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Acqua e Fuoco

Così preso dalla comparsa dell'amica in quella veste inattesa, Blake non si era nemmeno reso conto della figura incurvata poco distante da loro, intenta a cambiare l'acqua sporca di un catino con dell'altra cristallina. Con calma l'ambiente sembrò mettersi a fuoco davanti agli occhi del Discendente di Abele. Erano in un'ampia stanza, così grande che, intorno all'ampio letto rasoterra, sul quale ci si sarebbero potute stendere senza fatica circa dieci persone, scorreva, lento e fresco, un ruscello circoscritto, colmo di pesci guizzanti di vari colori, di specie particolari che l'albino non aveva mai visto prima.

<< Immagino avrai molte domande da porre Blake, Discendente di Abele, ma prima di questo devi ripulire il tuo corpo dai residui lasciati dal passaggio attraverso la barriera. Non imbarazzarti, non ce n'è bisogno, avvicinati e lavati >>

Scostate le coperte con un gesto rapido, il giovane si fece avanti, era ormai da tanto che restare nudo in pubblico non gli faceva più effetto. Si sentiva piuttosto bene, era strano riuscire ad alzarsi senza essere mezzo morto e dolorante, inoltre il candore di quel luogo era così rilassante da calmare il suo animo sempre agitato da mille preoccupazioni. Il giovare sorrise tranquillo, ma la sua gioia ebbe vita breve, infatti, giunto a specchiarsi nel corso d'acqua, il suo cuore ebbe un fremito. I suoi capelli erano cambiati, il liquido bianco che aveva cercato di togliere poco prima, veniva rilasciato dalle ciocche, le quali stavano tornando rapidamente castane, com'erano prima del Patto Definitivo, quando era ancora un ragazzo umano qualunque.
Sostenuto dall'amica, Blake continuò a ripulirsi e così si rese conto che il marchio nero di Lucifero inciso sul proprio polso non c'era più e lo stesso valeva per la sua schiena, era praticamente tornato umano. Preda della rabbia il Discendente di Abele iniziò a tremare e singhiozzare, tutto ciò che aveva subito fino a quel momento era andato perduto, aveva sbagliato ad andare lì, che utilità avrebbe potuto avere ora in quella guerra ?

<< Blake, perché stai piangendo ? Stai ancora male ? >>
<< I-io ... io sono ... >>
<< Non sei umano se è questo ciò di cui hai paura, anzi, più precisamente non lo sei mai stato. La scelta che hai acconsentito a fare per entrare in questa mia prigione era necessaria, non potevi risvegliarti fino a quando avevi quei sigilli demoniaci addosso. Erano stati creati appositamente per assopire e sottomettere >>

Asciugandosi il viso, il ragazzo guardò verso la figura, sicuramente maschile, ma così incappucciato era impossibile scorgerne i tratti del viso. L'unico dettaglio che lasciava trasparire erano delle ciocche sporadiche, nere come la pece che gli ondeggiavano senza peso davanti al viso ad ogni movimento del capo. Come poteva un semplice demone permettersi di dire cose simili accusando il proprio Imperatore ? Perché mai Lucifero avrebbe dovuto impedire ai suoi poteri di uscire per poi farlo allenare allo scopo direttamente opposto ? Blake non credette ad una sola parola e mantenne la guardia alta, non poteva fidarsi di quello sconosciuto.

<< Tu sei ... il sommo Cornelius ? >>
<< Sommo ... credevo che questo epiteto non fosse più associabile al mio nome ormai. Comunque sì, sono io, ed anche se per il momento ciò che ti ho detto ti sembra impossibile, non appena la tua assuefazione a quei marchi si dissolverà, vedrai tutto con maggiore chiarezza >>
<< L-leggi nel pensiero perciò sei davvero potente come mi hanno detto ... quindi puoi aiutarmi a diventare più forte ? Devo farlo per essere utile al mio Signore, per non essergli di peso ed assumere il mio ruolo di Principe nella battaglia contro Lilith ! >>

Anche se impercettibilmente, al giovane parve di notare un incontro di sguardi fra l'incappucciato e la sua amica, ma fu così breve da venir sormontato dalla successiva conversazione.

<< Ho detto niente domande per ora, finisci di lavarti, mangia e rimettiti in sesto, avremo tutto il tempo di parlare più tardi >>
<< Io non ho tempo, il mio Signore aspetta dei risultati il prima possibile ! Per favore, sono già pronto per cominciare ! >>

Resosi conto che Cornelius era già in piedi e prossimo ad allontanarsi, il Discendente di Abele afferrò il suo mantello nel tentativo di fermarlo, ma la liscia stoffa, sganciandosi dal petto del demone, fu sul punto di rivelarne i tratti. Il ragazzo non ebbe il tempo di elaborare quanto accadde, semplicemente, d'improvviso, da sotto il mantello, l'uomo scomparve e volò fuori un gigantesco corvo nero che, emettendo un'intensa gracchiata, uscì dalla finestra verso la luce.
Voltandosi stupefatto verso l'amica, l'ormai castano rimase senza parole.

<< Anche lui sa ... >>
<< Sì, sa mutare il suo aspetto, ma non nel modo che pensi. La sua vera forma non è quella umanoide, ma quella di un corvo >>
<< Quindi lui è nato corvo ? E come mai allora è così rispettato e temuto ? Perché sa parlare se una volta era un semplice uccello ? Perché Lucifero l'ha rinchiuso qui ? >>

Senza fiato, ma con ancora molti dubbi rimasti senza risposta, Blake venne zittito da un tenero abbraccio e, cullato da un dolce profumo, il suo animo si acquietò lasciando spazio a silenziose e lente lacrime liberatorie.

<< Hai tante domande Blake e so che hai paura, ma non devi. Non corri rischi qui e, se ne corressi, ti difenderei io. Nessuno ti ferirà più, te lo prometto >>

Sorridendo tranquillizzato, il Discendente di Abele lasciò che l'amica gli asciugasse le lacrime e desse qualche carezza per poi spostarsi spontaneamente ed avvicinarsi all'acqua fresca per finire di lavarsi. L'altra lo guardò in ogni gesto, qualche ferita lasciata da Astaroth era ancora evidente, presto si sarebbe rimarginata, ma ciò non la aiutava a sentirsi meno colpevole, avrebbe voluto poter intervenire prima. Il pensiero la innervosì.

<< Senti ... >>

Interpellata, la donna sollevò lo sguardo e recuperò il sorriso.

<< Dimmi Blake >>
<< Se non posso fare domande su Cornelius posso almeno chiederti qualcosa riguardo te ? Però devi rispondere sinceramente ... >>
<< Ecco ... ehm ... va bene, non c'è problema, però solo a tre domande. Dopo che avrai le risposte mangerai e riposerai senza disturbare Cornelius >>

Allungato un braccio, e incrociate le mani destre in una stretta convinta, l'accordo verbale venne censito.

<< Tre domande e poi ti rimetti in sesto, promesso ? >>
<< Promesso ! Allora ... Non mi hai mostrato prima questa forma perché non ti fidi di me ? >>
<< Cosa ? Assolutamente no ! Io mi fido senza alcun dubbio di te Blake ! Semplicemente la mia vera forma è piuttosto appariscente, me ne vergogno spesso perché una volta io ... io non ero affatto così >>

Resosi conto della tristezza nello sguardo dell'amica, il giovane le accarezzò la mano ancora stretta nella sua provocandone un istantaneo inscurimento delle gote, segno che stava arrossendo.

<< Io ti trovavo bellissima come civetta, ma così sei molto meglio perché riesco a vederti sorridere ! La mia seconda domanda è più facile, da quanto tempo conosci Cornelius ? Sembrate avere davvero tanta confidenza >>
<< Dalla Genesi >>
<< G-genesi ? Intendi tipo la creazione del mondo ? >>
<< Questa è la tua terza domanda ? >>
<< No, non lo è ! Però sono curioso riguardo a quel periodo ... non me ne puoi dare una bonus ? >>

La donna rispose con una risata e scuotendo la testa per l'insoddisfazione del Discendente di Abele che non poté fare altro che sbuffare. Uscito all'acqua e ben asciutto, il giovane sapeva già quale sarebbe stata la terza domanda da porre, ma non era sicuro che avrebbe ricevuto la risposta che cercava. Guardando l'amica intensamente prese un bel respiro.

<< Non sei obbligata a rispondere a questa domanda se ancora non ti senti pronta ... ma io ci tengo comunque a fartela perché vorrei che tu avessi abbastanza fiducia in me da rispondere ... io vorrei sapere ... come ti chiami >>

Abbassato lo sguardo l'altra si prese qualche momento sotto lo sguardo del ragazzo il quale iniziò a pensare di essersi spinto troppo oltre con quella richiesta. Solo poco dopo, quando i loro sguardi tornarono ad incrociarsi e lei socchiuse le labbra per parlare, il giovane capì di aver trovato davvero qualcuno di cui potersi realmente fidare.
Peccato che non riuscì a sentire nulla mentre crollava a terra stremato in un sonno profondo e, per la prima volta da più di due secoli, senza sogni.

***

Tutto procedeva tranquillamente, vi era solo pace nel regno del dolore eterno, o almeno nella sala principale dove Astaroth, seduta beatamente sul trono dell'Inferno, riceveva spietatamente anime e demoni godendo del loro tormento. Un lunghissimo abito ad avvolgerla, le gambe accavallate ed il petto tronfio, la tentatrice sorrideva maligna e soddisfatta, non vedeva l'ora di veder giungere il Discendente di Abele dalle sue stanze, pronto a supplicarla di intensificare gli allenamenti. Quello sciocco ragazzino si sarebbe bevuto qualsiasi cosa, bastava convincerlo che provenisse dalle labbra di Lucifero ed avrebbe obbedito. Il Padrone sarebbe stato molto soddisfatto al loro prossimo colloquio, i progressi del suo compagno l'avrebbero convinto una volta per tutte delle straordinarie capacità di Astaroth come allenatrice e, soprattutto, come braccio destro.
Nemmeno un'anima dopo però, la donna si ritrovò a sbiancare, preda di un terrore che non aveva più provato dai tempi della caduta.
Le ante dell'immenso portone principale si scardinarono trafiggendo le pareti laterali della sala come lame, scavando nella roccia senza incontrare resistenza e restandovi infine conficcate. Le anime presenti iniziarono ad urlare di terrore e contorcersi a terra avvinte da un dolore insostenibile, non tanto fisico, quanto più interiore, mentre una mano gigantesca, pelosa e dotata di artigli varcava l'ingresso distruggendo ogni ostacolo al proprio passaggio.
Erano secoli che i dannati non incrociavano con lo sguardo quest'enorme ed orrida creatura, la sola, a parte il divino Creatore, ad avere una natura talmente superiore da essere inammirabile perfino ai demoni, per Astaroth era la seconda volta a cui era concesso di rimirarla personalmente, ma ciò non ridusse minimamente l'effetto che le causò.
In preda a tremori e convulsioni degli arti, la diavolessa tornò alla propria reale forma mutilata e mostruosa, per poi scendere istantaneamente dal trono e inginocchiarsi al suolo in lacrime.
Tale reazione non provocò che una risata di scherno nell'assalitore il quale distrusse la parete d'ingresso facendo si che la facciata del castello si trovasse scoperta. L'ambiente esterno alla magione era cambiato di colpo, il ponte che la separava dal cancello d'uscita lasciava ora il posto al busto coperto di pelliccia scura della più terrificante mostruosità che l'universo avesse mai conosciuto.
I suoi giganteschi zoccoli smuovevano il suolo provocano incessanti terremoti in ogni dove mentre con le lunghe corna, grattando la volta infernale, causava la caduta di macigni portando distruzione e suppliche pietose perfino nei cuori empi dei demoni al lavoro. Lanciando un grido verso il Generale, Lucifero la spinse a supplicare della propria eterna esistenza tra le lacrime, prostrandosi ulteriormente, lacerandosi per la disperazione in cerca di sollievo da quell'oppressione dalla quale sembrava non esserci altra fuga, se non la più immorale fra le fini, il suicidio.

<< Pietà mio Signore ! Pietà vi prego ! Nascondete la vostra vera forma o mettete fine a questo dolore, vi prego ! >>
<< Pietà ... >>

Pronunciando quella parola tra le zanne sanguinolente e nauseabonde, il Diavolo iniziò a cambiare forma, tornando a quella consueta, la più vicina a quella che possedeva quand'era ancora l'angelo preferito del Paradiso. Ancora dolorante per la visione a cui aveva appena assistito, nonostante avesse potuto cogliere solo sporadici dettagli della reale forma del suo Padrone, Astaroth alzò di poco la testa, ma la ritrovò ben presto affossata nella roccia del pavimento a causa del piede di Lucifero.

<< Io non so proprio cosa tu intenda con "pietà" ... Direi che nemmeno quando ero ancora nell'alto dei cieli lo sapevo >>

Quando in risposta l'Imperatore ricevette solo singhiozzi accorati sorrise.

<< Che bel generale mi sono ritrovato, una ragazzina gelosa e piagnucolona incapace di soddisfare la più semplice delle richieste ... In fondo non mi sembra di aver preteso l'impossibile, non ti ho chiesto di portarmi la testa di nostro padre ... Cosa ti ho chiesto Astaroth, te lo ricordi vero ? o devo farti tornare la memoria con un'altra occhiatina alla vera forma del tuo Signore ? >>

Togliendo il piede dalla nuca dell'altra, Lucifero le concesse di alzarla quanto bastava per parlare e, anche se debolmente a causa delle ferite auto inflittesi, Astaroth riuscì a trovare la forza di far uscire le parole.

<< D-dovevo insegnare al Principe Blake, vostro consorte, ad aumentare le proprie difese in modo che non si rivelasse d'intralcio durante la ... >>

Ma la creatura non ebbe tempo di concludere che si ritrovò nuovamente conficcata nel suolo dalla pianta del piede destro dell'altro. Rilasciando un sospiro scontento il corvino batté le mani un paio di volte in maniera ironica più che in approvazione della risposta ottenuta.

<< Ebbene sì, non c'è dubbio che i miei ordini fossero questi ... Ma ho un piccolo, insignificante quesito da porti mio fidato e leale Generale Astaroth. A cosa serve che Blake, il Discendente di Abele, mio consorte e tuo Principe sia in grado di difendersi, di fuggire in caso di pericolo e di rigenerarsi le ferite più gravi e mortali ... SE POI LASCIA IL CASTELLO E RIESCE A LIBERARSI DAL PATTO DEFINITIVO E DA QUALSIASI ALTRO MARCHIO DIABOLICO CHE HO IMPRESSO SU DI LUI !?! >>

Un calcio dietro l'altro alla testa dell'alleata ed il Diavolo finì per maciullarla, ma non le concesse tregua passando immediatamente ad infierire sul resto del corpo, in attesa della sua rimarginazione per poi ricominciare. Lucifero cercò invano di sfogare la furia cieca che ormai lo colmava da quando si era risvegliato nel deserto ed aveva capito che, tutti i suoi sforzi, si stavano riducendo in briciole a causa dell'incompetenza di un solo stupido demone. Era stato un piano perfetto, lungo sicuramente, ma il Demonio sapeva essere paziente nell'ottenere la vittoria finale e la meritata vendetta sul padre che l'aveva tradito.

<< Eppure Astaroth dovresti sapere bene quanto abbiamo dovuto aspettare che i Discendenti di Abele, di generazione in generazione, dimenticassero infine il loro ruolo !!! E quanto ancora abbiamo atteso che uno di loro fosse così sciocco da palesare il proprio lignaggio evocando o entrando in contatto con un demone ! Poi non parliamo della fatica fatta per incidere il marchio del Patto Definitivo su Blake e rendermi per lui l'unica ragione di esistere !!! TUTTO GETTATO VIA PER CAUSA TUA !!! >>

Scostando i boccoli indietro, il Diavolo camminò sul corpo del Generale e si sedette sul proprio trono guardando la carcassa riassemblarsi con disprezzo, avrebbe voluto eliminare quell'inetta con le proprie mani, peccato che la punizione del Creatore non avesse una scadenza e nemmeno lui poteva terminare un angelo traditore che ancora scontava quella sofferta pena.
Rimettendosi in ginocchio, la diavolessa si ripulì il volto dal proprio sangue dorato e tenne lo sguardo fisso sui piedi dell'Imperatore, non aveva idea che Blake fosse fuggito, ma proprio per quello non aveva scusanti, se voleva mantenere la posizione di comando, doveva trovare in fretta una soluzione o si sarebbe ritrovata a subire torture ben peggiori dei peccatori.

<< Posso ritrovarlo mio Signore ! Lo riporterò indietro ! Basterà dirgli che siete tornato e il vostro compagno correrà subito qui ! Dopo ciò non sarà difficile per voi convincerlo a riprendere i vostri marchi e sigilli ! Sarà come se nulla fosse accaduto ! >>
<< Forse il cervello ti si sta ancora rigenerando perché non puoi essere così stupida da non capire in che situazione ci troviamo ... >>
<< Cosa ... cosa intende dire ? >>
<< Blake è ancora all'Inferno, nell'unico posto in cui è necessario ripulire la propria anima dai marchi diabolici per accedere ! Il luogo nel quale è rinchiuso il solo in grado di dare asilo al Discendente di Abele e rivelargli la verità su quanto stiamo organizzando dal giorno della caduta ! >>

Sconvolta da quelle parole, Astaroth si coprì la bocca zannuta e ricominciò a tremare. Blake gli aveva parlato di Cornelius durante il loro ultimo allenamento, ma la diavolessa non avrebbe mai creduto che il ragazzino si sarebbe prodigato per fuggire e raggiungerlo davvero, non era possibile. Lucifero l'avrebbe sicuramente punita, ormai era assicurato, ma doveva trovare il modo per ridurre la tremenda condanna spostando l'attenzione, e la rabbia del suo Signore, su qualcun altro. Guardando l'Imperatore e facendosi forza, la demone ne incrociò lo sguardo cercando di mantenere un certo, vano, contegno.

<< Il Principe Blake sapeva di Cornelius, ma non sono stata io a parlargliene ! Ci deve essere un infiltrato nel castello, qualcuno in grado di superare la barriera, di non farsi notare e con enormi conoscenze dei tempi della Genesi ! Altrimenti non si spiega come questa fuga sia stata possibile ! Anche perché il vostro compagno non era a conoscenza nemmeno dell'ubicazione della prigione di Cornelius ! >>

Dopo aver riflettuto qualche secondo sulle parole del Generale, Lucifero si alzò in piedi, afferrò la servitrice e la trascinò con sé verso la stanza del Discendente di Abele. Visto che nessuno aveva ancora saputo della sua fuga, se il giovane aveva avuto davvero un complice, quest'ultimo doveva aver lasciato sicuramente delle tracce. A passo sicuro il Diavolo superò i vari corridoio e le scale fino all'ingresso della propria camera, ma, quando vi si ritrovò davanti, poté percepire che c'era qualcosa di diverso, una sensazione sgradevole che conosceva fin troppo bene gli si insinuò fin nelle ossa.
Aperta la porta e lanciato un rapido sguardo alla modesta cella che, come da suoi ordini, era stata resa appositamente invivibile, il corvino ne scrutò ogni angolo mentre lasciava la presa sulla propria preda. Giunto al bordo della branda e presa la coperta fra le mani, il Signore dei Demoni ne portò un lembo al volto e la annusò intensamente ad occhi chiusi. L'odore di Blake, del suo sudore, le lacrime, il sangue, fecero risuonare il suo corpo risvegliandogli tanti pensieri e ricordi, principalmente del periodo in cui si erano conosciuti. Il corvino rimase immobile a contemplare ogni sfumatura olfattiva sino a quando non riuscì a cogliere in essa qualcosa di estraneo che lo spinse a gettare lontano la stoffa lacera con disprezzo.

<< Non può essere vero ... >>

Ma Lucifero dovette immediatamente ricredersi quando, a contatto con il copri materasso, vide una lunga piuma bianca di civetta e, per poco, non sentì crollare il proprio autocontrollo. Avvicinando cauto la mano per prendere fra l'indice ed il pollice quell'inconfondibile conferma, il corvino si rese conto di star tremando e retrasse le falangi chiudendole in un duro pugno serrato.

<< Astaroth ... contatta Bel e tutti i demoni superiori ... dobbiamo riprenderci il mio Blake, all'istante ! >>

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