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3.

Girammo un po' per tutte le stradine vecchie del paese, ad un certo punto pensavo anche di essermi persa, ma all'angolo di piccole case fatte in pietra abbandonate, vidi una colonna molto massiccia e di media altezza, posizionata al centro di quel vicolo; per chi era del posto sapeva che quello era un po' il segno del 'stai facendo la strada giusta': questo perché andando avanti per quella via ci saremmo ritrovate letteralmente a due passi dal tempietto.

Durante la camminata Mina non parlava molto, ero io a fare domande oppure ad iniziare il discorso.
"Come ti stai trovando da queste parti?"
"Il paese è piccolo quindi non c'è molto da fare, ma onestamente non mi lamento"
"Son d'accordo con te, poi anche i posti piccoli come questi hanno una loro specialità"
"La parte vecchia è molto carina, anche se un po' lontano dalla scuola"
"Sai io qui ci vengo per stare un po' in tranquillità, lontano dalla notorietà".

Dopo circa 10 minuti arrivammo davanti al tempietto.
Era in legno un po' malandato, nell'ultimo periodo non aveva fatto che piovere inoltre era un monumento molto vecchio, più vecchio del paese stesso; alcuni anziani della parte vecchia andavano dicendo che, addirittura, durante la seconda guerra mondiale quel tempietto era stato già stato costruito, non che io non ci creda: ma l'affidabilità della gente di qui è pari alla verità di un bambino.

Il paesaggio che circondava il tempietto era di una bellezza unica, restavo ogni volta a bocca aperta.
Ormai stata calando il sole, per quella stagione era abbastanza normale, nonostante fossero a mala pena le sei e mezza; la luce del tramonto illuminava alcune parti del terreno roccioso rigorosamente bianco, attorno al tempietto c'era dell'erba alta, che cresceva a dismisura un giorno dopo l'altro.

"Quindi è questo" Disse Mina indicandolo con il dito
"Si, forse non è uno spettacolo ma venirci è sempre bello"
"È molto tranquillo, anzi quasi mi inquieta"
"Quando venni per la prima volta pensai la stessa cosa"
"Mi sembra ovvio"
Mi guardò come se la mia affermazione fosse scontata, ovvia appunto.
In quel momento pensai di essere io la strana.

Entrammo, per colpa della pioggia, sulle scale ed un po' all'interno di erano create alcune chiazze di fango, ormai incostrate, probabilmente ci voleva un miracolo per scrostarle.
Tutto intorno a noi era in legno dal pavimento, al soffitto ed alle 4 panche posizionate di fronte all'abside; dietro ad un piccolo altare c'erano alcuni affreschi, uno raffigurava alcuni apostoli, probabilmente Pietro e Giovanni, l'altro invece raffigurava la scena in cui Gesù veniva tentato dal diavolo nel deserto. Della luce che passava dalla finestra illuminava la parte davanti del tempio.

"Sai c'è una leggenda in paese che..." dissi mentre andavamo verso il centro "... Dice che accendendo una candela ed esprimendo un desiderio, esso si avvererà il prima possibile, vuoi provare"
"Non costa nulla, perché no"
"Bene!"

Accendemmo una candela a testa, la posammo sulla sottile seta bianca che si posava delicatamente sull'altare anch'esso bianco ma consumato agli estremi.

Pensai qualche secondo di troppo, mentre Mina aveva già mani poste una sopra all'altra ed i gomiti poggiati sulla panca.
Feci lo stesso poco dopo e tra me me.
"Vorrei rimanere giovane per sempre". Disse la mia coscienza.

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