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17) Leggendo e guardando

Rientrando nella Sala della Gilda, Natalie batté i piedi sulla strada sterrata che correva lungo la stanza, togliendosi la neve da sotto le suole. Sedendosi poi su una delle lunghe panche, si accasciò col busto sul tavolo prima di prendere un lungo sospiro. Cercando Alexander con lo sguardo, lo trovò in pochi istanti di fronte a Shirley, intento a passarle il sacchetto in cui avevano riposto tutte le Erbe di Montagna. Mentre la Dama contava piante, Zenny e ascoltava il cacciatore, Natalie osservò con attenzione la semplice ma autoritaria bellezza della donna, i lunghi ed ordinati capelli castani, gli espressivi ma seri occhi verdi, l'espressione tranquilla e la postura elegante seppur stanca.
Appena i loro sguardi si incrociarono, però, la Dama le fece segno di avvicinarsi e, prontamente, la cacciatrice la raggiunse affiancandosi al mentore.
"Posso essere utile?" chiese timidamente
"Sai scrivere?" domandò voltandosi verso una collega "Sasha, riponi queste erbe e manda a chiamare il dottore che deve ritirarle"
"Certamente Shirley" rispose la Dama vestita in rosa
"Sì, certo che so scrivere" commentò la cacciatrice
"E invece...no" ribatté la donna prendendo un calamaio e un foglio, cominciando a compilarne le voci "hai incontrato un Barioth?"
"Sì"
"Sicura che fosse un Barioth e non un Tigrex?"
"Sì"
"Bianco o giallo?"
"Bianco con due lunghe zanne-"
"Aveva le ali?"
"Certo"
"Allora non era nè un Tigrex, nè un Blangonga. Sembri sapere cosa sia un Barioth, ottimo. Aveva segni particolari?"
"Non credo..."
"Corazze schiacciate, rotte o graffiate, profonde ferite o visibili debolezze?"
"Nessuna"
"Allora non sta attaccando altre bestie. Ti ha visto?"
"No, era impegnato a divorare un Popo"
"Il Popo era marrone o blu?"
"M-Marrone, perché dovrebbe esser-"
"Allora non l'hai confuso con un Gammoth, bene" sorrise prima di porgerle la penna, il calamaio ed il foglio "firma sulla riga in basso a destra. Grazie di aver segnalato all'avamposto di Pokke questo tuo avvistamento"
"A-Avrei potuto compilarlo da sola..." commentò osservando la palese semplicità del modulo
"Shirley ama sovraccaricarsi di lavoro" s'intromise Alexander
"Hai mai avuto problemi con qualcosa fatto da me?" ribatté la diretta interessata lanciandogli un furbo sguardo
"No" sospirò "è sempre stato tutto perfetto" ammise mentre l'altra sfoggiava un orgoglioso sorrisetto
"Però come Dama a capo delle Dame dovrebbe darci qualcosa da fare..."
Intromettendosi, la Dama in rosa salutò i tre mentre giaceva annoiata sul lungo bancone e, di fianco a lei, mancava la Dama in blu, addetta alle missioni di Alto Grado.
"Alex, Natalie, questa è Sasha. Sasha, ti presento i tuoi clienti e la tua concorrenza"
"P-Piacere" balbettò la Dama presa alla sprovvista
"Perché saremmo sia clienti che concorrenza?" domandò la giovane
"Lavoro sia come Dama che come cacciatrice" rispose lei "spero andremo d'accordo" si augurò
"Hai appena cominciato?" domandò il ragazzo intromettendosi
"N-No, mi sto ancora destreggiando nel Basso Grado ma punto ad avanzare rapidamente" balbettò "spero un giorno di raggiungere il vostro livello"
"Ha una certa esperienza oramai" commentò Shirley "sia come cacciatrice che come Dama"
"E allora perché l'ho vista solo oggi?" domandò lui con fare inquisitorio
"Perché Shirley si prende tutto il lavoro lasciandoci a casa ad annoiarci" borbottò la vittima della situazione

Minuti dopo aver ascoltato le scuse di Shirley che, aveva scoperto, non fidarsi quasi di nessuno ed esser solita sovraccaricarsi di lavoro, Natalie aveva fatto ritorno a casa seguendo il mentore e rimanendo indietro di diversi passi, intenta ad ammirare il villaggio illuminato dalla flebile luce della luna.
"Vedo che cammini bene anche con la gamba ferita" commentò lui
"Non è per nulla grave" sminuì "ci vorrà di più di un morso per fermarmi"
"Due morsi?"
"Cosa? No! Non prendetemi in giro, ho un orgoglio come cacciatrice!"
"Allora ne riparleremo domani" propose ridendo di fronte all'espressione scocciata, ma divertita, di lei "ora vai a dormire che ti sei meritata una lunga notte di riposo"
"Per quel poco che ho fatto e per quel che è successo...non so quanto mi meriterei" si biasimò
"Dovresti esser fiera di quel che hai fatto" ribattè aprendo la porta "prima di tutto hai raccolto erbe che verranno usate per creare medicine e salvare persone, poi sei riuscita ad incontrare un Barioth, ti sei trattenuta dall'attaccarlo alla cieca dimostrandomi che ascolti i miei consigli, l'hai evitato senza farti scoprire e hai fatto rapporto alla Gilda. Non sono cose da poco"
"Vi ringrazio anche se non mi sembra qualcosa di eclatante" sospirò con una nota di monotona delusione mentre si levava il gonfio cappuccio bianco
"Sei stata più una cacciatrice oggi che ieri"
"Ieri ho abbattuto un capobranco mentre ora...ora sono scappata di fronte al primo ostacolo che ho incontrato" si biasimò
"No, oggi hai aiutato gli abitanti di Pokke, la Gilda, un dottore e chiunque potrà evitare quel Barioth viaggiando in sicurezza" dissentì "quel che guadagnerai nella tua carriera non saranno solo Zenny e scaglie..."
"E che avrei guadagnato?"
"L'approvazione del tuo maestro e un poco di quell'esperienza che ti farà diventare, non solo di nome, una cacciatrice" rispose con una genuina e disarmante sicurezza
Bloccandosi un istante provando a concepire la semplice importanza di quelle parole, Natalie ricordò alcune delle primissime missioni a cui aveva preso parte. Quel che aveva sempre considerato inutile come cacciare qualche Jagras, raccattare funghi o scavare per trovare minerali, adesso, prendeva un nuovo significato ai suoi occhi; non importante come abbattere un Drago Anziano ma, non di meno, essenziale per aiutare quelle persone che avrebbe protetto.
Voltandosi per dare una risposta, si trovò senza parole, non capendo se commentare ulteriormente potesse essere utile o inopportuno, limitandosi ad osservare il suo mentore che, per la prima volta in quei giorni, sfoggiava un semplice sorrisetto soddisfatto.
Non rischiando di rovinare l'attimo, la cacciatrice salì le scale con fare pensieroso, girando la chiave nella serratura ed entrando in camera sua dove cominciò a levarsi il completo da caccia per poi indossare la propria vestaglia da notte.
Passando una mano sulle rosee scaglie dell'armatura di Rathian, indossata elegantemente da un manichino, spostò il suo sguardo sul suo diario, aprendolo e brandendo la sua matita come fosse la più affilata lama che potesse impugnare.
Con sguardo basso lesse alcune delle ultime pagine da lei compilate, scritte con ampie e lascive lettere cariche di dubbi e paure mentre altre risaltavano cariche di speranza e orgoglio.
Appoggiandosi allo schienale della sedia, sentì i tristi tempi come passati e, rinvigorita da quel nuovo sapere, sfoggiò uno smagliante sorriso, scrivendo e riempiendo pagina dopo pagina; finendo di raccontare delle Dame di Val Habar, del suo addio con Kioko e Shiori, della carovana che la aveva portata ad Harth e del villaggio stesso, dell'incontro con Alexander, con Nekoth e con Shirley, narrando della sua prime battute di caccia tra le bianche montagne e di quello che, pensava, essere il loro signore dalle arancioni zanne.
Concludendo con la perla di saggezza che aveva appena ascoltato, osservò i fogli scritti con passione e ondulati dalla pressione della matita prima di chiudere il diario e, di scatto, starnutire sentendo un brivido correrle lungo il corpo.
Sentendo subito bussare, spinse indietro la sedia e osservò con sguardo incuriosito la porta che si aprì al suo comando.
"Natalie?"
"Prego, entrate, ditemi"
"Fin da camera mia ti ho sentita starnutire, hai preso fre-"
Bloccando la domanda sul nascere, il ragazzo cambiò il suo sguardo da orgoglioso ad inquisitorio e ricco di domande, coprendosi il volto con le mani prima di fare pressione e sospirare.
"Che...che c'è?" chiese lei con innocenza
"Che hai fatto fin'ora?"
"Mi son cambiata e ho scritto sul mio dia-"
"Taci" le ordinò "se ti ammali per motivi seri, è un conto. Se ti ammali per stupidità, t'incollo una pelliccia di Gammoth sulla schiena usando della Crema di Khezu"
"Che vorrebbe dire...?"
"Indossa dei vestiti!" le urlò "Vai a letto e dormi!"
Spaventata dall'improvviso rimprovero, la giovane si ribaltò con la sedia, lanciando un urlo più simile ad uno squittio e correndo verso l'armadio per prendere il pigiama mentre, sconcertato, il mentore usciva dalla stanza. Chiudendo e riponendo il diario mentre indossava la casacca del suo pigiama, la ragazza si lasciò cadere sul letto prima di sollevare la rigonfia coperta e affondare il viso nel morbido cuscino. Rigirandosi un paio di volte sbuffò ma, non appena richiuse gli occhi, sprofondò nel sonno, stanca da quella lunga giornata.

Giunta la mattina, attanagliata dal classico brivido freddo che la svegliava ogni giorno e accurata la situazione delle sue ferite, non gravi ma sulla via della guarigione, Natalie scese le scale con fare guardino prima di notare, seduto su di una poltrona di fronte al camino, Alexander intento a sfogliare un massiccio libro ad anelli.
Adocchiando la seconda poltrona la ragazza, in pigiama e coperta esclusivamente da una pelliccia, prese uno dei braccioli trascinando il mobile lungo il parquet di tavole di legno, affiancandola a quella del mentore.
Sedendosi e guardandolo con fugaci occhiatacce, l'osservò richiudere il libro dopo poco, sospirando e voltandosi.
"Ragazzina, che c'è da-"
"Quanto avete visto ieri notte?" chiese interrompendolo con sguardo truce "E cosa state leggendo?"
"Ho visto il necessario" rispose aprendo gli anelli del libro
"Il...necessario?" domandò arrossendo "cosa intendete-"
"Ed è ora che anche tu veda il necessario" la interruppe porgendole un piccolo fascicolo "Gigantica, capitolo primo, erbivori, Kelbi, studia"
"Studiare? Non dovreste insegnarmi-"
"Io sono il tuo maestro, io decido cosa facciamo" la interruppe "sebbene tu stia ripartendo con un buon livello d'esperienza, ho notato ampie lacune mentre ti vedevo affrontare quei Giaprey l'altro giorno e, come ti avevo anticipato, questo ti costa lo stare a casa a studiare"
"Sì maestro" balbettò con una risatina imbarazzata "ma devo proprio stu-"
Interrompendola, il ragazzo alzò il fascicolo stringendolo in mano ma, quando lei chiuse gli occhi aspettandosi un colpetto punitivo, sentì invece il fascicolo appoggiarsi gentilmente sulla sua nuca e, data la sua immobilità, Alexander decise di lasciare proprio lì il mazzo di fogli.
"Studio" affermò
Sedendosi a gambe incrociate sulla poltrona e sistemandosi la coperta di pelliccia a mo' di mantella, leggendo attentamente come le era stato ordinato di fare, Natalie cominciò a far scorrere le ingiallite pagine lasciando che il suo sguardo corresse anche per la stanza, leggendo e guardando.

Leggendo e guardando osservò la consumata carta, sfogliata più e più volte, l'inchiostro leggermente sbiadito e sentì anche il profumo che riconobbe, nostalgicamente, come lo stesso che permeava alcuni libri di casa sua.
Leggendo e guardando si fece distrarre dalla legna che pian piano bruciava nel camino, annerendosi mentre la fuliggine saliva lungo la canna fumaria.
Leggendo e guardando lanciò una rapida occhiata al libro, ricolmo di consumate pagine, che Alexander teneva aperto sulle gambe, ascoltando poi il cigolio che fecero gli anelli quando venne richiuso.
Leggendo e guardando osservò il proprietario di casa alzarsi, prendere un pezzo di legna e buttarlo tra le fiamme prima di lasciare la stanza mentre le scintille ancora si libravano mollemente, spegnendosi in aria dopo pochi istanti.
Leggendo e guardando, Natalie si sgranchì le braccia prima di passare le mani sulla liscia ma confortevole stoffa che copriva la poltrona, facendo correre lo sguardo lungo la metà bassa delle pareti, coperte da listelli di legno e lungo la metà alta, intonacate e verniciate di un chiarissimo color grigio.
Leggendo e guardando si chinò sulla poltrona, appoggiandosi allo schienale e accigliandosi leggermente per cercare, senza indizi, cose di cui nemmeno lei sapeva, come se il suo spirito da esploratrice la costringesse a cercare i segreti di quella casa.
Infine, non leggendo, non guardando ma ascoltando, sentì il mentore far ritorno. Rigirandosi di fretta e sedendosi composta, riprese il fascicolo cominciando a fissarlo mentre il ragazzo rientrava nella stanza.
Notando dopo pochi istanti una bianca tazza di fianco al suo viso, si voltò accettando l'oggetto che le veniva offerto. Stringendolo lasciò che la ceramica le scaldasse le mani prima di incrociare lo sguardo di lui, un poco furbo, un poco rassegnato, un poco divertito ed anche intenerito.
"Ora facciamo una pausa, io dallo studio e tu dall'esplorazione" propose "poi ci mettiamo entrambi, sul serio, a studiare"
"I-Io stavo studiando!" ribattè
"Scuse convincenti, non so perché abbai dubitato di te" rise "un giorno mi insegnerai a leggere tenendo i fogli al contrario"
"Non è colpa mia!"
"Lo so..." rispose sedendosi e prendendo un sorso di the
"Odio le risposte accondiscendenti..." borbottò
"Son serio invece, certo che lo so. Tutto deve sembrarti nuovo, proprio come mi hai accennato, sbaglio?" domandò richiamando il discorso della sera precedente
"Non sbagliate" farfugliò impettita tirando le gambe al petto "nuovo continente, nuovo villaggio, nuova casa, nuova routine, nuova...convivenza" spiegò indicandolo malamente "nessun amico, nessun nemico, nessun conoscente ma solo...un mentore" riaffermò indicandolo per la seconda volta "nessuno scopo, nessun obiettivo, nessuna meta precisa ma solo...solo missioni e sessioni di studio" continuò a spiegare indicando malamente sia lui che la Gigantica "e sento tutte le vostre aspettative pesare sulle mie spalle...ed è dura..." ammise
"Uno, io non sono una convivenza, sono il tuo Maestro di caccia" puntualizzò "due, non puoi pretendere di arrivare e conoscere già tutti. Tre...lo so che è difficile ma, un giorno, se vorrai ti ascolterò"
"Grazie. Mi farebbe piacere..."
"Da quando sei arrivata non hai stretto amicizie?"
"Sì, qualcuna" sospirò prima che una scintilla si riaccendesse nei suoi occhi "a proposito, devo chiedervi una cosa!" esclamò saltando sul posto
"Non saltare sulla poltrona"
Saltando e correndo lungo il corridoio, Natalie salì le scale dirigendosi verso camera sua. Rabbrividendo non appena sentì il pungente freddo, corse a chiudere le finestre prima di prendere dei fogli dal suo diario.
Scendendo di corsa le scale che aveva appena salito, la giovane si sedette nuovamente sulla poltrona porgendo al ragazzo i suddetti foglietti di carta.
"Chi sono Kioko, Shiori e Diana?"
"Cacciatrici che ho conosciuto a Yukumo" rispose riprendendoli "Come li uso per scrivere lettere?" chiese con interesse
"Scrivi la lettera, portala alla sede della Gilda, allegaci una copia dell'indirizzo lì riportato e i falchetti della Gilda penseranno al trasporto" spiegò sinteticamente
"Vado a scrivere!" esordì saltando in piedi sulla poltrona
Alzandosi non appena si alzò l'allieva, Alexander la fermò poggiandole una mano sulla spalla, tirandola indietro e costringendola a risedersi prima di lanciarle un sorriso così tetro che solo un mentore avrebbe potuto concepire.
"Ma-Maestro?"
"Se te ne stai già andando...saprai dirmi a cosa servono le corna di Kelbi, vero?"
"A...io...cioè...zuppa?" propose non credendo nemmeno lei nella propria risposta
"Mettiti a studiare prima che chieda a Cotoletta di fare una zuppa di Natalie" minacciò prima di raddolcire lo sguardo "cacciare è un'arte ma anche una disciplina quindi, ora, comincerai a studiare e poi sarai libera di scrivere alle tue amiche"
"Studio e poi son libera?"
"Certo" la rassicurò prima di aprire la grande enciclopedia "Gigantica, capitolo primo, erbivori, Anteka" affermò posando un ulteriore fascicolo sul bracciolo della poltrona "Anteka, Aptonoth, Apceros, Popo, Gargua e Moofa"
"Sul serio?" domandò guardando scioccata la pila di carte
"Inoltre..." continuò voltando alcune pagine "Viverne uccelliformi, Giaprey e Giadrome"
"Ma non finirò mai se-"
"A seguire, dato che sappiamo della sua presenza e non vogliamo brutte sorprese" continuò sfogliando "Gigantica, viverne volanti, Barioth"
"Ma non finirò mai!" protestò
"Ci sono molte cose che dovrai imparare se vorrai scalare i vari Gradi di caccia" spiegò sedendosi e passando a capitoli più avanzati "per il momento, ti sembrerà inutile studiare ma, un giorno, saranno proprio delle sottigliezze che ti permetteranno di prevalere sui tuoi avversari, che ti aiuteranno a salvare i tuoi compagni e che ti faranno tornare a casa vittoriosa. Imparandole ora sacrificherai solo del tempo, imparandole sul campo...rischierai di perdere molto di più. Fidati di qualcuno che ha commesso certi errori"
Senza rispondere, Natalie abbassò lo sguardo pensieroso, incrociando le gambe e riprendendo in mano il fascicolo che aprì lentamente. Prendendo un lungo sospiro mentre il mentore vedeva i risultati del suo discorso, la cacciatrice cominciò a leggere con attenzione quelle parole, lette e rilette da centinaia di cacciatori prima di lei.

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