La strega
Giunta la sera mi preparai per il nuovo giorno sperando di sbagliarmi...
Il giorno dopo, richiamai l'ispettore ma nulla, mi chiedevo come mai non rispondesse, infondo, ci eravamo lasciati proprio per questo: troppo legato al lavoro, troppo spericolato, in ogni suo caso.
Beh di sicuro mi meriterò un senti chi parla. Decisi di andare a trovare la "simpatica vicina" e con l'aiuto di una tazza di tè le chiesi:
"Salve, mi sa dire chi ha abitato nella mia casa prima che arrivassi io?"
La signora Madren mi raccontò che l'anno prima nella mia casa c'era stata una signora molto strana, con capelli rossi, che vestiva sempre di scuro, e che il suo viso ricordava quello di una strega. Tutti la temevano, si vociferava che possedesse stradi poteri:
"I nostri figli la chiamavano la strega, forse per il suo naso a punta" continuò dicendomi: "un giorno scomparve e nessuno la vide più.
Alcuni dicono che sia andata via, altri che sia stata rapita o peggio, ma non so altro"
Uscii dalla casa e i pensieri si mischiarono, avevo ragione in quella casa era accaduto qualcosa, qualcosa di sospetto...
"Capelli rossi, vestiva di scuro, naso a punta "
Il fatto principale era la sua scomparsa, tutto questo c'entrava con quello che avevo sentito?
Per saperlo ritornai sul tetto del comune dove avevo sentito quelle due voci. E mentre ero concentrata a guardare il pavimento nella speranza di trovare qualche indizio, una risata mi spinse a sollevare lo sguardo.
Una donna con capelli rossi e un naso a punta ed un mantello nero, cercai di rincorrerla, ma lei scappò, si lanciò dal muletto. La ricorsi, ma di lei nessuna traccia, stavo impazzendo?
Ormai stanca, e nello stesso tempo irritata di non potermi godere come si deve la mia vacanza, ritornai a casa. Il vento soffiava forte. Ormai era giunta la notte, regnava il silenzio, l'unico rumore era l'orologio a pendolo con intarsi in avorio di foglie e fiori, che dava i suoi rintocchi e a volte il rumore del vento.
Iniziai a riflettere sulle parole di Madren, ripensando a quella frase: "un giorno scomparve e nessuno la vide più sottolineata cerchiata da me stessa, o meglio scarabocchiata, ma a rompere quel "silenzio" fu un urlo, da far rabbrividire. Devo ammettere, che tutto intorno a me non mi aiutava ad essere serena... L'urlo veniva dalla casa di Madren, presi il mio giaccone dall'attaccapanni di legno tarlato e corsi da lei.
La trovai pallida, seduta sul primo gradino di casa, sua tremava, era sotto shock, affermava di aver visto un fantasma, nella mia soffitta, questo non mi rese molto contenta, visto che io ero nello studio della stanza di sotto.
Entrammo in casa, e cercai di tranquillizzarla.
"Ero appena tornata a casa quando affacciandomi dalla finestra un lampo ha illuminato il buio della notte, e l'ho vista! Era lei, che mi fissava, e un attimo dopo phuff era scomparsa".
Cercai di uscire, in quel famoso balconcino, ma la finestra era chiusa e la finestrina della mia soffitta era molto lontana, qualcosa non quadrava...
Mi chiese di dormire con lei, e io accettai senza problemi, l'idea di avere un fantasma in casa, non mi rendeva per niente felice.
Con il suo aiuto, andai a casa e presi le mie cose, era terrorizzata, tanto da far impressionare anche me, bastava soltanto un piccolo rumore, o un albero che colpiva la finestra, per farla urlare e spaventarmi a sua volta.
Non riuscivo ad immaginare se dopo quel suo piccolo racconto, anche se un po' sospetto avrei potuto tornare a godermi la mia bella casa.
Ma la casa di Madren, non era di meno, salendo per l'enorme scalinata stile '700 mi trovai d'avanti un enorme quadro, sembrava che gli occhi si muovessero, ma forse ero troppo scossa per l'accaduto...
Madren mi aveva offerto una camera, era una stanza molto buia, in quel momento la mia casa mi faceva meno paura di dove mi trovavo. La donna poi non era da meno, aveva qualcosa di negativo che la circondava d'altronde per vivere in una casa del genere, mi sarei meravigliata se avesse un aspetto normale...
Quella stanza buia, le tende nere, con piccoli decori bianchi, le mura bordò, il quadro... decisi di non pensarci, accesi un attimo la tv e vidi un servizio di un giornale dove si parlava di una donna di nome Francesca, italiana, scomparsa da un mese, forse era morta. Era stata trovata una macchia incendiata accanto alla spiaggia di Nizza.
La costa azzurra, esattamente dove mi trovavo, iniziai a non credere più alle coincidenze, e a rimpiangere la mia casa.
Difficilmente riuscì a dormire, l'idea che Madren potesse entrare da un momento all'altro con la candela e la sua camicia da notte bianca merlettata mi fece capire che di gran lunga era meglio poter stare in città lontano dal mare.
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