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31. Magical night.


Yuki.

Non riesco a dormire. Ci ho provato.

Ma stavolta non sono i soliti incubi a tenermi compagnia, ma Zed.

Quando chiudo gli occhi, vedo Zed.

Sento l'odore di Zed.

Sento le sue mani strette sul mio culo come se io fossi di sua proprietà.

Controllo il telefono. È l'una di notte e non so cosa fare.

Mi alzo dal letto ed esco fuori dalla stanza, percorro il corridoio e mi lascio cadere sul divano a peso morto.

Sospiro e guardo il tetto del soffitto. Le flebili luci di emergenza sono accessi, perciò non è mai del tutto buio qui dentro.

Valuto se accendere la televisione, quando sento dei passi appena udibili sul pavimento, e subito dopo una porta che si apre.

Quasi mi vorrei alzare di scatto e farlo spaventare, e nel momento in cui decido di farlo e mi alzo a sedere, pronta a gridare, rimango impietrita.

Il mio sguardo sale sopra la spalliera del divano e si posa su Zed... nudo.

Completamente nudo.

Cammina lento e disinvolto verso la cucina.

'Perché è nudo?'

Mi abbasso per nascondermi e mi sgrido mentalmente. L'ho già visto nudo, ma non comprendo perché adesso mi sembra così strano. Tutto di lui è grande e muscoloso. La sua pelle è costellata di tatuaggi che non fanno altro che aumentare il suo fascino. Ma il suo sedere? Quello è fottutamente illegale.

'Forse è con qualcuna'.

Scuoto la testa. Siamo andati a dormire meno di un'ora fa dopo la fine del film, e io sono rimasta sveglia tutto il tempo, avrei sentito ogni cosa.

Sbircio di nuovo, e lo vedo uscire dalla cucina. Ritorno giù, e mi preparo mentalmente a far finta di dormire.

Ascolto i rumori dei suoi passi che si avvicinano di nuovo, e forse quando rientrerà in camera, potrò tornare a respirare.

Ma non prima che la sua voce rompa il silenzio della notte.

‹‹Mocciosa, spero che questa volta non ti sia stancata la mascella››.

Non ho mai voluto sprofondare tanto come in questo momento.

Mi tiro su a sedere e lo guardo mentre si volta di schiena e mi guarda da sopra la spalla, fermo davanti la porta, il sedere rotondo e sodo.

‹‹Se vuoi guardarmi, basta chiedere››.

Sono così imbarazzata e pietrificata che mi butto sul divano senza dire una parola, rimproverandomi mentalmente per la mia stupidità.

‹‹Non toccarmi! Non toccarmi!››

Delle urla mi fanno alzare di scatto dal divano. Mi guardo freneticamente intorno, cercando di capire cosa c'è che non va.

‹‹No!››

È Zed, che sta urlando come un disperato dalla sua stanza.

Mi alzo e corro sul pavimento di marmo fresco mentre Zed continua ad urlare. Forte e sempre più angosciato.

Apro direttamente la porta e trovo il suo massiccio corpo che si dibatte sul letto matrimoniale.

I gemiti di terrore che gli escono dalle labbra mi fanno sprofondare lo stomaco.

Sta facendo un incubo. Un incubo doloroso. E io non so che fare.

Potrei essere sbattuta dall'altro lato della stanza da lui che si dimena, ma non mi importa.

Mi avvicino al suo letto, sforzandomi di mantenere un tono calmo: ‹‹Ze...Zero. Zero. Zero››. Allungo con cautela una mano e lo accarezzo sulla guancia, spostandogli il ciuffo appiccicato sulla fronte per via del sudore.
Smette di dimenarsi ma non apre gli occhi.

‹‹Ehi, James. Sono qui.››

‹‹Sei qui››. La sua voce si spezza e si allunga verso di me. Mi stringe il braccio con la mano sudato.

‹‹Sono Yuki. Va tutto bene››.

‹‹Va tutto bene››, ripete. Sembra esserci sollievo nella sua voce.

Mi tira a sé. E io lo lascio fare.

Mentre salgo sul letto, sento una fitta al cuore per la sua espressione, con la fronte corrugata, gli occhi serrati e nessuna traccia del ragazzo sempre sicuro di sé e arrogante che ho conosciuto.

Con una mano sul mio braccio e una intorno alla mia vita, mi trascina verso di lui, raccogliendomi contro il suo petto.

Le sue braccia robuste mi avvolgono mentre mi distendo su di lui, con la testa sul suo petto, e ascolto il suo cuore che batte.

Sento il suo respiro profondo, i polmoni che si riempiono e si svuotano.

Sento la sensazione della sua pelle contro la mia, e mi domando quanto si arrabbierà nel trovarmi qui.

Sono sicura che lui non sappia neanche chi sono adesso, ma mi tiene stretta per qualche ragione che per lui può essere importante.

‹‹Va tutto bene, Yuki››. La sua voce è rauca e la sua stretta non rallenta.

Una delle sue mani scorre lungo la mia schiena e si ferma con il palmo sulla mia spalla.

E poi mi bacia in fronte.

Zero.

Non dovevo trascinarla tra le mie braccia. Non quando sono sconvolto come in questo momento. Non quando non riesco ad essere forte. Lei non doveva vedermi.

La testa di Yuki si muove e le sue labbra sfiorano l'incavo alla basa della mia gola. Deglutisco e il mio pomo d'Adamo sale e scende mentre lei mi bacia appena sotto, di nuovo.

La consapevolezza mi raggiunge lentamente mentre i suoi capezzoli si induriscono e puntano contro il mio petto.

Che sta succedendo?

La mia mano scivola lungo la sua schiena, e le mie dita sfiorano l'elastico dei suoi pantaloncini.

La sua lingua sfiora la mia pelle. Inarca la schiena, spingendo giù le tette e su il sedere.

‹‹Cazzo››, mormoro, sono al limite.

La mia mano scende ancora e le stringo un gluteo.

Le sfugge un gemito mentre si spinge contro la mia mano. Per poco non perdo il controllo.

‹‹Yuki››. Sono troppo eccitato. Lei è vicina. Troppo bella. Il suo profumo delizioso.

‹‹Stai bene?›› sussurra.

‹‹No›› ringhio. Il mio cazzo si gonfia per la sua vicinanza, il suo odore. Per il fatto che sia ancora qui nonostante il mio incubo.

Il suo respiro caldo si diffonde nel mio petto. ‹‹Dimmi come farti stare meglio. Cosa vuoi che faccia?››

Rovescio la testa all'indietro, gemendo. Il suo sedere si alza ancora, le ginocchia affondano nel letto ai miei lati.

Qualcosa non va.

‹‹Yuki››, ripeto.

‹‹Toccami Zed, ti prego.››

Il mio respiro si fa sempre più affannoso. Seguo con le dita la cucitura dei suoi pantaloncini e lei geme.

Il mio pene scatta verso l'alto e rimbalza contro le sue cosce.

‹‹Voglio scoparti con le dita, mocciosa.››

Un respiro eccitato le sfugge dalle labbra e arriva dritto al mio cazzo.

‹‹Si››, risponde affannosamente.

‹‹Cazzo!››

Muovo lentamente la mano fino a sentirla bagnata. Scivolo delicatamente sull'apertura, e mi sento tremare per lo sforzo di trattenermi. Voglio solo sbattergli dentro l'uccello e sentirla gridare il mio nome.

Ma non posso ancora farlo, scapperebbe.

Lei spinge il bacino all'indietro e la punta del dito scivola dentro.

‹‹Oddio››. Yuki ruota la testa e giuro che mi lascia senza fiato mentre lei si spinge su e giù sul mio dito.

‹‹Yuki››. Il suo nome è un mugolio di piacere mentre mi sfilo il dito e vado a bagnarle il clitoride.

La sua bocca si apre in una smorfia di pura lussuria e con una mano mi stringe la spalla.

Spingo dentro, più a fondo, e la sento stringersi intorno al mio dito. ‹‹Cazzo quanto sei bagnata.››

Annuisce. Tengo un dito dentro di lei e con gli altri esploro tutto intorno. Labbra, clitoride, scivolo su e giù lungo la sua fica aperta. ‹‹Ti piace?››

‹‹Si, si. Continua.››

‹‹A fare cosa?››, la stuzzico.

‹‹Scopami con le dita, Zed››. Le sue parole sono sensuali, non c'è traccia di timidezza.

‹‹Così?››. Scivolo dentro e fuori, con un ritmo lento e provocante.

‹‹Si!›› grida.

Ho i muscoli in fiamme, ma non mi importa. Non è niente in confronto alla sensazione del mio cazzo che pulsa, sentendo Yuki che si muove su e giù, bagnata, intorno al mio dito.

Rallento un po' e aggiungo un secondo dito, soffermandomi sull'apertura prima di scivolare dentro il suo calore umido. Ruoto appena la mano e la sento gridare e la sua testa cade sul mio petto.

‹‹Due dita sono meglio di uno, vero mocciosa?›› Spingo a fondo, incitato dai suoi lamenti colmi di desiderio.

‹‹Si››, esala sottovoce.

‹‹Vuoi che le giro un po'?››

‹‹Gira››. Ormai risponde solo a monosillabe e io provo un piacere perverso nel sentirla godere e lasciarla senza parole.

Affondo le due dita e poi scivolo via, ruotando lentamente, lei sempre più bagnata intono a me.

Il suo corpo ha un fremito.

Il bacino si inarca.

Il suo cuore palpita.

‹‹Guardami Yuki. Voglio vederti venire››.

‹‹Si››, sibila. Spingendosi a fondo sulle mie dita e allontanandosi appena il necessario per incontrare il mio sguardo.

Spingo dentro e fuori ancora un po', godendo dei suoi mugolii soffocati. Poi tiro fuori le dita e scivolo avanti e indietro sul suo clitoride. Mi bastano pochi secondi per vederla andare in mille pezzi.

‹‹Cazzo, Zed!››. Mi tira indietro i capelli e mi affonda i denti sul collo. Le sue cosce bagnate si aprono e lei mi finisce addosso, petto contro petto. Le ginocchia le cedono e le sue gambe snelle scorrono ancora strette sui miei fianchi.

La sua fica pulsa e scivola su tutta la lunghezza del mio cazzo. Lungo la vena, fino alla base, dove si ferma, mentre lei cerca di riprendere fiato con la mia punta rigonfia che spinge contro il suo ombelico.

La peggiore tortura.

È una tentazione così dannatamente forte che annaspo come se mi mancasse l'aria.

‹‹Scopami con il tuo cazzo, Zed››.



🍭🍭🍭🍭🍭🍭🍭🍭🍭🍭

Ebbene sì...finalmente il momento tanto atteso è arrivato... O forse no?
Vi lascio con questo dubbio fino a giovedí 😇😇😇

Inoltre ringrazio tutti per le 9k di visualizzazioni. Spero che possiamo innamorarvi anche voi di questa storia.
Vi devo tutto❤️

Miss. Smoker

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