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Mistral gagnant


La luce spazzava via le ombre dalla sua mente, la luce intrappolata in quella immensa distesa di ghiaccio che aveva risucchiato tutta la sua vita.

La luce dei riflettori, che lo facevano emergere dalle tenebre, tingendo i suoi atti di viola. E quella parola in nero scritta sul braccio.

MERCI...

Merci et au revoir...

Kevin sollevó lo sguardo, guardò verso la tenebra e lo vide, nascondersi nel suo ampio cappotto scuro, come la prima volta che lo aveva intravisto. Lo osservava impossibile ed attendeva.

Merci et au revoir...







Chi era il vero Kevin? se lo chiedeva spesso. La persona che tutti vedevano quando lo chiamavano. Non si riconosceva in quella persona e nelle sue aspettative.

Era Kevin che aveva preso quella decisione, era Kevin che si era piegato alle loro richieste e aveva scelto di andarsene? Lasciare la sua nazione, la sua casa? Poteva essere stato davvero lui?

Non si riconosceva quando si fissava nello specchio, vedeva un estraneo.

Quando gli era stato comunicato le loro intenzioni, era stato allora che aveva visto quell'ombra sparire per la prima volta con la coda dell'occhio.

Ma ancora non si era sentito diviso, ancora non aveva compreso.

Non ricordava perché aveva seguito quella figura, aveva corso per strada a perdifiato.

Si era ritrovato a fissare il vuoto, era svanito nel nulla.

Si era seduto sconsolato sulla prima panchina che aveva trovato, aveva preso il suo telefono e scorso le immagini... Quei paesaggi gli sarebbero mancati lo sapeva.

Scendi giù, scendi giù mio piccolo, non andare... resta qua con me. Sembrava che il vento gli volesse parlare. Che il vento avesse la voce di quel misterioso straniero.

J PERCIVAL GALIVAN aveva postato una foto, si era sposato... C'erano un tripudio di foto felici. Lo conosceva, lo ammirava.

Poi apparve l'account di Aurel, le rare foto del giapponese erano così delicate. Piccoli dettagli di amici e oggetti a lui cari.

Per lui traslocare era un rifiuto... Avrebbe mollato? si sarebbe arreso?

Avevano scelto lui, Perché? il suo amore sta in quelle belle terre verdi... il suo sapore era più grande, ma quelle parole a cosa servivano? Erano inutili.

E nonostante il vento gli parlasse era partito.

E l'ombra lo aveva seguito.

E l'ombra era rimasto assieme a lui... Sempre presente, li nella coda dell'occhio. Una presenza costante.

L'ansia cresceva... e il cielo crollava...

A loro non importava più cosa avesse da esprimere?

Cos'è che avevano detto... Se non riusciva ad arrivare a quel livello... quei salti... quel numero... quel quattro.

L'ombra era sempre dietro di lui, lo osservava, lo scrutava, lo controllava.



Miami era una città strana, piena di promesse e luce. Era bella e provocante.

Non troverai nessun altro posto, in questo maledetto mondo, che sia pari a me.

Quelle strade frenetiche, aveva fin troppo poco tempo per poterne godere appieno le luci e gli odori.

Aveva cancellato il vecchio profilo Instagram. Nuova pagina, nuovo percorso.

Voleva pulire la lavagna.

Eppure quella persona nell'ombra lo scrutava guardingo.

La sera restava a mollo nella piscina, il suo procuratore lo aveva sistemato in un bellissimo albergo.

Il clima era gradevole, non era abituato a quel continuo calore. Tutto ribolliva... e il freddo non sopraggiungeva mai.

Amava il freddo, amava le montagne... e adesso era sul mare.

Una parte del suo cuore era felice, si sentiva forse di nuovo libero?

Eppure quell'ombra non lo voleva abbandonare mai...

Cosa fanno le persone normali quando si sentono tristi?

Il vento non rispondeva e quell'ombra non voleva andarsene.



In quella città non si dormiva mai... La notte era fatta per danzare, urlare, gridare, cantare a squarciagola... E porre domande alle stelle, forse suonare la sua chitarra sperando di toccare le giuste corde e smuovere qualche nuova emozione.

Aveva trovato qualcosa... Un nuovo sentimento e mentre le ossa si rafforzavano spezzandosi aveva trovato la giusta via per arrivare al cielo.



E il vento urlava e il vento soffiava.

E venne la prova e Kevin sorrise alle stelle quella notte. Canada.

La voce dell'altoparlante annunciava il Warm-Up...

Chiamano te Kevin.

Il profumo del ghiaccio non gli provocava più paura, si stava ricostruendo, stava rinascendo dalle sue stesse ceneri come l'arabica fenice.

Lo avrebbero guardato e sarebbe stato magnifico.

Il profumo della pista, il rumore della lama, le note di Bruce Fox gli riempivano le orecchie e il cuore.

Era presente con la sua anima, non soltanto con il suo corpo dolente.

E l'ombra lo fissava tra gli spalti e la paura lo fece esitare ancora una volta.



Le aspettative erano alte... Forse troppo... alla fine ne era uscito soddisfatto eppure... sottile, un sospetto si era insinuato in lui.

Sarebbe tornato a casa, avrebbe mostrato la sua magia?

Quell'ombra lo ossessionava sempre più. Quel cappotto... Quel cappotto lo ossessionava.

Era tornato a casa, nella sua amata Francia. Ogni cosa profumava di casa. Ma quando vide quel cappotto tra il pubblico si sentì pietrificare. Lo sconosciuto era sugli spalti, la sua giacca recava i colori della Francia e il suo sguardo pareva volergli perforare il cranio.

La mattina del secondo giorno si era ritrovato così teso, la mediazione sul suo collo non era sufficiente, era troppo teso.

Arianne era stata una manna dal cielo. La sua più cara amica da che avesse memoria.

Con il suo sorriso radioso gli rendeva sempre tutto più facile da affrontare.

Sarebbe partita con lui. "Ti supporterò" gli aveva detto. "Starò al tuo fianco de lo prometto".

Era una noiosa giornata di pioggia era quasi arrivato al palazzetto per gli allenamenti del mattino quando lo aveva visto. Stavolta era certo... lo rincorse e si ritrovò a vagare per il centro commerciale deserto.

Vedeva quella giacca dai colori tanto familiari, perché lo spaventavano tanto?

Quando finalmente lo raggiunse lo vide... Lo sconosciuto lo fissò negli occhi... Era lui...

«Afferreranno i tuoi arti bianchi come i gigli e ti trascineranno giù... Ti impediranno di rialzarti e i corvi pasteggeranno con i tuoi resti. Fallirai e ne sei consapevole».

Quando Kevin udì la sua stessa voce di paralizzò.

Abbassò lo sguardo e cercò di riprendere fiato.

Si sentiva stordito... stranito al suo stesso corpo. Gli eventi lo stavano travolgendo, non riusciva a tenere le fila della sua esistenza. Tutto vorticava attorno a lui.

Chi è Kevin?

Sono io, pregi e difetti, con infamia e con lodi. Lui era tutto.

Chi è Kevin?

Un combattente, che non si arrende.

Chi è Kevin?

Un pattinatore di figura, che ama la pista di ghiaccio, che ama le sue lame... Che non smetterà mai di sognare.

Aveva le sue risposte, quando sollevò lo sguardo l'ombra se ne era andata...

Sapeva che non era finita, che non se ne era davvero andato.

Ma quelle settimane assieme a Arianne furono le più serene dopo molto tempo.

La frenetica Miami gli parve sempre meno invadente.

Saliva la marea, e l'anno più complesse della sua vita volgeva fine.

Dicembre non era lo stesso senza le sue montagne e la sua neve... E ecco che la sua casa stava tornando.





Rise divertito guardando l'ennesima foto che si erano fatti.

Arianne si strinse nel cappotto. «Come fa a non piacerti la cala Miami, qui si gela».

Kevin sorrise sornione. Se tu restassi assieme a me sicuramente l'apprezzerei molto di più, ma si... è un bel posto dove ricominciare.

Il nuovo account di Instagram si arricchiva di foto felici finalmente.

E quella mattina apparve un commento.

Non mollare, il tuo percorso è appena iniziato, credici.

Mickey, era un animo gentile e raffinato e Kevin sorrise felice, era stato bello incontrarlo... forse un giorno gli avrebbe chiesto di creare qualcosa per lui... Tutto quello che toccava il ragazzo fioriva. Il suo tocco era magico e il suo gusto così delizioso.

Ed eccolo, sul gradino del podio più alto e la Francia di fronte ai suoi occhi che lo onoravano.

Arianne gli sorrideva nel pubblico, la Marsigliese suonava solo per lui.

Ci sarà stato anche la sua ombra? La personificazione delle sue paure?

Ne era certo, era là, poteva sentire la sua voce chiedergli incessante Chi è Kevin?

Sorrise felice e Arianne lo portò a cena fuori.

Il telefono squillò.

«Ciao Kevin, sono Mickey! Scusa... ma ci tenevo tanto a congratularmi! Sono tanto felice! Sei stato meraviglioso».

Il ragazzo sorrise sorpreso, non della telefonata ma della gioia che essa scaturì in lui.

Parlarono moltissimo, incurante del resto del mondo.

«Hai trovato te stesso».

Quella frase di Mickey lo rincuorò, davvero?

Era quello il suo nuovo io? Quella crisalide che stava mutando.

«Penso che verrò a Miami presto... sto soppesando di trasferirmi li... Potresti aiutarmi se ti va?»

Io? Sono ancora così smarrito... Però apprezzo quella proposta. Perché il pensiero che Mickey si trasferisse a Miami rendeva quella città finalmente piacevole?

«Sarò un piacere» gli rispose con un sorriso che si allargava stampato in volto. E quel pensiero lo rendeva davvero felice.

«Hai programmi per questo Natale?» gli chiese improvvisamente Mickey. Kevin non fece a tempo a rispondere che l'altro aggiunse «Già... immagino che resterai in Francia, per passare un po' di tempo in famiglia».

«Già...» annuì Kevin, era assurdo, ma finalmente non aveva voglia di restare, aveva un motivo per partire, un suo motivo per farlo. Non lo stavano mandando via, era lui che si avviava verso quel percorso.

«Ci sentiamo presto»

«Ci conto» concluse Kevin.

Grazie di questo regalo, grazie delle tue parole.





Ed eccolo a danzare sul ghiaccio.

Miami era la sua nuova casa e c'era un percorso davanti ai suoi piedi.

Si sono rinato...

Sollevò lo sguardo, l'ombra era là e lo fissava. Il vecchio Kevin gli sorrise e svanì nel nulla.

Il pattinatore non avrebbe dimenticato ciò che era stato, ma era pronto per uscire dal suo bozzolo e volare via.

Perché il tuo amore sta in quelle terre verdi e ti sta aspettando...






____

NOTE dell'AUTORE


[Questa storia partecipa alla challenge "I'm dreaming of a white Christams" del gruppo Facebook: Boys Love - Fanart & Fanfic' s World"]  Le parole del mio pacchetto che mi è stato gentilmente donato dalla mia adorata artista di quartiere e di fiducia, mia cara amica Miryel e sono PROFUMO, PAURA, CAPPOTTO

Grazie ti tutto tesoro!

Sei unica e meravigliosa!!!!!!!!!

GRAZIE Miryel!!!!


Questa storia è nata come una cosa sraccordata e alla fine si è ricollegata a la trama principale in qualche modo...

Quindi chissà magari molto in la... nel terzo potrebbe spuntare fuori Kevin anche nel filone principale...


Questa storia è frutto della mia immaginazione, mi sono ispirata a Kevin Aymoz ma il resto è tutta parina del mio sacco compresa l'amicizia con Mickey e... vedremo...

I due nuovi programmi che lo hannp portato a vincere i capionati Nazionali e che spero vivamente lo portino di nuovo sul gradino più alto del podio agli Europei e ai MONDIALI che si terranno in Giappone sono


https://youtu.be/553miwqR9p4


https://youtu.be/PWDbvYnZx1E

Il titolo viene da questo brano:

https://youtu.be/_YqzuE-5RE8

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