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XXXI

Auleen

Aveva paura. Una paura immensa.

Voleva vendetta ma sapeva di non avere speranze. Nauìya aveva acquisito troppo potere.

Era come se improvvisamente tutti i suoi incubi si fossero avverati. Aveva perso tutto e, come se non bastasse, non aveva idea di dove andare. Si sentiva in trappola, tutta la città era contro di lei.

Abbracciò il pelo morbido e candido di Neve, affondandovi il viso come fosse un soffice cuscino. La gattina non si lamentò, in quei giorni era rimasta tutto il tempo tra le sue braccia o tra quelle di Èell, come percependo il pericolo che correvano.

Si spostavano da un rifugio a un altro non fermandosi nello stesso luogo per più di un giorno. Per dormire, lei ed Èell facevano i turni di guardia, e quando erano sveglie si muovevano per la città tentando di incrociare meno persone possibili, e fingendosi comunque due normali ragazzine.

Ogni giorno che passava era sempre più difficile, Nauìya aveva organizzato una milizia che in teoria serviva per riportare l'ordine ad Aretem, ma Auleen sapeva che in realtà stavano cercando lei.

Al momento El era accovacciata al pavimento, in teoria era il suo turno per dormire, ma riusciva chiaramente a vedere la sua schiena scossa dai singhiozzi e talvolta le sfuggiva qualche verso sofferente che indicava chiaramente che stesse piangendo. Aveva visto la morte dei propri genitori il giorno prima nella grande piazza.

Auleen sapeva benissimo che cosa stesse provando, anche lei avrebbe solo voluto arrendersi e mettersi a piangere per tutto quello che era accaduto, ma non poteva, sapeva che almeno una delle due doveva essere forte, altrimenti non ce l'avrebbero mai fatta a uscire vive da quella situazione.

Auleen aveva compiuto la missione che le aveva affidato la nonna quasi interamente. L'unica parte che restava era la più difficile: sopravvivere.

Era stato terribile vedere la morte dell'ultimo parente che le rimaneva. Dopo che Nauìya aveva sparato, Auleen aveva preso ciò che le aveva dato la nonna ed era corsa nella sua camera da letto nascondendosi dentro all'armadio in mogano nero mezzo vuoto.

Aveva sentito altri spari, rumori dall'altra stanza, quando poi aveva visto la nonna entrare lì dentro e chiudersi la porta alle spalle. Sapeva il perché di quella scelta, Nauìya avrebbe fatto perquisire tutte le altre camere per trovare lei, ma non quella perché andava contro ogni logica che la sovrana li conducesse proprio al nascondiglio della nipote.

Auleen aveva stretto i pugni e si era costretta a non fiatare mentre la porta della camera veniva divelta da Orm, e aveva trattenuto le lacrime e i singhiozzi quando aveva udito lo sparo e il tonfo della nonna che cadeva a terra, morta. Era stato terrificante e terribile, Nauìya le aveva portato via tutta la famiglia e lei non poteva uscire e attaccarla perché aveva promesso alla nonna che avrebbe portato a termine la missione. Da sola non poteva ucciderla, avrebbe solo mandato in fumo l'ultimo desiderio della persona che l'aveva cresciuta e che aveva creduto in lei fino alla fine.

Aveva trattenuto il fiato per evitare che il suo respiro agitato venisse sentito. Nauìya aveva mandato via gli altri per andare a cercarla, mentre lei era rimasta lì e aveva messo in atto il suo piano. Auleen non aveva capito esattamente in cosa consistesse, ma quello che aveva visto poi dopo era stato sufficiente a farle intuire più o meno il funzionamento.

Quello che Nauìya aveva messo in atto era davvero spaventoso, era lei la vera Strega, la nonna non aveva mai fatto nulla di male, aveva solo tentato di tutto per aiutare le persone che la condannavano.

Auleen aveva atteso che Nauìya se ne andasse e poi, con attenzione, era uscita dal nascondiglio e aveva dato un ultimo saluto alla donna abbandonata a terra in una posizione scomposta.

Aveva perso tutto, ma non aveva il tempo di piangersi addosso.

Uscire dalla torre non era stato troppo difficile, conosceva quell'edificio meglio delle proprie tasche, mentre per i suoi inseguitori era completamente nuovo. Muoversi in città era risultato molto più complesso.

L'interno della fortezza era gremito di gente vendicativa che tirava fuori a forza le persone con cui lei era cresciuta dalle loro case per portarle alle prigioni.

Senza pensarci due volte era andata a casa di Èell, lì non c'era ancora nessuno, così aveva tirato una pietra a una delle finestre ed era entrata ritrovandosi nell'abitazione vuota.

Auyil era in città tentando di contenere la sommossa, ma probabilmente era già stato preso, Eàana invece non era quasi mai a casa a causa del suo lavoro. Auleen non aveva esitato un attimo ed era uscita in cortile aprendo un piccolo ripostiglio per le scope dove Èell si nascondeva sempre quando giocavano a nascondino da piccole.

L'amica si era messa lì probabilmente dopo aver sentito le parole di Nauìya. Era tutta tremante e teneva in braccio Neve con fare protettivo.

Auleen era stata grata di averle trovate in tempo, le aveva abbracciate entrambe e poi si era messa a rompere un po' di cose e, con l'aiuto dell'amica, aveva buttato giù la porta d'ingresso per far sembrare che di lì fosse già passata la folla distruttrice che stava ponendo fine a tutto il loro bellissimo mondo.

Si erano nascoste all'interno della casa e avevano atteso che la folla all'esterno si diradasse.

Da quando erano uscite non si erano più fermate, si erano spostate di nascondiglio in nascondiglio senza sapere realmente dove andare.

Dopo che Auleen aveva fatto ciò che le aveva chiesto la nonna, avevano deciso che avrebbero salvato i genitori di El. Essendo le prigioni inespugnabili per due ragazzine come loro, avevano pensato di agire il giorno in cui tutti i prigionieri fossero stati fatti uscire per decidere del loro destino. Si erano nascoste tra la folla, ma non erano riuscite ad avvicinarsi molto, tutta l'area era estremamente controllata dalla milizia comandata da Orm, principalmente formata da ex membri della resistenza.

Erano riuscite comunque ad avvicinarsi abbastanza da vedere i genitori della ragazza. Auleen riconobbe anche alcuni consiglieri della nonna tra cui Aika, e diversi soldati.

Era rimasta pietrificata dal discorso di Nauìya, aveva capito che cos'era il liquido dentro ai bicchieri che Zen distribuiva ai prigionieri che decidevano di seguire l'Ayìsse. Era il siero che aveva creato Louid per le tute, per questo il ragazzo se ne era andato, aveva capito che cosa voleva fare Nauìya con le sue invenzioni.

Auleen aveva notato gli sguardi di Tike, Zen, Orm, Jeynn e Daren; erano vuoti. Nauìya aveva usato quella cupola per controllarli e intendeva farlo con tutti. L'alternativa che offriva ai prigionieri era un inganno, si sarebbe liberata di loro in ogni caso, se bevevano il siero sarebbero diventati suoi burattini, invece se non lo bevevano sarebbero morti.

Quando era arrivato il turno di Auyil, El le aveva stretto forte la mano. Non sapevano che cosa fare, era impossibile raggiungerlo in qualche modo e Auleen sapeva già come sarebbe finita.

«El, andiamocene via» aveva sussurrato all'amica tirandola leggermente in dietro, ma lei aveva opposto resistenza.

«Non posso» le aveva risposto con le lacrime agli occhi.

Quando il padre della ragazza aveva iniziato a parlare, Auleen aveva capito subito che cosa aveva intenzione di fare, lo conosceva molto bene e aveva notato il modo in cui aveva osservato i movimenti di Daren e Orm. Sapeva però anche che non aveva scampo, nel tempo che gli ci sarebbe voluto per disarmare Daren e puntare la pistola su Nauìya, questa sarebbe riuscita a prendere la mira e sparare. Auleen sapeva quanto fosse spietata, non avrebbe avuto alcuna esitazione.

Quando il colpo aveva echeggiato nella piazza, Auleen aveva già premuto la bocca di El per evitare che gridasse e le facesse scoprire. Lei aveva tentato di dimenarsi per liberarsi ma la sua presa era salda, ed era riuscita ad allontanarla di lì, spostandosi più in dietro tra la folla, in un punto più nascosto e riparato.

Lì erano riuscite comunque a sentire le grida di Eàana e l'altro terribile sparo che aveva posto fine alla sua vita.

Erano rimaste nascoste lì, Auleen aveva tentato di consolarla, ma il volto di El era stravolto dal dolore, le lacrime l'avevano resa quasi irriconoscibile. Eàana e Auyil erano delle bravissime persone, dei grandi amici dei suoi nonni, e Auleen li aveva sempre visti come degli zii. La loro morte le aveva strappato un altro piccolo pezzetto del suo cuore, proprio come era avvenuto per la morte dei nonni. Ormai le rimanevano solo più El e Neve.

Auleen aveva quasi deciso di andarsene da quel luogo pieno di sofferenza, quando aveva sentito chiaramente la voce di Aika. Aveva sollevato lo sguardo e aveva lasciato un attimo la sua amica per tornare al punto dove si erano trovate prima.

La ragazza, bella e fiera come sempre, aveva parlato alla folla come una regina e non come una prigioniera in catene. Auleen la ammirava moltissimo per ciò che aveva fatto, per un momento era riuscita davvero a smuovere qualcosa dentro a quelle persone talmente cieche dalla rabbia da non rendersi conto di quello che stava accadendo.

Il modo in cui era morta era stata una delle cose più terribili cui Auleen avesse mai assistito. Nauìya aveva il completo controllo della mente del povero Tike e aveva fatto pronunciare a lui il verdetto finale. Auleen non riusciva nemmeno a immaginare il dolore che doveva aver provato Aika nel vedere suo fratello in quello stato dopo che lei aveva fatto di tutto per proteggerlo. Era stata una mossa davvero infima da parte di Nauìya, e Auleen non riusciva a capire che cosa le avessero mai fatto i due fratelli per meritare una pena tanto grande.

Auleen si sentiva in colpa per l'accaduto, si era ripromessa di riunire la loro famiglia, ma aveva fallito, si era fatta scoprire e aveva perso ogni cosa. Aveva lasciato che Nauìya vincesse, e in troppi ne stavano pagando le conseguenze.

Sospirò, costringendo la sua mente a tornare alla realtà, lontana da quei ricordi nefasti che le stavano dilaniando l'anima.

Avevano trovato quel rifugio dopo essersi allontanate dalla piazza e da tutte le sofferenze di cui era stata sfondo.

Presto avrebbero dovuto andarsene e iniziare a muoversi, non rimaneva più niente per loro in quella città, dovevano abbandonarla al più presto.

«El, è ora di andare» disse all'amica.

Le dispiaceva costringerla ad affrontare tutto quello, ma se fossero rimaste in quella città sarebbero state scoperte sicuramente, ogni giorno e ogni ora che passava diventava sempre più difficile. Non c'era il tempo di piangere i morti.

«Lin, io non ce la faccio ad andare avanti» le rispose l'amica. Sapeva che cosa le stava chiedendo, El non era fatta per quel genere di vita, non era pronta a perdere la famiglia, non era pronta ad abbandonare tutto. Auleen sapeva combattere, si era già trovata in situazioni difficili in passato e, malgrado tutto, non ne poteva più neanche lei di tutto quello, il loro mondo e la loro felicità erano finiti per sempre. Ma era per questo che se ne dovevano andare.

«Ascolta El, ti ricordi quello che ci dicevamo da piccole?» Le chiese avvicinandolesi.

La ragazza sollevò i suoi occhi grandi in quelli bicromatici di lei.

«Cosa esattamente?» Domandò. Auleen sorrise.

«Dicevamo che un giorno, quando fossimo state abbastanza grandi, saremmo fuggite per una vacanza solo nostra, saremmo uscite dalla città e avremmo visto il mare» Auleen non aveva mai dimenticato quel sogno, aveva pure pensato che quando fosse diventata regina avrebbe fatto costruire delle case sulla riva ingrandendo la città. In quel modo sarebbero potute andare nella loro piccola casetta delle vacanze tutte le volte che avessero voluto, per sfuggire alle fatiche e agli oneri delle loro responsabilità.

L'amica fece un sorriso triste che brillò sotto le lacrime che le rigavano il volto.

«Sì, me lo ricordo» le rispose con gli occhi lucidi.

«È giunto il momento di fare la nostra vacanza, usciremo da Aretem e raggiungeremo il mare, ci troveremo un posto tranquillo tutto nostro e ci costruiremo insieme una bellissima casetta di legno. Non è ancora il momento di arrendersi El, devi essere forte, vedrai che poi tutto andrà meglio» le disse con le lacrime agli occhi. Non sapeva se effettivamente le cose sarebbero migliorate, ma doveva fare di tutto per andarsene da quel luogo.

El sembrò riprendersi e la abbracciò. Avrebbero affrontato tutta quella situazione insieme.

-

Arrivarono alla periferia il giorno successivo. Spostarsi era diventato quasi impossibile, soprattutto per il fatto che erano due bambine da sole senza genitori. Auleen era stata costretta a mettere fuori gioco un uomo della sicurezza particolarmente insistente. Non lo aveva ucciso, non era un'assassina ma, dopo averlo fatto svenire, lo avevano imbavagliato e legato, per poi rinchiuderlo in un piccolo sgabuzzino nascosto di un'abitazione. Auleen sperava solo che non venisse trovato prima che loro fossero uscite dalla città, altrimenti questo avrebbe reso ancora più complessa la fuga.

Avevano già trovato una complicazione non da poco: verso la fine della periferia era pieno di soldati di guardia e Auleen non sapeva come oltrepassarli. Coprivano tutto il perimetro e non sembravano esserci punti ciechi nella loro difesa.

Per questo motivo si erano rifugiate in una piccola casetta diroccata lì vicino, in attesa del calare della notte. Auleen non aveva un piano, ma era sicura che con il buio avrebbero avuto maggiori possibilità.

«Potremmo creare un diversivo...» propose El. Era almeno un'ora che si scervellavano su cosa fare per risolvere quel problema.

«Il punto è che non devono capire che siamo uscite, altrimenti verranno a cercarci fuori e neanche al mare saremo al sicuro» spiegò lei. El sbuffò.

«Non so, Lin, è impossibile non farsi vedere!» Si lamentò.

«In realtà un modo ci sarebbe» intervenne una voce alle loro spalle. Auleen si voltò di scatto, pronta a combattere, ma non vide nessuno.

«Chi c'è?» Domandò El spaventata.

«Qualcuno che vi vuole aiutare» rispose la voce, e questa volta Auleen la riconobbe.

«Louid...» disse.

«Sì esatto, sono proprio io» rispose il ragazzo facendo comparire improvvisamente la testa dal nulla. Il suo corpo era completamente invisibile.

«Oh santa sovrana!» Esclamò El vedendo la testa fluttuante.

Auleen sorrise, non poteva dire di conoscere poi chissà quanto il ragazzo, ma sapeva che aveva abbandonato Nauìya, e soprattutto che aveva sempre degli assi nella manica, o meglio, nel giubbotto.

«Che cosa ci fai qui? Vuoi andartene anche tu dalla città?» Gli domandò.

«No, pensavo di stabilirmi qui nella periferia, così sarò a metà strada, da una parte potrò controllare tutto quello che avviene nella città, dall'altra ho una via di fuga veloce nel caso in cui qualcuno dovesse scoprirmi» spiegò.

«Però vi voglio aiutare, vi posso dare delle tute dell'invisibilità per fuggire di qui».

El sorrise entusiasta, invece Auleen si rabbuiò leggermente in volto.

«Non voglio avere niente a che fare con quel siero» rispose.

Louid annuì con amarezza.

«Immaginavo...» rispose dispiaciuto. Era evidente che si sentisse in colpa per quello che Nauìya aveva fatto della sua invenzione. «Se volete però ho creato dei mantelli, non funzionano bene come le tute perché ho dovuto realizzare un bordo in maniera che non si legassero completamente, ma l'ho posizionato in basso, all'altezza dei piedi, non dovrebbe essere troppo visibile» propose.

Era un'idea che le piaceva già di più.

«D'accordo allora, sicuro di non voler venire con noi?» Domandò.

Lui annuì. Nel suo sguardo Auleen lesse che lo faceva per Zen, voleva rimanerle vicino.

«Però fate attenzione, Nauìya ha creato una cupola tutt'attorno alla città, è per questo che c'è tanta sorveglianza, al momento la stanno rinforzando in maniera che sia più resistente. A quanto so, non ci sono porte o vie d'uscita, l'unica cosa che potete fare è aprirvi un varco, ma per riuscirci dovete usare questo, è l'unica cosa in grado di rompere i legami dell'esagonite» spiegò, mostrando alle ragazze uno strano oggetto che creava una scarica elettrica bluastra nel mezzo.

«Ma ci vedranno?» Domandò Aauleen preoccupata.

«Il processo crea una luce azzurra che sì, può essere notata, ma se la coprite con il mantello non si dovrebbe vedere, l'unico problema è che poi dovrete lasciare il mantello lì perché verrà inglobato dall'esagonite. Fuori non avrete più alcuna protezione, ma in teoria lì dovreste già essere al sicuro» spiegò.

Auleen annuì, pensierosa, il piano sembrava rischioso, ma ce la potevano fare.

«Grazie Louid» disse riconoscente prendendo in mano il mantello e l'oggetto elettrico che il ragazzo le stava porgendo.

Dovevano sbrigarsi.

Fecero per uscire dalla casa quando il ragazzo la richiamò.

«Ah! Ehm... Auleen» disse guardandola con sguardo sofferente, «come sta Zen?» Le domandò.

Auleen si morse un labbro e lo guardò negli occhi.

«Era distrutta dalla tua scomparsa, ma da quando Nauìya ha preso il controllo, sembra che tutti abbiano perso ogni percezione sui loro corpi. Sono solo dei burattini, non so se dentro ci sia ancora qualcosa» rispose con amarezza ripensando a Tike mentre condannava a morte sua sorella.

«Capisco...» disse, abbassando lo sguardo con rammarico.

«Buona fortuna Louid, ti auguro di trovare la felicità» lo salutò, iniziando a mettere il mantello in modo che coprisse sia lei che El che per tutto il tempo era rimasta come spettatrice ad attendere.

«Buona fortuna a voi» rispose lui, la voce ancora triste, probabilmente pensando a Zen e a ciò che la sua invenzione le aveva causato.

Si allontanarono in silenzio, era certa che qualunque cosa fosse accaduta, quella sarebbe stata l'ultima volta che lo avrebbe visto. Gli augurava realmente ogni bene, era forse ormai l'unica persona oltre a loro a combattere contro Nauìya.

El non disse nulla, doveva aver capito chi era il ragazzo che avevano incontrato, inoltre si stavano avvicinando lentamente agli uomini di guardia, non potevano rischiare di farsi scoprire.

Tentarono di camminare il più possibile nella parte asfaltata ma, verso la fine, tutte le strade si interrompevano e non potevano far altro che camminare sul terriccio umido, che prendeva la forma delle suole delle loro scarpe.

Iniziarono a procedere lentamente, El teneva il mantello sollevato per entrambe, mentre Auleen camminava all'indietro leggermente accovacciata, aggiustando la terra deformata dietro di loro in modo che non si vedessero i passi.

Ben presto però, il processo si fece difficile perché era sempre più pieno di lavoratori intenti a spostare materiali da costruzione per il completamento della cupola. Il viavai continuo rendeva necessario che loro si mettessero a schivare le persone che gli venivano in contro, e quindi Auleen fu costretta a smettere di nascondere le impronte. Dopotutto chi poteva mai vedere due paia di scarpe in più in mezzo a tutto quell'andirivieni?

Auleen guardò avanti verso il bosco che non sembrava troppo lontano, sapeva che a dividerle da esso c'era la cupola di cui aveva parlato Louid, l'unico problema era che loro non avevano la minima idea di quale fosse il punto esatto in cui si trovava e, se vi ci fossero sbattute contro, avrebbero rischiato di farsi scoprire.

Proseguirono tendendo il braccio fino a quando non percepirono qualcosa. A quel punto sollevarono il mantello in modo che coprisse quella parte di cupola, e poi Auleen prese l'oggetto datole da Louid e iniziò a disegnare una porta abbastanza grande sulla superficie.

Passando l'oggetto, la cupola emetteva una leggera luce azzurra, ma questa venne completamente nascosta dal mantello. Il processo era lento, ma Auleen vide che si stava creando un piccolo taglio nel punto in cui lei lo stava passando.

Il varco non era troppo grande, si sarebbero accovacciate per passare, ma non voleva rischiare che un po' di luce uscisse e fosse visibile oltre al mantello. Le mancava pochissimo, pochi minuti e il varco sarebbe stato pronto ma, in quel momento, uno dei lavoratori andò addosso proprio a loro due, spintonandole e inciampando.

La cosa attirò l'attenzione degli altri lavoratori e degli uomini di guardia che si voltarono per vedere contro cosa l'uomo fosse incappato.

«C'è qualcosa lì» disse indicandole. Con il cuore che batteva all'impazzata, Auleen finì di tagliare l'ultimo pezzo e subito lo attraversò tenendo stretta Neve e seguita a ruota da Èell.

Il mantello rimase ancorato alla cupola, chiudendosi come una tenda dietro al loro passaggio.

Auleen si voltò e vide una delle guardie avvicinarsi a dove si erano trovate loro e passare la mano come per scacciare una mosca. Ormai però loro non erano più lì.

Prese un sospiro di sollievo e iniziò a spostarsi lentamente indietro. Proprio in quel momento però, sentì il suono di un ramo che si spezzava. Si voltò. Era stata El. Sperò solo che nessun'altro l'avesse udito.

«Aspettate! Avete sentito?» Domandò un'altra guardia avvicinandosi alla prima.

Auleen fece segno a El di allontanarsi lentamente e, insieme, si spostarono piano piano senza fare più rumore.

Quando persero di vista le guardie e i lavoratori, quando non udirono più le loro voci, si misero a correre, più veloce che poterono.

Auleen era già stata nella foresta, sapeva come orientarsi, gliel'aveva spiegato la nonna, doveva guardare il muschio.

Corsero senza fermarsi per tutta la notte, Auleen guidò El verso est, era lì che si trovava il mare.

Si accamparono per poche ore la mattina seguente, giusto per riposare un po'. Erano fuori pericolo ormai, ma Auleen non si sarebbe sentita sicura fino a che non avessero visto l'oceano davanti ai loro occhi.

Preferirono quindi fare comunque dei turni di guardia. Lasciò riposare El che sembrava sfinita e si appoggiò su un albero, accarezzando Neve dentro alla borsa che si era tenuta a tracolla per tutto il tempo.

Sembrava aver patito un po' il viaggio, il cuoricino le batteva forte e, più di una volta, aveva piantato qualche unghietta attraverso la borsa, ma le coccole la stavano aiutando a calmarsi, probabilmente sentiva che anche loro due erano più tranquille ora che erano uscite dalla città.

Auleen guardò le fronde degli alberi, le ricordavano i bellissimi momenti trascorsi con la nonna nel giardino della torre. Non l'avrebbe rivista mai più, erano tutti morti.

Attese qualche ora per far riposare l'amica, poi però decise che era il momento di proseguire, erano ancora troppo vicine alla città.

Ripresero il viaggio con passo spedito ma senza correre, le facevano ancora male tutti i muscoli per quanto avevano corso la notte prima, e immaginò che per El fosse persino peggio.

Proseguirono per tutta la giornata prima di sentire finalmente l'odore e il suono delle onde.

Vedere il mare era sempre stato il suo sogno, erano pochi ad Aretem quelli che potevano vantarsi di esserci stati, e ora finalmente percepiva quell'aria fresca che la faceva sentire libera.

«Lo senti?» Chiese entusiasta all'amica che sorrideva quanto lei, se non di più.

«Siamo arrivate!» Esclamò El al settimo cielo.

Proprio in quel momento però, Auleen sentì, quasi impercettibile, il suono di un rametto spezzato.

Il cuore le si bloccò per un attimo per lo spavento, non era possibile, le avevano trovate.

«Giù!» Gridò a El, spingendola a terra mentre una pallottola raggiungeva esattamente il punto in cui si era trovata lei poco prima.

A quel punto, da dietro agli alberi spuntarono Nauìya, Zen, Daren, Orm e Tike.

Gli uomini al confine dovevano aver deciso di avvertire Nauìya, e Auleen era stata una stupida a correre il più lontano possibile senza mettersi a nascondere le loro tracce, era tutta colpa sua.

«Pensavi davvero di riuscire a sfuggirmi così, cugina?» Le domandò Nauìya. Cugina? Ma che cosa stava mai dicendo?

«Oh! Tu non lo sai?» Continuò, gongolando soddisfatta.

Auleen si alzò e studiò i suoi avversari uno a uno. L'anello debole era Daren e lo sapeva bene, Orm se la cavava sia nello scontro ravvicinato che a distanza e lo stesso valeva per Nauìya. Tike e Zen non l'avrebbero attaccata in uno scontro corpo a corpo, se la cavavano sulla lunga distanza e, se lei fosse riuscita a ripararsi con i primi tre, non si sarebbero messi a colpirla.

Il problema era che El non sapeva combattere, e per difenderla si sarebbe esposta maggiormente.

Come intuendo quello che stava per accadere, Neve uscì con un versetto dalla borsa della ragazza e si avvicinò a Èell, ancora accovacciata a terra, che la prese tra le braccia tremanti.

Auleen aveva ogni muscolo del corpo teso, pronta a scattare al minimo movimento dei suoi avversari.

Il primo ad agire fu Daren che tentò di spararle. Lei, prevedendo il colpo si abbassò e con una capriola lo raggiunse, per poi disarmarlo con un calcio. Si sfilò la borsa di Neve e la agganciò al collo del ragazzo facendogli perdere l'equilibrio e farlo cadere su Nauìya che stava per sparare.

Mentre la ragazza cadeva e tentava di togliersi Daren di dosso, Auleen schivò un fendente di Orm, si agganciò al suo collo e ruotò sopra di lui, facendolo cadere all'indietro. Raccolse da terra un ramo rotto e lo roteò davanti a sé, facendovi conficcare i coltelli che aveva appena lanciato Zen.

Per tutto il tempo non aveva smesso di tenere d'occhio Èell e Neve che si erano nascoste dietro al tronco dell'albero vicino.

Tike fece per spararle, ma Auleen rotolò dietro al corpo imponente di Orm e lo fece desistere dall'attacco.

Nauìya e Daren, intanto, si erano rialzati e la stavano attaccando proprio mentre anche Orm si risollevava pronto a colpire. Il gigante, disarmato durante la caduta, le sferrò un pugno che lei schivò lasciando che colpisse invece Daren che cadde tramortito a terra.

Nauìya impugnava un fucile e si teneva a debita distanza, ma stava esitando a spararle perché dietro aveva Orm che sarebbe stato inevitabilmente colpito dai suoi proiettili.

Sfruttò l'occasione per lanciare uno dei coltelli che le aveva scagliato contro Zen, verso un ramo che si trovava sopra Tike. Il ramo cadde e bloccò il ragazzino a terra, la pistola a qualche metro da lui.

Al successivo colpo di Orm, si abbassò passandogli tra le gambe e colpendolo con un calcio che gli fece perdere l'equilibrio e cadere verso Nauìya che lo schivò all'ultimo momento perdendola però per un attimo di vista e ritrovandosela di fronte un attimo dopo, pronta a scagliarle un calcio sull'orecchio che la fece cadere intontita a terra.

Auleen colpì anche il gigante e, schivati altri pugnali di Zen, glieli rilanciò infilzando la sua maglia contro uno dei tronchi.

Non si fermò un attimo a compiacersi della sua piccola vittoria, presto sarebbero tornati all'attacco, doveva portare El lontano da lì il prima possibile.

La afferrò per il polso e insieme corsero il più veloce che poterono, Auleen non sapeva dove andare, avrebbero potuto trovarle ovunque. Forse doveva farla finita, doveva dire a El di andare mentre lei sarebbe tornata in dietro a finire il lavoro, a vendicare la sua famiglia.

Proprio in quel momento però, sentì uno sparo e vide El cadere a terra inciampando. La aiutò ad alzarsi, ma la mano le si riempì di sangue, era stata colpita in pieno petto.

«No, El, no, non ti arrendere!» Le gridò, prendendola di peso e caricandosela sulle spalle. Continuò a correre incespicando, non sapeva dove fosse finita Neve, ma in quel momento forse era più al sicuro se stava lontana da loro. Uscì dalla foresta, raggiungendo delle alte scogliere.

C'era una stradina ripida e scoscesa che permetteva di scendere.

La prese senza curarsi del rischio di cadere, tra le alte rocce sarebbe stata più al riparo, non poteva restare lì, era troppo scoperta.

«Lin, salvati, lasciami qui, non puoi fare più nulla per me» le disse affaticata El.

Diventava sempre più pesante e Auleen arrancava di più a ogni passo. Alla fine cadde in ginocchio e posò delicatamente l'amica sulla pietra dura. Per il momento erano abbastanza riparate, non sarebbe riuscita a proseguire oltre.

Davanti a loro c'era il mare aperto, di un azzurro intenso e stupendo. Era bellissimo.

«È finita Lin, sto morendo» le disse l'amica, con voce flebile.

«No, El, guarda, ce l'abbiamo fatta, lo vedi il mare? È stupendo, te lo immaginavi così bello?» Le disse Auleen in lacrime. Non voleva perderla, non poteva.

«Non vedo il mare Lin, vedo solo tutto ciò che ho perso, vedo quello non potrò mai avere» disse con tristezza.

«No, El, ti prego, tu vivrai! Qui avremo il futuro che abbiamo sempre sognato! El ti scongiuro, non arrenderti!»

«Sei sempre stata tu quella forte, vivi per me» le rispose l'amica.

«El...» continuò in lacrime Auleen.

«Sai, io non volevo morire» disse la ragazza.

«Non morirai, andrà tutto bene, io sono qui con te, non morirai» ma gli occhi dell'amica si erano ormai spenti. Vuoti e vacui guardavano un punto indefinito, molto lontano.

«El, sono qui con te, non mi lasciare ti prego, non andare dove non posso seguirti, non abbandonarmi anche tu!» Le disse piangendo e abbracciandola.

«El! Ti prego El! Non lasciarmi sola! El!» Non riusciva più a trattenere i singhiozzi.

Se ne era andata, non poteva più sentirla, non poteva più udire il suono calmo del mare.

Auleen non sapeva che farsene di quella bellezza, non aveva più la sua amica accanto a sé, non aveva più i nonni, non aveva più nulla.

Il suo sogno era la felicità con le persone che amava, persone che una a una se ne erano andate lasciandola sola per sempre.

Non ci poteva più essere felicità per lei.

Si rese conto solo in parte della presenza Nauìya e degli altri che avevano raggiunto le rocce e la scrutavano da lontano.

Guardò per un'ultima volta il mare.

Aveva desiderato tanto vivere lì insieme a El, ma non era stato possibile. Lei se ne era andata, non doveva far altro che seguirla per un'altra avventura oltre qualunque paesaggio esplorato dai viventi.

Aveva giurato che non l'avrebbe abbandonata, e così avrebbe fatto.

Sarebbero morte insieme nel luogo dei loro sogni.

Vide Tike sollevare la pistola e puntarla verso di lei. Era la cosa migliore, non c'era più altro da fare.

Un boato.

Non sentì neanche il dolore, solo il suono del mare, un suono ondeggiante che piano piano la cullò verso l'oblio.

Verso la sua famiglia.

Verso El.

Eccoci finalmente giunti alla conclusione di questa serie di capitoli un po'... tetri.

Voglio che sappiate che Auleen è il mio personaggio preferito e anche se la sua morte non era veramente necessaria, mi è dispiaciuto davvero moltissimo ucciderla in questo modo😭.

Lo so, avrei potuto lasciare che lei ed El fuggissero e vivessero felici al mare, lontane dalle sofferenze che travolgeranno Aretem per anni dopo che Nauìya ha preso il controllo della città. Devo ammettere che per un momento sono stata tentata, mi sarebbe piaciuto far conoscere ad Aaris una vecchia Auleen che vive in una casetta di legno che dà sul mare, la prima volta che uscirà fuori città e conoscerà il mondo reale.

Purtroppo, però, ho dovuto scrivere quello che ho scritto perchè Nauìya non avrebbe trovato pace fino a quando anche l'ultima minaccia al suo potere non ci fosse più stata.

Riguardo al farla uccidere da Tike, e non per esempio da Nauìya stessa, non è stata una pura crudeltà. Purtroppo per lui, anche Tike è uno dei miei personaggi preferiti, e non potevo permettere che se la cavasse senza un po' di sofferenza ahahah. No, scherzo ovviamente, ma era la giusta conclusione tragica del loro legame tormentato, dopotutto è sempre per colpa di Tike che Auleen è stata scoperta, è merito suo se la strega è morta...

Già, povero Tike...

Comunque sia, anche se Auleen è un personaggio secondario ho deciso di dedicarle questo capitolo (che tra l'altro credo sia il più lungo del libro), e visto che non mi sembrava abbastanza per omaggiare il suo spirito forte e puro (Auleen è forse l'unica che non ha mai posto fine alla vita di qualcuno, direttamente, indirettamente come invece ha fatto per esempio Louid).

Non sembrandomi abbastanza ho deciso di fare anche un video sulla sua storia che metto qui di seguito.

😭😭😭

Ok, scusate, questo video mi commuove sempre😭

Allora, forse potrete pensare che la canzone non sia del tutto azzeccata alla situazione, ma non so perchè ogni volta che la sento mi sembra di sentire dell'ironia in quelle parole e quindi l'ho interpretata in questa maniera.

Nel video ho mostrato tutto il percorso che Auleen ha affrontato in questo capitolo: dalle sofferenze iniziali per la morte dei nonni, l'uccisione della strega da cui è partita la sua fuga, il processo che ha portato alla morte dei genitori di El e di Aika, la fuga nella foresta, il mare e infine la morte di El. I soffioni sono le speranze delle ragazzine che sfumano al vento e il gabbiano che vola verso l'orizzonte rappresenta le loro anime che vanno verso un luogo migliore, lontano, dove tutte le sofferenze che hanno patito in vita non potranno raggiungerle😭😭.

Ho creato oltre a questo altri due video, sulle storie rispettivamente di Aaris e Nauìya, ma li pubblicherò più avanti, dopo l'epilogo.

Bene, per oggi ci salutiamo, ci rivedremo venerdì con l'ultimo capitolo, non so ancora quando pubblicherò l'epilogo con la vera conclusione della storia, forse sabato o lunedì come un qualunque capitolo di Nauìya anche se ovviamente il pov non sarà il suo.

Buona settimana! A venerdì!

NediFo

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