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Confronto

«È stato così...» Esclamò la ragazza riaprendo gli occhi e bloccandosi a metà frase.

«Fantastico? Meraviglioso? Che ne pensi di un bis?» Domandò Chat Noir.

«Tu...» la corvina indietreggiò di alcuni passi.

«Sì Marinette, sono io, Adrien. Perché te ne stai andando?»

«Come sai chi sono?» Continuò a camminare in direzione opposta a quella del biondo, che però le si avvicinava «Vai via, stammi lontano!»

«Cosa non va?» Era confuso dal suo comportamento, sembrava... sembrava che avesse paura di lui.

«Stammi lontano!» Gridò nuovamente lei.

«Ma sono io, non mi riconosci? Siamo amici io e te.»

«Non avvicinarti!» Lo intimò nuovamente incominciando a muovere il suo yo-yo usandolo come scudo tra loro due.

«Fermati!» La supplicò lui, mentre la giovane continuava a camminare all'indietro e alla fine inciampò sulla ringhiera, facendo cadere la sua arma e trovandosi appesa alla transenna, priva di altri appigli. Il modello corse verso di lei e l'aiutò a risalire nonostante l'altra si dimenasse per sfuggire dalla sua presa.

«Mi hai salvata.» Mormorò stupita.

«Perché non avrei dovuto?» Chiese perplesso.

«Pensavo che... Niente, te lo dico dopo. Dobbiamo andarcene ora!» Senza lasciargli il tempo di replicare la giovane lo strinse con un braccio, e, agganciato la sua arma al camino di una casa vicina con la mano libera, scavalcò la balaustra e atterrò delicatamente a terra.

«Perché? Cosa sta succedendo?»

Un uomo dai capelli bianchi e gli occhi grigi apparve di fronte a loro.

«P-padre?» Balbettò lui mentre la ragazza cercava di trascinarlo via da lì. Cosa ci faceva lì? «Non dovevi essere in prigione?»

«Uno come me ha i suoi metodi.» Dichiarò lo stilista fissandolo intensamente «Sono felice di averti trovato, è da un po' che ti cerco.»

«Io no.» Affermò duramente l'altro «Hai fatto del male a troppa gente, non intendo avere più a che fare con te.»

«Nemmeno io lo vorrei, specie dopo aver scoperto del tuo tradimento: dopo che ti ho nutrito e dato un tetto tu mi hai ringraziato in questa maniera, ma mi sono prefissato un obiettivo e lo raggiungerò.» Con la mano destra, sfiorò l'anello posizionato sull'anulare di quella opposta «Ti ordino di prendere gli orecchini della tua compagna. Poi, mi consegnerai anche il tuo Miraculous.»

Lo sguardo del modello si fece vacuo e lui si voltò verso la compagna, che cercava di risvegliarlo da quella sorta di ipnosi. Ignorando i suoi richiami, si trasformò e iniziò ad attaccarla, mentre lei parava i colpi con la sua arma.

Il parigino afferrò la cima dello yo-yo ed evocò il suo cataclisma per distruggerlo, contemporaneamente la corvina tirò a sé il cavo, trascinandosi dietro anche il biondo, che cadde sopra di lei.

La ragazza, colpita dal potere, gridò e svanì, mentre la risata di Papillombre riecheggiava in un vicolo deserto della capitale francese.


«Mylady!»

Il modello sobbalzò colpendo con la testa la ringhiera metallica.

«Chat Noir, va tutto bene?» Domandò la giornalista seduta accanto a lui «Ti ho sentito agitarti e ho provato a scuoterti per svegliarti, cos'è successo?»

«Era solo un incubo, tranquilla.»

«Se vuoi parlarmene, sono disponibile.»

«Era Papillombre.» Le raccontò lui «Ci aveva trovati e avevamo iniziato a combattere, poi...»

La reporter si ricordò di come avesse chiamato disperatamente il nome della partner «Oh, ho capito. Mi dispiace, era stata una mia idea.»

«Sono stato io a colpirla, eravamo uno contro l'altra.» Era un sogno, ma davvero avrebbe ceduto così facilmente al suo potere?

«Te lo aveva ordinato lui, vero? Quella voce è così insistente, è una sensazione orribile. Una parte di te è cosciente e cerca di ribellarsi, ma senti quel sussurro che ti ordina di continuare. É una di quelle cose che non augureresti nemmeno al tuo peggiore nemico.»

«Scusa, non volevo ricordartelo.»

«Mica sei stato te ad akumizzarmi.» Replicò lei «Anzi, siete stati voi a liberarmi.»

«Avrei però dovuto sapere che sotto alla maschera di Papillon si nascondeva mio p... Cioè, Gabriel Agreste.»

La ragazza però notò la prima parte del suo discorso «Tuo padre? Oh santo cielo! Sono così dispiaciuta, Adrien!» Ora capiva il suo auto colpevolizzarsi eccessivo perché, in una famiglia normale, una cosa come la doppia vita di un genitore non poteva passare inosservata. Poverino, prima sua madre e poi il padre, per non parlare dei dubbi sulla sua collega e migliore amica... Non era poi assurdo che fosse così sconvolto.



Il sole stava spuntando attraverso le montagne in cui si trovava il tempio dei guardiani illuminandolo con i suoi raggi, che scaldavano la fredda aria circostante.

«Ho già visto questo posto...» mormorò Marinette dopo essersi osservata intorno «È il tempio dove vengono conservati i Miraculous, vero?» Aveva creato il portale di fretta senza pensare a una precisa meta soltanto per allontanarsi dai suoi compagni. Doveva evitare che Chat Noir e Su Han si battessero nuovamente e, conscia del suo destino, voleva almeno evitare che i suoi due amici la vedessero pronunciare la formula. Arrivare proprio di fronte al luogo per cui era in fuga le pareva un orribile e pessimo scherzo del destino.

«Ottimo intuito, Pegabug.» Le rispose il monaco «Grazie al tuo Lucky Charm, I danni causati da Fu sono stati rimediati.»

«Questo posto ispira molta tranquillità.» Sospirò la giovane: dopo aver perso i ricordi, ne avrebbe avuta o la sua vita sarebbe stata invece tormentata da quel vuoto incolmabile della sua mente? Come avrebbe affrontato Chat Noir la sua assenza e quella di Plagg? Come avrebbero reagito i suoi genitori e i suoi amici? E l'intera popolazione di Parigi? Come avrebbe fatto l'altro eroe a spiegare la situazione?

«L'equilibrio esteriore della struttura richiama quello tra le energie dei Miraculous.» Disse l'altro «Volevo chiederti di portarci qui, ma l'hai già fatto.»

Il futuro non era scritto sulla pietra certo, ma il destino era inevitabile. E il suo, a quanto pareva, era perdere tutto «Cosa desiderava dirmi?» Domandò poco dopo la ragazza «E perché proprio al tempio?»

«Essere scelti come guardiani è un grande onore.» Iniziò lui «Ogniqualvolta servisse un nuovo apprendista, veniva scelto un bambino proveniente da uno dei villaggi vicini per istruirlo e allenarlo. Gli venivano insegnati tutti i segreti legati ai Miraculous, come controllarsi emotivamente e varie tecniche di combattimento.»

«Perché mi sta parlando di ciò?»

«È necessario che tu sappia la verità su chi sei e su quella che è la missione affidatati, Ladybug: per secoli uomini e donne come me e te hanno combattuto per proteggere questi gioielli, e non ci sarà un futuro se non ci si confronta con il passato. Le nostre regole sono rigide e sacre, in vigore da millenni ed è grazie a ciò che il nostro ordine è prosperato; il legame con la tradizione ci ha impedito di essere corrotti dalla follia del potere e ci ha permesso di tramandare conoscenze inestimabili. Secondo leggi in vigore da millenni non ti sarebbe mai dovuto essere permesso di essere una Guardiana, e hai chiaramente commesso un errore potenzialmente compromettente per tutto l'universo, dimostrando di non possedere né la conoscenza né le abilità necessarie.»

«Sono pienamente consapevole dei miei errori.» Mormorò lei, domandandosi quando lui le avrebbe richiesto di cedere il ruolo. Perché non subito? Una parte di lei voleva aggrapparsi con tutte le sue forze e fino all'ultimo secondo a tutte le esperienze da lei vissute, un'altra invece non riusciva a reggere lo stress e implorava che l'uomo facesse tutto subito. Rapido e indolore. No, sarebbe potuto anche essere veloce quanto voleva, ma qualcuno avrebbe sofferto lo stesso. Il suo pensiero tornò ancora ai genitori, e al suo partner: Tom e Sabine avrebbero rivisto Marinette, ma lui invece? Sarebbe rimasto da solo. E Alya? Avrebbe perso la sua migliore amica e la sua eroina nello stesso giorno. Forse avrebbe dovuto parlarle di ciò prima e chiederle come ultimo favore di informare il suo compagno di come stesse dopo. O  l'eroe avrebbe fatto meglio a perdere totalmente i contatti con lei? Incontrarla ancora lo avrebbe solo fatto stare peggio e gli avrebbe rammendato di tutte le loro avventure, le stesse che lei avrebbe solo conosciuto tramite i racconti dei suoi cari? E Tikki? Avrebbe avuto un nuovo portatore o il Miraculous sarebbe stato lasciato nella Miracle Box a prendere polvere per anni?

«Sei giovane e hai agito ingenuamente, anche se non sarebbe totalmente corretto fartene una colpa.» Continuò lui dopo una breve pausa «Come punti a tuo favore hai invece ingegno e buona volontà, per questo ho interceduto presso gli altri Guardiani affinché tu possa essere istruita correttamente. Hai un buon intuito e, esclusa qualche rara eccezione, sei stata in grado di unire una buona squadra, tutte qualità che possono essere incrementate con un addestramento adeguato. Il tuo collega non si sbagliava, e nemmeno tu: a quanto pare siete sempre stati in grado di fronteggiare le sfide mandatevi dal destino.»

«Questo significa che non dovrò rinunciare al mio ruolo?» Non riusciva a crederci da quanto era felice: era convinta che avrebbe dovuto perdere tutto, rincominciare da capo e lasciare tutti, invece... era veramente finita, davvero. Era libera dalla minaccia che l'aveva oppressa da quando aveva aperto il cofanetto contenente il Miraculous, dal terrore di non riuscire a sconfiggere il loro nemico e finalmente certa di non dover cancellare tutta la sua esistenza. Se avesse potuto avrebbe urlato dalla gioia e sarebbe subito corsa da Chat Noir per tranquillizzarlo, ma sapeva che prima doveva aspettare la fine del discorso.

«Seppur a volte con metodi stravaganti, tu e il tuo compagno avete sempre portato a termine le vostre missioni. Le sfide di oggi sono diverse da quelle delle epoche passate e dobbiamo avere eroi adeguati ai tempi odierni.»

Il Guardiano si avvicinò alla porta del tempio e fece un cenno al ragazzo che sorvegliava l'ingresso affinché li facesse entrare. Era grande all'incirca quanto lei sia di età che di statura, abbastanza magro, con la pelle leggermente abbronzata e i tratti orientali. Gli occhi erano di una tonalità tra il grigio e il celeste, i capelli, invece, erano neri. Il giovane si inchinò piegando il busto e la testa al cospetto del Grande Guardiano, dopodiché ritornò in posizione eretta e aprì la porta.
Su Han continuò a camminare attraverso le varie parti del tempio: in ognuna di trovavano apprendisti e monaci intenti in attività come la meditazione e lo studio. Alla fine, i due giunsero in una piccola sala rettangolare dalle pareti dipinte. Portatori dell'uno e dell'altro sesso erano raffigurati sulle pareti frontalmente e rivolti verso la fine della stanza. Lì spiccava, sullo sfondo bianco, un disegno richiamante l'interno della Miracle Box: delle figure concentriche, il cerchio centrale riportava lo Ying e lo Yang; il disco intermedio, diviso in cinque settori, le immagini degli animali collegati a Nooroo, Pollen, Wayzz, Duusuu e Trixx; infine l'ultima era una corona di petali di loto, ognuno raffigurante una delle creature dello zodiaco cinese.
Davanti a quello, erano poste due statue di pietra, una maschile a sinistra e una femminile a destra, rivolte verso l'entrata e in posizione stante, con un braccio teso a reggere un gong in bronzo, decorato con il simbolo dell'ordine, e con la mano libera tenevano un bastone, simile a quello del Guardiano.

Egli si avvicinò e, una volta nei pressi delle sculture, suonò lo strumento usando un'asta poggiata a dei ganci posti sopra il disco. In tutta la sala si sentì un suono basso ma potente, quasi mistico e, contemporaneamente, le sfere di cristallo poste sulle punte delle aste strette dalla coppia di pietra si illuminarono di una luce celeste.

Su Han prese la Miracle Box dalle mani della corvina, che guardava ciò estasiata, e la poggiò sul pavimento. Solo ora la giovane si accorse che era decorato con motivi poligonali e ognuno di essi, al centro, riportava un simbolo differente. Il Tao di piastrelle, spinto da un meccanismo attivato dalla scatola si alzò di circa un metro dal livello del terreno, allora il monaco condusse l'adolescente al fianco del contenitore magico e le fece poggiare sopra quella la mano sinistra. Pronunciò poi delle frasi, che però lei non riuscì a capire e infine le si rivolse in francese affinché lo potesse capire.

«Prometti tu, Ladybug che proteggerai la Miracle Box e i suoi Miraculous da chiunque voglia farne un uso inadeguato?»

«Lo prometto.»

«Se si presentasse uno squilibrio nell'universo, ti impegnerai tu a sistemare ciò con tutti i tuoi mezzi?»
«Sì.»

«Giuri infine che agirai senza mettere in pericolo nessuna vita, in modo disinteressato e aiutando nei limiti delle tue capacità chiunque ne abbia bisogno?»

«Lo giuro.»

L'uomo prese una cordicella rossa e la legò solennemente al polso della giovane. «Possa questo talismano esserti di buon augurio, che liberi il tuo spirito e ti indichi la strada da seguire.» le augurò lui.

Il monaco riconsegnò lo scrigno a Marinette e suonò nuovamente il gong: le due sfere si spensero e la piattaforma sopraelevata si riabbassò al suo livello normale.
Riaccompagnò poi la ragazza all'esterno del tempio e, dopo averle prognosticato ancora un felice futuro, la congedò.

Buon pomeriggio!

Come va? *evita oggetti voltanti* Ok, stavamo dicendo che questo è il penultimo capitolo di questa storia e che... *scansa una sedia* E insomma che ho fatto di male? (*Coff* la reveal fallita *coff*) Ho capito, il prossimo capitolo è di Domenica, vi saluto!

E invece no, perché si da il caso che ho un mini disegnino della sala che vi metto proprio qui!

E altra notina informativa; Su Han ha regalato un bracciale a Marinette, per la precisione uno simile a questo, che ha anche uno specifico significato:

Come si può vedere, è composto da una semplice cordicella legata al braccio sinistro (il buddismo tende a rendere importante la semplicità). Il suo scopo è quello di allontanare le energie negative e viene spesso donato dai monaci tibetani durante la Puja, cerimonia religiosa con offerta alla divinità.

Questa tradizione è diffusa anche nell'induismo, dove il bracciale viene offerto spesso anche ai non credenti in segno di amicizia (e anche per ricevere un'offerta). Inoltre c'è una festa in particolare dove i fratelli e le sorelle si donano un bracciale (decorato anche con perline o amuleti artigianali) a vicenda, simboleggiante appunto l'amore fraterno.

Infine è presente anche nell'ebraismo, spesso ha sette nodi, essendo quello un numero importante per questa religione, anche se il suo uso è un po' controverso, in quanto qualcuno afferma che il rosso scongiuri il malocchio ( per altri invece è il techelet, ovvero l'indaco) mentre altri sostengono che portare una corda rossa come bracciale sia invece una tradizione pagana e quindi proibita.

Molto più in generale quindi il colore rosso in Cina rappresenta fortuna e gioia (nella cromoterapia viene usato contro la depressione e l'apatia) ma anche energia e forza.

E niente, vi ho anche fornito un monologo di oltre 100 parole per un dettaglio che praticamente non ha alcuna influenza sulla storia, ma niente potrà battere il discorso fatto nella Shot per il contest di Miracle box😂

Allora, cosa ne avete pensato del capitolo? Pronti al prossimo che sarà l'epilogo vero e proprio? (insomma, intanto sapete che Marinette sta benissimo, smettetela di guardarmi male😂). Cosa vi aspettate? Vi è piaciuta la storia fino a ora? Avete notato qualche errore?

Ditemi pure tutto quello che pensate (anche le critiche sono accette, non mi offendo, voglio solo migliorare il più possibile) o nei commenti o in bacheca o dove vi pare, alla prossima!

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