20) Cavalier del Nord
Sentendo un brivido freddo correrle lungo il collo, Natalie si svegliò lanciando un sommesso squittio di panico che la portò a chiudere di colpo la finestra. Voltandosi nel letto per poi sedersi, scosse il capo prima di alzarsi a fatica e dirigersi di fronte allo specchio, spogliandosi lentamente con una smorfia di dolore in volto.
Rivelata la sua spalla destra notò come il piccolo arrossamento, in seguito alla battaglia col Bulldrome, ora risaltasse evidentemente sulla sua figura, lanciandole sporadiche fitte di dolore attraverso il corpo.
"Devi parare senza farti ulteriormente male o dimostrargli che sei davvero una zavorra" s'impose "passerà se riesci a resistere abbastanza" provò a convincersi
Coprendosi nuovamente e raggiungendo la vestaglia da notte, la indossò sopra il pigiama prima di avvolgersi una coperta sulle spalle a mo' di mantella.
Scendendo le scale lentamente si accostò al camino, osservando la piccola fiamma che lentamente si propagava per i ciocchi di legno prima di notare una piccola figura avvicinarsi a lei.
"Buongiorno Cotoletta" lo salutò nascondendo uno sguardo preoccupato
"Buongiorno cacciatrice" miagolò porgendole un vassoio
"Cosa...cosa mi proponi stamattina?"
"Crostata di Arrowana e tisana di Corna di Anteka" annunciò orgoglioso
Allungando la tremante mano, Natalie strinse la tazza di ceramica che le era stata offerta, portandola alle labbra e soffiando lentamente mentre il vapore si alzava.
Pronta ad assaggiare mentre il cuoco la osservava con occhi carichi di orgoglio e pieni di speranze per il proprio futuro da Chef, venne bloccata da Alexander che, entrando nella stanza, lanciò un'occhiata fulminando entrambi.
"Tu, Mafumofu, ora"
"Sì Maestro" squittì "che sta...succedendo?" domandò timidamente
"Dopo ti spiego" rispose prima di alzare la voce "Tu e la tua torta" urlò bloccando il Lynian che stava allontanandosi "cosa avevamo detto riguardo le Arrowane?"
Mentre il padrone di casa ed il cuoco litigavano, Natalie arrivò fino alla porta di camera sua quando notò quella di Alexander accostata. Voltandosi in direzione delle scale e sentendo i due discutere ancora, ebbe un momento di esitazione ma, infine, si lasciò vincere dalla propria curiosità.
"Solo...una rapidissima occhiata?" propose tra sé e sé
Entrando nella stanza la ragazza notò l'impeccabile ordine che regnava sovrano; un ampio letto matrimoniale e due comodini accostati giacevano a fianco della finestra. Sulla sua destra notò alcuni manichini, di fianco ad una scrivania sulla quale, smontati, si trovavano pezzi d'armatura con svariati strumenti al loro fianco. Sulla sinistra invece due grandi armadi a ridosso della parete, uno aperto ed uno chiuso, ospitavano alcune armi ammassate malamente.
Avvicinandosi proprio a queste ultime, imbracciò una balestra dal colore grigio ed azzurro cobalto prima di riporla di lato, spostando poi un paio di doppie lame ed un arco non appena il suo sguardo venne attirato da una spada nascosta sul retro. Passando la mano lungo la nera ed ampia lama dalle forme semplici ed arrotondate, la giovane venne attraversata da una strana sensazione che la costrinse a ritrarre la mano. Osservando attentamente l'arma notò un oggetto appoggiato all'elsa e, prendendolo, l'analizzò per alcuni istanti. Rigirandosi quella che sembrava una tiara nera ornata di corazze e corna tra le mani, Natalie s'interruppe non appena sentì la porta cigolare alle sue spalle.
Osservandola, Alexander si schiarì la voce mentre si appoggiava alla parete, limitandosi a lanciarle un rapido sguardo accusatorio.
"Shirley mi ha mandato una lettera" annunciò "sembra che qualcuno abbia bisogno di artigli di Blango e corna di Anteka per fare dei coltelli. Ho accettato il contratto a nome tuo e presto partiremo in missione. Ringraziami per averti salvato dalla torta di Cotoletta..."
"Anteka, spiazzi di verde per trovarli e un colpo di scudo per stordirli?" disse mostrando d'aver studiato "Ma gli altri come sono fatti?"
"Immagina un piccolo Pelagus bianco estremamente aggressivo"
"Capito...per caso avete da leggere?"
Alzando un sopracciglio Alexander si voltò con sguardo sia sorpreso che interessato. Mentre lei immaginava di aver posto la domanda giusta al momento giusto, il mentore prese in mano la Gigantica dalla vicina scrivania, aprendola e togliendo dagli anelli di ferro un fascicolo riguardante Blango e Blangonga.
"È stata la domanda più giusta che potessi pormi" affermò porgendole l'oggetto "forse c'è una qualche speranza anche per te"
"C-Certo che ho delle speranze!" provò a ribattere nonostante la situazione
"La Dea della caccia veglia su di te, quindi, dimostramelo" propose prima di metterle una mano sulla spalla "per questa volta farò finta di niente, non permetterti mai più..." minacciò
Osservandolo mentre lasciava la stanza con lenti e colpevoli passi, Natalie notò il mentore incupirsi un poco e, stringendo un pugno, si fece un poco di coraggio, decidendo di fermarsi e alzare lo sguardo incrociando il suo.
"Non-Non l'ho fatto con cattive intenzioni" sentenziò attirando la sua attenzione "so di non conoscervi a fondo e di essermi intromessa nella vostra vita dal nulla...ma...ma proprio perché non so nulla di voi ho sperato di capire un poco di più" ammise "Vi giuro che non l'ho fatto con cattive intenzioni"
Mentre stringeva un pugno, quasi per contenere una qualche emozione, lo sguardo del ragazzo si fece serio e pacato, quasi trasmettendo una certa brutalità in quell'apparente e forzata compostezza.
"Tu sei la mia allieva. Io sono il tuo maestro di caccia" proferì con tono severo "Non m'importa delle tue intenzioni perché non siamo amici, non siamo due metà di una relazione e non siamo compagni di caccia" spiegò pacatamente con semplici ma taglienti parole "ti ho accettata come mia allieva non perché veda in te una futura eroina ma per ricambiare un favore verso Nekoth. Io non ti ho chiesto del passato dell'irruente ragazzina che ho di fronte, tu non permetterti di scavare nel mio"
Vedendo per la prima volta il ragazzo rimproverarla con freddezza e serietà, Natalie si limitò ad abbassare lo sguardo provando un certo senso di angoscia e colpevolezza. Accompagnata da quel sentimento per il resto della mattinata, indossò il proprio completo Mafumofu e, sistemando spada e scudo, si diresse con Alexander fino alla Sala della Gilda dove, accolti da una folata d'aria calda in contrasto con le frigide temperature esterne, Sasha fece segno loro di avvicinarsi.
"Alexander, Natalie, buonasera. Il contratto che vi interessa sta sotto la mia gestione" li informò "oltretutto mi servirebbe la tua Tessera"
Annuendo, il veterano si allontanò sotto lo sguardo delle due, dirigendosi verso l'uscita ed appoggiandosi ad una parete, aspettando l'allieva.
"Anche questo..." sospirò l'allieva
"State bene?" domandò la Dama mentre raccattava dei timbri
"Abbiamo litigato e le cose sono un po' tese" ammise
"I problemi si risolvono, tranquilla" provò a confortarla "e cacciare può aiutarvi a non pensarci"
"Forse hai ragione"
"Ho letto da un rapporto che hai abbattuto un Bulldrome, giusto?"
"Sì"
"Complimenti per la promozione in così pochi giorni" annunciò "potrai accettare missioni di Secondo Grado" spiegò apponendo un timbro con due stelle sulla sua tessera
Sospirando e rivelando un sorrisetto soddisfatto, nonostante la notizia non potesse compensare per quel che era successo, la ragazza appose la propria firma sul contratto, pagando un'esigua tassa di trecento Zenny e leggendolo attentamente mentre si dirigeva verso l'uscita della Sala.
"Sei corna di Anteka, almeno sei artigli di Blango e, se riesco, recuperare dell'Erba Neve" spiegò
"Sei pronta?"
"Sì"
"Va bene, fa' strada e pensa di esser da sola, io ti valuterò"
"Da sola, certo...da sola" farfugliò a bassa voce, percependolo come un presagio
A riprova di quelle parole, il ragazzo la seguì tenendo una certa distanza per tutto il viaggio fino al Campobase, lasciandola avanzare da sola ma osservandola mentre camminavano sui sentieri sterrati, mentre salivano lungo le pendenze coperte d'erba e mentre adocchiavano i gruppi di Anteka che, tranquillamente, pascolavano brucando l'erba.
Sfoderando la spada, Natalie avanzò lentamente finché, alzando il muso, uno degli animali non la notò, fissandola senza distaccare lo sguardo mentre si avvicinava.
Saltando nella sua direzione, alzò di scatto lo scudo colpendo l'erbivoro tra le corna, osservandolo barcollare e cadere a terra. Prendendo il coltello da scalco tenne fermo il muso della bestia poggiandoci un piede e, con un colpo secco, staccò il primo corno; lasciandolo cadere a terra mentre l'animale ricominciava a muoversi, lanciò un deciso colpo contro il secondo corno che, in maniera meno precisa o pulita, si spezzò alla base.
Lasciando che l'Anteka si rialzasse dandole un colpo con gli zoccoli, la cacciatrice prese i due oggetti da terra e, osservando il resto del piccolo gruppo, si diresse verso altri due esemplari.
Collezionate con facilità le sei corna, Natalie sospirò lanciando un rapido sguardo al mentore che, a distanza appoggiato al moschetto da caccia, la stava osservando. Facendogli timidamente segno nella direzione in cui avrebbe proseguito dopo aver consultato la mappa, cominciò a destreggiarsi tra vie innevate e ad arrampicarsi lungo le ripide pareti finché, sentendo dei gravi versi gutturali, non si fermò chinandosi tra la neve.
Avvicinandosi di soppiatto, quasi gattonando nello spesso velo bianco, vide alcune bestiole dal muso cobalto rifinito da prominenti tratti cremisi. Coperte da spesse pellicce abbastanza fitte da proteggerli dal pungente freddo, armati di affilate zanne capaci di strapparle una mano con facilità, pascolavano tranquillamente controllando l'area.
Passando la mano sotto il manto nevoso, la cacciatrice riuscì a toccare quel che le parve un ciotolo, agguantandolo e portandolo sul braccio ma, appena provò a caricarlo sulla fionda, non la trovò. Scuotendo il capo ricordandosi che non le era stato permesso portarla con sè, lanciò la pietra verso la bestia, colpendola sulla schiena e attirando la sua attenzione ma, appena questa la vide, piuttosto che separarsi dal gruppo, lanciò un ruggito verso il cielo.
I pochi Blango nella zona, quattro per quanto lei potesse vedere, si voltarono di scatto verso il primo che, senza aspettare, aveva già caricato la cacciatrice con ampi salti e lasciando profonde orme ad ogni passo.
Alzando lo scudo appena in tempo, la giovane venne buttata a terra di schiena mentre la bestiola lanciava artigliate a raffica. Sfoderando la spada e puntandola alle costole del Pelagus, affondò con forza prima di spostare la carcassa di lato e rialzarsi. Saltando di lato schivò una seconda carica e, rispondendo con un fendete laterale, aprì un profondo taglio lungo il fianco dell'animale. In aiuto di questo, altri due Blango la attaccarono, uno mancandola e l'altro buttandola a terra prima di allontanarsi, dandole opportunità di rotolare e conficcare il fioretto nella schiena del secondo.
Tempo di voltarsi, sentì una fredda presa sulla sua gamba e strattonandola le due bestie la fecero cadere a terra, allontanandola dal cadavere appena mietuto e dalla sua arma.
Voltandosi supina mentre veniva trascinata, si liberò tirando un calcio sul muso di uno e un colpo di scudo sul fianco dell'altro. Gattonando e poi scattando verso l'arma, riprese la spada, brandendola con mani tremanti, facendo correre lo sguardo per il luogo prima di sentire un tremolio sotto i suoi piedi.
Saltando fuori dallo strato di ghiaccio sotto la neve, un terzo Blango la buttò indietro prima di saltarle addosso, ritrovandosi il fioretto conficcato in petto mentre le fievoli fiamme carbonizzavano la carne e la bianca pelliccia.
Rialzandosi e scansandosi parò una zolla di ghiaccio che le venne lanciata, saltando in avanti e lanciando un fendente tra gli occhi di uno dei rimanenti Pelagus che, come i compagni, cadde a terra.
Da solo e senza la forza del numero, l'ultimo esemplare la caricò di pura disperazione, mancandola non appena si spostò con un passo laterale e dimenandosi a terra non appena sentì una lancinante fitta alla zampa.
Col respiro profondo e affannato che condensava di fronte ai suoi occhi, Natalie si avvicinò alla bestia puntandogli la spada verso il petto e, con un sol colpo, ponendo fine alla sua rabbia e alle sue sofferenze.
Restaurato il silenzio delle Montagne Nevose e chinandosi sui cadaveri, cominciò a controllarli uno per volta osservando i lunghi artigli neri che spuntavano dalle loro dita e tagliando solo i migliori, ipotizzando che, tra cinque esemplari, ne avrebbe potuti trovare almeno una decina in buono stato.
Recuperandone una dozzina, la giovane si voltò facendo passare lentamente lo sguardo tra le bianche distese di quel piccolo spiazzo a fianco del crinale, cercando il mentore senza trovarlo.
"Abbandonata al mio destino...credo" decretò con una nota di dubbio "questa volta ho esagerato" sospirò
Facendo spallucce e alitando sui neri guanti che si passò sulle guance per scaldarsi prima di raggiungere le bisacce, prese il contratto stringendo gli occhi per rileggerlo.
"Sei corna e almeno sei artigli, presi" commentò "cinque piante di Erba Neve come obiettivo secondario...Erba Neve?"
Supponendo di avere il tempo necessario per cercare, Natalie realizzò di non conoscere la differenza tra Erbe di montagna, Erba Neve o semplici erbacce. Lasciandosi scappare un'impietosita risatina, alzò gli occhi al cielo prima di riabbassarli e dirigersi verso la strada da cui era giunta. Voltatasi, però, sentì il sangue gelarsi nelle sue vene mentre, di fronte ai suoi occhi, la scia delle sue tracce veniva tagliata da una scia di grandi orme affusolate...
Rimanendo immobile e sentendo il silenzio rotto dal suo tremante respiro, avvicinò lentamente la mano all'impugnatura del suo fioretto, stringendolo mentre seguiva la traccia con lo sguardo. Vedendola terminare una volta raggiunta la parete che stava al suo fianco, trattenne una lacrima di terrore prima di vedere sporadiche zolle di neve cadere lungo la nuda pietra, rotolando e raggiungendo i suoi piedi dopo pochi istanti.
Sentendo la neve comprimersi con lo stesso suono che faceva sotto i suoi passi, si lanciò istintivamente di lato toccando la parete di roccia con la schiena e alzando immediatamente lo scudo.
Ricadendo esattamente dove si trovava lei pochi istanti prima, una bianca figura colpì il terreno con brutale forza prima di voltarsi di scatto, osservando la piccola preda mentre la rosea lingua passava lungo le altrettanto bianche zanne.
Avvicinando il muso affusolato ma appiattito, quasi toccandola con le arancioni zanne che lo caratterizzavano, il Barioth che aveva intravisto giorni addietro indietreggiò di scatto lanciando un potente ruggito che la costrinse a tapparsi le orecchie e chiudere gli occhi per proteggerli dalla coltre di neve che venne lanciata in aria.
Tempo di riaprirli vide la bestia lanciarsi contro di lei, voltandosi all'ultimo momento e colpendole lo scudo col fianco.
Correndo subito dopo, la cacciatrice rotolò sotto le zampe della viverna, spuntando sotto la coda a cui tirò un fendente prima di rialzarsi. Saltando di lato evitò di esser travolta da una carica quando la bestia, facendo perno su una zampa, non si voltò di scatto per azzannarla, colpendo lo scudo e buttandola a terra prima di saltare indietro.
Rialzandosi mentre il cuore sembrava esploderle in petto, Natalie osservò il Barioth camminare lentamente mantenendo la distanza, mentre la scrutava coi piccoli occhietti azzurri che risplendevano sotto il cielo altrettanto cristallino.
Rallentando nei movimenti, la bestia le si lanciò contro in una bassa carica rasente il suolo, alzando fiotti di neve al suo passaggio e lanciandosi infine contro di lei. Approfittando del salto finale, la cacciatrice si lanciò a terra, lasciando che la viverna passasse sopra di lei, mancandola prima di impattare con la parete.
Gattonando per un paio di passi e rialzandosi, si voltò vedendo il suo aggressore scuotere il muso intontito mentre, sopra questo, crepe si stavano aprendo in uno spesso strato di ghiaccio e neve. Improvvisando un piano avventato di cui non poteva prevedere l'esito, sfoderò il fioretto puntandolo di fronte a sé, correndo verso l'animale e conficcandolo nella zampa posteriore.
In un impeto di dolore lancinante mentre le fiamme bruciavano pelliccia, scaglie e carni, la bestia si dimenò colpendo la parete con le massicce zampe anteriori mentre Natalie, saltando all'indietro, ammirò una piccola slavina di ghiaccio, neve e rocce sommergerlo...
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