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Chapter 28


Un libro non era sufficiente per mantenere la mia mente occupata, neanche se mi concentravo sulle parole, le guardavo, ma non riuscivo a interpretarle. Quindi optai per qualcosa che amavo fare praticamente da quando avevo ancora il pannolino - disegnare. Mio padre mi aveva sempre elogiato per la mia creatività e il modo produttivo di pensare.

Mi appoggiai allo schienale della sedia e sbirciai fuori dalla finestra della camera osservando i raggi del sole che colpivano gli alberi nella speranza di ispirarmi a qualcosa di esterno. Guardai il baldacchino degli alberi, un assortimento di un giallo brillante, arancio, foglie rosse e marroni appese in pace lassù - di tanto in tanto crollavano nella ricca erba sotto di loro.

Girai intorno alla stanza silenziosa, trovando un po' di carta e matite colorate in uno dei cassetti e decisi che sarebbero state una soluzione decente per la noia. Mi sedetti nuovamente e regolai la mano sulla carta. Iniziai da dei semplici scarabocchi ai ritratti di animali e persino uno schizzo di mia sorella. Eppure la mia mente sembrava svuotarsi davanti la carta bianca davanti a me.

Poteva essere che il mio tempo qui avesse soppresso la capacità di pensare in modo creativo? Il disegno era una cosa in cui trovavo serenità, una presa di corrente. E in quel momento ne avevo davvero bisogno. Perché la mia mente non collaborava?

Stavo iniziando ad analizzare maggiormente le cose; non era neanche la mia prima volta in cui mi capitava di avere dei blocchi. Poteva succedere a volte. Avevo bisogno di calmarmi, la mia mente stava cominciando ad andare in tilt con tutti quei pensieri trepidi ed ero sicura che ciò mi avrebbe procurato un mal di testa martellante.

Quando sentii la porta della camera da letto aprirsi girai il viso lentamente per affrontare il mio visitatore. Un sorrisone si incise sulle mie labbra alla vista di Rhoda e le belle cameriere davanti alla porta.

"Mel.." Rhoda iniziò, alzando la voce per anticiparmi. Lei e le altre cameriere mi stavano di fronte con sorrisi giganti che si estendevano sui loro volti. Era già passato un giorno quando avevo parlato a cuore aperto con Rhoda, ma non potevo essere più che felice di rivederla.

La guardai scettica quando Rhoda fece una pausa prima di annunciare. "Ti abbiamo trovato l'abito perfetto per il ballo!"

La sua gioia stava disperatamente cercando di entrare in contatto con me, e mi chiesi che tipo di ballo intendeva. I balli erano qualcosa di occasionale che si faceva quando si tornava a casa, non di certo qualcosa che avevo normalmente frequentato, ma maggiormente la mia famiglia a dire il vero.

Alzai le mani in aria eccitata prima di congelarmi sul posto. Il suo viso rapidamente assunse una smorfia alla mia confusione.

"Posso chiederti esattamente che ballo?" Chiesi, i miei occhi studiarono ogni sua azione estroversa.

"Oh beh, il tuo viaggio nel bosco te l'avrà fatto dimenticare. Il ballo è in onore del compleanno di Gemma." Iniziò, sperando di innescare qualche memoria dentro di me. "Avevi promesso che avresti partecipato."

Indietreggiai alle sue parole. A dire il vero, affrontare gli uomini più ricchi di Serentile mente la quasi regina di Ellenia era in ostaggio in questo posto sembrava essere un compito troppo faticoso per superarlo. La cosa positiva poteva essere che avrei partecipato al ballo calorosamente, ma ora, il mio cervello pensava a tutte le conseguenze come onde infuriate. Ma sapevo che si trattava del compleanno di Gemma e ciò mi fece sentire sconfitta e senza scuse.

"Cosa?" La mia voce era tinta dall'incertezza. Non riuscivo a nascondere la sorpresa per l'evento. Evento che era proprio dietro l'angolo per quanto vicino fosse.

"La tua apprensione è comprensione, cara. Speravo che rimanessi almeno per un po', fin quando i discorsi non cesseranno."  Si voltò verso le cameriere che ascoltavano ogni dialogo. Sospirai a disagio pensando alle possibilità che potevano avvenire sta sera. Una cosa era certa; non avrei permesso a nessuno di dire qualcosa sul mio conto. E poi potrei sempre lasciare il ballo prima, a differenza dei balli di mio padre dove dovevo rimanere finché l'ultimo ospite non se ne fosse andato. Ma era scientificamente provato che il fuoco non aveva bisogno di tempo per accendersi.

Okay Melody, fatti forzaMio padre non meritava di essere associato ad un buono a nulla. Magari le persone al ballo sarebbero state decenti. Potevo accendere la festa. Così loro avrebbero ricordato il mio nome. Così da far sapere che i rumors non sempre erano corretti. Oramai dovevo saperlo bene.

Il vestito era un abito color turchese profondo, a maniche allungate che erano montate saldamente al mio busto. L'orlo del vestito accarezzava le mie ginocchia e la scollatura di pizzo era semplicemente perfetta.  

"Va bene." Risposi, levandomi il pigiama e indossando il vestito. Camminai verso lo specchio del bagno e girai attorno a me stessa.

"Sei bellissima." Rhoda esclamò con stupore.

In un'ora, dopo aver applicato il trucco e migliaia di forcine più tardi, ero pronta per il ballo.

Il petto cominciò a formicolarmi e eseguii un'esercizio di respirazione per ridurre lo stress. Ispirai profondamente finché i miei polmoni non riuscirono più a prendere aria, trattenni il respiro per due secondi e poi espirai lentamente e costantemente.

"Posso sentire la tua ansia, tesoro." Le mie labbra tremarono al pensiero che potesse percepire che sotto ci fosse qualcosa. "Stai bene per andarci?"

Annuii passandomi nervosamente una mano tra i capelli. Provai a concentrarmi sul motivo per il quale stavo facendo questo - per Gemma. Non la vedevo da quando ero fuggita, sapevo che la mia presenza significasse molto per lei.

"Grazie Rhoda, grazie mille. Non so come avrei fatto ad attraversare tutto questo senza di te." Le offrii un sorriso che voleva dire più di quanto si potesse comprendere. "Un piccolo abbraccio sarebbe inappropriato per l'occasione?" Cercai di alleviare un po' di tensione. E poi, volevo veramente abbracciare l'allegra signora.

"Ogni volta che vuoi, bellissima." I suoi occhi brillarono quando avvolse leggermente le braccia paffute intorno a me. Mi abbracciò fortemente, passandomi una mano su e giù per la schiena. "Farai grandi cose cara mia. Continua a far risplendere questo sorriso mozzafiato e così facendo terrai a bada ogni problema." Mi disse, facendo un passo indietro. Notai maggiormente quando mi disse che sarei riuscita a tenerli a bada.

Posizionò una mano sulla mia spalla, regalandomi uno sguardo...materno.

A quello sguardo, mi voltai. Mi ritrovai a pensare a mia madre che mai aveva smesso di mancarmi. Al che, mi infilai le scarpe basse e seguii Rhoda fuori dalla stanza, prima però mi fermai davanti allo specchio della camera da letto per darmi un'occhiata prima di uscire.
Dentro di me sorrisi. Non ero una grande fan del trucco, ma dovevo ammettere che avevano fatto un buon lavoro. Il trucco aveva elegantemente messo in evidenza le mie caratteristiche migliori.

Tutte mi sorrisero quando mi avviai alla porta. "Non per vantarmi o altro, ma abbiamo fatto un lavoro piuttosto sorprendente su di te."

Feci un cenno con la testa in accordo, dando alla cameriere di buon cuore un ringraziamento che meritavano

***

"Melody!" Potevo riconoscere quella voce dolce ovunque. Gemma.

"Gem!" La chiamai a mia volta, agitando una mano in aria, aspettando che si precipitasse verso di me. Gemma indossava una abito di seta nero. Le lunghe maniche erano ricoperte di una cinghia sottile. La profonda scollatura era stupenda e non riuscivo a fermarmi dall'ammirare la sua indescrivibilmente meravigliosa corona.

Mi prese alla sprovvista buttandomi le braccia al collo. Mi bloccai per un attimo prima di ricambiare finalmente l'abbraccio. Tutte le dimostrazione di affetto mi sorprendevano sempre.

"Oh Mel, ti voglio così bene per essere venuta." Sussurrò Gemma, tirandosi indietro dopo qualche istante e osservando il mio viso. Dopo alcuni secondi trascorsi a studiare i miei lineamenti mi chiesi cosa stesse cercando.

"Mi dispiace tesoro, Harry non mi permetteva di vederti. Avevo pensato di entrare nella tua stanza di nascosto ma avevo uno che mi faceva da guardia ventiquattro ore su ventiquattro." Non persi di vista l'irritazione nei suoi occhi al pensiero di suo fratello. "Spero davvero che tu te la stia cavando bene."

Ancora mi dovevo riprendere dall'atto di violenza che avevo visto, e mi ritrovai a chiedermi se fosse mai passato. Se avesse mai lasciato la mia mente. Non avrei mai dimenticato gli occhi del ragazzo mentre veniva pestato dal proprio Re; ma non potevo soltanto soffermarmi su questo, eppure era così difficile trattenere una certa amarezza repressa che era troppo testarda per andarsene dalla mia testa.

"Va tutto bene, non è colpa tua." La mia risposta era onesta. Sapevo come feroce Harry poteva diventare, non potevo di certo portare rancore nei confronti di Gemma per questo. Solo il fatto che riuscivo a chiamarlo con il suo nome nella mia mente era abbastanza comico.

"Solo..non è una cattiva persona. Vorrei che tu potessi vedere l'altro lato di lui." Le sue parole erano tranquille, nient'altro che un sussurro delicato tra tanti urli di altre persone. Per un attimo mi ritrovai incapace di parlare perché rimasi sorpresa dal fatto che si fosse aperta con me riguardo suo fratello. Di solito era un discorso che si evitava come la peste.

Mi chiesi se per 'l'altro lato di lui' intendesse dire che era bipolare? Non avevo una buona conoscenza di base sulle malattie mentali, anche se sapevo che bipolarità significava avere sbalzi d'umore e due personalità represse in un unico corpo. Riconsiderando la mia idea, non pensavo proprio che avrebbero lasciato che una persona malata di mente potesse essere il leader del più potente impero.

Sarebbe stato assolutamente inappropriato e una vergogna per Serentile. Ignorai subito l'idea, e per quanto odiassi l'idea; Harry era un buon leader. Sofisticato e dominante e sembrava avere sempre il sopravvento. In tutto.

Osservai il suo volto sconsolato, il mio istinto voleva davvero consolarla. Ma non ero mai stata brava a parole. Tutto quello che potevo fare era abbracciarla.

"Oh, mi dispiace di riversare tutta la mia merda su di te. Credo di essere solo frustata per il fatto che non ho altri amici con cui confidarmi." Divagò. "Forse ho solo bisogno di un fidanzato per riempire il vuoto." Disse in tono umoristico, anche se potevo subito notare la sincerità nascosta nella sua voce. Le sue parole fecero da luce nella situazione.

Le mie sopracciglia si aggrottarono come se stessi cercando di risolvere un enigma complicato. "Non è un problema. Ovviamente la vita non è come nei film, cavalieri con delle armature splendenti che fanno salire le signore per galoppare fino al tramonto. Posso solo dirti di essere te stessa e di trovare un uomo buono. Forte, intelligente e gentile. Devi essere paziente."

"Non sono degna di così tanto..."

"Zitta, soltanto perché non hai ancora trovato un uomo buono non significa che non ne troverai uno. Sei ancora giovane. Sei una donna brillante, non devi preoccuparti di cose banali come trovare un'uomo."

Gemma sembrava essere incandescente quella notte e non volevo che fosse triste dopo la nostra conversazione. Per quanto facesse finta che non volesse festeggiare il suo compleanno, era ormai chiaro che fosse felice di avere un proprio ballo.

"Sei così saggia e forte, Mel. A volte dimentico che sei qui contro la tua volontà." Gemma si complimentò con me. Arrossii, borbottando dei ringraziamenti.

"La principessa Gemma Styles ha bisogno di qualcuno che le tenga caldo il letto. Aspetta finché i giornali non catturino un argomento del genere." Feci uscire un volto ridicolo, decidendo di rompere il ghiaccio che si era creato con una battuta meschina.

Sembrava aver funzionato a come ridacchiò. Potevo per certo dire che aveva trovato il mio scherzo un po' fuori dal mio carattere, perché era sempre lei ad avere la battuta pronta e ad essere sarcastica.

"Sarà meglio che torni ad accogliere gli ospiti. Grazie per essere venuta." E in quel momento sapevo che non mi sarebbe importato quello che sarebbe successo stasera, non avrei rimpianto la mia decisione di partecipare al ballo.

"Nessun problema." Mi regalò un sorriso prima di voltarsi verso l'ingresso principale. Lasciandomi con due corpulenti guardie. Le persone erano sparse per la sala e feci del mio meglio per evitarli tutti.

Cominciai a camminare con le braccia distese nei miei fianchi, cercando di godermi la libertà e i sensi degli essermi umani per quanto ne potevo ancora.

Ogni ospite sembrava indossare il loro abito più grande che avessero. Il ballo aveva attirato molti famosi e ospiti più importanti che sarebbero rimasti al palazzo per l'evento. E naturalmente questo era il giorno della principessa. Fissai con il fiato mozzato ogni decorazione e creazione - non perché non avessi mai visto qualcosa di così bello in vita mia, ma perché ogni regno aveva un modo diverso di rappresentare l'occasione.

Pavimenti in marmo, lampadari di cristallo e alti soffitti erano cose comuni. Ma il ricamo nero che adornava le pareti di Serentile si distinguevano dal resto. La maggior parte delle persone vedevano il nero come un colore inquietante attribuendolo a trasgressioni. Ma a dispetto di tutte le connotazioni negative che questo colore portava, credevo che ci fosse qualcosa di buono in esso. Il nero stava bene con qualsiasi colore, spesso si associava alla profondità. Per me il nero significava abbondanza, come se ci fosse qualcosa di più.

"Buona serata a tutti! Siamo qui riuniti oggi per celebrare il compleanno di Gemma Anne Styles, la nostra principessa festeggia diciotto anni! E per questo, il Re Harry Edward Styles farà il suo discorso." Un uomo basso da dietro una piattaforma parlò con tono carismatico. L'intera sala cominciò ad applaudire educatamente mentre il Re si avvicinava al palco dalla prima fila. Lo guardai camminare. Le sue lunghe gambe e spesse scivolavano sul pavimento. I suoi muscoli si increspavano ad ogni passo che faceva. I suoi riccioli color cioccolato rimbalzavano leggermente. Scossi la testa. Uscendo fuori dalla trance.

Mi appoggiai al muro di pietra e incrociai le braccia mentre il Re faceva un discorso su quanto fosse orgoglioso di sua sorella e come dovevano rispettarla e onorarla come se fossero la loro regina. Alcune delle sue parole mi fecero ruotare gli occhi ma soprattutto come aveva scelto di concludere il discorso;

"Sono onorato di essere il leader di questo impero. La grande Serentile. Sono disposto a dedicare la mia vita, proprio come la mia dinastia, la mia gente. Mia sorella è rimasta dalla mia parte amorevolmente. Ma è sufficiente sapere che: quando si tratta del mio popolo e della mia famiglia non scherzate con me, perché troverete soltanto la creatura più potente e implacabile che avrete mai visto. Con amore, tuo fratello che sempre ti proteggerà."

Non riuscii a fare a meno di ammirare il modo in cui la sua voce appariva sicura e determinata davanti a così tante persone. Le persone che avevano così tanta fiducia in lui. E percepii anche alcune cose che mi permisero di comprendere meglio il modo di regnare di Harry.

Serentile era un regno noto per l'intimidazione che trasmetteva. Tuttavia, si scoprì che era bravo a fare il suo lavoro per le statistiche che mostravano i cittadini di Serentile, si sentivano più sicuri rispetto al resto della popolazione.
Avevano fiducia nel loro leader molto più di altri cittadini in altre monarchie.

Anche quando mio padre teneva un discorso non avevo mai visto così tanta reverenza negli occhi delle persone. I loro occhi erano letteralmente incollati alla figura del giovane Re. Tutto questo mi faceva sentire fuori dalla mia zona di comfort. Ma dovevo mettere sù una facciata coraggiosa. Dovevo farlo, dovevo avere fiducia in me stessa. L'onore di rappresentare Ellenia in una buona luce mi pesava sulle spalle davanti a tutte queste persone. Volevo andarmene dopo il discorso di Gemma. Oramai avevo fatto la mia parte.

Gemma venne poi chiamata sul palco e mi sorrise fiduciosa quando ringraziò tutti per essere venuti.

Gli ospiti si riunirono nella pista da ballo e lo presi come un invito ad andarmene.

"Ho l'impressione che te ne stai per andare?" Trasalii sorpresa alla voce roca. Aveva posto in prima fila, come aveva fatto a sgattaiolare nella mia direzione?

"Vero." Risposi semplicemente, cercando di rendere la conversazione più educata e superficiale possibile, mascherando il disagio che la sua presenza mi trasmetteva.

Le persone come lui si nutrivano del timore. Mi aspettavo che se ne andasse dopo questa, ma invece mi sbagliai. Mi voltai per incontrare i suoi occhi. Il verdastro sembrava essere così affascinante e inquietante dal contrasto delle luci del lampadario.

La sua bocca si aprì per dire qualcosa quando una guardia timorosa marciò verso di lui e gli sussurrò qualcosa all'orecchio.

E con una forte sensazione di dèjà vu, i suoi occhi scuri e il mio piano per andarmene presto si frantumarono.

Io amo un sacco il carattere di Melody 😍 è davvero un personaggio forte e coraggioso!

Domanda; personaggio preferito?👾

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