Chapter 16
Il tempo scorreva come il cemento. Seduta lì, rinchiusa con due fratelli reali che non parlavano tra loro mentre il mio paese confinante era attualmente entrato in guerra mi metteva terribilmente a disagio. Oltretutto non ci dicevano ancora niente su quando potevamo uscire.
Il re si tolse la giacca, le vene pulsavano sotto la sua pelle setosa e i muscoli saltarono fuori. Arrossii quando i suoi muscoli si tesero, e immediatamente spostai gli occhi.
Cercai di mettermi a mio agio sulle piastrelle fredde, cambiando la mia posizione di tanto in tanto. Dopo un po' Gemma, che era altrettanto annoiata, allungò la mano verso di me e immediatamente l'afferrai.
Giocare con gli anelli e le dita delle persone era qualcosa che facevo quando volevo fare qualcosa. Mi piaceva giocare anche con le mie mani, ma con quelle degli altri mi piaceva di più.
Mi diede un piccolo sorriso quando notò la mia espressione compiaciuta per la sua mano squisitamente curata. Probabilmente si era curata le unghie dopo la nostra cavalcata, mentre le mie erano sottilmente lacerate e con del fango sotto di esse. La sua mano era lunga e slanciata e sembrava quasi appesantita per i due anelli. Le girai il polso, trovando dell'inchiostro nero che si allungava sotto la manica. Non aspettai un secondo, arrotolai la manica per avere un aspetto migliore del tatuaggio.
Ero stupita del fatto che Gemma si fosse fatta un tatuaggio in una zona vulnerabile; dove si potevano vedere le vene blu sotto la sua pelle vetrosa, forse aveva un significato.
Incisa sulla sua pelle c'era una spada, afferrata da una mano che in nessun modo poteva appartenere a un uomo. Proprio accanto alla spada c'era un occhio, uno strato di eyeliner alato e ciglia spesse lo incorniciavano perfettamente. Ciò che mi prese alla sprovvista fu il fuoco e la determinazione dell'occhio individuale, come se sfidasse chiunque l'avrebbe incrociato. Tutta questa scena era inghiottita da un tossico fumo magico alla ricerca di vapore.
Le donne non combattevano. Non avevo mai visto il forte, dannoso, possente scintillio di un argentato rasoio tenuto da una donna prima. Non potevo fare a meno di osservarlo. Una donna abile con la spada, suonava altrettanto giusto.
"Che significa?" Chiesi, tracciando il tatuaggio con il mio dito indice.
I suoi occhi guizzarono con cautela verso il fratello prima di tornare al tatuaggio. "Le donne sono guerrieri. Sono stufa della nostra società maschilista, che getta noi donne nel più crudele dei modi. La forza fisica non è tutto, per combattere è necessario il cervello." Si interruppe, gli occhi si irrigidirono al pensiero di quello che le donne costantemente sopportavano. "Ho fatto questo tatuaggio per ricordare a me stessa che le nostre lotte dimostrano come indipendenti siamo veramente."
Ero sicura di avere un'altra opinione riguardo Gemma. Il mio rispetto per lei continuava a diventare più forte ogni volta che entravamo in una conversazione - lei era immancabilmente gentile e rimaneva fedele alle sue convinzioni, senza mai abbassare la testa. Potevo dire che aveva passato un po' di turbolenze serie con il fratello, ma era abbastanza forte da mascherarlo con vibrazioni positive e una grande quantità di fede.
"So che suona sul dozzinale ma--" iniziò a divagare ma mi affrettai a interromperla.
"Sei unica nel tuo genere, Gem. Sono completamente d'accordo, le donne sono in grado di badare a se stesse in ogni modo possibile." Nel profondo della nostra conversazione, se non fosse stato per l'odore familiare di colonia da uomo e dopobarba avrei sicuramente dimenticato che Harry Styles era nella stessa stanza, ascoltando ogni nostra parola.
"In grado di badare a se stesse huh?" Improvvisamente pensò. La rabbia si azzuffò dentro di me al suo tono beffardo, affamato di distruzione.
"Certo." Risposi con fermezza e sbirciai di nascosto da sopra la mia spalla. Un brivido mi ronzò lungo la schiena quando sorride maliziosamente, le sopracciglia leggermente sollevate.
L'intenzione dietro quel sorrisetto non era qualcosa che si poteva facilmente assicurare, egli stava tramando qualcosa.
"Sei sicura di questo?" Fece un sorrisetto e io restrinsi gli occhi, la mia testardaggine apparì.
"Certamente!" Mi alzai, incrociando le braccia. Sentii il mio viso trasformarsi nell'ombra di un pomodoro troppo maturo mentre i miei occhi si socchiusero drasticamente verso di lui,
l'ira iniziò a pomparmi nelle vene.
Alcuni odiavano quando mi arrabbiavo, affermavano che avevo una certa audacia quando ero indignata.
"Davvero?" Chiese freddamente, ignorando la mia rabbia che aumentava.
Rispecchiò le mie azioni e si alzò. Capii immediatamente che non gli piaceva essere inferiore a me. Probabilmente odiava non essere in cima alle cose. I tacchi dei suoi stivali cliccarono contro il pavimento, quando fece un passo verso di me. Mi bloccai, incapace di muovermi sotto minaccia della sua altezza persistente.
Vi prego ditemi che non era intenzionato a mostrarmi che ero in torto. La sua esuberanza di guai andava oltre le aspettative.
Sentii la sua mano contro la mia schiena e saltai via, agitandomi verso di lui con occhi nervosi. Avevo preso lezioni di autodifesa, ma non abbastanza per andare contro un uomo come lui. Venni accolta da una curva delle sue labbra e occhi subdoli.
Sì lo era.
"Intendi dire che puoi difenderti?" Sussurrò e mi morsi le labbra." S-sì ho preso abbastanza corsi di difesa personale per questo." Mentalmente mi presi a schiaffi per le balbuzie e iniziò a camminare verso di me. Quello che avevo detto a lui era una piccola bugia. Tralasciai il fatto che padre mi aveva costretta a fare quelle lezioni, ed ero andata via di fretta proprio come ero arrivata - dopo due volte mi sembrava di far avvizzire la mia mente.
Non avevo intenzione di dirglielo, però.
Mi allontanai da lui finché non colpii il muro e mi intrappolò, impostando le mani su entrambi i lati del mio viso.
"Devo verificarlo." Le mie guance arrossirono alle sue parole. Rimasi in silenzio mentre con una mano mi afferrò la vita, tirandomi verso di lui.
La mia frequenza cardiaca era frenetica mentre la mia bugia mi scavò nel profondo. Presi un respiro tremante quando anche l'altra mano trovò la mia vita e si premette contro di me. Provai a togliere le sue mani dalla mia pelle ma senza alcun risultato - erano come barre di metallo che rimanevano premute contro di me mentre volavo nelle montagne russe; irremovibili fino alla fine della corsa.
"Perché sei così nervosa? Così incompetente? Se avessi preso lezioni di autodifesa, saresti in grado di reagire, giusto? O stavi mentendo?" Mise in discussione e rimasi senza fiato quando la sua mano scese per spremermi il sedere. Strinsi i denti, sbattendo rapidamente il mio piede sopra il suo.
Con mio orrore, sbuffò al mio povero tentativo di cercare di liberarmi.
"Hmm...qualcosa mi dice che stai mentendo. Sicura di voler testare la mia teoria?' Ringhiò spingendomi al muro, e inchiodandomi nuovamente.
Lasciai andare un piccolo squittio, lottando contro di lui debolmente, afferrò a coppa le mie guance portando il suo viso più vicino al mio e quindi eravamo alla stessa altezza d'occhi. "Sembra solo a me o sembri impotente? Sei sicura di non star mentendo? Perché sarò felice di continuare a dimostrarti il contrario."
Piegò la testa di lato e mi morsi il labbro.
Continuò quando non risposi. "Suppongo che vuoi che vada avanti?" Il suo pollice strisciò sul mio labbro, il mio cervello non funzionò più correttamente e la mia respirazione era traballante.
Con la coda degli occhi riuscii a vedere
il viso di Gemma, i suoi occhi mi implorarono di cedere e farla finita. "Harry penso che sia abbastanza." Esclamò e suo fratello strinse la mascella, svoltando il suo sguardo sul suo e sorprendentemente la fece tacere. Come se avesse capito le sue intenzioni.
Ben presto, i suoi penetranti occhi verdi si posarono nuovamente sulla mia figura intrappolata, facendomi quasi contorcere a disagio. Quasi.
"Potrei fare tante cose." Disse tra i miei capelli e i miei occhi seguirono le sue parole. Mai nella mia vita ero stata così vicina ad un uomo in quel...modo. Premetti i palmi contro il suo petto solido, cercando di spingerlo via con tutte le mie forze. Lui non si mosse.
Rendendomi conto che non avevo nemmeno più Gemma dalla mia parte, mormorai, "I-io stavo m-mentendo." Sorrise vittorioso, facendo un passo di distanza, guardandomi.
"Ci vediamo domani alle 6 di pomeriggio in punto. Non ritardare." Disse e quasi rimasi senza fiato al suo comando piuttosto che un suggerimento.
Lo guardai torvo. "Che cosa?"
"Ovviamente, le tue capacità di autodifesa hanno bisogno di un miglioramento. Ci lavoreremo sopra domani."
Sentii la mia mascella cadere a terra. Harry Styles, maestro nel combattimento, manipolatore e intimidatorio con altre persone, mi aveva appena ordinato di presentarmi a una sessione di autodifesa faccia a faccia con lui stesso.
Anche se suonava generoso e allettante, continuai a essere tormentata dai fatti strazianti. Perché avrebbe dovuto aiutare la figlia del nemico?
"Perché vuoi aiutarmi?" Chiesi incredula, restringendo gli occhi verso di lui.
"Mi servi viva. Se questo è come ti difendi allora non è assicurato." Si strinse nelle spalle.
Prima che avessi la possibilità di metterlo ulteriormente in discussione, qualcuno bussò alla porta, facendomi tacere. La voce di una guardia risuonò attraverso la porta.
"Vostra Maestà, abbiamo riscontrato alcuni problemi."
Il re sospirò e si passò le mani sui riccioli, tirandoli alle estremità dall'esasperazione. Lo guardai in silenzio affascinata mentre aprì la porta, rivelando un'uomo dall'aspetto afflitto.
"Branco di incapaci che non possono resistere un minino senza che gli venga detto esattamente cosa fare." Harry Styles ruggì, lasciandomi sconcertata contro il muro mentre con rabbia calpestò l'uomo tremante.
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Ho iniziato a tradurre due nuove storie! 'Breathing space' & '1842' se vi va, passateci! In una c'è Harry aka alieno, mentre in un'altra c'è Harry aka vampiro. Non ve ne pentirete, sono molto belle!
Riguardo il capitolo, cosa ne pensate, in generale, di tutto?
Domanda;
Dolce o salato?
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