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2. like a virgin

Il sole affiorava dietro le dune brulle del Mojave. Su quei sedili di pelle anche gli arbusti secchi e le carcasse della macchine avevano un altro aspetto. Affioravano dal terreno brullo e cercavano di lambire le ruote della Rolls Royce, ma questa andava troppo veloce.
-Da dove vieni, Glenn? O Mary... O come vuoi che ti chiami-
Come nelle migliori fantasie, Lance tolse una mano dal volante, e la appoggiò sulla sua coscia. Appena sotto l'orlo della minigonna. Sentiva le dita sudaticce sulla pelle, viscide, che si muovevano in lenti movimenti circolari. Si capiva che quelle mani sapevano esattamente cosa fare. Dovevano essersi appoggiate su decine di gambe diverse, prima di arrivare sulle sue. Glenn si mosse sul sedile, vagamente a disagio ora che l'effetto delle pastiglie stava svanendo. Rimaneva solo la pesantezza degli arti, e il bruciore allo stomaco, aggravato dal fumo che rendeva l'aria nel piccolo abitacolo irrespirabile.
-Vivo nel campo roulotte di Durango Drive- ammise controvoglia. Appoggiò la propria mano su quella di Lance, seguendo il reticolo di vene sul dorso. La pelle intorno alle unghie era ingiallita dal fumo, e sull'indice si notava una macchia di sangue raggrumato intorno alla base.
-Non te la passi così bene, eh?- sollevò l'orlo della gonna. Glenn glielo lasciò fare. Appoggiò la guancia contro il sedile, indugiando qualche istante sul suo volto. Doveva essere sulla quarantina. Forse anche più giovane. O forse era solo il viso tondo e sbarbato che ingannava. Dietro di lui, il cielo correva ininterrotto in una miriade di colori tenui, rassicuranti come i movimenti della mano di Lance. Lenti, morbidi come le ultime visioni di un magnifico trip. Glenn invidiava chi riusciva a mettere le mani sugli acidi.
-Sono sempre stato lì. E' normale- si limitò a dire.
-Sicuramente ti meriti di meglio, sei giovane...- gli gettò un rapido sguardo, prima di tornare a fissare la strada. -E sei carina. Stare in mezzo alla polvere in un container non è il massimo-
Glenn ridacchiò. -Infatti voglio andarmene. Il prima possibile-
-L'ambizione fa bene. Altrimenti uno dove va, no?- Pigiò il piede sull'acceleratore. Le dune si facevano sempre meno definite. -Sono stato broker a Wall Street per quindici anni, anche di più, ma non era abbastanza. Sono finito qui per fare il colpo grosso. Lo sto ancora cercando, quello che mi sistemerà per tutta la vita, però me la vivo bene. Sto nelle suite migliori, frequento bei posti... Questa è vita. Tutto grazie all'ambizione-
Un brivido di eccitazione scosse Glenn dal torpore del down*. Evitò di chiedergli come ci era finito al Flux, dato che lui stesso riconosceva di essere un uomo così distinto. Lance aveva abilmente fatto scivolare la mano tra le sue gambe; ad ogni movimento corrispondeva una parola speciale. Wall Street. Colpo grosso. Suite. Bei posti. Vita.

-E' vero, l'orologio? Non sarà mica falso?-
-No, splendore, per chi mi hai preso?-
-Non lo so, è tanto per sapere. C'è tanta di quella gente che racconta un sacco di stronzate-
L'alba aveva ricoperta l'autostrada di una patina dorata e false chiazze bagnate. Glenn chiuse gli occhi. Lance puzzava di fumo, tutta la macchina era impregnata di quello stagnante odore, ma sotto quello spesso strato stantio riusciva a sentire tracce di profumo costoso.
Contò le palme che costeggiavano la corsia di inversione. Le fronde perdevano la loro forma appuntita a quella velocità. Riuscì solo a intravedere delle macchie verdi che per un istante appena coprivano il cielo.
-Ti riporto a casa, principessa, si è fatto tardi.-

Dal taschino della giacca di tweed tirò fuori una banconota da cinquanta dollari. Fresca di cassa, si notava solo la piega che aveva fatto Lance per farla stare nella giacca.
-Vatti a prendere qualcosa di bello-
Glenn afferrò i soldi e li fece sparire tra i collant che ancora imbottivano il reggiseno. -Non vuoi nemmeno un ringraziamento?-
-Se lo avessi voluto sarei andato da quelle battono-
Ebbe l'impressione di sciogliersi tra le sue mani grassocce, quando lo costrinse a girarsi verso di lui afferrandogli il mento. Gli concesse un sorriso. -Sicuro? Nemmeno un bacio?- corrucciò le labbra, come aveva visto fare alle donne seducenti in tv.
Lance porse la guancia. -Fatti trovare ancora al Flux, venerdì prossimo. E vestiti bene-

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Nina era pallida, con i capelli sfibrati dal sole e gli occhi segnati dalle troppe preoccupazioni. O dalle ore di sonno perse. Le tinte romantiche dell'alba si erano dissolte quando Lance aveva fermato la macchina. Ora non c'erano più l'azzuro, il rosa e l'arancione, ma solo il grigio dei container e la sabbia giallastra. Plastica, cartongesso e carta da parati industriale.
Glenn nascose nella cintura il fazzoletto con cui stava cercando di struccarsi. Si sfilò anche i tacchi, e rimase a piedi nudi nella sabbia.
-Ciao, mamma-

Non protestò quando gli afferrò i capelli, trascinandolo dentro alla roulotte. Lasciò fare, nella speranza che si calmasse al più presto. Rimase con i denti e gli occhi serrati. Cercava di aggrapparsi a qualsiasi cosa che gli si parasse fra le mani, ma la presa di Nina non si allentò.
-Disgraziato!- gli gridava a pieni polmoni. Tutto il campo si stava svegliando al suono dei suoi insulti, contro a quel ragazzo nato invertito che tutti conoscevano. Quel ragazzo che faceva l'autostop in minigonna e rossetto, che si era lasciato crescere i capelli e ballava Madonna quando la madre non era in casa, e tornava ubriaco alle quattro di mattina, cantando Billie Jean come se nessuno potesse sentirlo.
"Povera donna", diceva la gente di Nina. "A uno così gli puoi solo sparare in testa. Lo farei rigare dritto io, a quel pervertito"
Con uno spintone Nina lo fece finire contro le pareti ricoperte di piastrelle di linoleum della doccia.
-Togliti quella merda di dosso-
Glenn scivolò contro il muro, finendo con la minigonna a mollo sul piatto ancora umido.
Nina ora singhiozzava. Piagnucolava: -Sei una vergogna, dovrei farti rinchiudere, Dio perché...- e altre cose che Glenn era stufo di sentire.

* il cosiddetto down è l'effetto collaterale provocate dalle droghe eccitanti – cocaina, meth, ecstasy e simili. Dopo il periodo di euforia dovuto all'assunzione di droga, chi ne fa uso spesso cade in uno stato di torpore simile alla depressione, con sintomi anche più gravi a livello fisico se è un consumatore abituale. Questo porta, di conseguenza, alla ricerca di una nuove dose per controbilanciare gli effetti negativi della precedente.

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Spazio Autore

Ragazzi, non so voi ma io sono entusiasmata da questa storia. La nuova formula dei capitoli brevi (contando che dovrei stare sotto la ventina, dato che si tratta più di un racconto lungo che di un romanzo) mi sta piacendo. Sono comodi da scrivere, e soprattutto penso si adattino all'atmosfera trippy che voglio dare a questa cosa. Overall, come esercizio narrativo mi sta facendo veramente bene. In più, vi annuncio che sto diventando un po' that girl perché tutte le mattine ho la mia routine di scrittura e la mia autostima sta facendo stonk. Approfittiamone intanto che sono in vacanza. Scusate per la quantità industriale di notifiche che vi arriveranno per colpa mia, sto aggiornando praticamente tutti i giorni lol.
E niente, spero che tutto questo vi stia intrigando

-Francis Folly

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