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Chapter 31


Guardai il mio riflesso con occhi lucidi, cosa che era diventata molto rara nel mese precedente. Delle gocce di acqua scivolarono sui miei capelli mentre stavo in piedi sulle piastrelle bagnate del bagno.
Il vapore della doccia stava appannando lo specchio ma non a tal punto che non potessi vedermi.

Ero entusiasta. Entusiasta del fatto che il re Harry mi avesse aiutata a salvare la mia terra. Il mio dolore continuo fu annebbiato dalla gratitudine verso la sua incredibile gentilezza e dai vari sentimenti che stavano impazzendo piano piano nel mio stomaco, come farfalle.

La nostra prima sessione sarebbe stata a breve e anche se probabilmente avrei sudato, avevo comunque deciso di farmi prima una doccia. Ero disposta a iniziare un nuovo approccio con lui e per questo il primo passo fu quello di rinfrescarmi. Le persone sporche infastidivano gli altri ed era un dato di fatto che il re si alterasse facilmente.

Indossai degli abiti sportivi e legai i miei capelli in una coda, in modo tale che le ciocche non mi coprissero il volto durante l' allenamento. Portai con me una bottiglia di acqua che Rhoda mi aveva lasciato e mi diressi verso la palestra privata. Harry Styles non apprezzava il ritardo perciò mi ero promessa che avrei fatto di tutto pur di non stargli antipatica quel giorno. Non potevo assolutamente perdere l'unica cosa che avrebbe potuto garantire la salvezza del mio popolo.

***

"Lezione numero uno: attacca i tuoi avversari quando meno se lo aspettano." Mi sussurrò nel orecchio prima di buttarmi a terra sul materasso. Il suo corpo era sopra al mio.

Finsi di essermi fatta male e per mia sorpresa funzionò. Riuscii a distrarlo permettendomi di sferrargli un pugno rapidamente sulla sua spalla. Pizzichi di dolore iniziarono a estendersi su tutta la mia mano mentre la stringevo al petto.

Feci una smorfia e lui si mise a ridere. "Piccola, sei una rammollita." Dopo il suo insulto, un sentimento di frustrazione si impossessò del mio corpo. Gli avrei mostrato quanto debole fossi.

Alzai la gamba e gli diedi un calcio laddove non batte il sole. Lo guardai cadere struggendosi dal dolore e tendendo il suo pacco. Nessun uomo poteva chiamarmi debole e tanto meno riusciva a sopravvivere per raccontarlo.

"Brutta stronza." Mormorò con denti stretti. Sentii la fierezza abbandonare il mio corpo. Sperai con tutto il cuore che ciò che avevo fatto non lo avesse spinto a portare rancore nei miei confronti. Se si fosse rivoltato contro di me non avrei avuto speranze.

Prima che si potesse riprendere e spaventata dalla sua possibile reazione, cercai di rimettermi sui miei passi senza guardare indietro. Stavo per scattare in avanti ma la sua mano grande e forte afferrò la mia caviglia buttandomi a terra sul materasso decisamente non troppo morbido. Non ero in grado di controbattere quando il giovane re mi trascinò verso di lui.

Mi fece voltare di fronte a lui così che la mia schiena toccasse il pavimento. Le sue mani percorsero il mio corpo fino ad avvolgere la mia gola. Non nascondevo la paura nei miei occhi mentre fissavo le sue iridi verdi.

"Bella mossa principessa. A proposito mi ha fatto ricordare alcuni punti deboli che potrai colpire quando la tua vita sarà in pericolo. Ripeto, quando la tua vita sarà in pericolo." Sputò le ultime parole e strinse la mia gola. Strillai in risposta al suo gesto.

"Le ginocchia." Le sue mani scesero pizzicando le mie. "Gli occhi." Spostò le sue dita verso la mia palpebra. "Il collo." Mi diede un' altra stretta, questa volta meno forte. "E ultimo, le parti intime." I suoi occhi incrociarono i miei. Mi inorridii al pensiero che avrebbe toccato le mie parti e che non avrei potuto fermarlo data la sua forte stretta d'acciaio ad imprigionarmi. Mi si bloccò il respiro in gola mentre sentii la sua risata soffocata. "Che ovviamente non toccherò per rispettare la tua privacy."

Chiusi gli occhi per evitare di vederlo mentre si stava sedendo vicino al mio bacino. L'ansia face si che il mio respiro fosse pesante e discontinuo. Durante la mia vita le persone mi avevano sempre vista come la ragazza ingenua che non temeva niente proprio perché non vedeva la vera natura delle azioni manipolative degli altri. Il chè era in parte vero. Avevo la tendenza a non dar peso alla cose che mi sembravano troppo ambigue perciò raramente avevo una valida ragione per essere spaventata da qualcosa. Ma con Harry sapevo ci fosse altro oltre l'angoscia che mi faceva provare agitazione. Qualcosa che avrei dovuto capire al più presto.

Passammo dieci minuti in silenzio prima che il suo respiro colpisse il mio collo facendomi infuocare. Il mio mento venne afferrato dall'indice e il pollice del re così da far voltare il mio viso verso di lui. Da quella posizione potevo vedere la sua barba corta curata alla perfezione e le sue meravigliose ciglia lunghe che gli donavano nonostante fosse un uomo.

"Dai, riprendiamo da dove abbiamo interrotto."

E detto ciò ritornò alla sua posizione iniziale lontano da me. Seguii i suoi movimenti. Per un'ora mi parlò di come individuare potenziali pericoli e mi insegnò alcune mosse semplici ma veloci. In quel momento mi stava consigliando alcuni trick e gesti su come rendere più efficaci i miei colpi.

"Mantieni ben saldi i piedi, gira l'anca e il pugno in avanti allo stesso tempo. Questo massimizzerà la tua forza. Per sferzare un colpo più forte, la zona di contatto dovrebbe essere tra le nocche dell'indice e del medio; mai tra anulare e mignolo." Appuntai mentalmente le sue parole, sperando di non dimenticarle al prossimo allenamento.

"Bene, tira alcuni pugni al sacco da boxe laggiù. Dovremo definire alcune cose che non mi sono ancora chiare." Andai nel punto in cui mi aveva indicato con un cenno di capo: c'era un grande sacco da boxe che pendeva dal soffitto. I miei occhi scrutarono il pavimento nella ricerca di un paio guanti che mi avrebbero permesso di non fratturami qualche osso.

"E' leggero. Non avrai bisogno di guanti." Il re sorprendentemente paziente mi informò a riguardo e io in risposta annuii posizionandomi di fronte al sacco. Percepivo il suo sguardo intenso su di me. Il battito del mio cuore accelerò così presi un profondo respiro per calmare i nervi. Corrugai le sopracciglia prima di dare un pugno con tutta la forza che avevo. Quasi sicuramente avevo perso troppo tempo a pensare a come colpire difatti il mio pugno mancò il sacco e persi l'equilibrio. Ringraziai dio per il pavimento morbido della palestra.

In un batter d'occhio mi ritrovai a terra senza aver visto la reazione di Harry. Si sarebbe arrabbiato del fatto che dopo tutti i suoi consigli non ero nemmeno riuscita a mirare il sacco? O mi avrebbe detto con fare monotono di rimettermi in piedi e di riprovare a tirare un colpo?

Quando i miei occhi incrociarono il suo sguardo non mi sarei mai aspettata di vedere le sue labbra piegarsi in un sorriso e prima che me ne potessi accorgere, stava ridendo di me. Fu la prima volta che vidi il suo volto rigido fare un sorriso che non fosse malinconico e per non parlare della sua risata. Sembrava una melodia e desiderai con tutto il cuore che ridesse più spesso.

Era anche contagiosa. Non potei non scoppiare a ridere della mia goffaggine. Le nostre risate cessarono dopo alcuni secondi e lui mi offrì la sua mano. Esitai nel afferrarla notando che non stava portando l'anello come suo solito. Lo aveva tolto per potermi allenare, il chè voleva dire che aveva preso seriamente la cosa. Non un gran gesto ma significativo.

Gli sorrisi a denti stretti quando mi sollevò da terra. Stavo per digli che non avrei tirato un altro pugno al sacco quando una guardia completamente su di giri entrò nella stanza. Guardai la sua uniforma, era un ufficiale. Probabilmente il braccio destro del re.

"Sono abbastanza sicuro di averti detto di non cercarmi per due ore. Chi diavolo ti ha dato il permesso di entrare nella stanza senza bussare?" Urlò il re ritornando serio. In effetti dalla sua espressione sembrava difficile credere che un momento prima stesse ridendo.

"Chiedo scusa per averla disturbata, mio signore. E' abbastanza urgente." Parlò audacemente e capii che dicesse la verità dai suoi gesti irrequieti. L'ufficiale obbedì alla richiesta di rispetto pur sapendo che ciò detto avesse avuto il suo effetto.

Il re lo guardò severamente aspettando impaziente che continuasse a parlare. Gli occhi dell'uomo si spostarono verso di me, colmi di incertezza e fu quello il momento in cui realizzai che si tratasse di qualcosa a che fare con me.

"C'è una lettera per lei da Ellenia." Spostò il suo sguardo verso il re come se stesse camminando in punta di piedi su schegge di vetro per quanto delicata fosse la situazione.

Sia io che Harry tirammo un sospiro di sollievo. Sarei dovuto essere contenta di sentire notizie sul mio regno ma tutto mi sembrò estremamente sospetto. Il desiderio che mi stessero venendo a salvare stava svanendo sempre di più visto che di mio Padre non avevo più saputo niente. Ecco perché mi risultò improbabile. Stavo morendo dalla voglia di sapere chi avesse preso il controllo del mio popolo al posto mio. La mia paranoia balzò alle stelle.

"Interessante. Fammi vedere cosa vuole il pezzo di merda così preoccupato." Schernii il suo linguaggio sottovoce. Probabilmente starei pensando che mi fossi abituata dopo tutto questo tempo a sopportare la sua parlata incivile, ma invece no.

Il re stava tenendo fra le mani un foglio di carta che ovviamente era stato già letto da moltissimi membri visto la mancanza di una busta. Esaminò il contenuto con una faccia impassibile per poi mormorare un "fottutamente assurdo." e passarmi la lettera.

Dopo aver verificato che la principessa è viva, vorremmo che ritornasse da noi in cambio di un milione. Ci scusiamo per averle creato disturbo, sperando di non causarle più problemi in futuro.

Con affetto,
La direzione di Ellenia.

"Mio Padre sicuramente non è stato colui che ha scritto questa lettera ridicola." Ruppi il silenzio che stava ingombrando la stanza con una risatina di disprezzo.

L'intero affare era fasullo. Offrire così tanti soldi, dopo non aver mostrato nemmeno un minimo di interesse nei miei confronti, era ridicolo. In più il fatto che quella persona si stesse riferendo a se stessa come 'noi', era solo che un gesto di codardia per evitare di rivelare la sua vera identità. La direzione di Ellenia? Un modo estremamente scortese di scrivere una lettera indirizzata ad un'altra monarchia.

Quella persona probabilmente ne sapeva ben poco di politica. Non avevano nemmeno idea di quanto risultasse patetica e irriverente la lettera che avevano scritto. Mio
Padre si sarebbe vergognato di aver alcun collegamento con tutto ciò.

Harry mi guardò di sbieco, perso nei suoi pensieri. "E' chiarissimo. Chi scrive di solito le lettere di Ellenia?"

"Mio padre è l'unico che scrive le lettere agli altri regni."

Si voltò completamente verso di me con uno sguardo che non potei decifrare nascosto dalla profondità dei suoi occhi.

"Chiunque sia, è ostinato. Merita i miei
applausi." Disse senza che il contatto tra i nostri occhi cessasse. "Ma quando avrò il pieno controllo su di loro, non solo se la vedranno con me per avermi coinvolto in questo stupido gioco ma si pentiranno anche del giorno in cui le loro menti presero in considerazione questa idea." Capii che chiunque fosse stato, si era cacciato in un grosso guaio decidendo di coinvolgere nel suo deludente piano il tirannico re di Serentile.

Harry Styles non era una pedina che avrebbero usato per il loro sporco lavoro - faceva cose al di fuori del proprio interesse e aveva un brutto carattere che si era appena accentuato grazie ad uno sconosciuto quale non aveva la minima idea di cosa avrebbe incontrato.

"Ho in mente un piano per adescarli..." La voce della guardia si affievolì dopo che il re lo ebbe interrotto.

"Nemmeno una fottuta possibilità, Mike."

Mi sentivo completamente tagliata fuori. Il mio sguardo vagava da un uomo all'altro. Perché Harry si era irritato per qualcosa di così incoerente?

"La riporteremo al suo regno e lì li colpiremo ancor prima che possano capire in che modo sono stati ingannati. Per favore signore, consideri questa possibilità." Mi sorprese il modo in cui audacemente fronteggiò il re. La maggior parte dei sudditi intorno a lui cercavano di evitare di parlarci per paura di irritarlo. L'ufficiale lo aveva sfidato.

Tutto mi divenne più chiaro. Non potevo che essere d'accordo con lui: sembrava un buon piano per incastrarli visto che non si sarebbero aspettati che Serentile aiutasse colei che era stata rapita nonchè futura regina. Ero disposta a diventare un' esca, se questo fosse stato utile per salvare il mio popolo.

Così prima che Harry potesse proferire parola, dissi. "Lo farò."

Il re mi guardò come se mi fosse cresciuta un'altra testa.

"Sono seria. Se questo salverà il mio popolo, sono disposta a mettermi in gioco." Li guardai di sottecchi cercando di mascherare il mio timore con un colpo di tosse.

Harry Styles si voltò verso l'altro uomo senza dire niente. L'ufficiale sembrò aver colto il segnale perché mormorò un arrivederci per poi abbandonare la stanza. Rimanemmo solo io e Harry. Deglutii al pensiero di ciò che avevo fatto. Era arrabbiato con me per averlo contestato?

Fece alcuni passi verso la mia direzione e dovetti resistere per non farne alcuni indietro. Il re sospirò e guardò in basso. "Non puoi andare." Mi disse sorprendentemente con tono gentile come se mi volesse far capire.

"E perché mai?" Gli chiesi sconcertata.

Fece una risata amara a differenza di quella di mezz'ora fa. "Ti vogliono morta. Basta un solo proiettile per uccidere una persona. Potremmo anche non riuscire ad evitarlo."

Il mio cuore smise di batter per un secondo. Quando ripresi a parlare la mia paura non trapelò dalla mia voce. "E' per il mio popolo. Sono disposta a morire pur di riuscire a prendere i delinquenti che si sono sostituiti a me."

I miei occhi incrociarono i suoi decorati da un piercing. La tensione era tale che si poteva tagliare con un coltello. Si avvicinò sempre di più a me tanto che potei sentire il profumo sorprendente della sua colonia. Mi si annodò lo stomaco quando mi tracciò il contorno della mascella.

"Farò qualsiasi cosa per proteggerti." Abbassai lo sguardo quando la sua voce roca terminò la frase. Le sue parole mi provocarono le farfalle nello stomaco. Vicino a lui mi sentivo invincibile. Una parte di me si stava domandando del perché di quella inaspettata gentilezza riguardo nei miei confronti. Perché avrebbe dovuto perdere così tanto tempo dietro a una ragazza che non significava nulla per lui?

Davanti al suo aiuto, l'unica cosa che potevo fare era fidarmi di lui e mostrare la mia gratitudine.

"Non so come ringraziarti, per tutto. Non avrei mai pensato che le cose sarebbero andate così." Lo guardai nascondendomi dietro alle ciglia, leggermente imbarazzata dalle mie parole.

Rise. "Non c'è bisogno che mi ringrazi, piccola."

Avevo da sempre avuto paura di Harry Styles, sin dal primo giorno. Il timore che qualcuno stesse manipolando il mio popolo però prevalse. Era così potente da sopraffare quella per lui.

"Dovresti andare a riposarti. Domani sarà un lungo giorno." Disse prendendo le distanze.

Gli feci un piccolo sorriso per poi mormorare "Buona notte." prima di uscire.

Mentre stavo ritornando nella mia stanza, cercai di notare ogni minimo particolare di quel castello che non avrei più rivisto. I gradini del palazzo erano in marmo nero, i candelabri bellissimi davano un'aura reale al posto assieme ad un tappeto rosso con ricami in oro. Decisi di percorrere la strada più lunga per arrivare alla camera da letto, così che potessi vedere ancora una volta le sculture e le imponenti colonne che decoravano l'entrata della dimora.

Il palazzo di Serentine era bellissimo. Un giorno avrei avuto l'occasione di ritornare, magari in circostanze migliori.

❤️❤️❤️

Crediti per la traduzione a ; pyxisnauticaa un grazie enorme 🥰

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