Chapter 26
Anonymous pov
C'era un lucernario sbarrato che permetteva a piccoli fasci di luce solare di irradiarsi in tutta la stanza, accentuando ulteriormente lo stato decadente del palazzo.
"Silenzio!" Il padrone abbaiò, mettendo subito a tacere il flusso di parole che vagavano attorno alla sede della conferenza. Mi spostai a disagio nella mia sedia. Desideravo essere abbastanza vizioso di alzarmi e fare qualcosa, la ragazza non meritava questo destino - sì, aveva innalzato un putiferio enorme e ciò non sarebbe andato giù facilmente. Tuttavia, una ragazza innocente era principalmente ignara di tutto questo - o meglio, ignara delle anime malvagie che la circondavano.
"Voglio che la trovi. Portala da me, preferibilmente in vita. Nè è stata troppo a lungo per i miei gusti." Un'emozione indecifrabile attraversò il volto del padrone, una certa oscurità sfarfallava in esso. Al che, seppi che la pazienza del padrone si stava esaurendo.
***
Melody's pov
Il mio nervosismo salì alle stelle per la nuova presenza. Mentalmente mi maledissi; la paura era quella che dominava, ma poteva aiutarmi ad uscire da una situazione del genere. Era solo una mera distrazione che mescolava le mie azioni all'irrazionalità. Studiai brevemente il soldato davanti a me, controllando se l'avevo già incontrato prima. Aveva la pelle color cioccolato e la testa rasata, gli occhi erano freddi. Fece qualche passo incerto verso di noi - altamente improbabile per un soldato fiducioso. Il suo atteggiamento era rigido, spalle curve. Egli si avvicinò a noi fino a che non si trovò direttamente di fronte a noi. Tuttavia noi rimanemmo congelate sul posto. I nostri battiti cardiaci erano silenziosi, mentre aspettavamo che dicesse qualcosa. Sembrava quasi disorientato. Non gli avevano dato istruzioni chiare?
"Chi sei?" Chiesi con cautela. Le mie gambe prudevano per mettersi in moto ma volevo evitare qualche pericolo, resistetti al mio impulso vedendo che aveva una pistola infilata nella cintura. Risvegliandosi dal suo stato di trance il soldato scosse la testa in agitazione.
La sua espressione era corrucciata e il dubbio chiaramente allineava le sue caratteristiche. La sua bocca era incurvata nella rassegnazione dolorosa.
"Sono stato incaricato di una missione che non riesco a svolgere." Un muscolo nella sua mascella si contrasse, ovviamente tenendo una sorta di rabbia contro la persona che lo comandava. "Quindi lasciate che questo sia un avvertimento."
Non avevo mai assistito ad un soldato che metteva in discussione un ordine, per non parlare di andare contro il suo comandante. Quello era ridicolmente raro. Guardai nelle profondità dei suoi occhi, cercando di capire le sue motivazioni. Spesso mi piaceva studiare gli occhi in tali situazioni, proprio come il detto 'gli occhi sono lo specchio dell'anima'. Ero una convinta sostenitrice che si poteva rilevare molto di una persona dai loro occhi. La loro forma, la gentilezza, il disagio e molto altro ancora. Essi spesso rilevavano menzogne pure. E quella persona davanti a me, aveva un animo gentile. Potevo essere certa che stesse mascherando un'emozione a me sconosciuta.
"Vi suggerisco di guardarvi intorno. Questa libertà non durerà a lungo." Disse stranamente, ogni traccia di emozione era andata via. Mi sorpresero le sue parole e mi chiesi che cosa stesse succedendo. Harry Styles l'aveva mandato ad uccidermi?
La foresta divenne più tranquilla quando ritornammo indietro, rimuginando alle parole cruciali dell'uomo. Un momento di silenzio palpabile si diffuse tra noi proprio come la pesantezza della situazione appena accaduta. Era quasi buio, la luce del sole faceva poco per illuminare il nostro ambiente. Le foglie crepitavano e scricchiolavano sotto i nostri piedi mentre attraversavamo un torrente. Ci stavamo avvicinando al villaggio, ma qualcosa nell'aria sembrava spento. I peli del mio collo si rizzarono e capii che qualcosa non andava. Gli animali probabilmente potevano percepire la stessa tensione dal silenzio di tomba che si stava creando. Lo scricchiolio sotto i miei piedi sembrava sconcertante in mezzo a tutto quel silenzio.
Un picco di nervosismo si diffuse in tutto il mio corpo, ma tentai di soffocarlo. E quando fece buio e arrivammo quasi a destinazione capii che la giornata era stata strana. Dato che era inverno, il tramonto arrivava molto presto quindi la giornata passava in fretta. Ci fermammo in mezzo agli alberi quando dalla cima potemmo già vedere le capanne.
"Mi dispiace tanto, Mel." Disse Helena, sentendosi in colpa della visita inaspettata. Mi girai verso di lei, la mia espressione era ancora calma. "Non osare incolparti dopo tutte le cose che te e la tua famiglia avete fatto per me. È il mio destino sfortunato ad essere colpevole."
Potevo vedere la sua espressione facciale divenire triste. Forse ero troppo stanca per gridare o lamentarmi - troppo affaticata per trovare una soluzione. Stavamo soltanto lì, immobili come statue mentre la grandezza della situazione ci spiazzava. Quello che dovevo fare era dare i miei ultimi saluti prima di andarmene entro l'alba. Queste persone di buon cuore erano troppo coinvolte nella mia confusione.
Contemporaneamente sobbalzammo terrorizzate quando un urlo acuto ci attraversò le orecchie inoltrandosi nell'aria. Immediatamente corsi nella direzione del suono mentre Helena sembrava preoccupata di affrontare il pericolo. Per nostro orrore, la direzione del grido proveniva dal villaggio. Qualcosa di brutale stava per avere luogo.
Il mio corpo reagii come se avessi una pistola puntata alla testa. I miei muscoli si congelarono, ma pieni di una sensazione di formicolio, sapevo che se avessi voluto avrei potuto correre molto più veloce e illimitatamente della mia resistenza. Rimasi scioccata per alcuni secondi cercando di assorbire esattamente quello che stesse accadendo.
I soldati di Serentile erano sparsi per tutto il posto, come sempre alti e muscoloso e con una traccia dura nei loro occhi. Quasi ognuno di loro avevano molte cicatrici visibili e avevano l'aspetto di chi era pronto ad attaccare in qualunque momento. La trepidazione scottava nelle mie vene quando i miei occhi si fermarono sulla dolce madre di Helena, tenuta ferma da due soldati enormi assieme al marito e Tom che cercavano di liberare la donna in lacrime. Purtroppo però non potevano competere con i soldati altamente addestrati. Le loro lotte inutili erano un gioco per l'esercito di Styles.
"Non lo chiederò di nuovo. Dov'è Melody?" Sentire quella voce roca e profonda dire il mio nome mi fece tremare.
Datti una calmata! Il mio subconscio mi rimproverò.
"I-io non lo so." Soffocò fuori, le sue parole vennero fuori con fatica. Il sudore imperlava la sua fronte.
C'era qualche possibilità che avrebbe creduto alle sue parole e la lasciasse andare? Ero uno spreco di tempo per lui, perché sprecare così il suo tempo? Un secondo passò. E un altro ancora. Inizia a pensare che i miei desideri finalmente mi potessero venire concessi quando le parole successive immediatamente fecero entrare il mio corpo in azione.
"Fate in modo che dica la verità." Il suo tono gelido comandò.
"NO." Sbucai fuori dagli alberi frettolosamente dirigendomi verso il predatore senza dubbio senza cuore sul punto di alzare una mano spietata a una donna che avevo imparato ad amare. Non lasciai la paura prendere possesso dei miei muscoli facciali e evitai di incrociare lo sguardo intimidatorio del Re, perché ero ben consapevole che la paura era qualcosa di cui si nutriva. Mi accigliai quando improvvisamente scoppiò in una risata, nessuna buona intenzione era nascosta all'interno. Solo puro umorismo nero.
"Bene bene bene, guarda chi ci degna della sua presenza!" Disse, la sua posizione casuale allarmò il mio corpo. E prima che potessi pensare alle mie parole, sputai fuori, "Se la vostra idea era quella di torturare una donna innocente per ottenere qualcosa, siete più penoso di quanto pensassi."
Lo sguardo di Harry Styles si intensificò e sapevo che alla mia mancanza di rispetto mi sarei pentita più tardi. Fece un paio di passi avvicinandosi a me e riuscii a vedere ogni dettaglio del suo viso, dai suoi zigomi alti ai contorni dei suoi muscoli sotto al suo abbigliamento. Ingoiai duramente chiedendomi come mai non aveva dato ordine di afferrarmi.
Ma poi di nuovo, avrebbe rovinato il gioco che non aveva mai smesso di giocare.
Lui arricciò il labbro inferiore contro quello superiore della sua bocca. "Non è questo il modo di parlare ad un Re. Non lo sai, cara Melody?" La sua voce si indurì considerevolmente. Il senso di potenza radiante che aveva addosso era stupefacente e potevo certamente dire che disprezzava il modo in cui non riuscivo a tenere a freno la mia lingua.
"Tu non sei il mio Re." Dissi, guardandolo negli occhi ipnotizzanti ma ossessionanti. La sua espressione si indurì ancora una volta e vidi la rabbia d'acciaio restare in bilico sul suo volto.
"Sono il tuo rapitore, però." Mi rispose con aria di sufficienza e fece qualche passo più vicino.
Strinsi i denti e distolsi lo sguardo, fissando gli alberi. Odiavo non essere in grado di negare la sua affermazione. Era un semplice tiranno, il quale non meritava di avere il mondo avvolto intorno al suo dito. Il silenzio si fece teso tra il villaggio per un attimo e improvvisamente mi resi conto che stava prendendo a suo vantaggio tutto questo. Non amavo la vicinanza tra noi e perciò balzai indietro, quasi colpendo un cespuglio spinoso.
"Devo ammetterlo, non avevo mai pensato che saresti stata in grado di gestire tali condizioni. Dopo tutto, nella vostra vita fino ad ora vi è stato dato tutto su un piatto d'argento." I suoi occhi mi fissarono come se volesse raddrizzarmi. Le sue parole colpirono un nervo scoperto. Mi vedeva come una viziata?
L'indolenza era qualcosa che mio padre disapprovava. Questa era la prima volta che qualcuno mi vedeva come un tipo che veniva coccolata tutto il giorno. Il pensiero mi innervosiva.
"Ora, se farai un altro passo indietro farò in modo che il mio viso sarà l'ultima cosa che i tuoi occhi guarderanno." Derisi la sua minaccia. La sua statura intimidatoria rese quasi impossibile per me ignorare la paura costruirsi dentro di me. Non stava giocando. Presto avrei dovuto affrontare tutto quello che aveva in serbo.
"Vuole darci un taglio? La ragazza ha passato così tanta merda per ora." I nostri sguardi improvvisamente scattarono ad un certo ragazzo biondo che osservava lo scenario davanti a lui con le braccia incrociate sul petto.
Gli occhi del Re brillarono furiosamente dopo averlo riconosciuto, forse potevo anche rilevare un'altra emozione scintillante in esso. Era...tradimento?
"Oh Niall...non mi aspettavo di incontrarti qui. Come hai potuto pensare che la fuga potesse risolvere i tuoi problemi?" Un'ondata di shock si diffuse per tutto il villaggio. Loro erano ovviamente all'oscuro di qualche collegamento tra Niall e il Re che aveva sparso così tanto dolore. Niall rimase in silenzio.
"Cosa? Ora non sei abbastanza uomo neanche per rispondermi. Ecco un'altra ragione per cui non dovresti essere coinvolto in questioni che non puoi gestire, sei proprio figlio di un marmocchio." Sputò a Niall. La consapevolezza era riflessa nei suoi occhi oceanici, tuttavia egli non avrebbe parlato.
I miei occhi si spalancarono quando la mia mente ricordò la passeggiata in cavallo fatta con Gemma, ricordando la guardia con poca pazienza che aveva posto fine ad essa. Niall. Al palazzo avevo notato i suoi capelli tinti mentre qui le punte erano sporche e molto meno prominenti a causa dei problemi di sterilità. La mia mente aveva visto troppi volti per riuscire ad ipnotizzarne qualcuno.
Scattai dai miei pensieri quando un clic fece eco in tutto il villaggio. Quel mostro voleva sparare a Niall. Guardando indietro sapevo che non dovevo ringraziarlo di nulla, era stato lui a costringermi a tornare dal Re così barbaramente e rabbrividivo ancora al pensiero. Tuttavia, aveva scelto di mettere parola per me piuttosto che starsene per il suo nascondiglio. Una parte di me, mi urlava di stare ferma a non fare nulla, o forse di usare quel tempo per correre via, ma sapevo che in quel lastro di tempo il corpo di qualcuno sarebbe crollato sull'asfalto.
"Per favore non farlo!" La mia voce salì di un ottava, come mai prima d'ora. I suoi occhi non lasciarono il volto di Niall nemmeno per un momento. Ogni muscolo del suo corpo si era irrigidito e le vene sporgevano fuori dal suo pugno chiuso intorno alla pistola.
"I-io vengo con te volentieri se lasci questo villaggio intatto." La sua testa si rivolse a me rapidamente causando che dei riccioli neri cadessero tra i suoi occhi. Li spinse indietro rimanendo a fissarmi. Ora avevo la sua attenzione.
"Per favore." Dissi piano. Ci vollero pochi secondi per prendere una decisione. Mentalmente sospirai quando infilò la cintura nella sua tasca e potevo sentire gli sguardi straniti di tutti da quello che avevo appena fatto. Anche di Niall. Battei le palpebre rapidamente, infine ripensai alle mie parole. Non avevo pensato fino ad ora a quello che avevo detto e mi sentivo stranamente vulnerabile di concordare una cosa simile.
Ormai non potevo tornare indietro, tanto mi avrebbe trascinato lo stesso con forza. Ma per agire d'impulso e sparare scelse di trattenersi. E questo mi confuse.
I prossimi capitoli sono così lunghi😭 l'autrice sembra farlo apposto che quando ho molto tempo libero scrive capitoli davvero corti e quando non ne ho peggio della bibbia ahah.
Comunque se qualcuna ha voglia potrebbe aiutarmi a tradurre 1948 & tarzan? Sono soltanto due capitoli e non penso di avere il tempo di tradurre anche quei capitoli, visto che mi sto molto concentrando su Monarchy & Midnight (il capitolo uscirà tra un paio di giorni devo ancora revisionarlo)
Per chi è interessata mi scrivi pure dovunque voglia!💖
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