Cornelius
Fu un odore particolare a svegliare Blake.
Non aveva ancora aperto le palpebre che il suo stomaco iniziò ad emettere un brontolio prolungato e profondo, quasi si fosse appena reso conto di non aver ricevuto cibo negli ultimi due secoli ed ora si ritrovasse a protestare per essere stato ignorato tanto a lungo. Stiracchiate le braccia e le gambe, il Discendente di Abele si mise a sedere.
Era proprio davanti a lui, ai piedi del letto, una tavolata imbandita, frutta matura e succulenta la arricchiva di colori vividi mentre, al centro, troneggiava un succulento assortimento di vari tagli di pesce e, soprattutto, carne. Rossa, bianca, al forno, in padella, grigliata ... C'era cibo sufficiente a sfamare un piccolo esercito.
Deglutendo a vuoto, il giovane avvicinò al banchetto, diede un'occhiata ai intorni, ma non c'era nessuno, né la sua amica, né il sommo Cornelius, e si sentì contorcere dai dubbi.
"Che fame ... era da tantissimo tempo che non la sentivo ... dovrei aspettare gli altri per mangiare ? Sarebbe maleducato iniziare senza nemmeno chiedere il permesso almeno al padrone di casa ... Inoltre ho lo stomaco talmente vuoto che, se iniziassi, non lascerei nemmeno le briciole ..."
Guardando verso la porta, Blake si ripulì le labbra e uscì dalla stanza intenzionato a trovare velocemente qualcuno a cui chiedere il permesso di mangiare, ma ciò che poté ammirare oltre l'uscio lo lasciò senza fiato. Era l'ambientazione di tutti i sogni che aveva fatto da quando aveva ottenuto il Patto Definitivo.
Il ruscello che attraversava la stanza correva all'esterno attraversando un campo di fili d'erba, soffice come cotone sotto le piante dei piedi del castano nei cui occhi si specchiava il cielo, una distesa azzurra ampia ed apparentemente infinita, chiazzata di nuvole.
"Ma com'è possibile che un posto del genere esista davvero ? Io ... io pensavo di essere ancora all'Inferno, che sia tutto un sogno ? Forse sto ancora dormendo !"
Facendo un altro passo avanti, la pelle del Discendente di Abele venne accarezzata da una folata di vento fresco che guidò il suo sguardo verso una zona fiorita e florida che emanava un profumo avvolgente ed invitante. Tentato come non mai di stendersi per godersi quel nuovo mondo privo di fiamme, urla di dolore e puzza di zolfo, il giovane stava per avviarsi alla scoperta dei dintorni quando lo stomaco lo riportò a necessità più impellenti. Fu allora che, poco distante, il castano vide la fulva amica discutere con la figura incappucciata di Cornelius, faticava a sentirli a causa del canto degli uccelli e di qualche altro richiamo non ben definito, quindi decise di avvicinarsi.
<< Sì ! Certo che ... che lo sa, me l'ha chiesto ieri proprio prima di addormentarsi ... >>
<< Da quanto mi aveva domandato ero sicuro che non gli avessi ancora detto nulla, ma se ha reagito positivamente allora non ci sono problemi, appena si sarà rimesso gli spiegherò il resto e tutto andrà per il meglio >>
<< Quindi oggi risponderai alle mie domande ? >>
Voltandosi di scatto verso di lui, la donna sorrise imbarazzata per poi spostare lo sguardo verso il corvino per pochi secondi.
<< Ben svegliato Blake ! Come hai dormito ? >>
<< Davvero bene, anzi, benissimo ! Non ho fatto nessun sogno strano, ma a quanto pare non serviva visto che adesso ci sono per davvero ! Non sto dormendo eppure sono nello stesso prato, sotto lo stesso cielo ! Sento gli stessi odori e le stesse sensazioni, è incredibile ! Voglio visitarlo tutto e ... >>
L'euforia del castano venne zittita dall'ennesimo brontolio del suo stomaco, suono che mise subito in allerta i suoi interlocutori che si ritrovarono ad osservarlo. Di sfuggita il ragazzo poté scorgere perfino gli occhi scuri di Cornelius incrociare i suoi, ma fu la donna a coprirgli la visuale prendendogli il volto tra le mani e guardandolo intensamente.
<< Il cibo che ti ha fornito Cornelius non era sufficiente, oppure, il digiuno di due secoli, è più difficile del previsto da colmare ? >>
<< Oh, a dire il vero io non ho mangiato ancora niente ... Non pensavo, cioè non ero sicuro che fosse per me quel cibo e quindi ho preferito non ... >>
<< Non essere sciocco Blake ! Secondo te per chi altro era stato lasciato quel banchetto davanti al tuo letto ? Adesso torniamo subito dentro, devi assolutamente mangiare qualcosa o non riuscirai nemmeno a reggerti in piedi ! >>
Neanche il tempo di controbattere che il castano venne riaccompagnato dentro e fatto sedere a tavola, l'ex civetta alla sua sinistra e il sommo Cornelius alla destra, entrambi tenevano gli occhi puntati su di lui, quasi volessero essere assolutamente certi di vedere il cibo entrare nella sua bocca ed arrivare nello stomaco. Blake si sentì piuttosto a disagio a dire il vero, ma il suo corpo gli stava praticamente imponendo di fiondarsi su quell'abbondanza e quindi non riuscì a trattenersi ed iniziò.
Bastò un morso a risvegliare le sue papille gustative. Ogni spezia e condimento facevano urlare il suo palato facendolo sentire nuovamente vivo, come se in tutti quegli anni si fosse nutrito solo di ... nulla. I morsi lo portavano a sorridere, più a fondo scavava con i denti più si sentiva soddisfatto, si leccava le labbra e riprendeva vigore. Guardando gli altri e notando che non prendevano nemmeno una briciola però il Discendente di Abele si fermò imbarazzato.
<< Come mai voi non mangiate ? Mi fa strano mangiare tutte queste cose da solo, non sono abituato ad approfittarmi così della gentilezza delle persone >>
<< Non ci pensare Discendente di Abele, noi possiamo sopravvivere perfettamente anche senza nutrirci, ma ora che ti sei liberato dal controllo diabolico il tuo corpo avrà bisogno di molta energia per ristorarsi e tornare al massimo delle proprie capacità >>
<< Ma ... >>
<< Mangio io con te Blake ! >>
Guardando la mano color zaffiro dell'amica sulla sua, il giovane sorrise e le porse la prima cosa che ebbe fra le mani, ovvero una succulenta e lucente mela rossa. La reazione dell'altra però non fu per nulla quella che ci si sarebbe aspettata, infatti, preso il frutto tra le dita flessuose, la donna lo osservò per qualche secondo prima di scoppiare a ridere. Il corvino era sul punto di domandarle cosa ci trovasse di così divertente quando l'altra si alzò, lasciando rotolare a terra quanto le era stato dato, prima di scoppiare a piangere e fuggire fuori.
<< Che ... che cos'è successo ? P-perché scappi via ? Ho fatto qualcosa di ... >>
Alzandosi per raggiungere l'amica, il Discendente di Abele venne trattenuto da Cornelius. Il ragazzo si voltò a guardarlo, ma ricevette solo un cenno di invito a rimettersi seduto.
<< Ieri sera ... ti sei addormentato prima che ti dicesse tutto, vero ? >>
<< I-io ... io non ho sentito il suo nome, ma cosa centra questo con quello che è appena successo ? Che cosa aveva quella mela che non andava ? >>
<< Più di quanto immagini, ma voglio che sia lei stessa a parlarti di questo quando si sarà calmata. Però devo sapere una cosa, come mai gli hai passato proprio una mela ? Avevi altre pietanze molto più vicine >>
<< Ma che razza di domanda è questa ? L'ho fatto senza pensare ! Non c'era nessun altro motivo ! Adesso lasciami andare ! Devo andare a parlarle per capire che cosa è successo ! >>
Lasciata la presa sul minore, Cornelius non gli lasciò nemmeno il tempo di uscire che gli si parò davanti sollevando il mantello dal volto e rivelando così il proprio aspetto. Piume nere e capelli erano un'unica cosa, incorniciavano il volto pallido e maturo del demone in modo regale e, allo stesso tempo, minaccioso. Aveva tratti gentili, ma profondamente malinconici, lo sguardo di chi sa anche ciò che non vorrebbe conoscere.
Fece un passo avanti ed i lembi del mantello gli si aprirono, Blake ormai non avrebbe saputo dire dove iniziassero le piume e dove invece vi fosse il corpo dell'uomo. Quella presenza poderosa frenò qualsiasi intento del ragazzo che si limitò a sostenerne l'occhiata silenziosa sino a quando, dal lembo destro della stoffa, non uscì un'enorme ala nera che lo spinse dolcemente verso il suo posto a tavola, invitandolo a riprendere il pasto. Senza muovere lamentele, il Discendente di Abele tornò a sedersi e ricominciò a mangiare.
<< So che non ti va di lasciarla andare in questo modo, dopotutto lei ha passato tanto tempo a sostenerti, rischiando la sua vita per arrivare alla tua finestra e darti speranza, ma è più forte di quanto tu creda. Se fossi andato da lei non l'avrebbe accettato, non è mai felice di farsi vedere debole o bisognosa di aiuto, soprattutto davanti ad un uomo >>
<< Noi siamo amici, non importa se lei è femmina ed io sono maschio ... Quando si è amici ci si sostiene a vicenda e si risolvono le incomprensioni, non importa di che sesso si è ... Per me il suo pianto non vuol dire che è una femmina debole, lei mi ha visto piangere tantissime volte e non mi ha mai giudicato per questo >>
<< Allora rispondimi, come mai le hai passato proprio una mela ? >>
<< Te l'ho detto ! Non c'era una ragione in particolare ! Volevo solo mangiare insieme a lei, come ... come in un normale pranzo fra amici, ma come al solito ho rovinato tutto >>
Appoggiato il tubero dolce che stava mangiando, Blake si portò la mano al viso e si asciugò una lacrima dalla guancia, era mortificato e spaventato, non voleva perdere l'unica amica che aveva e ritrovarsi da solo. Teneva tantissimo alla rossa, le doveva molto ed era preoccupato di poterla perdere, il suo disagio era così evidente che Cornelius prese infine una decisione. Scostate le piume alla fine del margine dell'ala, il demone scoprì la mano sinistra, grande e chiara, ed afferrò un tozzo di pane portandoselo alla bocca per poi mangiarlo lentamente.
<< Ora che stiamo mangiando insieme possiamo definirci amici, giusto Discendente di Abele ? >>
<< I-io ... io penso di sì, se ... se vuoi >>
<< Sì. Quindi lasciati dare un consiglio da un amico, lasciala sfogare. Lei sa che tu non le hai dato volontariamente quella mela per ferirla, è solo che quel frutto ha risvegliato momenti poco piacevoli del suo passato. Fidati, ripreso il controllo tornerà qui serena come sempre >>
<< V-va bene ... mi fido, dopotutto vi conoscete da tanto tempo ... >>
Accantonando l'argomento, i due continuarono a mangiare sino a quando Blake si sentì pienamente sazio e soddisfatto emettendo, senza riuscire a darsi il minimo freno, un sonoro rutto liberatorio. In un secondo il castano divenne completamente rosso e si coprì le labbra velocemente, era già pronto a scusarsi quando il suo compagno di pranzo ne emise uno a sua volta, ben più rumoroso ed appagante. Trattenendo a stento una risata, il giovane guardò il demone stendersi e chiudere gli occhi, sembrava essersi addormentato di colpo, ma poco dopo stiracchiò le ali dimostrando l'esatto opposto e confondendo Blake, incerto su come comportarsi.
<< Vergognarti di ridere quando qualcosa ti diverte non serve, non qui almeno. Questo è un luogo neutrale dove né il bene, né il male possono entrare. Certo, qualche spiraglio di entrambi può fluirvi all'interno, nessuna barriera è perfetta, ma è di quanto più liberatorio sono riuscito ad ottenere ... >>
<< Ottenere ? Ma io pensavo che tu fossi stato rinchiuso qui da Lucifero. Ma da come ne stai parlando sembra che tu abbia scelto di stare qui di tua spontanea volontà ... >>
<< Se questa fosse una "prigione" del Piccolo Corno lui potrebbe entrare ed uscire a suo piacimento, invece non può, come non possono i suoi seguaci ed i suoi marchi diabolici. Ovviamente ciò vale anche al contrario, né il Creatore né la sua onnipotenza possono intervenire qui, anche se ogni tanto ci prova, principalmente per ferire, come ha fatto con la tua scelta della mela ... >>
<< La mela ? Ma sono stato io a ... >>
Dando un paio di colpetti con la mano sul pavimento, Cornelius invitò Blake a mettersi al suo fianco, ma, titubante, il Discendente di Abele non volle stendersi e si mise solo seduto, desideroso di voler continuare quella conversazione il prima possibile. Aveva tante domande e finalmente il sommo Cornelius sembrava incline al raccontare.
Riavvolta la mano fra le piume il demone aprì gli occhi verso il soffitto, essi non perdevano nemmeno per un secondo l'aria triste e riflessiva che li caratterizzava, sembravano vedere oltre la parete e portare la mente del proprio padrone in luoghi e tempi lontani. Il ragazzo li guardò ammirato, avrebbe voluto avere altrettanta consapevolezza e conoscenza di ciò che stava accadendo, invece si ritrovava con sempre più domande.
"Spero proprio che sia in grado di darmi tutte le risposte che cerco"
<< Cornelius io ... >>
<< Vuoi sentire la storia ? >>
<< Una ... una storia ? Ma a dire il vero io avrei ... >>
<< Non ho detto ... Una storia >>
Il corvino si voltò verso Blake facendogli perdere le parole di bocca e lasciandolo a perdersi in quelle iridi di tenebra in grado di zittire tutti i vorticosi pensieri che gli affollavano la mente. Senza rifletterci più, il ragazzo si sdraiò accanto al demone guardando il soffitto e cercò di calmarsi, cosa che gli riuscì molto più semplice ora che aveva lo stomaco pieno.
<< Va bene, ti ascolto ... scusami >>
<< Mi auguro che, sapere la verità, ti aiuti a liberarti di tutti i tuoi dubbi perché, a quanto ho capito, nonostante tutto il tempo trascorso insieme, Lucifero non ti ha spiegato niente, e non penso lo farà nemmeno in futuro. In fondo gli conveniva tenerti nell'ignoranza ... >>
Stretti i denti, Cornelius scacciò la rabbia e, dopo un lungo respiro profondo, iniziò a raccontare.
<< Io c'ero dal principio, esattamente cinque giorni dopo l'inizio di ogni cosa.
Da quando sono stato creato ho superato in longevità qualunque creatura terrena, solo i demoni, gli angeli e il Creatore in persona sono più vecchi di me, ma capirai di certo che, sopravvivere così a lungo, non è una cosa concessa a molti.
C'ero il giorno in cui nacque l'uomo, l'ho visto scendere passo dopo passo nella corruzione e nel peccato, ho assistito alle terribili punizioni divine, ogni mossa nella grande partita tra bene e male per prevalere ... uno spettatore neutrale, ma odiato da entrambe le fazioni.
So anche tutto di te Blake James Bowman Junior, da ancora prima che nascessi ero a conoscenza del fatto che eri il nuovo Discendente di Abele, ma non pensavo saresti stato quello che avrebbe potuto causare la chiusura definitiva della partita ... In fondo eri un ragazzo talmente normale, non avrei potuto immaginare di vederti arrivare fino a qui >>
<< Chiusura della partita ? Di che partita stai parlando ? >>
Blake non si sentiva più consapevole, solo più confuso. Adesso che era tornato umano stava seriamente cominciando a pensare di non essere fatto per quel mondo, si trattava di questioni troppo complicate e d'importanza eccessiva. Magari vivere come un ragazzo qualunque non si sarebbe rivelata la scelta sbagliata, peccato che al tempo fosse così accecato dall'amore per Lucifero da non poter nemmeno pensare di passare anche solo un secondo lontano a lui.
<< Scusa Blake probabilmente ti sto facendo ancora più confusione ... Meglio riprendere dall'inizio, dalla mia nascita, così capirai meglio cosa ha davvero causato questa guerra e, soprattutto, come mai tu sei finito per diventarne l'ago della bilancia.
Come ti ho detto, al principio ero un corvo qualunque, uno fra i tanti volatili che affollavano il cielo sterminato dell'Eden, il giardino di Dio. La Caduta di Lucifero era già avvenuta da tempo, ma i demoni, non ancora relegati nell'Inferno, camminavano ancora sulla terra, intorno ai confini dell'Eden.
Il male era irrequieto, bramava la propria vendetta contro il Creatore, ma niente sembrava dargli un appiglio per mettere in pratica un piano di riconquista celeste. Non dovettero attendere molto per avere la loro prima occasione, ventiquattr'ore dopo, infatti, nacque l'uomo.
Adamo, immagine di Dio, figlio prediletto del creato, veniva coperto dal Padre d'ogni cosa preziosa, tutte noi bestie, le piante e ogni ragione di gioia era a suo servizio e diletto.
Egli era perfetto nella condotta, immortale, ma preda facile nella sua solitudine, i demoni e, fra tutti, Lucifero, sarebbero potuti facilmente entrare nel suo cuore, ma il Creatore lo sapeva ed agì per primo. Dalla Terra, fonte di vita, e madre delle sue creature, creò la prima donna, Lilith, come moglie di Adamo, a lui sottomessa come lo eravamo noi >>
<< Ma le cose non andarono come previsto ... >>
Alzandosi a sedere Blake vide l'amica tornare nella stanza asciugandosi gli occhi un'ultima volta prima di sederglisi davanti sorridendo. Il Discendente di Abele la guardò rincuorato dal vederla nuovamente serena e poi tornò ad ascoltare Cornelius.
<< Difficilmente le cose vanno come il Creatore prevede da quando l'uomo è nato, colpa del libero arbitrio. Comunque sì, Lilith non fu la moglie sperata, si rifiutò di sottomettersi ad Adamo, in ogni ambito del loro rapporto. La sua condizione la vincolava a semplice serva e così, desiderosa di libertà, fuggi dall'Eden dopo aver pronunciato il nome segreto di Dio. Ma ella non mangiò mai il frutto proibito e dunque non perse mai la propria immortalità >>
<< Il vero nome di Dio ? >>
Blake guardò incuriosito il demone corvo e l'ex civetta, fu quest'ultima a rispondere tranquillamente, le labbra incurvate verso l'alto. Allungando un dito sul pavimento, la donna iniziò a scrivervi varie lettere in successione che, nonostante non vi fosse pittura, ed il suolo fosse duro e liscio, si incisero ai piedi del castano. Y-H-W-H.
<< Si pronuncia Yahwe. Oggi molti sono a conoscenza del suo vero nome, ma a quel tempo pronunciarlo corrispondeva ad un gesto imperdonabile. Fu un peccato così grave che Lilith venne punita con la ... la deformazione del proprio aspetto e marchiata da un'onta incancellabile. Questo era ciò che accadde alla prima donna che desiderò essere considerata alla pari con suo marito. Cacciata dalla propria casa, sola, costretta a fare qualsiasi cosa per sopravvivere nonostante tutto, cancellata perfino dai ricordo dei propri figli ... un mostro immortale ... >>
La rossa alzava la voce ad ogni parola pronunciata, i suoi capelli avevano iniziato a fluttuare, spinti da una forza misteriosa, lasciandole scoperta la schiena e rivelando così, anche se solo parzialmente, due ali da pipistrello, prima mimetizzate alla chioma voluminosa. Non fu quello però il motivo che spinse il Discendente di Abele ad indietreggiare davanti all'amica, ma la consapevolezza di aver appena compreso, con orrore, quale fosse la sua vera identità.
La donna però, come se nulla fosse, si voltò verso di lui e sorrise, amichevole come al solito, riprendendo la calma.
<< Una regola un po' megalomane per la quale essere puniti in eterno, non credi ? >>
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