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21) Presagi di bufera

Vedendo l'immobile cadavere mezzo sepolto, Natalie si rialzò da terra dopo che le sue gambe cedettero all'emozione e all'adrenalina, avvicinandosi cautamente al Barioth che non respirava, non muovendo un singolo muscolo.
Impugnando il suo fioretto che spuntava tra le bianche corazze, lo estrasse dalle carni dell'animale senza che questo reagisse alle fiamme e, prendendo un lungo sospiro, lo ripose.
"Un Barioth..." farfugliò "ho...abbattuto un Barioth?" si domandò non capendo se davvero fosse riuscita in quell'impresa
Potendo solo immaginare la faccia che Shirley e Sasha avrebbero fatto, sentendo già i complimenti che avrebbe ricevuto e assaporando anticipatamente le scuse e gli elogi di Alexander, si avvicinò al muso della viverna, inginocchiandosi di fronte a questa.
Osservando la bianca nebbia che scorreva dalle sue fauci, passò la mano lungo il muso compatto ed arrotondato prima di stringere la punta di una zanna e appoggiarci la spada.
Emozionata di star per guadagnare una zanna di Barioth, obbiettivo a cui molti non sarebbero mai arrivati, e la possibilità di sfoggiarla come trofeo, affondò la lama prima di sentire un fischio di fianco all'orecchio. Conficcandosi nel palato della bestia, facendola sussultare e cadere all'indietro, un piccolo proiettile cominciò a far scintille sotto il suo sguardo prima che qualcuno la spingesse a terra.
"Cosa-" balbettò prima di alzare lo sguardo "Cosa stai-"
Interponendosi tra lei e la carcassa, Alexander le strinse il braccio costringendola ad alzare lo scudo di fronte al suo viso. Istantaneamente, ancor prima che lei potesse terminare la frase, un potentissimo getto d'aria ghiacciata si librò dalle fauci del Barioth, investendo la schiena del ragazzo e sfiorandola prima che la viverna si rialzasse saltando all'indietro.
"Che sta succedendo?" domandò confusa alzandosi di scatto
"Al Campobase, ora, corri!" ordinò lui
Tempo che lei facesse il primo passo, la bestia li aveva già caricati ma una potente esplosione, partendo dalle sue fauci, la fece ribaltare a terra.
Fermandosi a prendere qualcosa sotto il manto nevoso, il cacciatore seguì l'allieva mentre la viverna si era già ripresa, scuotendo il muso prima di alzarsi sulle zampe anteriori e lanciare un breve ruggito.
Saltando all'inseguimento mentre i brillanti occhi azzurri lasciavano scie del medesimo colore a percorrere l'aria dove erano passati, l'imbestialito essere raggiunse una delle due figure prima che questa si buttasse a terra.
Lasciando che l'avversario lo sorpassasse, Alexander rotolò affondando nella neve e puntando il moschetto verso il cielo, sparando un secondo colpo che, lasciando l'arrossata canna con centinaia di scintille al suo seguito, si conficcò tra le bianche corazze che percorrevano il collo. Approfittando della seconda esplosione, il cacciatore riprese a correre raggiungendo l'allieva che stava già scendendo lungo gli scoscesi versanti innevati della montagna.

Giunti in uno spiazzo più basso, dove la vegetazione si faceva largo debolmente tra la neve e il ghiaccio, Natalie cadde in ginocchio, prendendo fiato, affaticata mentre provava a trattenere una smorfia di dolore. La spalla destra infatti, lanciava lancinanti fitte attraverso il suo corpo da quando, pochi minuti prima, era stata costretta a parare colpi dopo colpi.
Voltando il capo osservò il mentore seduto a terra con le gambe incrociate, intento a prendere corti respiri col bavero del completo alzato fino a coprirgli la bocca.
"Aria fredda...non respirare" ordinò facendo un gesto tra un respiro e l'altro
Ripetendo il gesto, la cacciatrice prese involontariamente il pezzo di stoffa alla base del cappuccio, tirandolo verso l'alto in modo da coprirsi le labbra e cominciare a prendere boccate un poco più calde.
Rialzandosi e concentrandosi per non lasciar trasparire il lancinante dolore, la giovane si passò un braccio in volto per asciugarsi le sporadiche lacrime che non era riuscita a trattenere. Prendendo un lungo respiro, poi, porse con un po' di esitazione la mano al mentore e questo, accettando l'aiuto, si rialzò prima di fulminarla con lo sguardo; prendendole la maschera con due dita l'alzò fino a coprirle il naso dandole poi, con dolcezza, una schicchera sulla fronte.
"Hei! Per cos'era quello?" protestò
"Impara a coprirti anche se non fa freddo" spiegò con tono lascivo
"Per voi farebbe caldo?" domandò impuntandosi, sentendosi sminuita anche in tal faccenda
"Aspetta la Stagione Fredda e ne riparliamo"
Riconoscendo il furbo sguardo di chi sapeva d'aver ragione, Natalie si sentì quasi mancare pensando che potesse fare ancor più freddo, voltandosi subito dopo a controllare le proprie bisacce.
"Ho tutto..."
"Sicura?"
"Sei corna di Anteka e alcuni artigli di Blango. L'Erba Neve era opzionale...e...e non ho idea di come sia fatta" ammise con una nota d'imbarazzo
"Sicura d'avere tutto?"
"Sì"
"Allora mi faresti vedere la pagina d'enciclopedia in cui hai letto com'è fatta l'Erba Neve?"
"Io..."
"Inoltre cosa ti saresti portata come repellente per scacciare il Barioth? Il pupazzetto del Gargua?" domandò retoricamente "lo so che hai un Gargua gonfiabile di Yukumo in camera"
"Non...non pensavo lo avreste trovato e-e non pensavo di ritrovare il Bar-" cominciò con innocenza prima di venire interrotta
"Non pensavi? L'hai segnalato tu stessa..." sspirò coprendosi il volto, vergognandosi di aver solo sentito quella risposta
"Avete ragione..." ammise sottovoce abbassando e distogliendo lo sguardo
"Non preoccuparti, è un errore che sospettavo potesse accadere ma, alla fine, è solo un errore. Dai, torniamo a casa" la invitò con tono più dolce e ricevendo un breve ma finto sorriso in risposta

Sentendo d'aver fallito nonostante l'esito della missione, Natalie seguì il mentore rimanendo in silenzio, sentendosi colpevole per quel che era accaduto in giornata, per l'essersi dimostrata ancora impreparata, per averlo fatto intervenire nonostante avesse avuto occasione di scappare, per avergli fatto rovinare la balestra da caccia con proiettili inadatti e, principalmente, perché il dolore che partiva in lancinanti fitte dalla sua spalla, ora si dimostrava ancor più attanagliante e letale, come se una fiamma stesse carbonizzando i muscoli dall'interno.
Una volta a Pokke consegnò i materiali richiesti, ricevendo da Sasha il proprio compenso e senza alzare lo sguardo dal bancone mentre, di fianco a lei, Alexander scriveva un dettagliatissimo rapporto sullo spiacevole incontro.
Rientrati a casa la giovane si scaldò rapidamente le mani di fronte alla brace che emanava ancora un poco di calore, dirigendosi poi in camera sua e chiudendosi la porta alle spalle.
Mentre buttava due ciocchi di legna nel camino, il mentore prese un lungo sospiro sentendosi in parte colpevole per la triste e persa espressione che macchiava il volto dell'allieva. Andando in cucina prese tre tazze di ceramica, cominciando a scaldare del cacao, del latte e pensando a come approcciare la giovane, provando a capire come scusarsi.
Senza condividere minimamente le preoccupazioni del mentore, al primo piano, Natalie aveva già acceso tutte le lampade a gas di camera sua, spogliandosi e osservandosi attentamente allo specchio. A troneggiare sulla sua spalla, un acceso arrossamento aveva catturato la sua attenzione e il suo inorridito sguardo; facendo addirittura fatica a toccarla o a trattenere le lacrime.
A peggiorare la situazione, dopo pochi minuti, sentì bussare alla porta. Sentendo l'ansia e la fretta bloccarle il respiro, si voltò di scatto per prendere la vestaglia da notte ma, cominciato il movimento, un'altra lancinante fitta la percorse nella sua interezza. Costretta dal suo orgoglio e dalla necessità, però, la indossò prima di aprire lei stessa la porta e far finta di niente.
"A-Alexander" balbettò lasciandolo entrare "posso aiutarvi?"
"Volevo parlare, posso disturbarti?" chiese porgendole una tazza
"Certamente" rispose accettando e sentendo il dolcissimo profumo "cioccolata?"
"Diciamo solo che mi serve per comprarmi il tuo favore" ridacchiò imbarazzato
"Prego maestro, sedetevi e ditemi" lo invitò indicandogli la sedia di fronte alla scrivania e sedendosi lei stessa sul letto
"Natalie, evitando lunghi discorsi prima di arrivare al punto della situazione" esordì senza aspettare "dimmi, c'è qualcosa che ti turba?" domandò con una certa apprensione non appena si sedette
"No, non preoccupatevi" rispose prontamente regalandogli un dolce, ma forzato, sorriso "sto bene"
"Posso dubitarne?"
Notando il fare altrettanto tranquillo e dolce, ma inquisitorio, con cui lui la stesse osservando, Natalie distolse lo sguardo prima di stringere la tazza di cioccolata tra le mani e, fissando il pavimento, prenderne un sorso.
Lui le aveva fatto una domanda e ora, lei, avrebbe dovuto rispondere sapendo che, in qualche modo, aveva intravisto oltre la sua farsa. Mentre gli lanciava rapide occhiate, in quel devastante silenzio in cui anche il lento muoversi del vapore sembrava frastuono, notò l'attenzione del ragazzo spostarsi per la stanza in attesa di un segno da parte sua.
Prendendo un lungo respiro che terminò con fare tremante, sentì i suoi occhi farsi languidi mentre, sotto il peso della sconfitta, dell'inesperienza, del dubbio e del dolore, sentiva annidarsi la paura di rivelarsi ulteriormente debole agli occhi altrui.
"Natalie" il mentore richiamò la sua attenzione, alzandosi e andando a sedersi di fianco a lei "ti vedo un poco turbata fin dal tuo arrivo. Non sembra ma faccio attenzione al tuo morale e mi sembra si sia abbassato dopo il battibecco di stamattina" spiegò posandole una mano sulla spalla "se vuoi parlare, ora, per davvero, son qui ad ascoltarti"
"N-Non è facile" balbettò sottovoce "da quando sono-"
Interrompendola all'inizio del discorso, un frenetico rumore di piume allarmò i due ed una piccola figura bianca e gialla comparve dalla finestra. Passando sotto la persiane si schiantò contro Alexander che, lanciandosi in avanti, si ribaltò sul pavimento in cerca di un'arma improvvisata. Mentre Natalie cacciava un urlo brandendo un cuscino, il piccolo essere, divincolandosi mentre si cappottava sul letto e sfoggiando artigli grandi come le dita dei cacciatori, ricadde a terra.
Saltando sul posto per raddrizzarsi, scuotendo le piume per riallinearle e usando l'appuntito becco per sistemarsi la pettorina gialla, il falchetto osservò i presenti prima di allungare una zampa in avanti e lanciare un gracchiante verso.
"Da dove arriva quell'abominio?" domandò la ragazza ancora scioccata
"Shirley e il suo falchetto strappa-occhi buca-braccia" commentò lui "opportuno come la sua padrona...ma anche ugualmente capace..." terminò raggiungendo la zampetta e aprendo il pezzo di carta dalla viola cornice "Codice grigio" lesse con attenzione

Compreso il semplice ma complesso ordine e scattando in piedi, Alexander lasciò l'allieva per precipitarsi all'avamposto della Gilda che, entrando, gli parve come un tugurio di cacciatori di qualsiasi grado, gente che urlava e civili che, palesemente, stavano andando in panico. Facendosi largo tra la folla raggiunse la Dama che lo accolse con sguardo disperato, non tanto per la causa del panico generale ma per il trambusto che la stava infastidendo.
"Shirley? Che succede?" chiese coperto da decine di altre voci
"Alex, ho bisogno che torni sulle Montagne Nevose per aiutare, o soccorrere, una cacciatrice" spiegò alzando la voce il più possibile
"Cosa?" domandò lui in risposta
"Missione speciale!" urlò indicando in contratto coi bordi decorati in viola
Non riuscendo a sentire la Dama a nemmeno un metro da lui, la cui voce era coperta dal casino alle sue spalle, il ragazzo prese un lungo sospiro chiudendo gli occhi e provando a contenersi. Fallendo immediatamente nell'impresa, strinse un pugno alzandolo e, subito dopo, facendolo ricadere sul bancone con un sordo boato.
"Vi sembra di stare al festival di Yukumo?" urlò
Perché conoscevano la sua posizione, perché presi alla sprovvista o zittendosi semplicemente perché altri tacquero, tutti smisero di parlare voltandosi verso il cacciatore che, a sua volta, si voltò lentamente osservando i presenti.
"Shirley, prego" continuò dopo aver lanciato un ampio sguardo di rimprovero
"Grazie Alex" sospirò la donna "un Kushala Daora ha sconfinato nella nostra Giurisdizione ed è nostra responsabilità allontanarlo o abbatterlo, soprattutto ora che il Solcacieli della Wyccademia ha annunciato il suo arrivo. Una cacciatrice itinerante lo ha inseguito ma non abbiamo idea di chi sia. Non conoscendo il suo livello preferiremmo mandare un cacciatore deregolamentato piuttosto che qualcuno alle prime armi"
"Abbattere il Drago Anziano, soccorrere la collega. Chiaro, parto in dieci minuti" sentenziò
Firmando con semplice freddezza il contratto, il ragazzo uscì dalla Gilda dirigendosi verso casa con passo svelto mentre valutava la forza del vento e, tra sé e sé, elencando ciò che gli sarebbe servito. Una volta arrivato, Natalie lo sentì salire le scale fin di fronte alla porta di camera sua, prendendogli il braccio e fermandolo prima che entrasse.
"Che succede?" domandò leggermente preoccupata
"Kushala Daora, grado sconosciuto, cacciatrice forse in pericolo"
"Dovete affrontarlo voi?"
"Esattamente, come l'hai capito?" chiese ironicamente prima di rivolgerle uno sguardo dolce "vado a cambiarmi, non preoccuparti"
"Va bene" rispose lasciandolo entrare, appoggiandosi poi alla porta socchiusa "ne avete già affrontati?"
"Certamente. Il Distretto di Dundorma si occupa da sempre di ricercare, monitorare, allontanare ed abbattere Draghi Anziani"
"Posso confidare nel vostro ritorno per addestrarmi?" domandò mentre lo sentiva indossare l'armatura
"Non lo so..." rispose con ironia "chiedo alla lucertola di ferraglia e ti faccio sapere?"
"Non scherzare su queste cose!" lo riprese entrando in camera sua "Non stiamo parlando di qualche Jagras!"
Vedendo Alexander prendere un breve sospirò mentre si toglieva la maglia per indossare la pettorina, l'osservò spostare lo sguardo fuori dalla finestra mentre, giocando con un ciondolo che teneva al collo, pensava ad una risposta a cui lei non avrebbe saputo controbattere. Lasciando che la sua attenzione venisse catturata dalla figura del ragazzo illuminato a mala pena dalla luna, osservò per qualche istante una miriade di piccole cicatrici che si estendeva sul petto, sulla spalla e sul braccio sinistro del mentore. Sentendolo schiarirsi la voce, infine, la giovane si voltò subito dandogli le spalle e rimanendo in silenzio mentre lui si cambiava.
"Adesso puoi essere spaventata dall'idea di affrontare un Drago Anziano, proprio come quando hai incontrato il Teostra che stavo cacciando...è normale. Quando però, in futuro, avrai affrontato molte minacce, vinto molti avversari e...e perso molti compagni, capirai che sono altre le cose di cui aver veramente paura" spiegò prima di avvicinarsi e passarle una lenta carezza sul capo "non preoccuparti per me"
"Vado a cambiarmi" affermò stringendo i pugni e voltandosi "vengo con voi"
"Non se ne parla"
"Sì invece! Non so cosa significhi essere una cacciatrice, non so se questo è il mio posto e...e sto temendo che questa non sia la mia vocazione...ma so di non star parlando a vanvera e so che, se rischio di perdere un amico, nemmeno un Drago Anziano potrà fermarmi" s'impuntò di fronte a lui "inoltre siete stato voi a dirmi di prendere quel che voglio...e io voglio accompagnarvi"
Abbassando lo sguardo e ricordando parole molte simili dette da qualcuno che, a prescindere, tutto avrebbe potuto una volta armato di tale determinazione, il mentore osservò l'allieva, i suoi pugni chiusi e tremanti, i denti stretti e lo sguardo deciso, prendendo poi qualche istante per maledirsi prima di prendere una decisione.
"Amico..." farfugliò ironico sottovoce "Va' a prepararti. Armatura e stocco di Rathian. Hai cinque minuti e che la Dea della caccia vegli su di noi"

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