27) Nuove frontiere
Sentendosi quasi soffocata dalla pesante ed umida aria che stava respirando, Natalie aprì gli occhi prendendo la coperta e, con un colpo, buttandola di lato. Alzando il busto e sedendosi sul letto si guardò attorno notando esclusivamente i propri vestiti mal riposti a contrastare con quelli piegati del mentore, una Gigantica insieme ad un piccolo libricino nero e, dello stesso colore, il pendente che aveva intravisto addosso al mentore un paio di volte. Adocchiando infine la copertura di legno che sosteneva l'ampio tessuto che copriva lo scafo sinistro del catamarano, spostò la propria attenzione su sé stessa, notando di essersi addormentata indossando l'armatura e decidendo di levarsela rimanendo coperta da più leggeri abiti e dalle bendature che le nascondevano la spalla e parte del busto.
Alzando la copertura e avvolgendola seguendo le guide di legno per poi bloccarla, si passò una mano sulla sudata fronte prima di prendere un lungo sospiro e, sgranchendosi le braccia, salutare il mentore.
Manovrando l'asta del timone, il ragazzo rispose con un fugace sguardo prima di continuare, senza considerarla, a navigare il catamarano verso riva.
"Ancora...arrabbiato?" domandò imbarazzata
"Va tutto bene" rispose a denti stretti
"Se volete posso darvi-"
"Tu non tocchi più il timone!" minacciò interrompendola "Hai già fatto abbastanza danni..."
"Siete solo caduto in mare" sbuffò
"Tre volte...non so come hai fatto ad abbattere in chiglia* un catamarano" sospirò prima di allungare una mano verso la terraferma "vedi la costa?"
"Certo"
"Guarda con attenzione e ricordati bene come è fatto questo luogo perché, finalmente, siamo arrivati"
"Finalmente" sospirò lei dopo giorni di viaggio "Finalmente potrò scendere da questa barca e far qualcosa di diverso da...studiare"
Sollevata da quella notizia, la ragazza si sedette sulla prua dello scafo sinistro mentre osservava la fitta vegetazione divincolarsi, arrampicarsi e coprire la costa, le alte scogliere e le montagne che vedeva in lontananza.
Prendendo una boccata di quella calda ed umida aria, sospirando, ricordò per qualche istante le foreste che circondavano Astera ed in cui aveva mosso i suoi primissimi passi come cacciatrice.
Lanciando infine un rapido e fugace sguardo al ragazzo che oramai conosceva la sua storia, si domandò per l'ennesima volta cosa lo avesse spinto, nonostante i dubbi, le bugie e i sotterfugi, a continuare ad insegnarle.
"Non...non siamo soli" commentò lui indicando la riva
Sulla piccola spiaggia alla base della scogliera, loro destinazione, un secondo catamarano stava già fungendo da Campobase, presentando attrezzature già montate e predisposte sulla sabbia che, lentamente, aveva cominciato a coprire la chiglia, segno di una lunga permanenza di più giorni.
Conducendo la nave verso la costa, Alexander la fece spiaggiare di fianco a quella già presente prima di spingere una delle coperture del catamarano che, ribaltandosi a terra, divenne una rampa. Scendendo da quest'ultima mentre l'allieva lo seguiva, il cacciatore controllò le vele e lo scafo in cerca di simboli, senza però aver successo. A fianco delle casse che erano sempre presenti in ogni Campobase, i due trovarono decine di ampolle a giacere sulla sabbia; alcune presentavano rimasugli di liquido verde, lasciando intendere che fossero pozioni usate ma, la restante maggior parte, giaceva vuota e completamente pulita, presentando solo sporadicamente qualche segno azzurro.
"Che ne pensi?" domandò lui chinandosi e raccogliendone una
"Poche pozioni e tanti antidoti. Chi le sta usando sta avendo a che fare con qualcosa di velenoso"
"Giusto ma non è questo che mi preoccupa. Poche pozioni bevute sommariamente e tantissimi antidoti prosciugati fino all'ultima goccia..."
"Shirley aveva parlato di strani avvistamenti" aggiunse
"Bestie velenose che abitano nella Giungla, elenca" esordì prendendola alla sprovvista
"Gypperos, Rathian, Rathalos, PukeiPukei"
"Puk-cosa?" domandò sentendo per la prima volta quel nome "Quello non lo trovi qui" la interruppe "comunque è Gypceros. Continua" ordinò correggendole il nome della bestia
"Congalala...forse, Ioprey, Remobra-"
"Perfetto così" la interruppe "scarterei altre possibilità che vivono in regioni diverse o che sono troppo pericolose per passare inosservate"
"Ora posso andare ad esplorare la zona?" domandò sentendo le mani tremare d'intrepidazione
"No" rispose con tono scontato
"Perché?" sbuffò lei
"Perché in questo Distretto, prima comprendi cosa stai affrontando, poi decidi cosa fare a riguardo"
"Noia..." commentò a bassa voce
"Ti sento" minacciò voltandosi di scatto e avvicinando una mano alla sua fronte
"No! Dovete smetterla!" esclamò sbilanciandosi e cadendo all'indietro nel tentativo di allontanarsi
"Io sento tutto...e nulla potrà farmi smettere" si corresse dandole una schicchera in fronte
"Dovete...smetterla" si lamentò dolorante
Mentre la giovane si massaggiava lentamente la fronte, il ragazzo si alzò guardandosi attorno prima di notare, in lontananza, una macchia rossa risaltare tra le verdi sfumature delle piante.
"Tu resta qui, torno tra un attimo" ordinò prima di imbracciare l'arco e allontanarsi
Lasciando il Campobase, il cacciatore avanzò salendo lungo i sentieri che, seguendo le scogliere, portavano a piccoli spiazzi di vegetazione. Notando un fievole strato di nebbia a coprire il terreno, lasciandogli però libera la visuale, osservò l'ambiente: prettamente intatto, senza profonde orme a marcare il suolo e stranamente libero dalla fauna locale, sembrava stranamente più calmo di quanto ricordasse.
Ammirando i classici ma sporadici Vespoid sorvolare la zona, ipotizzò la presenza di una Regina che, dati i bassi numeri di esemplari, stesse creando un alveare, spiegando le sporadiche tracce di acido sugli arbusti. Proseguendo il suo cammino da area ad area della zona di caccia in cerca della figura rossa che aveva intravisto, prestò particolare attenzione ai liquami che trovò appiccicati a tronchi e piante, rafforzando l'ipotesi precedente.
Sentendo, però, un movimento alle sue spalle, il cacciatore saltò in avanti, sfoderando l'arco che si aprì nella sua mano sinistra mentre, con l'altra, raggiungeva la faretra. Voltatosi con la freccia pronta ad essere scoccata, mentre il proiettile brillava di una fioca aura rosea, osservò l'ambiente rimanendo immobile ed ascoltando ogni rumore.
"Non mi piace questa situazione" commentò
Avanzando lentamente con la freccia tesa, Alexander lasciò correre il suo sguardo per la zona ma, sentendo solo i propri passi e non vedendo nulla, cominciò a dirigersi lentamente verso uno degli stretti sentieri che lasciavano l'area.
Vedendo una fitta nebbia viola giungere dalle sue spalle, avvolgendo l'ambiente e la vegetazione che lo circondavano, si voltò di scatto quando, sentendo uno stridulo verso, venne alzato da terra.
Spinto dall'istantanea folata di vento, il ragazzo venne lanciato a terra, aggrappandosi agli arbusti e alle radici che spuntavano dal suolo per fermarsi.
Sentendo un verso alla sua sinistra si lanciò in avanti, non capendo cosa lo stesse attaccando ma prendendo comunque una freccia dalla faretra e scoccandola rapidamente.
Sfrecciando nel nulla, il proiettile si conficcò nella corteccia di un albero sotto lo sguardo confuso ma estremamente allarmato di Alexander.
Sentendo una presenza attorno a lui, il cacciatore si voltò di scatto caricando una seconda freccia prima che, dal nulla, un gigantesco paio di fauci comparisse al suo fianco. Sentendo i sottili ed affilati denti simil-ceramica affondare nel metallo nel bracciale dell'armatura che si ripiegò nelle sue carni, venne strattonato di lato per poi essere lanciato in aria.
Ricadendo a terra e notando una pellicola di liquame acido sciogliere le scaglie di Rathalos, si rialzò di scatto notando l'inquietante figura che l'aveva aggredito avvicinarsi con serpentini movimenti.
Abbandonata dal proprio mentore ai piedi del catamarano, Natalie si concesse un lungo sospiro prima di risalire sulla barca e, con calma, indossare l'armatura. Lasciandosi cadere sul letto dopo essersi assicurata lo scudo al braccio, infine, si sgranchì le braccia prima di lamentarsi sottovoce.
Non per rispondere alle sue lamentele ma comunque attirando la sua attenzione, una rosea figura sorvolò la costa, passando di fianco al Campobase e lanciando qualche verso gutturale che, in tutta la sua esperienza da cacciatrice, Natalie non aveva mai sentito.
Saltando in piedi e seguendolo con lo sguardo fin oltre la scogliera, la giovane si guardò attorno cercando il mentore ma, non trovandolo, sospirò una seconda volta mentre si lasciava ricadere sul letto.
"Voglio vedere quella Viverna..." si lamentò "eravamo qui per esplorare..." continuò prima di alzare il busto e sedersi a gambe incrociate "Lilyan a casa era cauta e non ha mai causato danni...a differenza mia...quindi cosa mi direbbe?" si domandò
"Se vai finiremo entrambe nei guai" si rispose
"Ovvio Lily...soprattutto ora che ti impersonifico"
"Però è anche vero che è stato lui a dirti di aver fiducia in te stessa"
"Ma ha anche riposto la sua fiducia in me" valutò "non voglio fargli pensare che non possa fidarsi di me..."
"Ma tu vuoi scoprire cosa sia quella viverna rosa e vuoi dimostrargli quanto vali"
"Mi dirà che sono stata brava" suppose
"Non potrà fare a meno che premiare le tue capacità, la tua bellezza, la tua esperienza e la tua intraprendenza"
"Ho deciso" s'incoraggiò alzandosi "vado! Grazie Me-Lilyan"
"Prego" si rispose prima di spendere qualche istante a valutare quella scelta "In quanto Me-Lilyan non sono né cauta né saggia" commentò
Terminato il semplice ma ambiguo monologo tra sé stessa e la sua improvvisata sorella, la cacciatrice osservò le due strade che portavano fuori dell'area: la prima, seguita in precedenza dal mentore e parzialmente invasa dalla vegetazione, saliva lungo insenature che correvano parallele alle scogliere; la seconda invece seguiva la costa correndo lungo le spiagge che dividevano le alte pareti rocciose dal mare.
Scegliendo al seconda strada, che costeggiava il volo della bestia, Natalie lasciò il Campobase correndo lungo la battigia, sento i piedi affondare nella sabbia mentre venivano bagnati dalle onde. Circondata da suoni, versi di animali ed insetti, sebbene fossero molti meno di quanto avesse immaginato, si sentì accolta da quel nuovo, ma lontanamente familiare, terreno di caccia.
Passando sotto un piccolo arco che tagliava una scogliera, giunse in una pianeggiante macchia di vegetazione di fianco alla spiaggia e, nel suo centro intenta a beccare il terreno, un'esile bestia dalle rosee scaglie affondò il giallo becco nel terreno. Estraendo una sfera composta da placche dorate, la lanciò in aria prima di mangiarla ed ingoiarla.
"Che cosa sei..." farfugliò interessata sottovoce
Sentendola nonostante il basso tono, la creatura si voltò di scatto stortando il muso, osservandola prima di avvicinarsi a lenti passi.
Vedendolo avvicinarsi mentre la osservava incuriosito, Natalie osservò le azzurre membrane delle ali, le colorate righe che decoravano il becco, gli affusolati artigli delle zampe e la sua generale, longilinea figura. Allungando il braccio verso la bestia, gli porse la mano provando a toccarlo ma, non appena vide fiammelle esalare dal massiccio becco, la giovane saltò di lato rotolando a terra, rialzandosi e vedendo una fiammata alzarsi dal punto in cui lei stava pochi istanti prima.
"Sei peggio del mio mentore!" urlò impettita
Aprendo le ampie orecchie a ventaglio che teneva nascoste dietro il becco, la viverna lanciò un verso gutturale prima di alzare il muso verso l'alto e lanciare una palla di fuoco che ricadde sulla ragazza.
"Yan Kut Ku. Come ho fatto a non capirlo?" si domandò retorica ripensando ai propri studi
Vedendo la bestia lanciarsi contro di lei, Natalie saltò di lato sfoderando la spada e, con un salto, lanciando il primo fendente contro la bestia. Attaccando le esili ma corazzate zampe vide piccole fiammate generarsi dallo stocco di Rathian mentre la viverna si girava sul posto, provando a calpestarla.
Sentendo un'improvvisa raffica di vento, la cacciatrice cadde a terra mentre lo Yan Kut Ku saltò indietro con un colpo d'ali, atterrando prima di caricarla nuovamente. Correndole contro mentre lanciava palle di fuoco ai suoi lati, la bestia aprì il becco colpendo la ragazza che si era appena rialzata.
Sentendo solo una lieve fitta percorrerle il braccio mentre parava la carica, Natalie puntò il fioretto contro il muso della bestia, affondando e scalfendo il becco prima che la lama venisse deviata verso l'alto. Voltando il verso della spada, la cacciatrice trasformò il colpo mancato in un disperato fendente laterale, tagliando parte dell'occhio a ventaglio del Kut Ku.
Saltando all'indietro mentre la bestia si riprendeva, la giovane raccolse i suoi pensieri cercando un attimo di lucidità. Nulla stava andando come previsto perché, in principio, non aveva avuto tempo di formulare un piano; ripensando alle raccomandazioni del mentore, richiamò alla memoria quel che aveva letto.
Osservando un denso fumo nero vaporizzassi dalle ossee fauci della bestia, Natalie prese un rapido respiro e, appena la bestia si lanciò con un salto, cominciando a beccare il terreno, lei si lanciò in avanti con una capriola. Sentendo gli artigli correre lungo le corazze della sua armatura creando sporadiche scintille, si rialzò di scatto tirando un ampio fendente verticale al ventre della viverna uccelliforme, aprendo un lieve taglio tra le grigie scaglie prima di affondare la lama e, lanciando un urlo, tirare la spada lungo la lunghezza dell'animale.
Nota
*abbattere in chiglia: termine marinaresco che descrive una barca che, rapidamente, si inclina galleggiando obliquamente su uno dei lati dello scafo.
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