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18

Apro la porta della mia stanza con mano tremante, ora non mi sento più cosi tanto sicura della mia scelta, forse é meglio tornare a letto e distruggermi completamente visto che lo so fare molto bene. Faccio un respiro profondo e varco la soglia, la luce del sole infastidisce i mei occhi ormai abituati all'oscurità e per un attimo mi sento disorientata e accecata. Chiusa la porta inizio  il mio percorso verso la scuola, mi sembra che abbiano tutti gli occhi puntati su di me, ma é solo un impressione, in realtà tutti si stanno facendo gli affari propri, ma io mi sento così strana che mi sembra che tutto il mondo mi stia osservando.

Deglutisco rumorosamente entrando nella scuola, vado verso il mio armadietto quando in lontananza vedo Sam con il suo gruppo di amici. Mi paralizzo, divento completamente rigida e lo osservo con malinconia mentre il mio cervello mi ricorda quanto io sia stupida. Cerco di mantenere il controllo quando i nostri sguardi s'incrociano. Mi viene da piangere quando vedo riflesso nei suoi occhi il dolore che gli ho provocato.

"OMG Mel ma allora sei ancora viva" sento cinguettare una voce alle mie spalle, ma non riesco a muovermi per darle attenzione, il mio sguardo resta fisso su Sam che si allontana senza guardarmi.

"Mel?" una mano si posa sulla mia spalla facendomi sobbalzare dallo spavento. "Cazzo Deb mi hai spaventata" porto una mano al cuore che batte più forte del normale, ma non so se sia per lo spavento o per aver visto l'amore della mia vita andarsene.

"Va tutto bene?" mi chiede la ragazza dai capelli ramati. "Si sto bene, devo prendere una cosa nell'armadietto e poi possiamo andare in classe"

La prima lezione della giornata é il corso di letteratura ed é l'unico corso che frequenta anche Sam uguale al mio, quindi siamo nella stessa classe e sarà dura starci per tre lunghe ore senza potergli dire niente. Più ci avviciniamo all'aula e più sento diventare i piedi di piombo, sono terrorizzata all'idea di dover incrociare di nuovo quei occhi tristi.

"Datti una mossa o arriveremo in ritardo" brontola Deb che tiene un passo più spedito del mio. "Arrivo" sbuffo mentre cerco di allungare il passo.

Mi fermo un momento alla soglia della porta, faccio un respiro profondo ed entro. Tutti sono seduti hai soliti posti, ciò significa che non ci sono altri posti liberi e che devo per forza sedermi vicino a Sam. Mi tremano le gambe mentre raggiungo il mio posto. Lui é seduto con la mascella serrata e riguarda i suoi appunti cercando d'ignorarmi.

"Scusa" Le mie labra si muovono da sole senza il comando del cervello. Il suo sguardo si alza dal quaderno e ricade su di me, mi guarda per un istante senza dire niente, bastano i suoi occhi a parlare, stanno urlando e piangendo, sono senza luce, sono diventati cupi e triste e tutto questo per colpa mia. Il suo sguardo mi fa sentire pesante e ad ogni momento che passa mi sento sempre più una persona lurida.

"Sono stata una stupida" sussurro nuovamente dopo aver pensato alle parole da usare. Aspetto una sua reazione, ma niente, é impassibile, mi guarda ma non dice niente. Il suo silenzio mi uccide ancora di più, mi sento sempre più morta.

"Ho bisogno del tuo perdono, ho bisogno di te" ci riprovo.

"Melody mi hai tradito, io non posso, non riesco a perdonarti" La mascella é serrata e la voce dura esce da dietro i denti. Non mi chiama mai Melody, sentire che mi chiama col mio nome intero mi fa una strana sensazione, mi da l'impressione che niente può essere recuperato.

"Buongiorno ragazzi oggi iniziamo da pagina ventidue" Il prof di letteratura varca la soglia della classe interrompendo la conversazione, se si può definire tale, che stavamo facendo Sam ed io.

Le ore trascorrono lentamente, tra me e Sam c'é tensione, lui non mi parla ed io cerco di non parlargli, non voglio peggiorare le cose, le voglio migliorare, ma non so davvero come fare quindi per non dire l'ennesima cosa sbagliata cerco di fare silenzio. Non riesco a concentrarmi, il prof parla, lo sento ma non ascolto, unica cosa che riesco ad ascoltare sono i miei pensieri rumorosi. Sarei dovuta rimanere rinchiusa in camera, dovevo restare li ad appassire perché é quello che mi merito.

Esco dalla classe per andare alla prossima lezione, non ci siamo rivolti nemmeno ultimo sguardo, c'é lui non mi ha rivolto l'ultimo sguardo, io continuo a guardarlo, anche in questo momento lo sto facendo. Lo guardo allontanarsi, lo guardo mentre esce dalla mia vita.

La giornata prosegue, non incontro più Sam e durante tutte le lezioni non presto attenzione; sono su un altro pianeta, un pianeta pieno di rimpianti, dove tutto si distrugge e diventa cenere fra le mie dita.

Uscita dall'ultima lezione torno in camera mia, una stanza ormai buia, puzzolente e con le pareti che trasudano disperazione.

"Devo tirarmi assieme, non posso continuare così" mi rimprovero chiudendo la porta alle mie spalle.
Per distrarmi dalla mia devastazione incomincio a fare ordine in camera; ordine intorno ordine nella mente; cerco di pensare.
Spalanco tutte le finestre, cambio le lenzuola, passo l'aspirapolvere, preparo i vestiti per il bucato e sistemo tutto quello che è fuori posto.

Tutto sembra essere tornato perfetto, tutto pulito; ordinato e profumato: tutto tranne la mia mente, quella testa sempre incasinata e non trova pace.

"Stare qua dentro mi fa solo male, devo uscire per farmi un giro e magari schiarirmi le idee" ormai ora parlo da sola, i miei pensieri hanno preso voce, sembro una pazza.

Mi guardo allo specchio per vedere se posso permettermi d'uscire, do un ritocco, prendo la borsa e vado verso la fermata dell'autobus che mi porterà in centro.

Metto gli auricolari e faccio partire la musica, ovviamente scelgo la playlist di musica deprimente per aiutare ancora di più il mio umore. Mi siedo vicino ad un finestrino, appoggio la testa su di esso è guardò fuori il paesaggio. Mi sento come in un videoclip, solo che purtroppo è la mia vita è fa piuttosto schifo.

Dopo sei canzoni da tagliarsi le vene arrivo alla mia fermata, ringrazio il grasso conducente e mi avvio senza una meta tenendo gli auricolari attaccati alle orecchie.

New York è una città che ti toglie il fiato, la amo e spero di poter realizzare tutti i miei sogni qua una volta che mi sentirò meglio.

Spazio autrice ;

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