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Capitolo 14

Sono accovacciata a terra.
Sento dei passi nella mia stanza, la porta del bagno spalancarsi e qualcuno che mi solleva accompagnato da delle voci.
L'ultima cosa che ricordo prima di svenire sono gli occhi preoccupati di Erik su di me.
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-Come stai?- domanda James.

Sono passate due ore ora mi sento meglio ma sento un grande senso di vuoto e malessere dentro di me.

-Molto meglio- rispondo prima di bere un sorso di tea.

-Va bene...ti lascio riposare- dice prima di alzarsi dal letto e uscire dalla stanza.

Perchè ho visto uno scheletro al posto della mia immagine?

E se fossi io?

No, impossibile. A me e a James è già stato spiegato tante volte che quando erediteremo i troni dei nostri genitori non diventeremo scheletri.

Ma allora perchè?

Qualcuno bussa alla porta e lo invito ad entrare.

-Ei...come va?- domanda Erik entrando e sedendosu sul letto.

-Meglio, grazie-

-Non hai l'aria di una che sta bene, sai?- dice.

-Sono solo stanca- rispondo.

-Bene, allora ti lascio riposare- dice prima di andarsene anche lui.

Finisco il tea e chiudo gli occhi per dormire. Sono davvero molto stanca.
_______

Immagini delle mie amiche morte continuano a tormentarmi.
Torturate, sgozzate, assassinate nei modi peggiori.

-Basta! Basta!- continuo a gridare.

-....è solo colpa tua...Charlotte- risponde la vocina.

-Chi sei? Cosa vuoi da me? Perchè mi tormenti?!- urlo.

-...non ricordi Charlotte...beh non è una cosa carina...ti darò un indizio...se vuoi sapere chi sono io dovrai andare nel luogo dove tutto ha avuto inizio...- risponde questa.

-E come faccio a sapere di cosa parli?!-

-...non mi interessa...ma se non avrò ciò che voglio...le persone a cui vuoi bene faranno un'orrenda fine- conclude maligna.
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A cena non tocco cibo, e ogni volta che provo ad addormentarmi la vocina mi tormenta ripetendo: "cosa sei...Charlotte?"; e facendomi vedere la morte delle persone a me più care.

Non riesco ad addormentarmi, non voglio prendere i sonniferi però, ho paura che mi tormenterebbe comunque e io sarei impossibilitata a svegliarmi.

Così decido di andare a farmi un giro per il castello.
Di notte è tutto abbastanza tranquillo.
Vado in uno dei tanti salotti e mi sdraio su un divano ma ho paura di addormentarmi, così vado nel terrazzo più grande del castello.
C'è una vista meravigliosa quì, e poi di notte è tutto più bello.

Ancora non capisco a chi appartenga quella vocina, e cosa intendeva con il fatto che è colpa mia e di andare dove tutto è cominciato.
Il punto è che non sapendo chi sia, non posso sapere il posto dove lui dice che l'ho incontrata, e dove io le avrei fatto qualcosa.
E Bone? Perchè è arrabbiata a morte con lui?

Cosa sono io?

È questa la domanda che più mi assilla e mi spaventa.

Sono talmente assorta nei miei pensieri che non mi accorgo del tempo che passa.

-Non riesci a dormire?- domanda una voce alle mie spalle.

-No...e tu?- chiedo non girandomi, sapendo perfettamente che si tratta di Erik.

-No- risponde prima di appoggiarsi al muretto vicino a me.

-Che ore sono?-

-Due e trentasei- risponde.

-Vuoi parlarne?- dice riferendosi ai fatti accaduti oggi.

-No...-

-Vieni con me- dice prendendomi il polso.

Percorriamo i corridoi del castello e ci fermiamo davanti alla sua stanza, nella quale entriamo.

-Perchè siamo qui?- domando.

-Mi sembra che tu abbia bisogno di una dormita no? O preferisci fare altro...- risponde sensuale al mio orecchio inchiodandomi con le braccia alla parete.

-Dormire- dico andando verso il letto.

Mi tolgo la vestaglia e mi infilo sotto le coperde dandogli le spalle.
Si stende anche lui, silenzioso.

Un suo braccio mi avvolge da dietro in un abbraccio. Resto immobile.

-Che fai?- domando sussurrando.

-Ti proteggo dagli incubi- sussurra.

-Perchè lo fai?-

-Smettila di farti tante domande. La Charlotte che ho conosciuto era decisa e sicura di se...e diabolica. La Charlotte che sto abbracciando è fragile e insicura proprio perchè si tortura con un sacco di domande-

Resto in silenzio riflettendo sulle sue parole.

-Erik...-

-Mmh-

-È vero? È vero che quelle a scuola erano solo menzogne?-

-Perchè me lo domandi?-

-Ho bisogno di saperlo- rispondo.

-...no-

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