Hai presentato a difenderti la psicologia
al banco degli imputati dell'Amore,
come se fosse un avvocato valido
per un caso di amore disilluso.
Hai di nuovo sacrificato il tuo cuore
all'altare abbandonato della tua mente,
eppure sostieni che quella razionale,
tra noi due, sono sempre stata io.
Io, che non ti ho mai offerto spiegazioni
fredde e senza obiezioni, ma solo
suppliche e lacrime calde di terrore.
Ora sei tu a piangere il mio gelo,
la mia assenza in quelle occasioni in cui
coloro che ami non mancano mai.
Forse non ricordi come io ci sia stata,
lottando contro mostri più grandi di me,
e non mi abbia degnata di uno sguardo.
Tutti i miei sforzi, spazzati via.
Tutte le mie fatiche erano scontate.
Ti ho messo il mio cuore tra le mani
e tu l'hai gettato via, in mezzo alle altre
robe che riempiono la tua vita.
E non dirmi che non sapevi cosa fare,
perché avresti potuto fare qualsiasi cosa
e io ne avrei fatto un'impresa per me.
Ma hai visto il mio dolore.
Hai riconosciuto quegli schemi che io
ti avevo rivelato essere le ultime armi
a difendermi dall'autodistruzione.
Ma non hai fatto nulla, se non urlare
perché avevo bisogno di stare da sola.
Se non rinfacciarmi quell'ora d'aria
dopo giorni infiniti di reclusione forzata,
da te e dalle tue lacrime disperate,
in una stanza solo tua, senza luce,
senza alcun contatto con l'esterno.
Sola con te, che mi ignoravi e mi ripetevi
di non poter fare a meno di me.
Egoismo spacciato per amore.
Ossessione spacciata per amore.
Prigionia spacciata per amore.
E per amore io ho rinnegato me stessa
a tal punto da diventare un corpo vuoto.
Io ero nulla senza di te.
Io ero nulla con te al mio fianco.
Dimmi come questo può accadere
ad un cuore razionale come il mio,
ad una persona come mi dipingi tu.