi sono "esiliato" da quella stanza- rivela sedendosi sul letto.

-Se pensi che io soddisfi i tuoi...- comincio ad avvertirlo ma vengo interrotta.

-No! Ma che vai a pensare! Però se proprio ci tieni...- dice malizioso avvicinandosi.

-Non ti azzardare depravato!- urlo tirandogli un calcio buttandolo giù dal letto.

-Ai! Maledetta strega...- borbotta massaggiandosi la testa.

-Faccio finta di non aver sentito- rispondo indispettita.

Quel ragazzo ha la capacità di farmi perdere il controllo di me me in pochissimi secondi.

Si rialza e si mette sotto le coperte con me.

-Che stai facendo?- domando.

-Ti aiuto a dormire- risponde come se fosse cosa ovvia.

-Io non ho bisogno di nessun aiuto!- rispondo girandomi dalla parte opposta a lui.

Lui avvolge un braccio intorno a me, attirandomi a se e facendomi appoggiare la schiena al suo petto.

-Il battito del tuo cuore è accelerato streghetta- mi sbeffeggia lui.

-Oh ma falla finita imbecille!- dico tirandogli una gomitata nello stomaco.

-Ao! Ma la finisci di molestarmi?! Che strega...- dice per poi iniziare a farmi il solletico.

Comincio a dimenarmi a più non posso, non tanto per il solletico ma per cercare di sfuggire ad esso, senza risultato.

-Va bene, va bene basta!- dico arrendendomi dopo un quarto d'ora buono con il fiatone.

Ho cercato di resistere più che ho potuto ma alla fine ho ceduto.

-Ora non puoi dire che il battito del tuo cuore non sia accellerato streghetta- risponde anche lui leggermente affannato.

-Mi spieghi perchè continui a chiamarmi così?- dico dandogli una leggera sberla, che non risulta essere tale ma sembra più una carezza.

Anche lui se ne accorge e passano lunghi attimi durante i quali ci perdiamo l'una negli occhi dell'altro.

-Beh...è il primo vero agettivo che ho trovato ti si addicesse quando ci siamo conosciuti...beh il giorno dopo a dire il vero, quando abbiamo fatto colazione con mio fratello e Gabriella anche perchè vipera e arpia non mi sono venuti in mente dopo...e anche un'altro non molto carino... - rivela non riuscendo a trattenere un sorriso al ricordo dei tempi passati alla scuola...si, è vero che non era il mio mondo, che non era la mia vera natura però...

Mi perdo nuovamente in quei bellissimi occhi e quel viso...dire che è un ragazzo bellissimo è davvero troppo poco...

-Che succede?- domanda facendomi notare che lo stavo fissando.

-Oh...ecco...io...stavo pensando al colore dei tuoi occhi quando usi i tuoi poteri di demone...nessuno li ha realmente mai visti però...a scuola si diceva che fossero viola e azzurri- dico cercando una scappatoia

-No, sono rossi e viola. È una cosa che ha notato Ryan un'anno fa perchè prima non erano così, erano come ti era stato detto- rivela non smettendo di guardarmi negli occhi.

-Me li farai vedere un giorno, vero?- domando in parte minacciosa, sono proprio curiosa di vederli.

-Chi lo sa...forse si...forse no, vedremo.- dice vago facendomi alzare un sopracciglio.

-Se cerchi di incutermi timore sei fuori strada streghetta- afferma divertito.

Sbuffo cercando di trattenere un sorriso per il nomignolo.

-E dimmi, appena mi hai vista cosa hai pensato?- domando curiosa.

-Che non eri per nulla interessante- dice ridendo e ricevendo una sberla sulla testa.

Una sberla vera questa volta.

-Idiota...- gli dico.

Lui dopo essersi ripreso dalla risata, a causa di un mio sguardo raggelante, mi guarda e mi accarezza una guancia.

-Dovremmo dormire- afferma sotto voce.

-Si, domani ci aspetta una giornata faticosa- aggiungo io.

-Buona notte Erik-

-Notte Lot-

-Come mi hai chiamata?- dico stranita.

-Charlotte è troppo lungo, Lottie anche perchè sono pigro, e Lot è corto quindi mi comoda- risponde lui.

Mah che tipo strano...

Mi giro dall'altra parte e lui mi abbraccia nuovamente.

-Notte streghetta- dice in un sussurro.

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