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Promesse Mantenute

La stanza era crollata in un profondo silenzio, nessuno proferiva parola, solo il suono di cucchiaini e masticazione si faceva forte, la tensione era palpabile, ma la rabbia ancora di più. Blake sentiva la pelle fondere sotto il calore della furia, era già la terza o quarta volta che cambiava la posata o la tazza visto che, al minimo tocco, queste si frantumavano. Le iridi cangianti del giovane, l'unica parte di lui che ancora apparteneva al suo passato, alla sua normalità, stavano subendo un cambiamento dietro l'altro. La tinta fredda, un tempo soggetta solamente all'influenza di temperatura o umidità, pareva percepire lo sbalzo umorale del proprietario, passando dall'azzurro ad un grigio verdastro, sempre più chiaro. Il ragazzo era furibondo, si era fatto fregare di nuovo dal Diavolo, dal suo sguardo innamorato, le belle promesse, il comportamento docile ed il corpo tentatore. Più il Discendente di Abele andava maledicendo ogni piccolo dettaglio dell'amato, più si sentiva preso in giro, era certo di essere diventato più maturo e furbo dopo tutti quegli anni passati insieme, ma invece restava lo stesso sprovveduto che cedeva ubbidiente davanti ad un paio di pettorali di marmo, uno sguardo malizioso ed a ciò che il Signore dell'Inferno nascondeva, con nemmeno troppa decenza, fra le gambe. Spezzando a metà la tazza mentre vi scioglieva lo zucchero, il ragazzo sbuffò scostando i cocci e girando il viso a lato. Trovava molto più interessante la maniglia della credenza allo sguardo supplichevole del compagno, evidentemente alla ricerca di un suo cedimento. Fra i due contendenti, inopportuno oltre ogni immaginazione, Mefisto si stava scolando l'intera riserva di latte intingendovi, quasi fossero dei normali biscotti, degli hamburger ancora surgelati. Il demone mordeva quei blocchi gelidi con sorprendente facilità, gustandoli con piacere. Emettendo un lungo respiro, Lucifero tentò di allungare una mano verso il compagno che però lo allontanò istantaneamente incrociando le braccia al petto, il viso corrucciato in un broncio adorabile. Il Diavolo poteva comprendere perfettamente i sentimenti dell'amato, in passato gli aveva mentito ferendolo molte volte per riuscire a tenerlo vicino, normale che non volesse nemmeno starlo a sentire. Quell'arrabbiatura però era inutile, qualsiasi cosa Blake avesse fatto, non sarebbe riuscito a cambiare ciò che stava per accadere, la partenza sarebbe avvenuta quel giorno stesso, con o senza il suo permesso. Alzandosi in piedi, Lucifero tornò in bagno a recuperare il proprio mantello e poi, giunto in camera, aprì l'armadio indossando l'abbigliamento delle occasioni ufficiali, una mezza armatura color oro percorsa da simboli incavati color pece, un mix di eleganza ed ostentazione di forza e superiorità spudorata. Finito di sistemarsi, il Signore dei Demoni tornò in cucina e guardò severamente Mefisto.

<< Ti sei abbuffato abbastanza per oggi, torna dai generali ed avvisali del mio arrivo >>
<< S-subito mio signore >>

Rubando l'ultima rondella di manzo, il demone uscì rapidamente richiudendosi alle spalle la porta dell'appartamento e lasciando soli gli amanti. Mantenendo il mutismo, Blake non si girò nemmeno a guardare il Diavolo, si alzò superandolo ed andò in camera per vestirsi, seguito prontamente del compagno. Osservando le coperte sfatte, il giovane vi diede una stirata con il palmo della mano, i denti stretti al punto da intorpidirgli la mandibola. Sentire l'eccitante ed irresistibile sensazione degli occhi del proprio padrone su di sé, ed i suoi movimenti lenti alle sue spalle, faceva capire all'albino quando il Signore del Peccato fosse una presenza, senza la quale, non era più in grado nemmeno di respirare.

<< B. dobbiamo parlare >>
<< Non c'è un bel niente di cui dobbiamo parlare ! A cosa servirebbe ? Tu pianifichi i tuoi comodi e ti aspetti che io li accetti senza battere ciglio ! Nonostante il Patto, e tutto il tempo passato insieme, le cose fra noi sono tali e quali a quando ci siamo conosciuti ! Tu resti il grande Lucifero, il Signore del Peccato, di tutti i demoni, dell'Inferno ed io il tuo inutile umano da compagnia >>

Ma Blake non riuscì a concludere la frase che si ritrovò schiacciato contro il materasso dal corpo dell'amato. Le braccia bloccate sotto il suo stesso petto, le dita affondate nelle coperte come gli artigli di un gatto, la testa dritta, la schiena arcuata, le gambe rigide ed il morbido sedere alto ed esposto, il Discendente di Abele era alla sua mercé. Le labbra del ragazzo erano spalancate, da esse fuoriuscivano solo lievi gemiti, troppo fragili per diventare parole di senso compiuto. Teneva le palpebre socchiuse, già umide e languide pronte a ricevere un qualsiasi contatto del corvino. Sormontando il gracile passivo, l'enorme mole di Lucifero, lo teneva immobilizzato facilmente, il metallo freddo dell'armatura si aderì alla pelle candida della sua preda facendola rabbrividire. I guanti indossati dal Diavolo scorsero lungo il petto di Blake producendo un magnifico attrito, sino a raggiungere intimità del minore. Le dita sapienti viziavano la sua durezza spingendo Blake ad aprire le cosce, scacciando tutta l'impudenza e la rabbia di poco prima e lasciando spazio ad un desiderio fortissimo d'amore. Affondano il volto nel morbido sostegno sottostante, Blake si godette il massaggio lungo la propria asta, non poté trattenersi dallo spingersi in avanti con i fianchi, supplicando movimenti più rozzi e secchi, ma ottenendone in cambio di lenti, lievi e posati, era una lunga ed insopportabile tortura. Sentendo Lucifero sussurrargli nell'orecchio, l'albino cedette, si abbandonò, ottenendo in cambio il piacere che tanto aveva desiderato. Arcuandosi ad ogni stoccata, il giovane accettò con gratitudine, lanciando occhiate veloci alle spalle con l'obiettivo di ammirare il compagno, liberandosi infine in quel guanto accogliente. Pienamente soddisfatto, il Signore dell'Inferno si sedette prendendo fra le braccia il corpo dell'amato catturandone le labbra in un bacio e tenendolo a sé.

<< Non sopporto quando dici certe sciocchezze. Ora ti vesto, poi andremo insieme alla sala principale dove mi aspettano. Nel tragitto, se sarai più tranquillo e bendisposto ti dirò tutto quanto, okay piccolo ? >>

Al cenno di conferma del minore, il corvino fece come aveva detto. Recuperati i vestiti di Blake dall'armadio, il Padrone dei Demoni lo preparò con calma infilandogli una semplice maglia a maniche corte, dei pantaloncini, abiti stranamente inadeguati all'importanza degli ospiti che stavano per ricevere, ma il giovane non si lamentò, stava comodo. Curioso di sapere ogni cosa, Blake si mantenne calmo per tutto il tempo, tentando di recuperare un contegno dopo quanto era appena successo. Il suo sguardo, anche senza che questi lo volesse apertamente, ricadeva timido verso la mano destrorsa del compagno, a quel guanto ruvido, alle dita flessuose, riusciva a ripercorrerne ogni movimento fatto poco prima, ma non a spiegarsi in che modo fosse stato in grado di ammansirlo. C'era davvero un motivo se Lucifero era l'emblema dell'amore passionale, indomabile ed irresistibile, a volte il giovane era geloso di non riuscire a riconoscerne altrettanto facilmente i punti perfetti del piacere. Non appena furono entrambi pronti, il corvino fece rimettere Blake in piedi e lo accompagnò alla porta per poi guidarlo attraverso i corridoi del castello, rivedendoli il minore si sentì percorrere da un certo senso di nostalgia, segno che quella era diventata a tutti gli effetti la sua casa. Impaziente di avere delle risposte prima di arrivare alla loro meta, l'albino prese dolcemente la mano del corvino nella propria e lo fece fermare al fine di ricevere le spiegazioni promesse.

<< Lu, mi dispiace se prima mi sono arrabbiato e non ti ho lasciato spiegare ... Per favore, adesso possiamo parlare come avevi promesso ? >>
<< Okay, ma la decisione che ho preso, non cambierà. La seguirai anche se non ti piace perché non lo sto facendo per me stesso, ma perché ti amo e ti voglio al sicuro>>

Blake cominciava ad avere davvero paura, che cosa aveva in mente il suo compagno ? Da quando si conoscevano, il minore aveva appurato che, tutto ciò che l'altro faceva, difficilmente si basava su scelte davvero riflettute, ma sull'umore di quel momento, l'istinto ed il carattere impulsivo, impossibile che, in quella situazione, le cose fossero diverse. Mefisto aveva parlato di una partenza, ma per dove ? Erano appena tornati da una luna di miele di due secoli durante la quale avevano visitato ogni parte del mondo, cosa restava a quel punto ? Ciò che faceva infuriare Blake era il fatto che, Lucifero, all'inizio del viaggio, gli aveva promesso, una volta tornati, di restare all'Inferno in modo da farglielo visitare e, soprattutto, di insegnargli ad usare i poteri di Discendente di Abele per essere in grado di fronteggiare la minaccia imminente di Lilith. Invece il demone si era rivelato il solito doppiogiochista, aveva organizzato una nuova fuga dalle promesse fatte con lo scopo di mantenere l'albino inconsapevole e fragile, come un premio personale da custodire gelosamente.

<< Anch'io ti amo, ma non per questo ti tengo lontano dai tuoi doveri ! Adesso che sono il tuo principe devo diventare più forte per aiutarti ! Per proteggere te, il luogo della dannazione eterna e chiunque lo abiti ... Per questo non possiamo partire di nuovo ! >>

Incrociando le pupille dilatate con quelle piene di determinazione dell'amato, il Diavolo emise un lungo sospiro, era rasserenato dal fatto che, come sempre, Blake non avesse compreso per niente la pericolosità della situazione in cui si trovavano. Avrebbe potuto proteggerlo facilmente come faceva in passato. Sollevando la mano libera, il Signore del Peccato accarezzò il volto del minore rassicurandolo e poi lo strinse al proprio petto in un veloce, ma tenero contatto, per poi accarezzare la mano di Blake nella propria e riprendere a camminare verso la sala principale.

<< Io intendo mantenere la promessa che ti ho fatto amore mio. Devi sapere che, uno dei generali che ci stanno aspettando, è giunto appositamente su mio ordine per allenarti ad usare i tuoi poteri. Immagino tu capisca che non sarei in grado di farlo personalmente, non potrei farti del male o almeno non più >>
<< Lo so che non mi faresti del male ... Quindi dovremo viaggiare in modo che io possa allenarmi in condizioni ed ambienti diversi ? Come farai a trattenerti dall'uccidere il mio allenatore ogni qualvolta cercherà di attaccarmi ? >>

Blake rise ironico al pensiero appena fatto, ma appena lo rilesse nella propria mente, si fermò all'istante sul posto fissando la ricca chioma del proprio padrone. Incapace di esprimere chiaramente la terrificante consapevolezza ottenuta, il ragazzo strinse il labbro inferiore fra i denti cercando di soffocare i singhiozzi che premevano per abbandonare le sue labbra. Scossa la testa un paio di volte in modo rapido, Blake strinse il corvino alle spalle affondando il viso nel tessuto del suo mantello e lasciando scivolare liberamente le lacrime, la disperazione soffocata nella stoffa che, nemmeno mezzora prima, avvolgeva i loro corpi nudi scaldandoli. Lucifero non si sentiva molto meglio, era stata una decisione sofferta, ma inevitabilmente logica, prima l'altro si affrettava ad accettarlo, più facilmente l'avrebbe vissuta.

<< Piccolo, non piangere >>
<< M-mi vuoi lasciare ... s-solo >>
<< Avrei dovuto farlo comunque, ci sono alcune legioni che attendono la mia presenza sul campo di battaglia. Non ti avrei portato con me facendoti correre pericoli inutili >>

Lasciando libero il compagno, l'albino si asciugò le lacrime cercando di riprendere la calma, ma fu totalmente inutile, era troppo spaventato e per più di una motivazione. All'iniziale desiderio spasmodico di non volersi allontanare dall'amato, erano subentrati numerosi altri fattori. Il Discendente di Abele sarebbe stato completamente solo nell'Inferno, conosceva solamente due creature presenti al suo interno a parte il Padrone dei demoni, ovvero quell'impiccione e bipolare di Mefisto, e Cerbero, ma solo in quest'ultimo riponeva abbastanza fiducia da chiedergli protezione in caso di pericolo per la propria vita. I killer erano spariti dopo il Patto, delle Concubine non si udivano nemmeno le risate o il vociare dell'ultima volta che aveva vagato per i corridoi del castello, segno che non erano più benvenute fra quelle mura. In secondo luogo, al senso di profondo isolamento, stava subentrando la preoccupazione per il destino che poteva attendere il consorte in guerra, certamente non si sarebbe fatto uccidere facilmente, ma il solo pensiero che potesse venir ferito faceva percorrere il fisico gracile dell'albino di brividi e singhiozzi. Prestando la propria attenzione al compagno, il maggiore lo strinse fra le braccia passandogli le dita fra i capelli e asciugandogli i rigagnoli i lacrime sulle guance arrossate, bacio dopo bacio.

<< Piccolo mio, non fare così o mi spezzi il cuore ... >>
<< D-Dovevi dirmelo, d-da quanto lo hai deciso ? >>
<< Mezzo secolo circa, non volevo rovinarti la luna di miele. Volevo passassimo ogni secondo restante in serenità, senza pensare a ciò che sarebbe potuto accadere dopo il nostro ritorno. Mi dispiace >>
<< Lo so che ... che è tuo dovere farlo e che non puoi rifiutarti ... Così come non posso farlo io, ma ... Non è giusto ! Come faccio a stare senza di te ? Come ?!? >>
<< Come il forte e bellissimo principe che sei >>

Asciugata la cute sul volto del minore, l'Angelo Caduto gli diede un lungo bacio passionale sulla labbra per far cessare i singhiozzi e ricevendo in cambio un tenue sorriso ed un cenno di assenso. Nessuno dei due era certo di riuscire a sopravvivere al periodo che stavano per affrontare, ma andava fatto. Ripresero così il cammino attraversando il lungo corridoio mano nella mano sino alla scala che, infine, li fece discendere sin nella sala principale. Per la maggior parte del tragitto, Blake aveva mantenuto lo sguardo basso, con la speranza che il rossore causato dal pianto sparisse prima di giungere al cospetto dei generali, dunque non ne incrociò lo sguardo fino a quando, seguendo i passi di Lucifro, raggiunse l'immenso trono del Diavolo. Era ancora più impressionante di quanto ricordasse, la figura feroce e decisa, puntando la propria lama con furia verso il cielo, incuteva il medesimo rispetto che aveva colto il giovane la prima volta, così come il soggetto dell'opera gli trasmetteva lo stesso desiderio e potere nella realtà. Preso il posto che più gli confaceva, Lucifero sorrise al proprio compagno guidandolo sino alle proprie gambe, sulle quali questi si sedette per poi appoggiarglisi al petto. Imbarazzato per il modo in cui si stava mostrando agli ospiti, Blake non poté fare a meno di chiedersi se un giorno avrebbe avuto a disposizione una sedia accanto a quella dell'amato ed un abito ufficiale tanto bello. Ricevere le anime, dalla più gloriosa alla più infima, seduto sulle gambe come il gatto da salotto del castello o vestito come un semplice ragazzino, lo metteva a disagio. Il lato positivo di quella posizione però era la visuale perfetta dei nuovi arrivati e, se non fosse stato testimone in passato di quanto un demone, o un angelo, potesse risultare terrificante nella sua vera forma, il ragazzo avrebbe sicuramente urlato dal terrore.

<< Mio principe, loro sono i due demoni che ci sono più fedeli, Astaroth e Belzebub. Miei generali, vi presento il mio consorte e vostro Imperatore mio pari, Blake, Discendente di Abele >>

Calato il silenzio nella stanza, Blake ebbe il tempo di osservarli attentamente, incuriosito da esseri così inusuali. Il primo, posto sulla sinistra, aveva un aspetto davvero grottesco ed inquietante. Nonostante il volto apparisse umano, dalle tempie gli uscivano un paio di corna d'ariete come quelle di Lucifero ed il suo corpo appariva orribilmente scheletrico e denutrito. Al posto elle mani aveva delle gigantesche chele d'aragosta, come le zampe di un gigantesco scarafaggio, con la destra sorreggeva le briglie della sua goffa e dragonesca cavalcatura, mentre, nella sinistra, una serpeggiante vipera. Una corona dorata sul capo ed un grande paio d'ali piumate ne ricordavano la natura pura e celestiale ormai perduta. Il secondo, affianco all'altro, non si poteva dire certamente più affascinante o di bell'aspetto. Pareva in tutto e per tutto associabile al comune stereotipo di diavolo, se non fosse stato per le sue ali sottili di membrana bianca e gli occhi caleidoscopici ed ingombranti a riempirne gran parte del viso. L'apocalittico generale mostrava fra le zanne aguzze una specie di piccola proboscide dalla quale gocciolava una bava verdastra che, a contatto con il pavimento, produceva un leggero fumo nero, doveva essere corrosiva.

<< Generali, mantenete gli accordi presi ! Assumete un aspetto differente da quello originario ed orribilmente deformato dalla punizione "cortesemente" donataci da nostro padre per il "tradimento" commesso ! >>

La rabbia nella voce del corvino fece tuonare le pareti e, al fine di tranquillizzarlo, Blake gli appoggiò un bacio veloce sul viso. Il Giorno della Caduta era un argomento troppo sofferto, per quanto curioso fosse, il ragazzo non aveva mai avuto la forza di domandare al compagno a riguardo, temeva di riaprire ferite troppo profonde. Obbedendo al comando ricevuto, le due figure si abbassarono in un inchino e vennero avvolte da una luce così forte da obbligare l'albino a distogliere lo sguardo sino alla completa trasformazione. Il ragazzo si chiese se sarebbe mai stato in grado di ammirare il suo signore nella sua vera forma, se lo augurò vivamente. Recuperata la vista, Blake si voltò curioso e così si rese conto dell'immensa differenza apportata da quella specie di incantesimo. Tanto per cominciare, il cavaliere sul drago non era affatto un uomo come il giovane aveva precedentemente immaginato, anzi, era una magnifica donna dai lunghi capelli dorati, piuttosto alta, formosa ed atletica, circondata di un'aura particolare, la pelle color cenere ed oro, vibrante nell'aria e curosamente attraente. Al posto del moscone invece stava un vero e proprio guerriero dai lunghi capelli color smeraldo, uno sguardo tagliente ed un fisico perfetto, sorrideva a Blake mettendolo stranamente a proprio agio, quasi si stesse rivolgendo ad un vecchio amico. Fu quest'ultimo ad iniziare.

<< I miei omaggi, mio imperatore. Mio principe, è un piacere conoscervi, permettete che mi presenti, sono Belzebub, meglio conosciuto come Belzebù il "Signore delle Mosche", vivo per combattere i nemici di colui che mi evoca. Sono pronto alla lotta Lucifero, come terzo componente della Triade Cosmica, sarò io personalmente ad accompagnarti sul campo di battaglia >>
<< Non serve essere così formali, è dai tempi della caduta che ci conosciamo Bel ... >>

Portandosi più vicina rispetto al predecessore, la donna si fece avanti silenziosa inchinandosi senza degnare Blake di uno sguardo, la cosa fece sentire strano il ragazzo, disprezzato come nella casa di cura dove lo avevano portato i genitori, ma sperò si trattasse solo di un'impressione.

<< Mio imperatore, a differenza di Bel non mi è stato ancora riveltato il motivo per il quale mi hai convocata. Come tuo braccio destro, e la tua più fedele compagna, immagino si tratti di qualcosa di urgente, dimmi di cosa si tratta in modo che io possa adempiere al tuo volere >>
<< Immagini bene Astaroth, perché intendo affidarti la cosa per me più preziosa nell'intero creato >>

Alzano lo sguardo speranzosa, la diavolessa sorrise. L'albino si voltò a sua volta verso il proprio signore, non gli era andata molto a genio la storia del "braccio destro" e della "più fedele compagna" e si augurò non stesse per accadere quanto temeva.

<< Astaroth, mentre sarò via, tu ti occuperai di Blake e lo allenerai >>

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