2. Learning to Run
Sussurri
Continui sussurri nella testa del piccolo Calum lo tormentavano.
Non riusciva nemmeno ad archiviarli da qualche parte nella sua testa, per potersi concentrare sulla lezione di Kallisto, riguardante la storia della loro città e dell'impero Romano.
I figli di Morfeo non andavano a scuola, per il pericolo di avere dei momenti di non controllo dei poteri. Nessuno doveva sapere che i semidei erano fra di loro, o sarebbero stati probabilmente presi nelle caserme, per diventare dei veri e propri guerrieri divini.
"Calum"
Gli occhi di Calum si bloccarono nel fissare un punto oltre la finestra, che affacciava sul giardino esterno della domus, ignorando il richiamo di Kallisto. La ragazza sospirò e guardò, insieme agli altri bambini, nella stessa direzione cui Calum fissava, non notando niente di particolare.
Kallisto allora si avvicinò e poggiò le mani sulle spalle di Calum. Quel gesto lo risvegliò quasi come se fosse stato appena svegliato da un incubo; fino a pochi secondi fa sembrava totalmente in trance.
"Kallisto..." borbottò toccandosi la testa "Posso uscire?" chiese mentre la mano destra stringeva il suo liuto, e la ragazza sospirò
"Calum, cosa hai?" chiese "Questa è una lezione molto importante!" continuò facendo mordere il labbro al bambino
"Calum sta solo cercando di saltare questa noiosa lezione!" esclamò un bambino, facendo ridere gli altri, mentre il bambino si mordeva la guancia da dentro
"Non è vero!" esclamò il bambino sentendosi preso di mira
"Hey aspetta, Doricus, hai appena chiamato la mia lezione noiosa?" chiese Kallisto poggiando la mano sui propri fianchi, leggermente irritata
"SI!" esclamò con sincerità facendo ridere tutti, persino Calum che guardò tutti i suoi compagni con un sorriso. A volte erano proprio scemi, ma erano pur sempre la sua famiglia
"Ragazzi, vi ricordo che fra due giorni ci sarà la cerimonia a nostro padre nella foresta vicino la nostra casa. Abbiate rispetto dato che io ed i vostri fratelli più grandi stiamo preparando il tutto, dato che voi siete particolarmente pigri" li riprese, facendo emettere loro dei versi di disapprovazione
D'un tratto Calum emise un verso di dolore, mentre si toccava la testa e Kallisto lo guardò
"Calum, Calum! Che succede?" chiese e Calum iniziò a piangere con le lacrime agli occhi
"E' lui! Mi sta facendo male" pianse indicando il suo liuto facendo preoccupare Kallisto ed i bambini lo guardarono inarcando il sopracciglio
"Kalliii! Non lo ascoltare, sono solo scuse!"
"Lasciatemi in pace" pianse Calum correndosene non accorgendosi nemmeno di avere il suo liuto fra le mani
Kallisto suonò la sua lira e sospirò "La lezione è finita, devo parlare con le sorelle, non fate i cattivi, andate a giocare"
Calum corse verso la foresta a perdifiato. Non sapeva nemmeno lui dove stesse andando, seguiva soltanto il suo istinto? O semplicemente voleva scappare da tutto, anche i suoi stessi pensieri, qualcosa di impossibile, ovviamente.
D'un tratto si bloccò e si guardò attorno non capendo dove fosse. Si sedette a terra e, dopo essersi asciugato le lacrime, cercò di calmarsi, suonando il suo strumento. Non rusciva a contenere le emozioni.
"Perchè mi stai facendo male?" sussurrò più tranquillo, mentre suonava una leggera melodia malinconica "Non... non siamo più amici?" chiese preoccupato, per poi inarcare il sopracciglio
I sussurri, la melodia, gli urlavano di continuare a correre, e mai smettere.
"Devo... Perchè?" chiese confuso per poi smettere di suonare, sentendo la voce di Kallisto vicina.
Camminò per poi metri fino a notare alcune delle sue sorelle e fratelli più grandi vicino Kallisto, che sembrava preoccupata. Era una zona pianeggiante aperta a cerchio in mezzo alla foresta. C'era un grande tavolo, ed un'altare con la statua del loro padre. Calum sembrò per un momento stupito, ma venne subito richiamato dalle voci della discussione che i "grandi" stavano avendo.
"Sei sicura di quello che stai dicendo?" chiese una delle sue sorelle dalla chioma castana, e la tunica bianca, adornata da accessori in oro, sembrava una dea, era bellissima.
"Desideria, continuava a dire che gli faceva male... E' possibile che il suo strumento sia una parte di anima corrotta e che voglia la distruzione per entrambi?" chiese Kallisto "Io non voglio che Calum venga controllato dalla sua parte di anima... Potrebbe diventare malvagio" spiegò mordendosi il labbro
"Sei folle, Kallisto? La nostra parte di anima che ci vuole distruggere? Forse sta cercando di comunicargli qualcosa" disse una delle sorelle ed un'altra si avvicinò a lei
"Decima, ho letto nei tomi sacri donati da nostro padre in persona... Che alcuni figli di Morfeo sono diventati malvagi... La loro anima nera andava in contrasto con l'anima pura dello strumento, e lo scontro delle due parti, ha portato distruzione al corpo del semidio... E se fosse la stessa situazione, ma l'anima nera non è Calum, ma il suo strumento?" chiese guardando tutti
"Come può l'anima dello strumento corrompersi?" chiese Kallisto pensierosa per poi guardare i suoi fratelli "E se fosse opera di Ade?" chiese preoccupata
"E' possibile... che Calum abbia fatto qualcosa per adirare gli Dei?" chiese Decima e Kallisto scosse la testa
"Dovremmo contattare l'oracolo per poter mandare un messaggio a nostro padre? Dovremmo... trovare un modo per separare il suo strumento da lui?" chiese uno dei fratelli "O forse addormentarlo e capire se è davvero possibile che quello che sta succedendo a nostro fratello, sia davvero terribile"
"Fra due giorni avremo la cerimonia... Proverò a suonare per nostro padre e chiedere delle risposte" disse Kallisto "Controllerò Calum... se... Se starà male, proverò a tenerlo lontano dal suo strumento" i fratelli sgranarono gli occhi stringendo fra le loro mani i propri strumenti "Devo farlo... Non posso vedere il mio fratellino stare male" sospirò guardando un punto non preciso, sembrava confusa "Sembrava che avessero un legame... Ma come fa un legame di quel genere a fare male così tanto ad un bambino... Io devo intervenire"
"NO!" esclamò Calum facendosi vedere per poi puntare il dito contro di loro, sentendosi il cuore tremendamente agitato.
"Calum!" lo richiamò Kallisto e Calum scosse la testa, stringendosi il liuto
"E' il mio migliore amico! Non è cattivo! Non lo è!" ripetè "Non ci dividerete mai!" esclamò iniziando a correre via
"Calum non andartene!" lo richiamò Kallisto nel panico
Calum corse per la foresta, per chissà quanto tempo. Non si fermava, non sapeva dove andare, ma voleva solo stare solo insieme al suo migliore amico. Amava la sua famiglia, ma nessuno lo capiva... Aveva solo bisogno di un po' di tempo per se stesso.
Così si sedette su un tronco d'albero e suonò una melodia malinconica, facendosi guidare dalle sue emozioni di confusione, paura, risucchiate pian piano dal suo strumento
"Amnesia.." sussurrò quasi come cantando per poi sorridere, sentendosi felice di suonare... tranquillo. Il suo cuore era di nuovo in pace, così come la sua anima "Grazie.." disse abbracciando il liuto per poi bloccarsi sentendo dei rumori di passi più vicini
Il bambino indietreggiò leggermente, stringendosi il liuto fra le mani "C-chi è là?" disse il bambino per poi notare la figura di un uomo avvicinarsi con un grande sorriso
"Oh ma ciao!" disse l'uomo, facendo inarcare il sopracciglio al bambino che fece qualche passo indietro "Ti sei avvicinato troppo alla città lo sai?" chiese e Calum sembrò essere più confuso
Il suo liuto si smaterializzò e volò attorno all'uomo, che sorrise guardando i mille granelli di sabbia. L'uomo aveva dei bellissimi ricci quasi dorati, ed una tunica bianca lunga. Il volto era rilassato, giovane... Emanava un'aura gentile.
"No, non ti fare vedere!" esclamò Calum, sgranando gli occhi "Perché ti sei fatto vedere da un cittadino?" chiese al suo strumento che ritornò da lui
"Come ti chiami?" chiese il ragazzo avvicinandosi a lui, che si morse il labbro non capendo perché il suo migliore amico si stesse fidando di uno sconosciuto
"C-Calum.." sussurrò ed il ragazzo sorriso
"Oh! Cercavo proprio un bambino di nome Calum!"
"C-chi sei?" chiese ed il ragazzo portò le mani ai suoi ricci, scostandoli leggermente
"Sono un amico di Kallisto e dei tuoi fratelli da molto tempo, ho sentito che un figlio di Morfeo si stava avvicinando troppo alla città e così sono qui per riportarti a casa" spiegò e Calum inclinò da un lato la testa
"Qual è il tuo nome?" chiese ed il ragazzo sorrise dolcemente tendendogli la mano
"Non ti è dato sapere, sono solo qui per.." lo sguardo del ragazzo diventò scuro per un momento "Portarti a casa.." si guardò attorno per poi sorridergli "Meglio subito, la foresta e la città sono posti pericolosi per i bambini speciali come te" disse gentilmente e Calum allora gli strinse la mano camminando accanto al ragazzo
"Sei un semidio? Mio fratello?" chiese Calum durante il tragitto, notando come il ragazzo stesse aumentando il passo.
"No" disse ridendo per poi guardarlo "E no... Forse, dipende dalla risposta che vorresti sentire. La verità? La bugia più bella di sempre? O solo una leggera voce dentro di te chiede di non chiedermi altro?" chiese facendolo confondere
"Ti sto seguendo solo perchè il mio migliore amico si fida, e lui ha sempre ragione" borbottò ed il ragazzo annuì leggermente
"Non hai controllo, ma lui non prova nemmeno a fare quel che vuole per provocarvi danno" disse ed il bambino lo guardò curioso "Deve essere proprio bello il vostro legame"
Calum si fermò un momento non lasciandosi tirare dal ragazzo "Come fai a conoscere... Noi?" chiese "Kalli dice sempre che nessuno dovrebbe conoscere la nostra esistenza"
"Ho già detto che sono un suo amico... Uno fidato" disse e Calum strinse il suo liuto guardandolo male, facendolo sospirare "Calum, andiamo, ti riporto a casa"
"Non ci voglio andare... Mi vogliono separare dal mio amico, li ho sentiti!" esclamò ed il ragazzo rise leggermente "Huh? Cosa c'è da ridere? Io non... non voglio essere separato da lui" borbottò
Il ragazzo si avvicinò a lui e poggiò la mano sulla sua spalla "Calum, non vi separeranno mai. I migliori amici non si possono dividere. L'amore, è qualcosa che neanche Zeus in persona può distruggere o dividere" disse facendo spalancare la bocca al bambino
"Nemmeno Zeus?" chiese ed il ragazzo annuì
"Nemmeno lui, quindi stai tranquillo. E sicuramente Kallisto cerca sempre di proteggerti, l'unica cosa che devi fare e parlare in modo gentile con lei, e capirà. Quando le sorellone si preoccupano, a volte sono sceme, ma cercano sempre di fare la cosa giusta" disse facendo annuire leggermente il bambino per poi tendergli la mano "Andiamo?"
Una volta davanti la domus, notarono Kallisto seduta sul muretto con la schiena poggiata alla colonna portante, suonare quasi come per calmare l'animo distrutto e preoccupato per il bambino.
Guardò Calum accanto a quel ragazzo e sgranò gli occhi. Il bambino corse verso di lei felice di rivederla dopotutto
"Calum!" disse abbracciandolo chiudendo gli occhi per un momento, per poi alzare lo sguardo e notare che quell'uomo era sparito
"Kalli... Io... avevo paura" borbottò e Kallisto sospirò abbracciandolo stretto a lei
"Mi dispiace... Ero preoccupata per te, dicevi che ti faceva male... Pensavo che tu ed il tuo amico... vi sareste fatti male a vicenda, non volevo perderti Cal... Scusami" disse e Calum annuì leggermente per poi staccarsi dall'abbraccio "Ti prometto che tu ed il tuo amico non verrete mai separati!"
"Lo so... non possiamo, me l'ha detto quel ragazzo che mi ha riportato a casa" disse sorridendo per poi girarsi ed inclinare lo sguardo "Oh, se ne è già andato?"
Kallisto poggiò le mani sulle sue spalle e lo girò verso di se "Calum... Chi era quell'uomo?" chiese e Calum la guardò confuso
"Diceva di essere un tuo grande amico da taaanto tempo... Non lo.. era?" chiese e Kallisto si bloccò per un momento per poi sorridere
"Oh si, è un nostro amico... Sono contenta che ti abbia trovato e ti abbia riportato a casa sano e salvo" disse contenta mentre rientravano a casa e Calum veniva abbracciato dai suoi fratellini che gli chiedevano scusa per avere riso mentre lui stava male.
La ragazza se ne stava in disparte e sorrideva leggermente notando Calum giocare con i suoi amici, ma il suo cuore era tormentato.
Lei non conosceva quell'uomo, affatto.
Di sera, Kallisto si fermò seduta sul letto di Calum notando il bambino ancora sveglio. Il cielo era sereno coperto da milioni di stelle. Una perfetta e tranquilla notte per dei bambini che dovevano dormire e sognare.
"Anche oggi non riesci a dormire?" chiese Kallisto sistemandogli le coperte ed il bambino si morse il labbro
"Oggi sono successe tante cose... Ma non sto più male, ho capito cosa mi vuole dire" disse sorridendo indicando il suo amico accanto al letto e Kallisto sorrise
"Davvero?"
"Si! Mi vuole insegnare" disse e lei lo guardò curiosa
"Cosa?"
Il bambino fece spallucce per poi chiudere gli occhi "A correre"
"A correre?" ripetè "Perché?" Calum aprì leggermente gli occhi quasi come in trance
"Perchè sa che dovrò farlo molto presto"
- COSO AUTRICE -
BOOM
Scusate se i primi capitoli sono lentiii, ma pian piano devo ricostruire i pezzi della storia di Calum, essendo Missing Moments ci tengo a fare una storia completa del nostro piccolo semidio.
Il prossimo capitolo farà un boom
Spero che questo vi sia piaciuto
Comunque AAAAAAAAAAAAAAAAAAAA fra poco è capodanno, MI SENTO VECCHIA, PIANGO
Ci vediamo al prossimo capitolo!
ZAU *agita la manina*
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