Prima di salutarsi, Sayuri si avvicinò a Guren e lo abbracciò.

- Proteggi Shinya - gli sussurrò avvicinando le labbra all'orecchio del moro, in modo che fosse l'unico a sentire quelle parole.

Guren rinunciò alla sua espressione seria e lasciò comparire un debole sorriso sul suo volto.

- Lo farò -

La ragazza ricambiò il sorriso e nascose al suo interno un velo di tristezza.
Shinya non avrebbe mai scoperto i sentimenti che lei provava per lui.

- A presto - si limitò a dire Sayuri salutando tutti.

Guren guardò il cielo e si promise che avrebbe protetto ognuno dei suoi compagni, da quel momento.
E soprattutto non avrebbe abbandonato più nessuno a sé stesso.

Quella sera il moro bussò alla porta della camera di Shinya.
Il ragazzo dagli occhi azzurri gli aprì sorridendo.

Lo stava aspettando, ma non glielo disse.

- So che odi la solitudine - accennò un sorriso. I due ragazzi si abbracciarono cercando l'uno il calore del corpo dell'altro.

Guren si buttò sul letto e trascinò Shinya con sé.
Entrambi iniziarono a ridere, guardandosi a tratti negli occhi per minuti che sembravano infiniti.

Il moro si infilò sotto le coperte e l'altro lo imitò sorridendo.
Si posizionò al suo fianco con la testa appoggiata al petto del ragazzo e tirò avidamente la coperta verso di sé, ridacchiando.

- Ho freddo! - esclamò Guren cercando di coprirsi nuovamente.

- Ti scaldo io - rispose il biondo abbracciandolo.
Ne approfittò per sfilare di nascosto il cuscino da sotto la testa del compagno.

- Questo lo prendo io - ridacchiò il ragazzo dai capelli argentei prima di sovrastare l'altro ed alzare il cuscino oltre le spalle.

Lo tirò velocemente contro la faccia del moro.

- Vuoi la guerra, Shinya? - lo provocò Guren afferrando quello del fidanzato e cercando di liberarsi da sotto di esso.

I due ragazzi iniziarono a ridere e tirarsi cuscini l'uno sul volto dell'altro, correndo per la camera e giocando come bambini.

"Stupido" disse il mostro all'interno di Shinya, ormai sempre più debolmente.

"Me lo dice sempre anche Guren" gli rispose il biondo prima di abbandonarlo definitivamente.

Adesso non si sentiva più come un errore della società in cui viveva, un individuo nato diverso, senza un luogo in cui riconoscersi o di cui fare parte.
Adesso era semplicemente insieme a Guren e quello era il suo mondo, quello era il posto che si erano creati loro due, solamente loro.
E lo aveva ricavato con impegno un misero angolo in cui rifugiarsi con il compagno dai pregiudizi e dagli indici puntati in direzione di quelli che le persone consideravano "errori".

Ma lui non era né un errore né un individuo diverso, lui era Shinya, lui era un ragazzo che a sua volta si era innamorato di un altro ragazzo, a dispetto di quegli schemi che decretavano i limiti dell'amore.

- Shinya - lo chiamò Guren buttandosi sul letto e stabilendo una momentanea pace - Devo dirti una cosa -

Il moro lo baciò leggermente e lo guardò negli occhi.

- Domani dobbiamo tornare sul campo di battaglia - gli disse con tono serio.

Il biondo era confuso.

- Di già? Ma la spalla di Sayuri non è ancora del tutto pronta per ricominciare a combattere - cercò di spiegare Shinya - Non si potrebbe chiedere all'altra squadra di sostituirci per altri due o tre giorni? -

Guren si girò e diede le spalle al compagno.

- Sono tutti... - cercò di trattenere la rabbia - ...morti -

Shinya lo abbracciò e gli baciò le spalle delicatamente.

- Non è colpa tua - gli sussurrò affondando la faccia nella sua maglietta.

Il moro si girò nuovamente.
La sua bocca distava pochi centimetri da quella dell'altro, così la baciò leggermente, come per ringraziare il biondo.
Se non ci fosse stato lui al suo fianco, forse si sarebbe abbandonato ad un pianto liberatorio, ma le lacrime avrebbero risolto qualcosa?

Dopotutto, anche Guren aveva paura della solitudine.

_Angolo commentoso_
Capitolo scritto con 38 e mezzo di febbre ^^ perdonatemi se ci sono alcuni errori.