Redenzione
Alla fine, dopo la discussione avuta con Cornelius , Blake aveva deciso di restare all'interno della barriera, ma alle sue condizioni.
Prima di tutto voleva la verità.
Voleva sapere tutto sul conto del demone corvo, di Lilith, del piano di Lucifero e, soprattutto, di cosa comportasse davvero essere il Discendente di Abele. Solo successivamente, visto che aveva tanto sentito parlare delle grandi doti da allenatore del corvino, avrebbe accettato di essere allenato e preparato a dovere da lui per risvegliare il proprio potenziale.
<< Va bene >>
Aveva annunciato con sicurezza il diretto interessato prima di aiutare il castano con la creazione di un riparo di fortuna fra gli alberi. Il ragazzo non voleva rivedere Lilith in quel momento. Asciugato il piumaggio, il corvo appallottolato si schiarì la voce ed iniziò a raccontare.
<< Lilith, nata dalla terra come Adamo, ma non volendo sottometterglisi, nomina in preda all'ira il nome del Creatore e viene deformata e cacciata al Paradiso Terrestre, l'Eden. Non avendo mangiato il frutto proibito, come l'ex marito e la sua nuova compagna, Eva, Lilith diviene immortale >>
<< Ed è allora che vi siete conosciuti ? >>
<< Sì, prima che gli uomini tradissero la fiducia del Creatore spingendolo a distruggere l'Eden. Ma molto prima di lei conobbi contemporaneamente Lucifero ed Abele. Allora volavo qui e lì, come un normale corvo ... >>
***
Le ali aperte nella brezza di una giornata di sole. Il piumaggio nero lucido, ben folto, nelle correnti mentre ogni virata ne illuminava i riflessi metallici color blu acciaio. Le zampe forti, coperte anteriormente da aguzze scaglie rettangolari, sanguigne vicino agli artigli ad uncino, si staccarono dal suo corpo robusto per posarsi sul ramo di uno fra i tanti alberi da frutto presenti. Quattro dita, tre anteriori ed una posteriore, gli fornivano un'eccellente presa sull'appiglio, così come quando si ritrovava a saltellare al suolo in cerca di cibo.
Una stiracchiata al lungo collo ed alla coda a cuneo, una rapida agitatina delle ali, un paio di beccate mirate alle piume per sistemarle, ed il suo canto si sprigionò dal lungo becco incurvato.
Tutt'intorno al maestoso animale si apriva una distesa arborea senza pari, piante ed alberi differenti si abbracciavano in ogni dove formando grovigli e spirali illuminati da fresca rugiada.
In poco tempo, al corvo, seguirono numerosi stormi di altri uccelli. Aquile e passeri, albatros e colibrì, ognuno dei quali, appoggiatosi, andava cantando una melodia, senza scontri o sangue, predatore o preda, ma tutti parte di un solo creato.
Cauto nel muoversi in una zona così affollata, il volatile si rialzò in cielo ed iniziò a volteggiare lentamente nei dintorni. Cercava qualcosa che attirasse la sua attenzione e lo aiutasse a passare il tempo. Non aveva bisogno di cibo, nessun animale minacciava la sua vita, spazio e compagne sufficienti con cui nidificare a piacimento erano assicurati, ma con il tempo aveva iniziato a desiderare qualcosa di più.
Non fu qualche sassolino luccicante al bordo di un fiume ad attirarlo, nemmeno un animale tra l'erba alta, ma un canto nuovo. Nel tempo passato ad ascoltare gli altri volatili e gli animali sul terreno non aveva mai sentito un verso simile e così, preso dalla curiosità, ne seguì la melodia sino ad una sorgente d'acqua. Era una cascata naturale, l'avvenente suono proveniva dalla sua base ed era più forte ed armonico dello scrosciare stesso.
Il corvo, incuriosito, vide che a cantare era un essere sconosciuto, rosato e, per vederlo meglio, si andò ad appoggiare sul ramo di un albero non troppo distante restando ad osservarlo. Il nuovo animale aveva il volto simile a quello dei primati che abitavano la zona più fitta di alberi da frutto, ma le loro voci erano ben più sgraziate e fastidiose. Lui stava dritto, di peli ne aveva ben pochi e pareva piuttosto gracile e meno atletico al confronto, il Creatore aveva davvero fatto un lavoro particolare nel crearlo.
Dopo averlo ascoltato per qualche minuto, il nero volatile cominciò a cantare insieme al nuovo arrivato. Dovette provare un po' prima di essere in grado di imitarlo del tutto, ma alla fine vi riuscì e, pieno di soddisfazione, ripeté le nuove parole muovendo le ali emozionato.
<< Ehi ! Ehi corvo ! >>
Dalla base dell'albero, qualcuno parlò di colpo facendolo sobbalzare. La paura fu un'emozione nuova per l'uccello, che si sentì fremere tutto e rinvigorito come da una scossa. Vicino alle radici, avvolto da una luce brillante, stava un altro esemplare di quella nuova specie, ma era diverso da quello che ancora proseguiva con il suo canto. Questi aveva il piumaggio dorato e simile al manto delle pecore, inoltre era dotato di un paio d'ali candide come quelle di una colomba. Forse era la forma adulta di quei primati.
Incurvando la testa a lato, il corvo fissò la nuova scoperta e gracchiò un paio di volte modulando la voce.
<< Ehi ... E-Ehi ... C-co...vo ! Ehi ! Cor ... Corvo ! >>
<< Per essere la prima volta che senti il linguaggio umano sei davvero bravo ad imitarlo ! Non sapevo che alcuni animali ne fossero in grado ... Immagino che tu sia stato incuriosito da un verso così diverso, forse non hai mai incontrato Adamo ed Eva nella tua breve vita >>
Sistemandosi le piume delle ali con il becco, il nero rapace stette ad ascoltare stupito quei nuovi suoni prodotti, desiderando di volerli imparare tutti, quando ne percepì uno nuovo, secco ed alto. Al sentirlo, il primate dorato cominciò a sistemarsi e la sua pelle cominciò ad arrossarsi. Il corvo si voltò e vide il primo essere ormai a pochi passi da loro, era lui a produrre quel suono facendo scontrare fra loro le appendici anteriori. Intenzionato a capirne le intenzioni, il rapace si sollevò di qualche ramo e rimase ad osservare la scena.
<< No, non scappare ! Scusa, non volevo spaventarti ! >>
<< A-Abele ! Eri qui vicino ? Non ... non ti avevo visto ! >>
<< Lu ! Nemmeno io ti avevo visto ! >>
L'uccello guardò il più piccolo stringersi all'altro senza capire cosa esattamente stesse accadendo. Sceso di nuovo, intenzionato a sentirli meglio, il pennuto spettatore provò ad imitare di nuovo, c'era una parola che gli era piaciuta e voleva dimostrare nuovamente le proprie capacità.
<< Ab-Ab...Abe...le ! Abele ! Abele ! >>
Voltandosi verso di lui, il più piccolo incrociò il suo sguardo.
<< Quello è il mio nome ! Sono io Abele ! Hai sentito Lu ? Non pensavo esistessero uccelli capaci di parlare ! >>
Allungato l'arto vero di lui, il primate sembrava volerlo invitare a salirvi, ed il corvo, desideroso di fargli piacere e sentirlo nuovamente cantare, acconsentì. Un passetto alla volta e ben presto raggiunse la spalla e poté testare con il becco quel piumaggio liscio, non erano piume però, era come il crine di cavallo.
<< Attento Abele, potrebbe essere pericoloso ! Ha quel becco curvo e gli artigli aguzzi, potrebbe ferirti ! >>
<< Sei così dolce, pensi sempre al mio bene Lu ... ma se il Creatore ha guidato questa sua magnifica creatura fino a me e l'ha dotata della parola c'è un motivo ! Quindi ho deciso che lo terrò con me, fino a quando vorrà ! Voglio insegnargli a parlare ! >>
<< Oh Abele sei meraviglioso ... >>
Ed anche se non aveva compreso quanto era stato deciso, pervaso dalla felicità, il corvo aprì le ali, prese fiato e parlò.
<< Abele ! Abele ! Abele ! >>
***
<< Ecco, così avvenne il mio incontro con Abele. Fu lui ad insegnarmi la prima delle molte conoscenze che avrei ottenuto nel corso della mia vita, ma quella che per me è la più importante. La parola. Esprimermi fu ciò che, da quel giorno, mi distinse da qualsiasi altro animale >>
Blake guardò il volatile accarezzandolo con le dita e ripensò ai propri sogni.
<< Sei stato tu a farmi avere le visioni sul mio passato quindi ... >>
<< No, non ho questa capacità fuori dalla barriera. Comincio a pensare che tutto ciò faccia parte di un disegno più grande ... >>
<< Ma non capisco, che motivo ci sarebbe nel farmi fare sogni e mostrarmi il passato attraverso i tuoi occhi ? >>
Guardando la pioggia scrosciante, il castano fece un profondo sospiro.
<< Lasciamo stare, vai avanti ... Hai conosciuto me, anzi, il mio avo e Lucifero. Immagino che poi tu abbia conosciuto Caino, che tipo era ? >>
<< Un gran lavoratore devo dire, si impegnava molto. Io ero ancora un semplice corvo, non lo capivo. Spesso gli mangiavo i semi nel campo e, usando la mia capacità di parlare, lo facevo infuriare solo per poi tornare da Abele e farmi proteggere >>
<< Vorrei incontrare il suo discendente ... anche solo per capire come affronta questo peso e come lo vive >>
<< Non esiste un Discendente di Caino, Blake >>
Confuso, il giovane guardò l'animale, non stava mentendo.
Blake sentì un forte dolore al petto e scoppiò a ridere mentre lunghe lacrime gli scavavano le guance. Cornelius capì di aver commesso un errore. L'idea di non essere l'unico in quella condizione doveva aver tenuta in vita la speranza del ragazzo di potersi identificare con qualcuno, esserne sostenuto nelle difficoltà. Mentire però a cosa sarebbe servito ?
<< Caino è il primo assassino, dovrà pagare per il suo peccato in eterno. Dargli una discendenza li avrebbe solo resi colpevoli della stessa onta, mentre il riportare in vita te è un'occasione di redenzione >>
<< Redenzione ?!? Per chi dovrebbe essere un'occasione di ... Ma è folle ! Tutto questo è folle ! >>
<< Se un padre perde il figlio prediletto non si rassegna mai al riportarlo a sé ... non importa quanto grave sia il peccato da lui commesso >>
***
I demoni erano tornati ai propri compiti, nella piana era calato un silenzio tombale. Lucifero era il solo rimasto seduto davanti alla barriera impenetrabile, cupo e silenzioso.
"Esci Blake, esci fuori ... esci ti prego"
Guardando le proprie mani ricomporsi dopo averle sfracellate nel tentativo di distruggere la parete, Lucifero vide scorrere nella propria mente orribili ricordi che avrebbe preferito mantenere rinchiusi dentro di sé.
Niente sangue a colare fra le dita, ma terra florida e ricca di vita, l'ultima coperta mortale. Le lacrime di un padre e di una madre per il proprio figlio, spentosi troppo presto per mano dell'amato fratello. Il suo cuore spezzato, il desiderio di riportare alla luce il corpo candido e puro ormai perduto dell'amato, il rifiuto di una morte ingiusta.
"Sono impotente, come quel giorno ... le mie preghiere sono rimaste inascoltate alla stregua di quelle delle tue inutili bestie. Non mi è stato concesso nemmeno preservare il suo corpo ... avresti potuto guarirlo o renderlo immortale, ma no !"
Spostando lo sguardo verso la volta infernale Lucifero si alzò pieno d'ira.
<< Hai ordinato a Cornelius di seppellirlo ! Di nasconderlo alla mia vista sottoterra ! Hai lasciato che si decomponesse e marcisse ! Ed ora lasci che mi venga portato via di nuovo ! Io non ti perdonerò mai !!! Mai ! >>
Carico di rancore, Lucifero riprese con il proprio assalto. A qualunque costo sarebbe riuscito a riottenere Blake e, dopo essersi assicurato di non perderlo nuovamente, niente gli avrebbe impedito di ottenere la propria vendetta e, con essa, la vittoria a lungo agognata.
***
<< Questa è un'idea stupida, non funzionerà mai ! >>
<< Il Creatore non sbaglia mai >>
<< Se fosse così infallibile avrebbe potuto evitare che Abele morisse così Lucifero non si sarebbe ribellato nel tentativo di vendicarne la morte ! E, soprattutto, io non sarei mai entrato in tutto questo ! >>
Dagli alberi cominciò a rendersi sempre più visibile la figura di Lilith. I capelli rossi, resi lisci dalla pioggia, le arrivavano lunghi fino a terra come uno strascico. Era evidentemente triste, restava lontana in modo da non spingere Blake ad una comprensibilissima fuga.
<< Esiste una cosa che il Creatore non può controllare e questa è il libero arbitrio. Gli umani sono liberi di sbagliare o meno a seconda delle scelte che compiono. Quel giorno, non è stato il Creatore a guidare la mano assassina di Caino e nello stesso modo non ha spinto te a fare il rito per l'evocazione di Lucifero ! La verità è che il tuo destino e quello del Signore dell'Inferno ormai sono irrimediabilmente legati. Continuare a desiderare che tutto ciò che hai passato non sia mai accaduto non serve a niente >>
<< Se siamo irrimediabilmente legati perché allora mi hai portato qui ? A che scopo separarci fisicamente, e togliermi i suoi sigilli, se non posso sfuggirgli e riprendere il controllo della mia vita ? >>
Abbassando lo sguardo sul proprio polso Blake sospirò non vedendovi più traccia del marchio. Cornelius, appoggiandovi sopra il becco, incrociò il suo sguardo.
<< Ti abbiamo ridato la ragione, la possibilità di scegliere e la libertà. Uscito da qui tu non apparterrai più a Lucifero, possiamo insegnarti ad usare le tue capacità in modo che tu possa scegliere, a partire da ora >>
Mosse le ali verso la barriera, Cornelius rese visibile, a coloro che vi erano all'interno, ciò che vi era fuori. Alzandosi in piedi di scatto, Blake corse subito davanti alla figura di Lucifero, l'unica presente. Sembrava disperato, ferito ed arrabbiato, era irriconoscibile.
<< La prima volta che lo incontrai era così forte, sicuro di sé ... mi lasciò senza fiato per la sorpresa. Riuscivo a percepire la sua forza anche da semplice umano. Non avrei mai potuto immaginare che, dietro al Male, si nascondesse una sofferenza ed una sete di vendetta così grande >>
Appoggiando la fronte alla barriera, Lucifero fu sul punto di iniziare a prenderla a testate, ma Blake vi sporse cautamente fuori la mano dandogli una rapida carezza fra i capelli per poi tornare all'interno. Il Diavolo si fermò all'istante e, nonostante non riuscisse a capire dove esattamente si trovasse l'altro, finì per incrociarne lo sguardo.
Il ragazzo non riusciva a sentirlo, ma dal labiale fu semplice capire che lo stava chiamando cercando il punto da cui era uscito per provare ad entrarvi, inutilmente.
<< Se ottenesse la redenzione tornerebbe un angelo, tutto il dolore che gli corrompe l'animo scomparirebbe ... >>
"... ed allora io non gli interesserei più"
Voltandosi verso Cornelius e Lilith, Blake sorrise.
<< Da dove cominciamo ?>>
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