39. Where are you, little brat?
Zero.
Zed.
Devi svegliarti.
Ti prego, resisti.
Può essere che anche nella morte la sua voce deve perseguitarmi? Non riesco a sfuggirle, è la mia rovina.
Ma poi sento qualcosa colpirmi alla schiena, come se avessi ricevuto un pugno. Apro gli occhi, e piano mi guardo intorno. Ho le mani legate sopra la testa e sono appeso a un gancio di metallo.
Non è una bella posizione per un tipo grande e grosso come me, ho quasi l'impressione che stiano per staccarsi dal corpo.
Mi scoppia la testa e non ho idea di quanto tempo sia passato.
Ricordo Sergey, imbavagliato sul divano che dormiva profondamente, la pazza nella mia camera. È opera sua?
Sono in un magazzino che puzza di ruggine e sangue, e anche di qualcosa che puzza di marcio.
Fa un caldo tremendo. Indosso ancora la maglietta e i pantaloncini ma sono grondanti di sudore, eppure il mio corpo è scosso da brividi.
Mi hanno drogato? Sento i muscoli deboli e tremanti, per non parlare della vista sfocata.
Le mie spalle sono tese e doloranti e non riesco a toccare il pavimento con i piedi. Provo a ruotare i polsi, facendo leva sulla corda, ma ottengo solo l'effetto di ruotare su me stesso.
Strizzo gli occhi, cercando di mettere a fuoco, di orientarmi. Ma è difficile.
‹‹Finalmente ti abbiamo preso, Zero James››.
La voce arriva dalle mie spalle, e dopo qualche secondo si piazza davanti a me.
‹‹Chi cazzo sei?›› ringhio.
Altri due uomini lo seguono; uno di loro mi gira intorno con aria divertita. Sta assaporando la sensazione di avermi qui. Crede di aver vinto, la sua arroganza traspare dal sorriso compiaciuto che sfoggia sul suo volto obeso. L'altro invece, sembra avere un'aria familiare, sembra l'uomo che qualche settimana fa è venuto in palestra a stuzzicare Yuki. Qual era il suo nome? Kento? Ma è difficile dirlo, vedo tutto sfocato, cazzo.
Sposto di nuovo lo sguardo sul tizio centrale. È alto, abbastanza muscoloso per sembrare un tizio che ha passato i cinquanta anni. Nell'oscurità della stanza, e la mia vista che non vuole collaborare, riesco solo a scorgere i suoi occhi spaiati: uno castano con una lunga cicatrice che parte dalla fronte per finire sulla guancia, e l'altro è di un azzurro così chiaro da sembrare lo stesso colore della mocciosa.
‹‹E' un onore averti qui›› continua a dire, come se non fossi appeso come un maiale ad una trave.
‹‹Che cazzo hai fatto al mio amico?››
‹‹Starà bene››.
‹‹Non è quello che ti ho chiesto!››
Mi fissa con uno sguardo furioso e un sopracciglio alzato. Il moro si avvicina a me, sotto l'unica lampadina che penzola dal soffitto. Alza una mano e tira forte la sommità dei capelli, poi mi spinge bruscamente, facendomi oscillare avanti e indietro dal gancio. Il mio collo si piega in un'angolazione bizzarra, e la pressione sulle mie spalle aumenta. Mi sforzo di non emettere nessun suono di fastidio.
Sorridono. Evidentemente la mia posizione li diverte.
‹‹Come sta la mia mogliettina?›› dice l'uomo al mio fianco con un ghigno.
Quindi avevo ragione, è lui.
‹‹Magnificamente dopo aver goduto sul mio cazzo.››
Alza di nuovo la mano, ma viene fermato da colui che credo sia il capo, che intanto si è tolto la giacca. Gliela passa. ‹‹Non ora, Kento.›› Si rotola una manica della camicia sull'avambraccio, e quando inizia con l'altra, alza lo sguardo verso di me. ‹‹Sei finito proprio in un bel casino, Zero. Eri già nel nostro mirino, ma quel figlio di puttana di Jin non appena l'ha saputo, ti ha messo alle calcagna quel cane selvatico.››
Avanza a grandi passi verso un tavolo coperto con della plastica bianca. La toglie, rivelando una vasta varietà di coltelli e oggetti vari.
‹‹Quella bastarda ci avrebbe dato del filo da torcere, o almeno così pensavamo. Il giorno in cui è andata al club di Kento, è stato il giorno in cui ha rivelato una debolezza.›› Prende un coltello sottile e sfiora la lama col pollice. Senza applicare nessuna pressione, la pelle si divide e fuoriesce una goccia di sangue. ‹‹Tu. È stata lei a far fuori Tanaka, il nostro informatore, non è vero? Così come ha fatto fuori la escort e altri sei uomini››.
Inarco un sopracciglio, e quasi trattengo un sorriso.
Tipico di Yuki.
‹‹Ma ha commesso un errore... Ti ha abbandonato. Perché non mi dici quello che sai?››
‹‹Io non so niente. Ammetto che è alquanto strana, ma non farebbe del male ad una mosca.››
Non ci credo nemmeno io, figuriamoci loro.
Scoppiano a ridere, ma il capo riprende a parlare. ‹‹Non farebbe del male ad una mosca? È diventata il capo della squadra killer della Yakuza a soli tredici anni. Era così fredda e spietata da bambina che anche suo fratello aveva paura di lei.›› Appoggia di nuovo sul tavolo il coltello che tiene in mano e ne sceglie un altro. ‹‹Ora tu mi dirai tutto quello che sai sul suo conto, e ti giuro Zero, che quando ti sarai unito a noi, e ti renderemo invincibile grazie al nostro virus, non dovrai più preoccuparti di nulla.››
‹‹Io non so nulla›› dico a denti stretti. Le spalle mi bruciano dal dolore e non mi piace che quel Kento si stia avvicinando con il coltello che gli ha passato il capo.
‹‹Se speri che lei ti salvi non succederà.›› Continua. ‹‹Quel mostro non ha nessun tipo di sentimenti, verrai torturato per niente. Unisciti a noi subito, dicci quello che sai, e poi potrai prenderti la tua vendetta, Zero James.››
La buona notizia è che la dannata mocciosa non è ancora stata presa. Quella cattiva è che so perfettamente che lei o nessuno arriverà mai. Sono convinto di non rivedere mai più i miei amici, o lei. Non sono neanche sicuro che sappiano dove o come trovarmi.
Morirò appeso come un cazzo di maiale.
Mi viene quasi da ridere.
‹‹Non ho nessuna intenzione di unirmi a voi, teste di cazzo. Scuoiatemi vivo, non vi darò neanche la soddisfazione di sentirmi urlare.›› Le spalle mi bruciano terribilmente. Se questo idiota ha intenzione di uccidermi, preferisco che lo faccia subito.
‹‹Ma io non voglio ucciderti, Zero. Vedi, la morte è un attimo, ma...cosa succederebbe se ti portassi via tutto quello che ami? La boxer per esempio, i tuoi amici...››
Sospiro, cercando di fingere interesse, mentre analizzo la stanza. Tengo sott'occhio i due uomini ai miei lati, pensando ad un modo per uscire da questo casino.
‹‹Tom››, dice al moro alla mia sinistra. ‹‹Divertiti a spezzarlo. Chiamaci quando inizierà a desiderare la morte››.
Io sono già morto.
Tom annuisce e avvicinandosi con il coltello in mano fa a pezzi la mia maglietta. sono a torso nudo, e sanguino a causa di sei o sette tagli profondi dovuti al coltello.
Guardo il moro dritto negli occhi, e lui sembra divertirsi mentre osserva il mio petto per scegliere quale parte iniziare a tagliare.
‹‹Sai cosa c'è qui?›› chiede puntellandomi con la punta.
‹‹Lezioni di anatomia? Questa più che tortura, è pura noia!››
Ma lui non sembra importarsene. ‹‹Si chiama appendice››
‹‹Davvero? Pensavo fosse il cervello.››
Alza nuovamente la punta del coltello, posizionandola sopra lo stesso punto. Fa un respiro profondo e inizia ad infilzarlo.
I suoi movimenti sono tremendamente lenti.
Stringo i denti più forte che posso, ma riesco a non emettere neanche un gemito di dolore.
Fa un male pazzesco.
‹‹Vuoi ancora giocare a fare il duro?›› Si ferma, senza sfilare il coltello dalla mia pancia.
‹‹Puoi grattarmi il mento? Mi prude così tanto che potrei impazzire.››
Tom sbuffa, irritato e allunga il braccio per affondare il coltello più a fondo.
‹‹Ti concedo mezzo secondo per allontanarti da lui.››
Quella voce.
La sua voce.
Yuki è in piedi davanti la porta, alla mia destra. La guardo e lei è intenta a squadrare l'uomo, poi le sue iridi di ghiaccio e un intero mondo di rabbia inespressa incontrano le mie. Ma solo per un momento prima di abbassarle e notare il coltello piantato dentro il mio stomaco. In quell'unica occhiata tutto il mio mondo si ribalta sul proprio asse.
Non sembra avere un aspetto migliore del mio. È ricoperta di sangue da capo a piedi, la gonna strappata e la sua pelle esposta è ricoperta di graffi e sangue secco. Ha ancora i vestiti di due giorni fa.
Rimango congelato. È un sogno? O la realtà?
Sto morendo?
Yuki.
Il cuore mi si strappa dal petto. Un buco sorge nel punto in cui si trovava, straziato da una tortura interiore che pensavo non avrei più provato, mentre Sergey mi racconta al telefono cosa è successo.
Due uomini gli hanno fatto perdere conoscenza, ha riparto gli occhi nel momento in cui ha visto Zed venire trascinato via.
'È vivo. Lo vogliono vivo'.
Devo continuare a ricordarmelo mentre stacco la chiamata e una lacrima solca la mia guancia.
Mi chino, e da dentro lo stivale tiro fuori il cellulare, ho la batteria quasi scarica ma spero di riuscire a concludere qualcosa prima che mi abbandoni del tutto.
‹‹Mia regina?›› Skill risponde al primo squillo. La voce preoccupata.
‹‹Ho la batteria scarica. Ti aggiorno su tutto appena posso, ma prima...devi trovarlo. L'Organizzazione ha preso Zed.››
‹‹Ti richiamo subito.››
Stacca la chiamata, e io non perdo tempo nel cercare una macchina per potermi muovere liberamente.
'Hai pensato che si possa trattare di una trappola?'
‹‹Certo che lo è›› sussurro mentre svolto un angolo di una stradina quasi deserta.
'Se è una trappola allora...'
‹‹Non lo lascerò morire.››
Adocchio la macchina, mi guardo intorno e lentamente mi avvicino. La rabbia mi acceca e minaccia di esplodermi dalla punta delle dita.
Il cellulare mi vibra, è un messaggio di Skill, faccio in tempo a leggere un indirizzo prima lo schermo diventa nero. Abbandonandomi del tutto.
Non mi interessa se qualcuno mi veda, e non mi curo di fare piano, mentre rompo il vetro del sedile del guidatore ed entro in macchina, intreccio i fili da sotto lo sterzo e con velocità mi dirigo all'indirizzo.
Sperando che sia quello giusto.
Li ucciderò tutti, se in quel posto gli metteranno anche un solo dito addosso. La rabbia mi brucia il sangue per la vendetta che sono risoluta e destinata a scatenare.
🍭🍭🍭🍭🍭🍭🍭🍭🍭
Ciaooo, finalmente che le vacanze sono finite del tutto, posso tornare a pubblicare con calma, vi ricordo che sarà il martedì e il giovedì. E niente, finalmente si sta entrando nel vivo della storia, e ci terrei a sapere cosa ne pensate, per favoreeeee.
Umanamente mi dispiace per Zed, ma, sono più gasata perchè tra un pò, il mio amato Skill farà il suo ingresso. Yuppiiii!!!
A giovedì,
Miss. Smoker.
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