1.
Ogni volta che mi sveglio sento sempre una strana sensazione, come se avessi fatto un incubo senza tempo.
Vivo in un paese piccolo, certo qui la vita non è come quella in città, ma si sta bene, siamo come una grande famiglia. Da pochi mesi sono diventata maggiorenne, all'inizio era quasi strano per poi rendermi conto che non è cambiato un bel niente.
Frequento un liceo, pubblico, basterebbe poco per farlo crollare, gli insegnanti sono come assillanti ed appiccicose sanguisughe mentre i bidelli, non sono neanche certa che ci siano; è una scuola che ormai va a pezzi ma nonostante tutto è frequentato da un buon numero di persone, almeno per il nostro paese è già tanto.
Fermai la sveglia ancor prima che suonasse, avevo gli occhi spalancati verso il soffitto ed era stato così per le precedenti 6 ore, per tutta la notte avevo tenuto lo sguardo fisso, l'unica "distrazione" era un insetto, la quale specie a me era ancora sconosciuta, che aveva fatto il giro della stanza per ben 33 volte, quasi a voler trovare qualcosa, forse una via di fuga, peccato che l'unica finestra in quella stanza era chiusa, quindi anche se avrebbe voluto uscire le sue chance erano ben poche.
Mi alzai con peso e pochissima voglia in corpo, andai in bagno, mi vestii, insomma le solite cose; non facevo colazione ormai non la facevo più per me era come una perdita di tempo, per i miei medici invece no. Salutai mia madre mezza addormentata sul divano e mi incamminai verso la scuola.
La mia classe era esattamente, al secondo piano in fondo al corridoio, ho sempre pensato che quella scelta non era mai stata casuale, i miei compagni sono sempre stati dei casinisti e metterci in un luogo isolato era, secondo il preside, la scelta migliore per calmare le acqua, inutile dire che dopo 2 anni le cose non sono mai cambiate anzi tutto il contrario.
Dopo i soliti dieci minuti di libertà prima dell'inizio delle lezioni, entrò la professoressa d'italiano , una donna di bell'aspetto, alta e slanciata con un viso ben curato, capelli raccolti in una coda di cavallo alta e con un outfit abbastanza semplice; i maschi le facevano continuamente il filo e non solo studenti, peccato che pochi mesi prima lei stessa ad un'assemblea fece coming out dichiarando di avere una relazione con una donna.
"Mi scuso se la notizia è improssiva" disse con un tono stanco "ma da oggi avrete una nuova compagna".
Entrò una ragazza dai capelli neri lunghi mossi e spettinati, alta circa un metro e ottanta, una canotta dalle bretelle spesse, una camicia in flanella, jeans e anfibi tutto rigorosamente di nero; di lei mi attirarono degli strani tatuaggi lungo l'avambraccio che si notavamo grazie alle maniche alzate fino al gomito.
Si presentò con una voce che tutt'ora poco ricordo, il suo nome era Mina.
Si sedette vicino a me, senza dire nulla, senza neanche guardarmi ma a vederla mi sembrò di provare una sensazione di déjà vu.
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