Chapter 2
Negli ultimi giorni, il palazzo divenne un luogo di colloquio per i negoziati. Ogni volta che li sentivo conversare, me ne uscivo con un sorriso di incoraggiamento continuando a camminare, respingendo gli auguri e le congratulazioni. Odiavo come la gente mi trattava come se fosse l'ultima volta che mi vedessero. Qualunque cosa ma sollecitamente, perché pensavano che mi avrebbero dato conforto?
Erano circa le 8 di mattina quando le mie cameriere si precipitarono nella mia stanza con tessuti, aghi e fogli di carta. Avevano dei sorrisi che intonacavano i loro volti mentre parlavano del mio nuovo aspetto. Parlavano così in fretta che a malapena riuscivo a stare al passo con quello che dicevano.
"Melody." Paige, una signora di mezza età che conoscevo da quando ero una bambina, mi illuminò con un suo grande sorriso. Ricambiai il suo gesto gentile, lasciando che i lati delle mie labbra si incurvassero verso l'alto in un sorriso di corrispondenza.
"Sei pronta per il tuo nuovo look?" Chiese e i miei occhi vagarono in basso verso la sua mano, la quale stringeva un tessuto nero.
Annuii severamente, aspettando che iniziasse con il mio transgender temporaneo. Notando il mio sguardo incrollabile sul tessuto, Paige ridacchiò, sollevandolo leggermente fino a rivelare un top corto senza spalline.
"Questo si chiama legante. Renderà il tuo seno piatto per farlo diventare un petto maschile." Spiegò.
Sentivo dei nodi insieme a della eccitazione nella bocca del mio stomaco. La realizzazione mi colpì, ero davvero in procinto di trasformarmi in un uomo per la giornata. Per gli ultimi due giorni padre non aveva smesso di parlare delle condizione tra Serentile e Ellenia. Mi aveva detto di come i regni si comportavano per vivere in totale armonia, come si consigliavano reciprocamente, dei dibattiti nazionali e dei fatti militari.
Questo fino a quando non entrò in corso la guerra, rompendo il trattato. Tuttavia, non fu l'unica cosa a scatenare un disastro imminente. Serentile era infatti nota per essere il più duro dei regni. Usavano la pena di morte, andavano in battaglia molto spesso di qualsiasi altro monarca regnante, avevano delle regole severe e il loro capo era il più potente, brandendo l'autorità più feroce di tutti. Nessuno sapeva quello che stava in agguato all'interno delle alte mura del castello Serentile, era un mistero per tutti.
Quattro anni fa, Harry Styles, figlio del re Desmond aveva preso possesso del regno dopo la morte del padre. Correva voce che fosse più ruffiano di suo padre, che era rozzo e insensibile. Non volevo saltare alle conclusioni poiché era assente per dibattere, non importavano le circostanze.
Scattai via dal mio stordimento dallo schiocco delle dita di Paige, indicando alle cameriere più giovani di iniziare a spogliarmi. Mi aiutarono a liberarmi dalla mia camicia di notte azzurra, lasciandola cadere a terra con noncuranza.
Paige camminò verso di me, menzionandomi di alzare la testa per poter far scivolarci il legante. Alzai entrambe le mani, lasciando che mi sistemasse il petto. Il materiale freddo era duro contro la mia pelle tenera mentre lei lo regolava, tirando la parte sotto del legatore in modo che non potesse piegarsi creando dei noduli.
"So che sembra strano, ma prometto che ti ci abituerai, tesoro." Tubò, percependo il mio disagio.
"Va tutto bene. Credo che questo non dovrebbe davvero preoccuparmi ora, o dovrebbe?" Lasciai uscire una risatina secca, cosa era un piccolo legatore rispetto a un brutale capo, apparentemente spietato che governava un paese e che non sapeva nemmeno che in realtà fossi una donna?
Lei agitò la mano in aria, respingendomi. "Sciocchezze, Serentile è il nostro paese confinante e come tuo padre non farebbe male a un loro figlio, loro non poseranno una mano su di te." Sospirai, passandomi una mano tra i mossi capelli cioccolato. "Sì, naturalmente padre non farebbe una cosa del genere, ma è diverso. Sai quello che dicono." Parlai, la mia voce era leggermente inquietante.
"Una cosa la so per certo, mia cara Melody; dovresti smetterla di credere alle voci, potrebbe non essere così barbaro come le persone lo fanno sembrare." Mi pizzicò la guancia leggermente, dandomi un sorriso di traverso mentre procedeva con la transgender.
Ridacchiai di soppiatto, forse aveva ragione. Per quanto ne sapevo, poteva essere il ragazzo più bello sulla terra. Non potevo giudicare alla base di ciò che gli altri dicevano, dovevo vedere da me.
Mi avevano fatta indossare una divisa militare, infilando del ripieno dove la virilità doveva essere. Indossai degli alti stivali neri per farmi sembrare più alta, visto che non ero la ragazza più alta da queste parti. Ero abbastanza bassa per essere esatti, Avevo ereditato la mia altezza dalla mia carissima madre.
"Vieni qui." Paige disse, indicando una grande scrivania. Mi sedetti di fronte ad essa, sentendomi un po' strana in una uniforme da uomo. Certo, avevo indossato una divisa militare prima, ma era una fatta per il mio genere. Non appena presi un posto a sedere, iniziò a pettinare i capelli spessi. Afferrò uno spruzzino e cominciò a spruzzare nella mia capigliatura ruvida per districare tutti i nodi che si erano formati durante la notte.
"Hai intenzione di uhm...tagliarmi i capelli?" Chiesi esitante. I capelli erano probabilmente la mia caratteristica migliore, mi piacevano molto e mi dispiaceva se mi venissero tagliati. Avevo promesso per questa missione, così se sacrificare i miei lunghi capelli era quello che ci voleva, allora l'avrei fatto.
"Certo che no! Ti metteremo soltanto una parrucca." Sentii il sollievo impossessarsi di me alle sue parole, un sospiro impercettibile scappò dal mio corpo.
Ben presto, i miei capelli furono intrecciati e appuntati sù, una parrucca dai capelli corti li copriva. Stabilirono la parrucca con delle forcine così da non farla cadere provocando un caos.
"Tutto fatto!" Le cameriere iniziarono ad applaudire, i loro sorrisi orgogliosi si rifletterono sullo specchio di fronte a me.
I miei occhi si spalancarono e la mia bocca si socchiuse, mentre tenevo gli occhi fissi sul mio riflesso. Un piccolo, uomo in uniforme era davanti a me, la parrucca poco prominente e il petto completamente piatto. L'uniforme rossa era leggermente allentata sul torso, una serie di medaglie penzolavano sul petto. Una cordicella signorile era appesa sul lato destro della divisa mentre le medaglie scendevano sul lato sinistro. I pantaloni cremisi avevano una striscia bianca su ogni lunghezza di ogni gamba, una cintura di pelle abbracciava la vita. I capelli erano gelificati indietro, guanti bianco ricoprivano le piccole mani.
"E per finire," Paige raggiunse il mio labbro superiore, allungando una striscia di peli sul viso. Tutti battevano le mani con entusiasmo, mentre io mi sentivo tutt'altro.
Arricciai le labbra e dimenai le narici, sbirciai nuovamente sul riflesso, non essendo in grado di spostare gli occhi dalla persona strana.
"Beh, non startene lì! Non siamo nemmeno vicini alla fine." Disse e le giovani cameriere annuirono con la testa, come per sottolineare il fatto.
Che altro c'era da fare?
Le lanciai uno sguardo confuso dallo specchio, passando la lingua sulle mie labbra carnose. Guardando il mio look, lei ridacchiò e scosse la testa, facendo un passo indietro verso l'altro lato della stanza.
"Voglio che cammini verso di me per stringermi la mano." Ordinò. Mi rianimai, facendo la mia strada verso la donna dai capelli ricci con le mani che oscillavano ai lati dei miei fianchi - cercando di dominare una passeggiata maschile. Smisi quando ci trovammo a una stretta vicinanza, allungai il palmo della mano verso di lei.
"Ellis Armstrong." Introdussi il nome che mio padre aveva scelto con cura così che potessi usufruirne.
Allungò una mano e afferrò la mia, lasciandomi condurre la stretta.
"Va bene, dovremo lavorarci sù." Ridacchiò, lasciando andare la mia mano e portandola sul fianco.
Ridendo leggermente chiesi, "Era così male?"
Scosse la testa in modo drammatico, eccessivamente-esagerando un po',
"No, niente affatto! Sei solo molto femminile quindi è generalmente difficile agire come un uomo. Ma avremo tempo per questo, non preoccuparti!" Canticchiò, battendo le mani per dimostrare il suo punto.
La esortai a continuare, desiderando di imparare. Odiavo entrare ad una missione impreparata.
"Per prima cosa, dovresti sempre tenere a mente che gli uomini tendono a camminare in modo dritto e lineare, fanno grandi passi e non oscillano mai i fianchi. Bisogna che tiri indietro le spalle in confidenza - stai per andare a rappresentare il tuo paese, non c'è nessun motivo di rannicchiarsi. Metti un pizzico di autorità nella tua voce, contribuirà ad ottenere risultati strepitosi." Parlò solenne, i suoi occhi studiavano attentamente i miei movimenti quando provai a rilassare le spalle e camminare come un uomo avrebbe fatto.
"Riguardo alla stretta di mano - deve essere decisa. La maggior parte degli uomini sono la definizione di maniaci del controllo, a loro piace il potere. È un dato di fatto, Mr. Styles non sarà diverso. Lui ha questa bolla di fiducia incrollabile attorno a lui, che gli permette di mantenere il contatto visivo - potrebbe cercare di intimidirti stringendoti la mano, ma non farai marcia indietro, non importa cosa. D'accordo?"
Le mie sopracciglia di solcarono nella concentrazione mentre ascoltavo ogni sua parola, assumendo le informazioni. Secondo lei, dovevo evitare le abitudini femminili e guardare a tutti i costi ciò che mi circondava. Non dovevo strillare per qualcosa di inaspettato che potevo incontrare lungo la mia strada, lasciandomi impreparata.
Dovevo guardami le spalle.
La mia voce doveva essere modificata - non potevo pronunciare toni alti o una voce morbida, dovevo tenere un tono basso e mai parlare quando nessuno parlava. Disse a bassa voce che donava muscolosità così provai ad abbassare il tono.
Per le ultime due ore ci stavamo praticamente esercitando per una voce virile, stette di mano, liberarsi di abitudini femminili e linguaggio del corpo, camminata e generalmente sembrava evidente che ero fuori dalla mia zona comfort.
"Sua Altezza Reale." Una guardia bussò alla porta.
Svoltai la mia attenzione su di lui, le sue labbra erano leggermente increspate, ovviamente per il mio aspetto. Prendendolo come spunto per continuare a parlare, annunciò con tono fermo:
"È il momento di andare."
"Lo farò, grazie signore."
E con questo, se ne andò.
Lasciai che i miei occhi rastrellassero la stanza che avevo imparato ad amare così tanto, era la mia privacy, dopo tutto. Speravo di tornare al più presto senza che ci fossero problemi inaspettati. Il mio grande letto a baldacchino aveva delle tende azzurre che circondavano il letto bianco come il latte. Un grande lampadario di cristallo era appeso al centro della camera sopra al tavolo del trucco di fronte a una sedia bianca. La mia grande cabina armadio era probabilmente la cosa che stavo per perdere maggiormente nel caso fossi restata via più a lungo. Il mio corpo cominciò a irrigidirsi e i muscoli erano tesi al pensiero di non tornare.
Dovevo farlo, no?
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Secondo voi Melody riuscirà a farla franca? O sarà Franca a farsi Melody? No okay, dopo questa sparisco.
Comunque, vi sta piacendo?
Domanda; genere preferito?
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