8. wakin' up in the same asylum as before
Nina una volta aveva raccontato a Glenn che la Madonna le aveva parlato in sogno. Le si era avvicinata, tutta luminosa ed eterea come solo la Madre di Cristo poteva essere, e per questo si era riavvicinata alla sua famiglia, a suo fratello. Aveva camminato con il Signore per il resto della sua vita, e gli diceva sempre che non c'era niente di meglio al mondo che seguire la retta via.
Poi era inciampata nel padre di Glenn. Chissà chi era, si era sempre chiesto, ma non aveva mai avuto il coraggio di porre quella domanda alla madre. Lei non voleva che lo si nominasse. Quella temporanea deviazione dal sentiero di Dio l'aveva pagata a caro prezzo, non c'era bisogno di rigirare il coltello nella piaga.
Glenn ogni tanto rifletteva su quel fantomatico sogno. Che aspetto aveva Maria? Era bella? Bionda? Una donna in carne e ossa con il velo blu, oppure era solo una luce divina, calda e confortevole?
Non l'aveva mai saputo con certezza. Ogni volta Nina cambiava versione.
Ora che sentiva delle voci soffuse, e delle luci colorate disturbavano il suo sonno, Glenn credette di vedere gli Apostoli. Sentiva una morsa di agitazione stringergli lo stomaco, ma non riusciva a strappare il suo corpo da quel sonno così pesante. Era tutta colpa della coca, lo sapeva. Quando finiva l'effetto allora iniziava a dormire, a piagnucolare e fumava a sbafo tutte le sigarette di Lance solo per essere impegnato. Aspettava con trepidazione la prossima striscia, e quando proprio non ce la faceva più allora insisteva e si vendeva fino a che Lance non si arrendeva e diceva di sì.
La sua schiena aderiva così bene al velluto del divano che sembrava essere stato realizzato su misura. Il letto ideale. Qualcuno lo scuoteva e diceva parole che non capiva, ma lui non aveva la minima intenzione o capacità di smuoversi. Gli Apostoli potevano aspettare. Lui non era come Nina, non aveva alcuna intenzione di riavvicinarsi a una famiglia distrutta solo per uno stupido sogno. Che bisogno c'era di Gesù Cristo, di una madre, o dei Salmi quando poteva dormire su un divano del genere?
-La vostra permanenza al casinò non è più gradita, la preghiamo di togliere il disturbo. A lei e a... quella persona-
-E' la mia compagna. Un po' di rispetto.-
-Non era mia intenzione offenderla, signore. Però sono costretto ad accompagnare lei e la sua compagna all'uscita, se non vi dispiace.-
Il velluto sotto di lui venne spazzato via. Ora gli Apostoli vennero sostituiti da un rassicurante buio. Imperterrito, Glenn continuava a dormire. Ora cosciente, ora no, sapeva che non era più disteso nella lounge del Mirage, ma non aveva la minima idea di dove stesse andando. Sentì il rumore delle porte dell'ascensore che si chiudevano, di passi pesanti attutiti dalla moquette e di chiavi che giravano in una serratura. Forse Gesù lo stava trasportando in paradiso, chissà.
-
-Sai quanti soldi ho perso?-
-Diecimila dollari. Sono un bel po' di soldi, dolcezza. Ne hai mai visti così tanti?-
Delle luci ovattate iniziarono a frantumare il buio pesto. Una forte tirata col naso, e poi qualcosa che si frantumava a terra. Mugugnò qualcosa, delle parole che non riuscirono ad uscire nel modo desiderato. Rimasero arrotolate sulla sua lingua gonfia di disidratazione. Aveva la gola riarsa.
-Quando ero a New York dei soldi del genere li facevo solo con una chiamata. C'era pazzi furiosi che investivano centinaia di migliaia di dollari, e con le mie commissioni mi facevo una cifra del genere solo alzando il telefono. E' matta, la gente a Wall Street. Quando ho iniziato non ci credevo che era davvero come fanno vedere alla tv. Tutti quegli yuppies con il vestito tirato a lucido che fanno soldi solo a guardare uno schermo.-
-E' tutta una corsa, chi é più veloce, più forte, più sveglio e più ricco. Diecimila dollari li spendevo per un paio di scarpe per mia moglie. Sai che una volta avevo una moglie?-
-Grazie a Dio non ho figli. Non so cosa avrei fatto, se no-
-Stare in quel posto è giocare d'azzardo all'ennesima potenza. Non solo per quei poveri idioti che investono, ma anche per noi. Stai lì tutto il giorno a guardare numeri, questi schermi che corrono come te, e percentuali, e decimali... Quando inizi a non capirci più niente ti fai una pista e ricominci ad andar forte come prima. Allora lì si che non è più bello come alla tv. Perché è chiaro che alle persone fuori da quegli uffici non si deve far sapere che i tuoi soldi sono in mano a dei cani tossici su di giri-
Glenn aprì gli occhi ancora impastati di sonno drogato. Tutte le ossa in corpo gli dolevano come se lo avessero picchiato. I colori erano estremamente forti, tutto riluceva sotto il sole che entrava dalle finestre in un modo che non aveva mai visto prima. Il marrone dei mobili, la moquette a disegni sobri, i dettagli dorati, tutto traballava come se volesse avvicinarsi a lui, aggredirlo. Pensò subito che forse farsi una striscia avrebbe calmato quelle visioni. Anzi, sicuramente l'avrebbe fatto. Avrebbe anche ripreso a comandare le sue gambe, a sentire il sangue fluire nelle braccia e intorno al cuore, avrebbe sollevato la testa e sarebbe stato in grado di dare il bacio del buongiorno a Lance, e fare tutte quelle cose che la findanzata di un grand'uomo doveva fare.
Lance era seduto sul bordo del letto. Gli dava le spalle.
-Facevo così tanti soldi che non sapevo che farmene. E' una bella sensazione. Spendi, e spendi, e non li finisci mai. Ho regalato di tutto, a mia moglie. Ci siamo fatti da costa a costa negli alberghi migliori, non puoi capire. Quando siamo arrivati qui, avevo preso proprio questa suite. Giocavamo qui e al Flamingo tutte le sere. Mia moglie mi accompagnava al Black Jack, a volte si vinceva, a volte si perdeva.-
Si girò su un fianco, cercando di risvegliare il corpo e fargli seguire la mente. Le gambe non rispondevano al suo volere, rimanevano mummificate sotto le coperte senza smuoversi di un solo millimetro. Cercò di issarsi su un gomito per raggiungerlo. Pensò di stare ancora sognando.
Lance si voltò appena verso di lui.
Glenn si rese conto che quella era la realtà quando sentì la paura aggredirgli il petto. La saliva si bloccò in gola, inaridendola. Non c'era traccia di sabbia in quella camera, ma la sensazione di arsura e bruciore era la stessa di quando si svegliava sul suo materasso in roulotte.
Lance aveva in mano una rivoltella.
-Era un bel periodo, quello. Peccato che le cose belle finiscano sempre tutte in merda, eh?-
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