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Wingardium Leviosa

Attraversai a grandi passi la sala comune . La custode mi guardò perplessa: le sorrisi arrossendo.

- Prima o poi finirà per dormire al ministero se continua così! - mi rimproverò la donna e aveva tutte le ragioni del mondo, ma quel giorno non potevo permettere un'ingiustizia. Probabilmente stavo rischiando il mio posto al ministero con la manovra che mi era venuta in mente, ma non avevo scelta. Forse Urquart aveva ragione: ero la persona giusta al posto giusto, ma dovevo farlo prima dell'arrivo del custode. Entrai nella grande biblioteca ancora deserta, firmai il registro e mi diressi verso lo scaffale della sera precedente. Quindi mi guardai intorno perplessa. Controllai che non ci fosse nessuno, estrassi la bacchetta , guardai dritto quell'immenso scaffale pieno di pergamene e urlai a gran voce: "Wingardium Leviosa". Era un incantesimo piuttosto semplice, nonostante la mia bacchetta dispettosa mi era venuto al secondo tentativo a scuola: certo l'esito su uno scaffale contente milioni di pergamene fu un tantino devastante. Cominciarono a volare attorno a me come in un vortice. Tentai di non farmi prendere dal panico e dissi a chiare lettere "Accio Maghinò". I Maghinò infondo erano terribilmente rari , quante di quelle pergamene potevano contenerne. Evidentemente molte più di quante avessi pensato . Mi maledissi e guardai la montagna rimanente di pergamene.

Ormai dovevo andare fino in fondo. "Accio Eveline Right" aggiunsi decisa. Speravo davvero che ce ne fosse almeno una in quel grosso mucchio o tutti i miei sforzi sarebbero stati vani. Tre pergamene mi volarono in mano. In quel momento sentii i passi del custode in fondo alla stanza. Guardai terrorizzata quella catasta di pergamene che fluttuavano nello spazio polveroso della biblioteca.

"Obliterate" sussurrai nervosamente allo scaffale trattenendo le tre pergamene residue tra le mani. Quindi le stesi sul tavolo, nascosi la bacchetta e mi sedetti cercando di calmare le mie mani che stavano tremando.

- già qui Miss?- chiese l'uomo perplesso. Io gli sorrisi cercando di sembrare naturale.

- Ho firmato il registro come mi ha detto - risposi nervosamente. L'uomo annuì e cominciò a ritornare sui suoi passi. Era quasi alla fine dello scaffale quando prese due pergamene, le estrasse dallo scaffale e lo guardò perplesso; quindi, prese la bacchetta e le spedì ai piani alti. Qualsiasi fosse l'ordine originale di quegli alberi genealogici avrei dovuto approfondire in un altro momento: indicai una pergamena e trattenni il fiato. Non ricordavo a memoria l'anno di nascita, ma poteva essere : Eveline aveva una sorella, come questa Eveline, il luogo era corretto, anche i nomi dei genitori. Presi la pergamena e corsi verso lo studio di Urquart controllando nervosamente l'orologio. lo trovai al secondo piano davanti alla sala delle udienze del Wizengamot, stava intrattenendo, nemmeno troppo innocentemente, il ministro della magia. Feci un inchino costernata, chiesi perdono e gli allungai la pergamena. Urquart la aprì e mi sorrise soddisfatto quindi mi invitò ad entrare con lui in quell'aula.

Era la prima volta che mettevo piede in un'aula di quel tribunale, nonostante non fossi io sotto accusa mi ci sentivo terribilmente.

- L'udienza iniziava alle 9 in punto- ricordò il Ministro guardando il giovane uomo che tremava seduto sulla seggiola scura in legno massello. In quell'aula più che mai avevo l'impressione che le scalinate si arrotolassero attorno a noi fino a soffocarci, a stringerci come le spire di un serpente. Ho sempre odiato i serpenti. Quale gatto non li odia?

- Il signor Dawlish stava attendendo una verifica dell'ufficio Applicazioni della legge sulla magia. - disse Urquart senza scomporsi. Io stavo al suo fianco impettita come un soldatino con quella pergamena in mano. Elphinstone mi fece segno di consegnarla.

- Signorina, lei da quanto lavora all'ufficio Applicazioni della legge sulla magia?- chiese divertito il Ministro, quasi gongolasse a mettermi in imbarazzo.

- Un paio di mesi, signore. – risposi con deferenza.

- E' una delle nostre nuove leve da Hogwarts, la migliore della sua annata - disse orgoglioso Elphinstone.

- Si rende conto, signorina, che dall'accuratezza del suo lavoro dipende la libertà di questo mago?- mi apostrofò il ministro. Deglutii a fatica annuendo. Non ero stata tanto nervosa nemmeno per i GUFO.

- Ebbene?- fece quindi il ministro.

- La signorina Eveline Right è nipote di terzo grado di una Maganò - aggiunsi decisa cercando di non far trasparire la tensione nella mia voce.

- Una maganò? Interessante ... non è vero Urquart! Ha fatto sapere alla sua nuova segretaria che solitamente controlliamo solo fino al primo o secondo grado di parentela?- aggiunse il ministro. Mi sentii morire: non sapevo nulla di quella regola. Se tutto quello era stato vano, come potevo salvare quel pover'uomo da Azkaban?

- La legge non vieta di controllare oltre ... e non dà un grado massimo di parentela - rispose calmo Urquart.

- La legge, no, ma i soldi dei nostri contribuenti sì- sorrise il ministro.

- Ho effettuato il controllo al di fuori del mio orario lavorativo, questa mattina stessa, senza alcun costo per i contribuenti- intervenni decisa. Urquart mi guardò stupito e mi sorrise con un'ammirazione che non avevo mai visto nei suoi occhi.

- Molto bene, Signorina , il signor Dawlish avrà modo di ringraziarla sentitamente. La segnalazione non era accurata, l'imputato è libero di andare e di far fare a sua moglie un bel giro turistico del mondo magico, la seduta è tolta- disse l'uomo senza procrastinare oltre. Mi sentii svuotata , come un palloncino che sale troppo alto nel cielo e poi scoppia precipitando a terra. Guardai quel mago correre verso l'uscita , ringraziare tutti e sorridere felice alla volta stellata.

-Credo si sia meritata una bella tazza di the, perlomeno- Urquart mi invitò nel suo ufficio. Feci una debole resistenza: avevo la scrivania piena di fascicoli da analizzare e il terrore che qualche altro fascicolo simile a quella del Signor Dawlish fosse stato dimenticato in qualche pila.

- Non le chiederò come ha fatto a trovare quell'albero genealogico - aggiunse l'uomo spostando la sedia per permettermi di sedermi. Aveva una galanteria d'altri tempi a cui una ragazza di campagna come me non era del tutto abituata.

- Sono sorpreso che una ragazza come lei, coi suoi voti, non abbia fatto richiesta per l'ufficio degli Auror - disse quindi predisponendo le tazze di the.

- Il lavoro d'azione non fa per me, ho un problema alla schiena dovuto ad una brutta caduta sul campo da Quiddich- confessai prendendo un sorso della bevanda calda. Il sorriso di quell'uomo mi placava, mi tranquillizzava. L'idea che un uomo onesto occupasse una sedia del genere era tranquillizzante.

- Deve essere stato davvero un brutto incidente, mi dispiace. Anche epserta di Quiddich dunque? C'è qualcos'altro di sorprendente che sa fare Miss McGonagall, oltre cavalcare una scopa? - fece Elphinstone sorridendo.

- Sono discreta negli scacchi dei maghi - confessai indicando una scacchiera dietro le sue spalle.

- Lei è troppo modesta. Credo che non sia solamente discreta: potrebbe unirsi al nostro gruppo del ministero il sabato sera - propose Elphinstone eccitato all'idea.

- Mi dispiace, ma il mio collegio ha il coprifuoco- obbiettai.

- Una bella donna come lei è un peccato passi le serate tutta sola in una stanza tetra e spoglia. - sussurrò. Evidentemente conosceva il posto, ma non intendevo cadere nella sua provocazione.

- Vorrà dire che dovrò puntare la sveglia e presentarmi al lavoro in anticipo se voglio sfidarla, senza togliere tempo ai contribuenti! - scherzò Elphinstone. Mi fece ridere: gli feci un bell'inchino e lo ringraziai per il the. Ero quasi sulla porta quando mi disse : - Minerva , quel mago si ricorderà per sempre di lei. Che lei ci creda o no, in questo lavoro può salvare più persone di un Auror con le sue capacità. Non sono tutte carrozze senza cavalli ...-.

Io annuii soltanto e chiusi la porta del suo ufficio dietro di me. Sospirai e tornai a sedermi alla mia scrivania. Ero contenta del lieto fine che avevo potuto dare a quella coppia, ma per me il lieto fine non ci sarebbe stato. Dougal non aveva parenti Maghinò: era la prima verifica che avevo fatto mentre mi orientavo in quella immensa biblioteca. Presi un'altra cartellina ed aprii il contenuto: cassetta della posta sputa lettere, sarebbe stata un'altra lunga giornata!




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