Chapter 23
Continuai a correre come se la mia vita dipendesse da questo, e alla fine era proprio così.
Avevo incontrato diverse guardie lungo la strada, ma ero riuscita a schivarli tutti e trovare rapidamente un riparo. Era nulla in confronto a quando erano in numerosi. I miei occhi si posarono su ogni membro del personale per trovare una via di fuga, non mi sarei arresa.
Per un secondo mi sentii come una di quelle persone che scappava dai propri problemi, nascondendosi per vivere con la paura di essere scoperti. Legai i miei capelli castani scuri in una coda di cavallo e mi asciugai le lacrime con mani tremanti dal mio viso oramai gonfio. Ero spaventata, terrorizzata di quello che sarebbe successo se mi fossi fatta prendere. Non volevo essere scoperta. Il re di Serentile probabilmente mi avrebbe uccisa se mi avesse presa, così dovevo fare in modo di tornare ad Ellenia prima di lui.
L'entusiasmo di scappare lontano era travolgente e terrificante. Travolgente, perché l'obbiettivo più importante era stato completato; uscire del castello di Serentile. Ma terrificante, perché ora dovevo trovare la strada di casa.
Le mie emozioni si erano calmate un po'; ero ancora un po' scossa, ma niente in confronto a quando ero fuggita. Non avevo voglia di imbattermi in qualcuno, quindi scelsi di camminare per i boschi anzi della città affollata dove qualcuno potrebbe riconoscermi e portarmi dal re. L'aria fredda sembrava risolvere i miei nervi mentre asciugava le mie guance bagnate che si erano essiccate. Impotente rimuginai sul mio destino e su ciò che potesse accadere, mi chinai, armeggiando con i lacci degli stivali.
Tutto quello che desideravo era strisciare nel mio comodo letto ad Ellenia ed essere al sicuro sotto il tetto del palazzo con mio padre al mio fianco. Ma perché ciò avvenisse, dovevo proseguire. Non mollare mai, anche se questo significava stare in agguato nella propria ombra per anni.
Alla fine, tutto sarebbe andato bene. Sarei stata bene- sana e salva. Coccolata e amata.
***
Sembrava come se stessi girovagando tra questi boschi per settimane, ma si trattava invece di un paio di giorni. Ero affamata e la mia gola prudeva per un po' d'acqua che lenisse il bruciore. Non potevo più stare in una posizione per più di un'ora senza essere scoperta. Quando sentivo un minimo di rumori, dovevo scappare immediatamente anche se le mie gambe mi stavano uccidendo. Quello sicuramente.
Ricordavo i suoi occhi verdi fumanti, quando aveva picchiato il povero ragazzo, al solo pensarlo un brivido mi corse lungo la schiena. La brezza d'aria fredda baciava la mia pelle morbida portandomi alla realtà, e scossi la testa per sbarazzarmi dei ricordi.
Dopo una ventina di minuti iniziò a piovere, e iniziai a tremare a causa della freddezza che mi circondava. I vestiti che indossavano non erano di molto aiuto.
Al mio momento di disperazione, feci la prima cosa che il mio istinto mi urlava di fare. Come una completa idiota, chinai la mia testa all'indietro e aprii le labbra per far sì che le gocce di pioggia si riversassero per la mia gola. Non mi interessava il fatto che la gente dicesse che la pioggia era piena di polvere e nemmeno mi interessava del freddo che provocavano i miei vestiti inzuppati. Avevo bisogno di acqua.
Ben presto la pioggia cominciò a terminare e si stava facendo sera, il sole oramai scompariva oltre l'orizzonte. Graffiai il mio braccio nervosamente mentre l'oscurità mi circondava. Era ciò che non preferivo di tutto il mio viaggio. Odiavo assolutamente il buio per non parlare di essere circondata da incombenti alberi e animali estranei che potevano fare Dio sa che cosa.
Era così buio che ero a malapena in grado di sapere dove stessi andando. C'erano solo piccoli suoni di un fruscio di cespugli e l'ululato del vento. Non si sapeva cosa si potesse nascondere dietro i cespugli, tutto quello che sapevo era di guardarmi sempre le spalle.
La notte era l'unica volta dove stavo in un posto per più di un'ora. E non avevo scelta a meno che non volessi trovarmi in una situazione pericolosa, ed era l'ultima cosa di cui avrei avuto bisogno.
Ero in allerta mentre i miei occhi si socchiudevano, visualizzando la zona per cercare un posto decente dove trascorrere la notte. Nella mia mente, potevo sentire il ticchettio dei secondi, mentre il bosco si faceva sempre più cupo. I miei occhi finalmente si fissarono su una piccola grotta, se si poteva chiamare così. Si trattava soltanto di un foro nella roccia, ma sarebbe stato sufficiente per tenermi riparata dalla pioggia e da altri occhi.
Feci la mia strada con cautela verso la grotta, vigilando su ogni possibile pericolo che potesse interferire con il mio breve soggiorno qui. Non notai niente.
Mi sentii sollevata, mentre lasciavo che le mie gambe si riposassero, strisciando sul calore della terra fredda. Un sospiro appena udibile sfuggii dalle mie labbra quando inclinai la testa all'indietro per cercare di trovare una posizione al mio corpo dolorante. Non poteva fregarmi di meno se i miei capelli si sporcassero, la fatica prese in ostaggio i miei sensi.
Goccioline di pioggia cominciarono a colpire la roccia, cullandomi in uno stato di incoscienza.
***
La prima cosa che registrai appena sveglia fu la mia schiena estremamente dolente, seguito da un bruciore alla testa. La seconda cosa che notai invece fu il rumore delle orme avvicinarsi al mio corpo.
La mia testa si alzò di scatto e il mio cuore si schiantò nel mio petto. Sentii lo scatto di un metallo su un metallo, e la mia mente ricordò le poche lezioni che mio padre mi aveva dato riguardo le pistole. Chiusi gli occhi con una smorfia, pregando di non essere stata appena catturata dai militari del re.
"Tu chi sei?" La voce aveva un accento rauco e capii subito che proveniva da un giovane uomo con mancanze di qualsiasi autorità.
I miei occhi si mossero sulla sua forma che torreggiava davanti a me, fermandomi sul suo volto. La sua espressione era seria, ma non scortese. I capelli erano di un castano chiaro, occhi scuri, e dire che non sembrava contento sarebbe stato un eufemismo.
Tuttavia, potevo dire dalla sua posizione che togliermi la vita era l'ultima cosa che voleva fare in questo momento, ma ancora non ero rilassata.
"Sono Melody." Risposi lentamente, tralasciando volutamente il mio cognome.
Continuava ad osservarmi ma il mio sguardo era fisso sulla pistola nella sua mano, puntata sulla mia fronte. Mettendo da parte lo shock, riuscii ad alzare le mani in aria per assicuragli che non ero una minaccia.
"Okay Melody. Che diavolo ci fai qui da sola?" I suoi occhi si socchiusero increduli verso di me, non vedendo il motivo per cui una giovane donna avrebbe girovagato tra questi boschi da sola.
Ero completamente consapevole di dover pensare prima alle mie parole, e presi un momento per riflettere sulle mie opzioni. Mentire era fuori questione, probabilmente mi avrebbe cacciata o peggio, infastidito avrebbe premuto il grilletto. E se fosse stato un cittadino di Serentile, probabilmente mi avrebbe portata indietro al castello dove il re non sarebbe stato per niente contento.
"Sei a favore del re di Serentile?" Mi ritrovai a chiedere, non essendo in grado di rispondere alla sua domanda senza conoscere questa importante risposta.
Si accigliò alla mia domanda. "No, io vivo a freelance."
Quasi feci irruzione in una danza felice alla sua risposta e dovetti nascondere un sorriso che minacciava di uscirmi sulle labbra. Non avrei potuto essere più felice di affrontare un ribelle prima d'ora. La mia mente vacillò nuovamente a George Walter, l'ultima persona rimasta a Tranquility che voleva usare i nostri militari per vendicare la sua famiglia.
Di solito le persone che vivevano nei boschi avevano armi ed erano barbari per dover vivere nei campi e procurarsi il cibo da sè. Ma forse, c'era una piccola possibilità che mi avrebbe aiutata.
Quindi, prima che avessi il tempo di pensare, sbottai. "Sto scappando dal re Harry Styles."
Sembrava sorpreso dalle mie parole. L'uomo sbatté le palpebre, le labbra erano sigillate mentre mi studiava con il suo sguardo. Con mia grande sorpresa, improvvisamente abbassò la pistola, infilandola di nuovo dentro la sua cintura.
"Non sapevo che le ragazze minorenni fossero la sua passione." Sibilò, senza preoccuparsi di nascondere la sua avversione verso il re.
Stavo per elaborare ma il mio brontolio allo stomaco mi interruppe. Non avevo mai provato questa fame, la mia pancia probabilmente pensava che non mi funzionasse più la gola.
Lasciai cadere il mio sguardo per la vergogna al suono scortese, mentalmente sospirai quando si lasciò sfuggire una risatina.
"Tanto affamata? Ero proprio sulla strada per andare al mio villaggio. Puoi aggregarti e proverò ad aiutarti. Mi piacerebbe anche sentire la ragione per cui ti sta cercando, dopo aver mangiato qualcosa." L'aura intorno a lui cambiò da minacciosa ad allegra in una manciata di secondi, riuscii a malapena a tenere il passo.
"Mi piacerebbe. Grazie--"
"Tom, chiamami Tom." Mi indirizzò un sorriso accogliente prima di offrirmi la sua mano. Guardai la sua mano tesa per un momento, ancora sconvolta per la piega che avevano preso gli eventi, ma alla fine accettai il suo aiuto.
Tom mi tirò su e guardò il mio abbigliamento, distrattamente spolverai lo sporco e altri detriti che si erano aggrappati ai miei vestiti. Probabilmente odoravo come un cadavere. Speravo che la gente del suo villaggio non l'avrebbe fatto notare.
"Grazie, Tom."
Annuì e cominciò a camminare in una direzione che sembrava conoscere così seguii il suo esempio. Le sue spalle larghe si fletterono quando si rimise lo zaino in spalla, stringendo le cinghie e tirandolo giù. Era difficile credere che da qualche parte in questa vasta foresta, c'era gente che ci viveva. E se non fosse per la fame e la disperazione che mi distraeva, mi sarei accuratamente preoccupata per tutta questa situazione. Tom, ovviamente, non piaceva il monarca di Serentile, ma chi diceva che gli potevano piacere i modi di mio padre? O il fatto che ero la sua erede? Dopo tutto, era stato lui a scegliere di vivere a freelance.
Scossi questi pensieri dalla mia testa. Non avevo una scelta in entrambi i casi. Se avessi rifiutato la sua offerta, egli avrebbe sospettato di me e avrebbe indagato ulteriormente sul mio caso. Se mi mantenevo calma salvavo le probabilmente che avrebbe visto il mio lato migliore.
Lasciai i miei occhi viaggiare verso il cielo mentre il bruciore mi faceva prudere la pelle. Mi fece piacere vedere il sole brillare. Per qualche ragione mi aspettavo di vedere della pioggia, vento, nuvole, tutto ciò che indicava la mia condizione in tempesta. Per fortuna il sole calmava i miei nervi e mi augurai che facesse lo stesso trucco alle persone che determinavano il mio destino.
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Ultimo capitolo postato dall'autrice. Spero aggiorni presto awe. xx
L'unica traduzione che posso aggiornare per ora è Breathing space, le altre devono essere ancora aggiornate.
Domande;
Vi fidate di Tom?
Chi troverà Melody secondo voi (se caso mai verrà trovata prima del suo ritorno a casa)?
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