Idolon
Anche oggi la sveglia è stata traumatica.
Il letto è una sirena che mi chiama a sè.
No, fra, non chiamarlo.
Lo so che è difficile, ma non chiamarlo.
Ricordati quello che ti ha fatto.
Ricordati come ti ha fatto soffrire.
Ma in mattine come queste, col freddo
primaverile fuori dalla finestra,
l'unica pensiero è il tepore del suo corpo
incastrato al mio, sotto le lenzuola.
Il modo in cui i suoi occhi brillavano
ogni volta che mi guardavano.
"Che hai?". Niente, sei bella.
La sua felicità quando lo baciavo.
I suoi abbracci mentre piangevo perché
lo stomaco voleva uccidermi, di nuovo.
Come riuscissi a vederlo in mezzo alla
folla - il mio cuore trovava il suo così
velocemente, attrazione fatale.
Il modo in cui sussurrava il mio nome.
L'effetto che aveva su di me.
L'unica a potersi vantare di averlo.
Lo sappiamo che è difficile.
Lo sappiamo che lo ami.
Ma lui non ti ama. "No, mi ama".
Ma il suo amore è tossico, ti uccide.
"Ma stiamo meglio". Non stai meglio.
"Sì invece". Non riesci ad alzarti oggi.
Gocce nel caffè, scivolo nel mio oblio.
Senza lo idealizzo. Cancello il nero.
Con loro - beh, lo idealizzo ancora.
Ma riesco a trattenermi dal chiamarlo.
"Un giorno alla volta. Domani si vedrà".
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