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Di Bronci, Pioggia, E Coming Out Mancati

Il piano di Lily era in atto. Il piano di Lily era in atto nel divanetto del Mischief, perché 'NON SI PARLA IN BILIOTECA! EVANS, LUPIN, DA VOI NON ME LO ASPETTAVO!!!', e i due stavano affogando tra gli appunti, nel divanetto, con il raccoglitore sul tavolo basso, da quasi due ore. Al bancone Sirius e Dora si gestivano le persone, e se la giovane Tonks sembrava furiosa alla vista dei sorrisi timidi dei due e del modo gentile in cui Remus rassicurava la Evans e viceversa, Sirius se ma stava spassando alla grande nel vedere Lily entrare in crisi, quando Remus le ricordava qualcosa che lei aveva perso. Aveva un bel metodo di aiutare, la Evans, facendogli acquistare sicurezza, spingendolo a ripetere a turni 'Come al liceo, Rem. Non lo hai fatto mai con quei tre svitati?' aveva anche chiesto.
'Credi davvero che abbia mai avuto il tempo di ripetere, in mezzo a quei tre?' A quel punto, Sirius gli aveva tirato una pallina di carta in testa, e il biondo cenere si era girato famelico, (credo Tonks tremò sotto quello sguardo divertito) -Dimmi che ho torto, scansafatiche di un Black che non sei altro.- -Beh io...- Ma Remus aveva già raccattato la pallina da terra, per tirargliela in fronte.
Remus lo guardò divertito, e con aria di sfida, e arrabbiato in modo affettuoso, e di nuovo, a nessuno interessò più di tanto la reazione della piccola Tonks, ma beh, Black tremò sotto quello sguardo. Tremò sotto gli occhi ambrati, e il sorriso spietato, e le cicatrici tese, e i riccioli biondo cenere, per quella che gli sembrò un era, ma poi si riprese, e ringraziò il cielo di aver risposto -Ok Reme, sei più bravo di me in questo.- perché Remus ridacchiò -Dio, ridacchiò, vi rendete conto? Gli ormoni di Sirius si, gli ormoni di Sirius lo vedevano, lo videro, le labbra che si aprivano piano, le leggere vibrazioni della risatina ironica e sommessa, i denti bianchi appena in ombra, e Dio, se Sirius voleva baciarlo. Dio, sevoleva correre lì, e baciare quelle labbra. -Solo in questo, Black? - e Dio, quella doveva essere una sfida. E Sirius si voleva sciogliere, a terra come gelatina, e le sua gambe erano lì lì per farlo, ma lui era Sirius Black che diamine, e ok, si era innamorato, e cozzava con la sua immagine di donnaiolo, ma comunque, rimaneva Sirius-Fanculo-Black, e allora rispose.
Rispose. Rispose. C'è da premettere, che sia Nimphadora che Lily arrossirono come peperoni, e davvero Nimphadora aveva visto di peggio. -Non ho ancora avuto il piacere di scoprirlo questo, Reme.- Ora, ciò che in quanto narratrice di questa storia mi sembra il caso di ribadire, fu che Nimphadora e Lily arrossirono. Ma Remus no. Remus si incatenò agli occhi grigi di Sirius. Troppo preso dal corvino per essere imbarazzato, e rimase lì, a fissarlo, screziatura per screziatura, istante dopo istante, finché non distolsero lo sguardo, tornando ognuno al proprio lavoro.
-La prossima volta. - Si sporse a sussurrare Lily. -La prossima volta che mi dici che non é vero, voi non flirtate, giuro che prendo un boccale e te lo do in testa finché non si spacca.-
-Il boccale o la testa? - chiese.
-Il boccale.-
-Aiah.-La rossa rise, Sirius sorrise, Remus chiuse gli occhi tranquillo. Nimphadora no. Perché il ragazzo che le piaceva flirtava con suo cugino, suo cugino flirtava con Remus, e tutte le persone attorno a loro sembravano lanciare loro coriandoli e cuoricini e riso da novelli sposi.
Nimphadora non sorrise.
Ma Rem e Lily avevano ripreso a studiare col sorriso sulle labbra, e Sirius stava preparando un caffè per un Molly Pretwett, e James era appena entrato nel locale col naso adorabilmente rosso catturando lo sguardo di Lily, seguito da un  Peter con gli scarponi infangati e avevano tra le braccia decorazioni per Halloween dentro due ingombranti scatoloni, perché era già metà ottobre, e sembravano tutti così felici, e liberi e divertiti.
Nimphadora non sorrise, i capelli lilla scompigliati e gli occhi un po' arrabbiati, e tutto quello che poteva fare per risultare infelice dentro quel bar che odiava un po' troppo, ma il Mischief era felice lo stesso, pavimenti sporchi di fango, pipistrelli scivolati dagli scatoloni, appunti disordinati sparsi sui tavolini da The, bicchieri di cartone con caffè troppo caldi e tutto il resto. Nimphadora a parte.
...
Remus non era mai stata una persona pubblica. Nel senso, non gli piaceva che la gente sapesse cosa gli passava per la testa. Quasto era il motivo per cui aveva fatto strano a tutti, vedere un ragazzo riservato come lui, e poi Sirius Black e James Potter. Era un contro senso. E la cosa buffa era che Remus, poggiato sulla trave verso la finestra, con una tazza di caffe caldo(il quarto della giornata,ma amen) , non sapeva proprio da dove venissero quei pensieri, sulle diversità e la riservatezza, e il resto. Comunque fu Sirius a toccargli la spalla per riportarlo alla realtà. -Per oggi hai finito?- chiese, e Remus sorrise prima di scuotere la testa. -Solo con Lils, ma ora torno in camera e ripasso il capitolo i sette capitoli per domani. È un metodo migliore di fare tutto da solo. Ti da delle regole. Un controllo.-
Sirius annuì, poi strinse le labbra. -Mi dispiace di non essere stato d'aiuto.-
Remus gli rifilò un occhiataccia della serie 'ma sei scemo?'
-Sei d'aiuto più di quando tu possa pensare, Sir. E ti ci impegni, e ti danni, e capisci quando sto male, il che è una grande cosa. Quindi piantala.-
Gli tirò una manata, e Sirius rinvenne un po' nella maglia stropicciata.
-Quando ti finisce il turno? - chiese Remus, e Sirius aveva risposto senza pensare. -Beh, ho coperto Lils nel pomeriggio, ma il mio turno finisce alle due. tra un quarto d'ora ho la pausa però.- alzò le spalle. Il fatto che il Mischief fosse un 24/7 rendeva i turni spiacevoli a volte. Il biondo guardò l'orologio affisso alla parete, faceva le otto e mezza.
-Ti faccio compagnia.- affermò Remus alzando le spalle.
-Mh ok.-
E Sirius doveva averlo interpretato come un per cena, se no, avrebbe mandati Remus in stanza a calci.
Come se cambiasse qualcosa. Come se non lo avrebbe comunque aspettato sveglio sui libri.
...
-Evans! Ehy Evans! Lily!- la rossa si fermò permettendo a James di raggiungerla.
-Diamo una festa per Halloween, e si,- La interruppe prima che potesse obbiettare. -so che lo sai, visto che lavori al Mischief anche tu, ma volevo solo chiederti se tu avessi intenzione di venire.- Lily lo guardò scettica passarsi una mano tra i ricci neri, testardamente imbarazzato e con la punta del naso rossa sulla pelle abbronzata. Lily ricominciò a camminare e James accanto a lei. -Non so se ho intenzione di venire, Pot... Porca Miseria! - esclamò, le si era appena rotta la borsa, facendo finire tutti i libri a terra. E beh, come nelle migliori commedie romantiche James la aiutò a raccoglierli. E no, non sognate, niente mani che si scontrano o occhiate da pappamolle, o roba del genere, quelli del Mischief erano veri duri (-Seh, come no.- - Taci George!-), solo James prese quei libri da terra. -Grazie Potter.-, Lily aspettava che glie li dasse.
-Di nulla, ma è inutile che mi guardi così, ti accompagnerò dovunque tu vada. - La rossa rise. -E se non volessi?- James alzò le spalle.
-Nessun problema, mi terrò il tuo fedele raccoglitore, il tuo dizionario e questo mattone di...- inclinò appena le spalle e i gomiti per leggerlo sul bordo. -'Lettere antiche e imponenti profezie' fino al nostro prossimo incontro.- la Evans lo guardò per un istante, e poi scoppiò di nuovo a ridere. -Ok Potter, seguimi.-
-Ai tuoi ordini, capo.- rise lui, gli occhi grandi dietro gli occhiali. E Severus, che era stato in procinto di urlare il nome di Lily prima di venire interrotto da James digrignò un po' i denti, e se non avesse chiaramente visto la borsa cedere al peso dei troppi libri, e beh se fossero stati in un universo in cui era possibile lanciare incantesimi, avrebbe giurato che ci fosse lo zampino di Pettigrew che li guardava da una panchina poco distante. O beh, magari solo del Mischief.
...
Remus era testardo. Remus era testardo e Sirius non aveva capito le sue intenzioni. Non sapeva bene quale scusa usare, ma nessuna delle due sembrava andar bene. Perché si, Remus era un testone e se diceva 'io resto' poi restava, punto e basta, e non lo avrebbe distolto dalle sue intenzioni nemmeno una pistola puntata alla testa (si, questa cosa gli era già capitata, no, ve la racconto un altra volta, non è il momento.)
Il punto era che nessuna delle due era una buona scusa da usare prossimamente contro l'ira della Evans, perché, beh a un certo punto se ne era reso conto, ma comunque non aveva saputo dire nulla al ragazzo seduto al bancone di fronte a lui, gli occhi ambra luminosi, i riccioli del ciuffo biondo tirato su alla buona dalle mani. Aveva studiato i capitoli per il giorno dopo, schematizzandoli su carta, ed evidenziandone le parti per importanza. A un certo punto era entrato Frank Longbottom, e Remus gli aveva ripetuto l'intera lezione, mentre sorseggiava con calma la sua birra, annuendo o aggiungendo dettagli. Quando Frank se ne era andato, Remus aveva chiuso i libri.
Era l'una e mezza. -Ti do una mano.-
-Cosa?No!-
-Sirius. -
-Remus.- beh, avrebbe comunque potuto dire alla Evans di avergli impedito di lavorare alla fine.
-Andiamo Black- si sporse sul bancone e il suo sguardo annoiato, e divertito, e sincero in quei suoi due enormi occhi ambrati, e Dio, Sirius non voleva resistere. Voleva baciarlo e basta. -Ti va sempre un aiuto.- e beh, Sirius si fermò con la mano destra avvolta in una pezza, dentro il boccale che stava asciugando.
-Non da te. Hai lavorato tutto il giorno, Remus, e se ti azzardi ad alzare il culo da quella sedia ti rinchiudo in camera per i prossimi tre giorni.-
Remus lo guardò per un istante, i capelli neri alla spalla incastrati dietro l'orecchio, la camicia a scacchi rossi, e il boccale da asciugare in mano, e quei dannati occhi argentati, e il suo primo pensiero di che quel ragazzo era maledettamente bello. Si trattenne dal dirlo e lo guardò, col suo solito sguardo divertito ma imbronciato. - Ok mamma.-
-Oh, va a quel paese Rem! - fece Sirius, e infilò la mano nel lavabo solo per schizzarlo.
-No, Siri, no! No! Andiamo dai! - rise, e alzò i gomiti davanti al volto per proteggersi dalle gocce, e Sirius rise, e cavoli, erano così dannatamente idioti da non rendersene conto, così dannatamente idioti da non far caso al modo in cui i loro occhi si intrecciavano, e al modo in cui smisero di ridere, e si sapeva o cosa provavano, ma cristo, era così ovvio, che fossero sentimenti ricambiati, e loro... Loro non ci fecero caso. Non fecero caso al modo in cui Remus fissava le labbra di Sirius e Sirius quelle di Remus e, oddio, sarebbe stata una lunga ora.
...
Qualche ora prima
James era appena uscito dalla sua camera, dopo aver mollato sulla sua scrivania i libri che la aveva aiutata a portare. E beh, effetti collaterali?
Marlene, Mary ed Alice erano lì.
Il che comportò un 'Ciao James' standard e strilli da criceti in calore dopo la chiusura della porta.
-Oh Dio, esci con Potter? - esclamò Mary, e Marlene sorrise. - Ovvio che si hai visto come lo guarda? -
-Io Non... Finitela io non esco con Potter!- -Beh, ti piacerebbe farlo.- rincarò la dose Alice.
-Beh, e a te piacerebbe uscire con Longbottom.- Alice arrossí, e sorrise. -Si in effetti mi piacerebbe molto. E a te, tesoro mio, piace James.-
Lily diventò di un rosso più denso di quello dei suoi capelli.
-Sai che ero convinta che ti piacesse Remus?- Chiese Mary sincera, e Marlene la guardò stranita.
-Remus è gay, Mary.- Disse, e Lily sorrise. -Non ditelo a Dora. E anche se fosse Remus è già prenotato.- Ammise buttandosi sul letto accanto a Mary.
Marlene si tirò su con gli occhi accesi.
-Da Chi? - chiese con tutto il suo potere da pettegola incanalato in una sola frase. Lily si pentí di averlo detto. -Non so se vuoi saperlo Marl. -
-Ovvio che voglio!- ribatte quella, e Lily esitò. - Io...-
Alice roteò gli occhi. -Da Sirius, Marlene, hai visto come lo guarda.-
-Che enorme cazzata, dai, in che modo lo guarda? - Sbuffò Marlene infastidita, e non era abituata a non ottenere ciò che voleva, ma si, lo aveva notato anche lei. Lily sbuffò, si teneva dentro la voglia di dirlo da giorni. Remus era il suo migliore amico, quello che chiamava quando c'era un problema serio, quello che riportava la pace. La cotta di Marlene per Sirius era più che un capriccio, era una semplice voglia di dar noia, e ok, Forse Sirius lo meritava un po', ma Remus no. In definitiva, Lily adorava Marlene, ma era disposta a darle contro. Perché li aveva visti, quegli sguardi negli occhi di Sirius e Remus.
-Nello stesso identico modo in cui tu guardi Dorcas, Marlene.- sbottò quindi, e non le importava del rischio di tirarsi contro le sue tre amiche, perché se Potter, che tutti chiamavano sbruffone senza nemmeno conoscerlo, poteva rinunciare a qualcosa di importante per lui, allora lei, etichettata santarellina, poteva benissimo tirarsi contro l'ira di tre ragazze.
-Io...- sillabò quella. -Non è ve...-
-Marl.- la bloccò Alice, dando corda a Lily. -Si vede come la fissi.-
Marlene era un peperone. -Vi detesto, non mi avete neanche dato il tempo di fare coming out. -
Scoppiarono a ridere e andava un po' bene.
-Ma tornando a Potter...-
Lily si chiese come avrebbe potuto mai sopravvivere a quelle tre figlie di satana.
...
Alle due diluviava. Di solito non era un problema, ma ehy, non avevano un ombrello. Gli unici poveri che sembravano essersi salvati dal diluvio universale attualmente in corso, erano i libri di Remus, chiusi al calduccio di una borsa tatticamente impermeabile.
Per il resto no. Sirius aveva salutato con un sorriso i due ragazzi venuti per il turno seguente, e lui e Remus avevano guardato fuori con un aria pensierosa.
-Che facciamo adesso? - aveva chiesto Sirius, e Remus, che amava i turni di notte proprio per quello, aveva sorriso ferino.
-Corriamo.- gli scintillano gli occhi, e sorride e allora Sirius ci sta, gli bastò quello. Gli bastava quello, afferrò la mano di Remus e iniziarono a correre. La pioggia era più dannatamente fitta e fredda di quanto si aspettasse, e Sirius potrebbe quasi affogarci dentro, in quelle dannate giornate autunnali che tanto piacevano al suo Lunastorta. Perché stava stringendo le sue dita, e perse l'equilibrio, e Remus rise, e anche se corsero, ci arrivarono zuppi, agli appartamenti.
Ci arrivarono zuppi, bagnati, persi, Remus con le dita affilate, lunghe e sottili, aprí il portone, e Sirius  se lo chiuse alle spalle.
Si guardarono e scoppiarono a ridere in silenzio, esausti e zuppi dopo la corsa sotto la pioggia, lasciandosi scivolare uno accanto all'altro, lungo la parete, ancora scossi dalle risate, e Sirius aveva i capelli letteralmente gocciolanti e la maglia attaccata addosso sotto il giubbotto di pelle.
E Remus aveva i capelli zuppi, e gli si erano irrimediabilmente arricciati, e aveva gli occhi ambra luminosi, e sembrava fatto di sabbia e di sogni, dei sogni più liberi e sfrenati di Sirius.
Remus e le sue cicatrici, e il suo sorriso caldo. Era sempre preoccupato e cupo, e dannatamente dolce, e quando si comportava da ventunenne qual'era, quando faceva un po' lo sconsiderato, quando cacciava le luci e restava in piedi al buio, e dimenticava quanto fosse difficile per lui sopravvivere, quando si concedeva di essere Remus Libero e Dannatamente Sexy, allora, il mondo era più bello. In quel momento, il mondo era bello, e buio, e Remus era seduto accanto a lui e rideva, totalmente zuppo.
Sirius pregò che potesse essere zuppo e suo, prima, o poi.

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