Chapter 5
"Signore." Qualcuno disse, facendo allontanare i miei pensieri. Mi girai verso la fonte della voce e vidi un maggiordomo guardarmi in attesa.
"Vorrebbe un tè?" Chiese, era vestito con un abito nero e cravatta, impostando un sorriso educato.
"Sì, per favore." Risposi con un sorriso a denti stretti, ringraziandolo con un cenno del capo mentre mi calai nella poltrona di pelle imbottita.
Era così strano - non dover tenermi il vestito mentre mi sedevo.
Guardai un uomo apparentemente vecchio che aveva gli occhi puntati su di me. Era alto circa 1.65 metri, non così alto come il suo re, vestito con un abito costoso bianco puro e una cravatta fine. I suoi capelli erano assottigliati nella sua testa, le ciocche grigio scuro erano separate ordinatamente. I suoi occhi azzurri profondi mi fissavano intensamente, la testa inclinata di lato. La sua pancia era visibile mentre si appoggiava allo schienale della sedia, incrociando le braccia sul petto assieme ad uno sguardo luccicante.
Non mi piaceva il modo in cui mi guardava, era come se sapesse qualcosa che non avrebbe dovuto sapere.
Il maggiordomo presto tornò con una brocca di tè, versandolo nella tazza piccola che era stata collocata di fronte a me.
"Latte?" Chiese e io annuì.
Lo versò nella tazza, mescolando per me prima di posizionare il cucchiaino sul tavolo e correndo via.
La mia attenzione si rivolse dall'altro lato del tavolo dove Mr. Styles si schiarì la gola, richiamando l'attenzione di tutti.
"Ora, vi farò sapere qualcosa che dovreste far passare al vostro re. Io non dò una seconda possibilità, una volta tradita la mia fiducia non verrà mai riparata. Tuttavia, può usare questo tempo per provare a convincermi perché ci dovrebbe essere la pace tra i due regni e dopodiché io esprimerò il mio giudizio." Dichiarò con fermezza, i suoi occhi bruciavano nei miei.
Francamente, i suoi occhi riuscivano a far contrarre il mio stomaco. Erano troppo intensi...se la paura strisciava verso di me, anche in una stanza buia si potevano vedere quella tonalità scintillante.
Sia Mr. Black e Mr. Robertson erano seduti con me, dandomi un senso di protezione. Mi schiarii la gola, pronta parlare.
"Credo che lei si prenda cura del suo popolo, signore. Serentile e Ellenia essendo le monarchie più forti, dubito che la quantità di morti non sarà significativa." Dissi, prendendo un sorso di tè.
Lo guardai mentre lentamente si chinava in avanti, i gomiti appoggiati sulle ginocchia, il viso irradiava feroce calma.
"La domanda da porsi ora è, Mr. Armstrong. Fa parte dell'esercito?" Sottolineò umile, increspando le labbra mentre aspettava la mia risposta. Mi sentivo vagamente tesa con i miei uomini accanto a me, perfettamente consapevoli del fatto che non fossi pronta per fare un lavoro così super importante come far parte dell'esercito.
Mi chiesi brevemente che cosa passasse dalla loro mente in quel momento. Cosa c'entrava questa domanda con quello che avevo detto?
"No, ma lo sarò in pochi anni." Risposi timidamente.
Con la coda dell'occhio notai che la bocca del vecchio, si allungò verso l'alto in un sorriso sbiadito, nemmeno si sarebbe notato se non da vicino.
"Allora dovrò sapere qualcosa." Trainò. "Ogni persona che fa parte dell'esercito deve prestare un giuramento per dimostrare la loro fedeltà. Il personale militare sono estremamente patriottici e disposti a sacrificarsi per il loro paese. Quindi, anche se una guerra venga annullata a causa del tradimento, i soldati combatteranno volentieri per ottenere il rispetto perduto dal loro paese."
Strinsi le mie mani a pugno sotto il tavolo, grugnii. "Era un genocidio! Dovevamo intervenire, altrimenti sarebbero morti!"
Dallo sguardo sul suo volto, sapeva che mi riferivo alla guerra devastante con Dearland.
"Non ha nessun diritto di ficcare il suo fottuto naso negli affari di qualcun altro." Ringhiò, il suo pugno atterrò rumorosamente sul tavolo, l'eco riecheggiò in tutta la stanza facendo tacere tutti quanti.
La sensazione terribile nel mio stomaco aumentò alla sua azione chiassosa e al suo linguaggio volgare, perché non avevo mai sentito padre usare tali parole volgari.
Chi l'aveva portato a parlare così? Se fosse stato un qualsiasi altro giorno l'avrei richiamato per il suo linguaggio ma dal momento che sembrava aver preso il sopravvento, insieme al fatto che avevo un obbiettivo da raggiungere, scelsi di rimangiarmi la mia osservazione.
"Senta, io sono qui per portare la pace tra la gente di Ellenia. Non vogliamo concludere un affare comico, il re Alfred è estremamente dispiaciuto per averla delusa ed è disposto a farsi perdonare se solo riuscirà a darle una possibilità. È determinato a riconquistare la vostra fiducia."
Non volevo arrivare al punto in cui dovevo fare promesse, anche se in passato mettevo in mezzo le schede dei morti che ovviamente non aveva dato i suoi frutti.
Si appoggiò allo schienale della sedia alle mie parole, il pugno, che notai avesse un piccolo tatuaggio tatuato, si ritirò sul tavolo.
"Che cosa ha in mente, Mr. Armstrong?" chiese senza intoppi, guardandomi interessato per quello che avevo da offrire.
La mia mente vagò di nuovo, agli edifici fatiscenti che avevo adocchiato momenti prima. Non c'era dubbio che Serentile aveva bisogno di donazioni, perché a quanto pareva, avevano avuto diversi problemi di economia che erano ancora da risolvere. Forse Mr. Styles semplicemente non sapeva come gestire le persone, padre aveva detto che era disposto a compromessi.
"Abbiamo girato attraverso dei quartieri poveri che appartenevano al regno, sono sicuro che il mio re sarebbe più che lieto di-"
Mi interruppe bruscamente. "Non mi servono i vostri soldi del cazzo. Vada avanti."
Gorgogliò a denti stretti. Odiavo l'aspetto che mi stava dando - un po' degradante. L'offerta non doveva essere il denaro pulito, potevamo mandare i nostri migliori uomini ad aiutarmi a gestire i loro affari finanziari. Anche se avevano soldi, potevano ancora aver bisogno di aiuto con le spese del loro paese.
Avevo capito che nella mente di Mr. Styles vagano idee di attività militari, ed era per questo che era necessario abbassare la guardia e cercare aiuto. Poteva lasciare ad avvocati affidabili fare il loro dovere a suo nome invece di lavorarci lui.
***
Tutto sommato, volevo soltanto firmare e ratificare un trattato di pace con Serentile e segnare così la fine di quella riunione. Quindi, negli ultimi quindici minuti mi sbilanciai un po' per Serentile facendo le migliori offerte che padre mi aveva elencato, da immobili destinati alla commercializzazione alle armi militari, includendo specie particolari di cavalli e attrezzature antiche. Diavolo, ero sul punto di rinunciare alla mia stanza per quello che ci voleva.
Non avevo risparmiato nessuno sforzo in questo trattato, avevo elencato tutto ma Mister Styles rimaneva appoggiato allo schienale della sedia a rifiutare ogni possibile offerta, farfugliando un osservazione amara qua e là.
Ogni volta sentivo una tinta di irritazione percorrermi il corpo ad ogni suo rifiuto freddo. Rimasi con l'idea che non era nemmeno interessato a raggiungere la pace. Onestamente, sembrava annoiato tutto il tempo.
"Vostra Maestà." La stessa guardia che ci aveva accompagnato, entrò urgentemente.
"Ken, non vedi che sono in una dannata riunione?" La sua voce era composta, con un predominante aggravarsi.
"Sì, mi dispiace ma non può aspettare. Sono qui per trasmettere un messaggio militare da Jack." La guardia che come avevo capito il suo nome era Ken parlò, la sua voce era un po' tremante. Ma non potevo biasimarlo - lui era minaccioso.
Mr. Styles annuì, facendo un cenno per farlo avvicinare. L'uomo che era appena entrato nella stanza, si chinò per sussurrare all'orecchio di Mr. Styles.
L'intera stanza si zittì, ovviamente confusi su cosa potesse esserci di così importante da interrompere una conferenza di pace.
Guardai attentamente come Mr. Styles si sporse, le sopracciglia erano aggrottate per via dei pensieri profondi. Girò il capo in direzione della porta, la guardia immediatamente accolse il suggerimento per correre velocemente fuori.
Un'occhiataccia mi venne sparata addosso, Mr. Styles mi stava guardando duramente, i suoi occhi erano puntati su di me.
Cosa stava succedendo?
Fino ad ora era come se fossi avvolta da un nodo, per così tanto tempo mi ero sentita solitaria, come se appartenessi a questo mondo e poi come se in realtà non ci appartenessi sul serio. Essendo la principessa, potevo guardare le cose da lontano senza intromettermi.
Ma adesso, non guardavo più.
Sapevo che Mr. Robertson e Mr. Black percepivano la tensione aumentare in quella stanza, così fitta che si poteva tagliare con un coltello. Di nascosto guardai di traverso Mr. Black, notando che stringeva così strettamente la poltrona che le nocche erano oramai diventate bianche.
Il mio respiro si fermò in gola, e il mio cuore quasi smise di battere. Tutto il mio corpo si gelò dal terrore quando Mr. Styles tirò fuori una pistola d'argento.
"Sai cosa succede ai traditori, non è vero?" La sua voce era severa, non conteneva alcuna emozione.
Lo guardai con occhi sbarrati, senza capire cosa stesse succedendo. Di cosa si trattava il messaggio?
Il cuore mi salì in gola mentre inclinò la pistola, trainando frettolosamente il grilletto come un pipistrello fuori dall'inferno.
Due forti colpi di pistola fecero eco nella stanza, facendo uscire un urlo acuto dalle mie labbra mentre i miei occhi pizzicarono. Non mi importava se da questo poteva capire che ero una donna, per loro, ero come se fossi morta.
Due tonfi nauseanti si sentirono, inviandomi un brivido lungo la schiena. Mi pentii immediatamente di aver guardato in basso per la vista orrenda. Il sangue era su tutto il pavimento, come una piscina su entrambi i corpi.
Ognuna delle guardie aveva un buco nero al centro della loro fronte, il sangue correva fuori con movimenti veloci in quanto loro posavano lì senza vita nella propria pozza di sangue. I loro occhi erano spalancati per il terrore, il liquido rosso sangue li circondava completamente.
"Sei un mostro!" Mi lamentai, le pareti della stanza si chiusero intorno a me. Lacrime pietrificate scivolavano dalle mie guance mentre l'odore del sangue colava dalle morti dei compagni di Ellenia. Improvvisamente divenni molto debole.
Scegliendo di ignorarlo, balzai in piedi. Le mie gambe attraversarono ulteriormente la stanza mentre raggiunsi la mia pistola, recuperandola con successo se non fosse stato per la guardia dietro di me che me la strappò via dalla mia presa con forza e gettandola per la stanza mentre emisi una smorfia di dolore.
Cercai di combattere, lo feci davvero. Il mio cuore era pesante dal terrore e il mio corpo era completamente congelato quando cercai di combattere un uomo due volte la mia dimensione, scontrando un pugno sulla sua guancia.
La cosa triste?
Sentivo come se fossi io quella ad avere lividi che lui.
La sua mano afferrò la mia, torcendomi le mani dietro la schiena, così che i miei occhi pizzicarono dal dolore.
Combattere era inutile, ero sola in un castello che non era nemmeno il mio. Mi potevano uccidere, torturarmi, fare di me quello che solo Dio sapeva ma senza la possibilità di difendermi. Era terribile.
Trattenni i miei piagnucolii mentre i miei occhi incontrarono la faccia impassibile di Mr. Styles. Il mio petto si sollevava e abbassava rapidamente mentre i suoi occhi erano stretti in fessure.
Il mio cuore batteva selvaggiamente nel mio petto, avevo quasi paura che potessero sentirlo. Tutto in me si stava trattenendo dal chiedere l'elemosina per la mia vita, piuttosto preferivo morire coraggiosa che una buona a nulla spaventata. Così trattenni le lacrime, intensificando la sensazione di bruciore agli occhi.
Il mio respiro era irregolare, selvaggio e frenetico - questi potevano essere i miei ultimi momenti sulla terra.
Sentii il mio viso essere colpito da qualcosa di duro, l'ultima cosa che ricordai era lo sguardo severo di Mr. Styles prima che tutto divenne nero.
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Scusatemi se gli aggiornamenti sono un po' irregolari, ma per queste due settimane mi tocca studiare tutto il giorno, perciò aggiornare diverrà difficile, ma ci proverò e ci riuscirò ahah
Domanda;
Fast Food preferito?
Il mio OLD WILD WEST tutta la vita.
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