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Capitolo 13

-...Charlotte....hahaha!-

-...Charlotte....-

-...Charlotte...haha!-

Una vocina mi giunge alle orecchie; sembra a volte lontana e a volte vicina, e chiama il mio nome.
Ed è come una spaventosa cantilena.

-...Charlotte...-

Intorno a me vedo solo buio e sembra di fluttuare nell'aria.

-...Charlotte...haha!-

-Chi sei?- domando alla vocina.

-...ciao Charlotte...- risponde questa.

-Ti ho chiesto chi sei! E voglio sapere dove sono!- dico arrabbiata.

-...mi sembri molto agitata...Charlotte è molto agitata...Charlotte è molto agitata...Charlotte è molto agitata...- inizia a canticchiare spaventosa.

-Chi sei!- grido furiosa.

-...la domanda non è chi sono io...la vera domanda è cosa sei tu...Charlotte- risponde questa.

-Che vuoi dire? Io so esattamente chi sono!-

-...Ne sei sicura...?-

Comincio a stancarmi di questa vocina spettrale.

-Si. Io sono Charlotte Reaper, la figlia della Morte, come vedi so esattamente chi sono- rispondo con voce ferma.

Non mi faccio certo spaventare per così poco, dopotutto io vivo in mezzo ai mostri.

-...non è chi, ma cosa sei...hahaha- risponde lei.

-Di che parli?- domando sospettosa.

-...sai perfettamente che ti nascondono qualcosa ma...cosa- dice prima di ritornare a ridere con la sua vocina.
_______

Mi sveglio di scatto nel mio letto bagnata di sudore.

Chi era? E cosa voleva da me?

Sono queste le domande che mi assillano per tutta la mattinata

-Lottie- mi chiama Operetta.

Mi risveglio dai miei pensieri e mi accorgo di essere a tavola.

-Tu vieni con noi?- domanda Alexiel.

-Dove?- chiedo non capendo.

-In vacanza- risponde Twilight.

-Emm non mi va molto di andare- dico piano.

Le mie amiche mi guardano in segno di intesa.

Dopo pranzo ci troviamo in camera mia.

-Perchè non vieni?- domanda Flora.

-Ecco io...non me la sento davvero- è inutile mentire alle mie amiche. Sanno tutto su di me, così come io so tutto su di loro.

-Ci dici che succede?- domanda Lilith.

-Quando tornate ve lo dico, promesso- prometto alle mie amiche.

Operetta non sembra convinta ma non dice comunque nulla.

-Quando partite?- chiedo.

-Tra due ore- risponde Alexiel.

Le due ore passano velocemente, troppo.
Saluto le mie amiche e torno incamera mia.
Apro la porta della mia stanza.

Bone è in una pozza di sangue. Smembrato e con le budella messe a formare un cerchio intorno a lui. Il suo cuore è strappato e sulla portafinestra c'è una scritta: "lui non ti serve. Hai me".

-Aaahhh!!! Aiuto!!- urlo e continuo ad urlare correndo per i corridoi senza una meta precisa.

Non so nemmeno dove sto andando, so solo che sto piangendo disperata.
I miei piedi mi dirigono verso un terrazzo, il quale si fa sempre più vicino.
Cerco di fermarmi ma non ci riesco.
Continuo a piangere e gridare sempre più vicina al muretto dell'alto terrazzo.
Mi sento strattonare da un lato e due braccia mi avvolgono protettive.
Ho gli occhi pieni di lacrime ma riesco a vedere benissimo i suoi, verdi e preoccupati.

-Lottie che succede?- domanda preoccupato.

-...Erik...vieni devi venire presto! Bone! Presto corri!- continuo a dire strattonandolo verso la mia stanza.

Anche James, William e gli altri demoni sono corsi a vedere cosa sta succedendo.

-Guardate che cosa gli hanno fatto!- ordino spalancando la porta della mia stanza.

-...Lottie...li non c'è niente- dice James cauto.

Mi giro verso la stanza e noto che effettivamente non c'è nulla di ciò che avevo visto poco prima.

-Cosa dovrebbe esserci?- domanda Ryan.

-Dov'è?! Dov'è Bone?!- grido strattonando la maglia di William.

-È con tua zia- risponde Demon.

-Con loro c'è anche tua madre- aggiunge Hunter.

-Sei sicura di stare bene?- domanda Damien con voce preoccupata.

-Si...si, non è successo niente...io...vado a farmi un bagno- concludo frettolosamente entrando nella mia stanza e chiudendo la porta dietro di me.

Era la mia immaginazione, e poi...Bone è già morto anche se rimesso insieme a mo di Frankenstein.

Preparo un bel bagno caldo con tanta schiuma.

Ci voleva proprio sono così stanca. Tutta la negatività se ne sta andando come il vapore.

Mi alzo dalla vasca e mi metto distrattamente l'accappatoio addosso.
Nel mentre lego l'accappatoio non riconosco le mie mani.

Sono quelle di uno scheletro.

Mi guardo allo specchio e non mi riconosco.

Perchè al mio posto c'è davvero, uno scheletro...

-Aaaaahh!!!!!-

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