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27. I'm not afraid, I can do it

Yuki.

Il locale è già pieno e fuori ce una fila lunghissima.

Zero mi trascina fuori dalla macchina, facendomi scudo con il suo corpo quando le persone ci notano.

Mi tiene per mano e mi fa camminare dietro di lui mentre con l'altro braccio mi protegge dalla folla.

‹‹Zero. Zero!››, urlano. ‹‹E' la tua fidanzata?››

Vedo flash da tutte le parti e quasi mi manca l'aria per quante persone ci sono intorno a noi.

Si avvicina al buttafuori, che ci fa entrare immediatamente per poi dirigerci verso l'area Vip dove la confusione sembra nettamente diminuire, eppure è come se riuscissi a sentirlo, il fetore dei soldi; quelli corrotti. The Glory, più che un pub, sembra un bordello di lusso.

Mi guardo intorno, un basso pesante fa vibrare il pavimento sotto di noi. C'è un bar al piano inferiore e un palco con dei posti a sedere. Invece dei tipici pezzi da discoteca, sta andando in diffusione una musica lenta e carica. La donna sul palco sta eseguendo una danza sensuale. Indossa un intimo nero, tempestato di diamanti.

Rimango incantata per diversi istanti. Le sue curve si flettono intorno al palo, si allungano in modo impeccabile, attirando gli spettatori incantati come delle falene attirati dalla fiamma.

'Wow.'

‹‹Tutto okay, mocciosa?›› La voce di Zero è profonda e mi fa correre un brivido lungo la schiena. Tende le spalle e sporge il suo fisico asciutto verso di me, rimanendo comunque a qualche passo da me.

Molto probabilmente mi ha beccato a guardare la ballerina.

Mocciosa. È così che mi vede.

Inizio a tremare sotto il suo sguardo. Schiudo le labbra e i suoi occhi si soffermano su di esse. ‹‹Si››. Sento le mie guance arrossire e quel calore estendersi fino alla schiena.

Mi manca di nuovo l'aria, ma adesso sono molto più convinta che sia lui a togliermela. Sembra inghiottire le mie sensazioni, le mie emozioni e trasformarle in qualcosa di molto più oscure: tentazione.

Ai miei occhi lui è un Dio con le sembianze di un diavolo tentatore. Io sono solo uno stupido scherzo del destino, un piccolo pianeta generato per errore. Un guscio vuoto che brancola nel buio, che vive la giornata sperando che finisca in fretta. Sono una terra arida e desolata, inghiottita dall'oscurità.

‹‹E' una brava ballerina››, mi difendo, rifiutandomi di sentirmi in imbarazzo per aver apprezzato la bellezza di un'altra donna.

'Vorresti essere anche tu così.'

‹‹Non ci ho fatto caso››, mormora con lo sguardo puntato su di me.

‹‹Ad ogni modo››, mi schiarisco la voce, nascondendo il mio fastidio. ‹‹Che posto è?››

‹‹Uno strip club.››

Alzo le sopracciglia. ‹‹Ed esattamente perché siamo qui? Sergey non sembra il tipo di ragazzo a cui piacciono questi locali.››

‹‹Ne sei convinta?››

‹‹Abbiamo passato troppo tempo insieme; giocando a carte e guardare serie sul divano. E sono più che sicura che non sia il suo genere di locale››, affermo in tono deciso, guardandomi intorno di nuovo.

‹‹Quando avete fatto tutte queste cose?›› Domanda, e sembra infastidito.

‹‹Nelle settimane in cui non facevo altro che scappare. E poi mi ha confessato che il suo supereroe preferito è Spiderman, e se adora lui, non può adorare questo posto.››

‹‹E' il mio regalo per lui››.

Torno a guardarlo, con disgusto, mentre scuoto la testa. ‹‹E poi sarei io la egoista, eh? Solo perché una cosa piace a te non vuol dire che debba necessariamente piacere agli altri››.

‹‹A tutti piace il sesso, mocciosa.››

Sgrano gli occhi, e faccio un passo indietro ‹‹D'accordo, come vuoi››

‹‹Andiamo!››

Mi stringe la mano che io sfilo subito, lanciandogli un'occhiataccia che lo porta a ridacchiare.

Saliamo fino in cima alle scale, dove varchiamo un'altra porta, trovando un lungo corridoio con luci soffuse di colore rosso e altre porte ai lati.

Mi blocco, e sgrano gli occhi. Non riuscirò mai a passare di qua.

Mai e poi mai.

‹‹Yuki››, dice, ‹‹è un normale corridoio, nessuna porta è bloccata e c'è abbastanza aria per tutti››

‹‹Non ho paura››.

'Bugiarda.'

Inizio a camminare.

Un tuono.

Un cigolio.

Un fulmine.

Smetto di respirare.

'Puoi farcela.'

Il respiro affannato.

Il sangue.

'Puoi farcela.'

‹‹Lascialo andare››, urlo. ‹‹Lascia andare mio fratello››.

‹‹Respira, mocciosa››.

La sua voce mi fa trasalire, tremo e mi guardo intorno confusa. Abbiamo fatto solo pochi passi? Mi sembra che stiamo camminando da ore.

‹‹Torniamo indietro››, dice, accarezzandomi il volto.

'Rovini tutto.'

'E' colpa tua.'

‹‹Posso farcela!››

‹‹Lo so che puoi. Ma non voglio vederti soffrire in questo modo››.

Scuoto la testa e involontariamente stringo la sua mano, forte. ‹‹Pensavo che ti piacesse spaventarmi››.

‹‹Non questo genere di paura, Yuki››

‹‹Posso farcela!›› ridico con più convinzione.

Inizio a muovermi e Zero mi stringe un fianco, avvicinandomi a lui.

Piego la testa di lato e mi blocco, sgranando gli occhi. ‹‹Ma che cazzo?››

Una delle tante porte è aperta davanti a me, diverse donne sono nude e vengono toccate da vari uomini.

Osservo la scena in silenzio. La stanza è illuminata da luci al neon rosse e blu. Una delle donne ha un collare al collo, è a quattro zampe mentre un uomo dietro di lei la frusta sul culo e un altro davanti con il cazzo nella sua gola.

Lascio andare la mano di Zero e comincio a camminare all'indietro. ‹‹Dove mi hai portato?›› chiedo con il disgusto nella voce e il terrore negli occhi. Barcollo e finisco con il sedere per terra.

‹‹Di cosa hai paura?››

‹‹Non ho paura. Ma non ho nessuna intenzione di fare quelle cose››.

‹‹Quella cosa, si chiama sesso. E no, non lo farai››.

‹‹E' uno schifo!›› urlo e indietreggio. ‹‹Non voglio stare qui.››

‹‹D'accordo, ti porto via!››

Mi scappa un sussulto e ho lo stomaco in subbuglio per quanto sono spaventata. Indietreggio ancora.

‹‹Hai paura di me?››

'Si.'

‹‹No››. Ma capisce che sto dicendo una cazzata.

‹‹Pensi che ti abbia portato qui per questo?›› Domanda, e nei suoi occhi ci leggo così tanto rabbia che tremo di più.

‹‹Dov'è Diane?››

‹‹E' dentro con i ragazzi››

Scuoto la testa. ‹‹Non ti credo›› indietreggio di un altro passo. ‹‹Nessuno di loro è il tipo da stare in questo posto. Solo tu lo sei.››

Si passa una mano fra i capelli, e fa un passo verso di me. ‹‹E' uno strip club, Yuki. Quale cazzo è il tuo problema? Ognuno è libero di fare quello che vuole nelle stanze, ed è tutto consensuale.››

‹‹Le prostitute sono qui?››

"Vieni, mostriciattolo!"

Grido, mi aggrappo con tutte le forze alle prime cose che capitano. "No, ti prego."

"E' il momento della tua lezione."

‹‹Si››

‹‹E pensi che sia scema?››

‹‹Esattamente. Andiamo, ti chiamo un taxi e torni in albergo››. Si avvicina e mi paralizzo.

‹‹Sono ore che lo ripeto. Pervertito del cazzo e stai lontano da me!››

‹‹Smettila di comportarti come una stupida, Yuki››, ringhia.

‹‹Sei un egoista.››

‹‹Da quale pulpito! Ma avanti, ti ascolto. Sentiamo che cazzata dirai ora››.

‹‹Dici che lo hai fatto per Sergey ma non è vero. L'hai fatto per te stesso. Hai pagato le prostitute, ma a lui non piacciono neanche le donne, coglione.››

Un sorriso perfido gli contorna il viso. ‹‹Io non ho mai detto che le prostitute fossero per Sergey. Lo conosco da dieci anni, stupida. Credi che non sappia cosa gli piaccia?››

'Quelle donne non sono per Sergey, quindi...'

Sono per lui.

Erano già nel van quando sono salita. È stato con loro tutto il pomeriggio.

Ma prima noi in macchina...
Ho abbassato la guardia e mi ha preso in giro, di nuovo.
La nausea mi risale in gola, e porto le mani davanti la bocca, indietreggiando ancora. Perché sono qui? Perché mi sento così maledettamente gelosa?

‹‹Alzati›› ordina. Muove un passo in avanti e io indietreggio ancora.

‹‹Stai lontano da me. Mi disgusti››.

Lo sento sbuffare, ma quando sono sicura che stia per dire qualcosa una voce familiare ci chiama dal fondo del corridoio.

‹‹Ohi, siete qui››. La voce squillante di Sergey, lo fa voltare e io lo guardo avvicinarsi con un sorriso in volto. ‹‹Yuki, perché sei a terra?››

Zero gli fa cenno di guardare la camera con dentro quelli che scopano come conigli, ricevendo una risatina come risposta.

‹‹Oh›› mormora. ‹‹Grandi ragazzi, magari vi chiudo la porta, okay?›› Urla dentro la stanza, per poi chiudere la porta e tornare a guardare me, raggiungendomi con calma e poi chinarsi. ‹‹Che ci fai a terra, peste?››

Ignoro la domanda. ‹‹Non voglio entrare lì dentro››. Guardo le gambe di Zero e nel momento in cui lo vedo avvicinarsi, arretro di nuovo. ‹‹Stai lontano da me.››

‹‹Hai paura di Zed?›› Sussurra con i suoi occhi dolci che mi trasmettono tranquillità, e annuisco.

‹‹Puoi lasciarci soli?›› Domanda, voltandosi con la testa verso l'amico.

‹‹Tutto questo è ridicolo!›› sbotta, ma poi fa come gli viene detto.

Inizia a camminare a passo svelto per entrare nella stanza in fondo al corridoio.

Emetto un sospiro e torno a guardare Sergey, ancora piegato su di me.

‹‹Adesso mi spieghi cosa succede, per favore?››

‹‹Diane è qui?››

‹‹Certo››

‹‹Ti piace questo posto?››

‹‹Non è il mio genere di posto, ma ti posso assicurare che lì dentro non sarà come quello che hai visto.››

‹‹Ma le prostitute...››

‹‹Ignorale, lo facciamo tutti.››

'Tranne Zero.'

Sergey si alza in piedi e mi porge una mano. ‹‹Vieni a dare un'occhiata prima, se non ti piacerà ti riporterò in hotel››.

Lo guardo per un attimo e lentamente alzo una mano, e poi stringerla nella sua.

‹‹Me lo giuri?››

‹‹Te lo giuro!››

Quando arriviamo dentro, mi guardo intorno. La stanza è grande, le pareti sono tinte di un rosso fuoco; con un palo da lap dance e un dj è in un angolo intento a suonare della musica. Le lampade ultramoderne illuminano ogni cosa.

Il mio sguardo si posa su Diane e Lupe sistemati in piedi di fronte al mini bar.

‹‹Visto?›› Dice Sergey.

Non impiego molto a notare la presenza delle due donne di oggi.

'Sono straordinariamente belle.'

Mi sento una ragazzina davanti a quello sfoggio di gambe e ciglia lunghissime.

‹‹Eccoti››, dice Diane, venendomi incontro.

Sposto velocemente lo sguardo sulle donne, e noto Zero avvicinarsi a loro.

'E' questo il genere di donna che gli piace.'

E come dargli torto? Sembrano uscite da una rivista per modelle.

Sento qualcosa scuotersi dentro di me, provo ad abbassare lo sguardo ma in quell'istante noto che Zero mi sta fissando, e sembra deluso da me.

Io deludo sempre tutti.

‹‹Ora che siamo tutti, possiamo cominciare››, dice Sergey mentre Diane mi accarezza una mano prima di stringerla.

‹‹Vieni a divertirti con noi!››

La festa inizia davvero.

In un attimo il dj spara la musica a palla, le donne iniziano a ballare intorno a Zero, e dopo un suo cenno si avvicinano verso il riccio e, stringendolo per le braccia lo accompagnano sul divano, obbligandolo a sedersi.

Guardo la scena in silenzio, mentre bevo una bevanda preparata dal barman.

La musica si ferma, e Zero cammina verso il dj, prendendo il microfono. ‹‹Un bell'applauso per il festeggiato della serata, Sergey Petrov, che mi sopporta da ben dieci anni››.

Diane fischia, e Lupe batte le mani.

‹‹Caro fratello, mi dispiace per questo posto, ma, ho voluto fare tutto da solo e, beh, conoscevo solo questo. Pero...goditi lo spettacolo!›› urla di nuovo.

Il dj cambia musica e in poco tempo, rimango sbalordita da quello che succede, la porta si apre, e una decina di uomini vestiti da supereroi fanno il loro ingresso: Spiderman, Thor, Iron man, Hulk,

‹‹Cazzo, c'è pure Deadpool››. Grido, con un sorriso in volto, pensando a quanto sarebbe piaciuto tutto questo a Skill.

I ragazzi gli si avvicinano, e iniziano a ballare intorno a Sergey che ride e batte le mani.

Li guardo e di fianco a loro, in piedi ancora vicino al dj, Zero mi sta fissando.

E si, cazzo, mi sento leggermente in colpo. Bevo un altro sorso del mio bicchiere e il liquido sembra bruciarmi la gola. La principessa di ghiaccio si avvicina a lui e inizia a sfiorargli l'inguine, rimane impassibile mentre tiene lo sguardo puntato su di lei.

Eppure il pensiero che soltanto qualche tempo prima quel diavolo tentatore era a pochi centimetri da me mi provoca un conato di vomito.

Distolgo lo sguardo, non prima di vedere la bionda che si avvicina alle sue labbra.

'Calma, Yuki.'

Anche se non ha senso, mi sento ferita, sento come se qualcosa dentro di me si stesse contorcendo dal dolore. Mi serve qualcosa di più forte. Molto più forte.

‹‹Forza peste››, mi volto e Sergey è dietro di me. ‹‹Vieni a ballare pure tu.››

‹‹Eh?››

Non mi lascia il tempo di fare niente che mi spinge in mezzo alla folla, con gli uomini mascherati intorno.

Bevo un altro sorso e lentamente mi lascio andare.

Bevo, ballo e sorrido.

Ho bisogno di perderlo per un instante, il controllo.

Dalle casse rimbomba Timber e in preda al divertimento, insieme a Sergey improvvisiamo un balletto stupido mentre anche Diane si unisce a noi.

La serata procede, e aiutata dalla rossa mozzafiato, improvviso anche un ballo sul palo da lap dance.

I ragazzi fischiano, battono le mani, compreso Lupe che se la ride alla grande.

Quando poco dopo mi avvicino a bar, sento una presenza alle mie spalle, mi volto e la principessa di ghiaccio mi osserva dall'alto della sua altezza.

‹‹Sai...›› urlo, cercando di sovrastare la musica, ‹‹se sei venuta a guastarmi l'umore, ti voglio fare presente che non siamo in una macchina. Non mi fermerò››.

Mi sorride, avvicinandosi a me.

La osservo, è alta, magra, un vestito striminzito con alcuni brillantini rossi. Una lunga coda di cavallo, e trucco mozzafiato.

'Il tipo di Zero'.

Deglutisco nervosamente. Indosso degli anfibi con del leggings di pelle, e un semplice top nero, con le mie solite bende in bella vista. Non mi sono mai ritenuta una brutta ragazza, ma in confronto a lei o alla ballerina di poco fa. Mi sento una nullità. Non sono niente a paragone.

'Credi che lo superi il metro e novanta?'

Probabile.

‹‹Devi toglierti dal cazzo, Zed mi aspetta››.

La sua affermazione mi brucia le viscere, ma non posso ribattere. Ho visto cosa piace a lui, le donne che gli piacciono.

Non vale neanche la pena iniziare una gara immaginaria con lei. Perderei ancor prima di iniziare.

'Vuoi Zero?'

No. Assolutamente no.

‹‹E che vuoi da me?››

‹‹Sei di troppo.››

‹‹Tu lo sei!›› Ringhio. ‹‹Io vivo con loro, tu sei solo una puttana pagata per soddisfarlo››.

‹‹Esatto. Lo farò, mentre tu puoi solo restare a guardare. Non saprai mai quanto lui sia tentazione pura. Ti fotte il cervello, non desideri altro che sentirlo dentro di te, la sua morsa potente che stringe la gola. È potenza pura, quella potenza che ti porterà a desiderare le sue mani che ti accarezzano in modo gentile, ma che non succederà mai. Perché ti scopa il cervello, e poi il corpo. Lui è così. È il sesso migliore in assoluto››.

Distolgo lo sguardo per quelle parole che mi colpiscono più di quando vorrei. ‹‹Credi che mi importi qualcosa?›› Bugia. ‹‹Per quanto mi riguarda, puoi scopartelo, sposartelo››, mi avvicino, minacciosa. ‹‹La cosa che mi interessa, è che devi starmi lontana. Stronza.››

‹‹Non ti scaldare, piccolina.››

Senza pensarci due volte, la colpisco con un pugno allo stomaco, e la stronza si piega in avanti dal dolore.

Le agguanto le orecchie, stringo forte e avvicino il suo viso al mio. ‹‹Avresti dovuto ascoltarmi.››

‹‹Lasciami, stronza›› urla.

Sorrido, ‹‹con piacere.›› La spingo all'indietro e cade dritta per terra.

Mi avvento su di lei, ma prima di riuscire a colpirla, delle braccia mi stringono da dietro, balzandomi in aria.

‹‹Cosa avevamo detto, ragazzina?›› la voce di Coach mi sopraggiunge alle orecchie.

‹‹E lei che ha iniziato›› urlo, mentre lui, sorreggendomi da sotto le ascelle mi allontana.

Mi siede sul divanetto infondo alla sala e vedo avvicinarsi subito Diane seguita da Zero.

Emetto un lamento frustato e sposto lo sguardo su Sergey, ignaro di tutto, concentrato in una danza sensuale con Hulk.

‹‹Che cazzo è successo, ora?›› Domanda con un tono fermo, quasi inquisitore al quale io rispondo con un sorrisetto.

‹‹Ti ho fatto una domanda!››

‹‹Ti ci puoi strozzare con le tue domande, stronzo››. La testa mi gira, e chiudo gli occhi per un attimo. ‹‹Per una volta, non ho fatto niente. Niente di niente. E lei che ha iniziato››. Mi lamento

‹‹E tu devi per forza partire all'attacco, non è vero?›› Strilla, inchiodandomi con il suo sguardo infiammato.

‹‹Zed››, lo richiama Coach. ‹‹È ubriaca, dalle tregua.››

Fa un passo avanti, e scrocchia le dita della mano. ‹‹Le mando via››, ringhia. ‹‹E tu...›› mi punta un dito davanti al naso ‹‹...tu tornerai in hotel con me››.

‹‹Gne, gne››, lo sfotto. ‹‹Torna tu in hotel con quella puttana, io di qui non mi muovo››.

‹‹Lasciateci soli›› ordina.

E quando realizzo le sue parole, il mio spirito combattivo si affievolisce.

Agita una mano per aria, passandola poi fra i capelli. ‹‹Sono stanco di questo tuo atteggiamento.››

‹‹E io sono stanca di prendermi delle colpe immeritate. Te la devi scopare tu? Fallo, ma dille di non rompere a me››. Lo osservo e capisco che la mia risposta lo ha spiazzato.

Si siede sul divano, e io mi sposto leggermente più lontano.

‹‹Ti diverti con tutti, ma a me eviti come la peste. Cosa ti ho fatto esattamente?››

Ora è lui a spiazzare me.

La verità è che mi terrorizza, mi spiazza e non so mai come comportarmi.

‹‹Perché potresti avere qualche strana malattia con tutte le donne che ti porti a letto. Non voglio essere infettata››.

Ma che cazzo sto dicendo?

‹‹Uso il preservativo››. Il suo sguardo sembra bruciarmi addosso.

‹‹Buon per te››, mormoro, deglutendo sonoramente.

Non mi interessa.

Può fare quello che vuole.

Non sono gelosa.

‹‹E poi, sei tu che tratti me come una merda quando in realtà sei simpatico con tutti››

‹‹No, mocciosa, qui ti devo fermare. Sei tu che continui a provocarmi, e io ti dimostro come reagisco.››

Faccio una smorfia. ‹‹Sei stronzo e basta››

‹‹E comunque››, si avvicina a me e il mio cuore accelera. ‹‹L'ho scopata su questo divano prima, dovresti alzarti.››

Lo faccio subito e sgrano gli occhi mentre lui scoppia a ridere.

‹‹Sei disgustoso››. Mi allontano da lui, e torno al bar, guardando di sfuggita la bionda e la rossa che escono dalla stanza.

‹‹Un jack Daniels.›› Mi siedo sullo sgabello e il barista mi sorride dopo avermi lasciato il bicchiere.

Mi sorreggo la testa con la mano, riflettendo a quello che mi succede ogni volta che quel diavolo mi compare davanti. Non ho mai provato interesse verso i ragazzi. Non ho mai avuto nessun genere di esperienza con loro. Non credo all'amore, e in ogni caso per la strada che ho scelto, non c'è ne sarebbe spazio.

L'amore è solo un'illusione, un'invenzione creata dagli esseri umani che decidono di passare il resto della vita con una persona. Ma non è vero. L'amore fa nascere l'odio.

L'odio crea la rabbia.

E la rabbia porta al dolore. Ed è allora che tutto cambia, tutto si trasforma. L'amore smette di esistere, ma la rabbia rimane. Sempre. Ti ricorda quanto è difficile restare in piedi quando si perde tutto. Nessun legame, nessun sentimento. Perché poi, quando finisce l'amore, è come se finisci anche tu.

Ho lasciato che quel diavolo si insinuasse nella mia vita, facendomi dimenticare la mia rabbia per un attimo. Ma se perdessi quella, non avrei più niente.

Ho lasciato che il mio cuore battesse per lui. Ma io non ho un cuore. Non più. Quello che rimane è soltanto un guscio vuoto. Un cuore che batte solo per ricordarmi che sono viva.

Lui è soltanto un uomo. Ed è esattamente uguale a tutti gli altri. È così che vive. E vivrà sempre.

'Ti sei illusa?'

Si. Per un breve momento, mi sono fidata di lui. Delle sue parole.

Ho lasciato che distruggesse la mia armatura. Ma non lascerò che abbatta quei muri che ho costruito con sudore e fatica.

E poi tra un po', non lo vedrò più. Sparirò dalla sua vita. E tutto tornerà come prima.

Passerà.

‹‹Ehi bambolina, perché non vieni a ballare con noi?››

Una voce mi interrompe dai pensieri e quando mi volto, un uomo vestito da Thor è al mio fianco che mi sorride.

Sto per rispondere quando sento un'altra voce che mi anticipa.

‹‹Ti concedo mezzo secondo per toglierti dal cazzo››

Piego la testa, soffermandomi su una camicia nera con i primi tre bottoni slacciati che mettono in risalto il suo petto maestoso.

'Erano slacciati anche prima?'

Piantala di girare il coltello nella piaga tu. E comunque sì.

Salgo più su fino ad osservare due occhi verdi smeraldo che sembrano voler trucidare quel poveretto.

Thor non fiata ma si dilegua come un fulmine tornando a ballare, mentre io scuoto la testa e torno al mio bicchiere.

‹‹Stai iniziando a bere troppo, mocciosa.››

‹‹Chiedo scusa padrone, non pensavo che non potessi neanche bere.››

Ridacchia. ‹‹Lo sai reggere almeno?››

‹‹Puoi lasciarmi in pace? La stronza è uscita, vai da lei.›› ribatto, acida.

‹‹No, preferisco infastidire te, e poi ti ho già detto che non ho più intenzione di lasciarti in pace.››

Bevo il bicchiere tutto d'un fiato per poi farmene riempire un altro. ‹‹Allora stai sprecando tempo.››

Avvicina lo sgabello al mio. ‹‹Ogni minuto è prezioso.››

‹‹Sei un idiota, James››.

Lo sento avvicinarsi al mio orecchio, avverto il suo respiro su di me e il suo naso che mi accarezza. ‹‹E tu sei pazza di me››, sussurra per poi soffiarmi delicatamente.

'Maledetto diavolo tentatore.'

Rimango interdetta per la sua frase, ma cerco di riprendermi subito. ‹‹Neanche per sogno.››

Mi volto verso di lui, e quando sta per dirmi altro, una voce femminile lo interrompe.

Seguo la direzione della voce con la sguardo, e la rossa è in piedi dietro di lui. Mi rifila un'occhiata di sfuggita e si abbassa per sussurrargli qualcosa all'orecchio.

Bevo tutto d'un fiato un altro bicchiere, facendo segno al barista di portarmene un altro.

'Arpie, stupide arpie.'

‹‹Lasciami la bottiglia›› sbiascico, e quando lui lo fa, comincio a versarmi altro whisky.

‹‹Ti sentirai male›› dice, togliendomi la bottiglia dalla mano.

Sbuffo sonoramente e giro la testa verso di lui. ‹‹Mi sentirò male io, non tu. Adesso puoi lasciarmi in pace?››

Scuote la testa e mi osserva con un ghigno in volto.

‹‹Mi stai innervosendo. Smettila di controllarmi come se fossi un cagnolino, smettila di farmi fare cose che non voglio. Smettila, non ti voglio in mezzo ai piedi. Non sto facendo niente di male, James.››

‹‹Sei ubriaca››

‹‹Non lo sono.››

Ma non ci credo molto, sento la testa leggera, il corpo pesante, e l'unica cosa a cui penso è la strana piega che ha preso la mia vita.

Mi ritrovo ad essere attratta da una persona che in realtà odio, perché io lo odio vero?

Non mi importa se questa sera si scoperà quelle ragazze, o se l'ha già fatto. Non importa perché presto non lo vedrò più.

Tutto tornerà come prima, e a me sta bene, non vedo l'ora. E allora perché mi sento triste?

‹‹Sai cosa penso?›› Sussurra di nuovo, accanto al mio orecchio.

La musica è alta, tutti ballano, si divertono. Ma io sento solo lui.

‹‹Cosa?››

‹‹Che tu mi vuoi››. Mi accarezza un braccio delicatamente con il suo polpastrello, ‹‹ma non vuoi ammetterlo a te stessa.››

Ho bisogno di ossigeno, se non fossi seduta, starei già per terra. Ossigeno. Ho bisogno di respirare. ‹‹Smettila di toccarmi.››

‹‹Perché?›› Sussurra a pochi centimetri dalle mie labbra.

‹‹Perché prima hai toccato loro. Tu le tocchi tutte.››

Stringe gli occhi come se volesse leggermi dentro, sembra quasi che voglia dire altro, ma non lo fa. ‹‹Sei ubriaca, mocciosa.››

‹‹Stronzo, arrogante del cazzo. Non lo sono. E smettila di chiamarmi mocciosa. Smettila!›› Grido e mi alzo di scatto.

Lo odio. Cazzo se lo odio. Mi gira la testa così tanto che sembra mi manchi la terra sotto ai piedi. Merda, sono ubriaca.

Sto quasi per cadere ma Zero mi prende al volo e mi stringe a sé. Lo annuso ed ha lo stesso odore di prima, nella macchina. ‹‹Tu non hai scopato con lei in quel divano.››

Ridacchia. ‹‹Ma dai!›› dice. ‹‹Torniamo in hotel, adesso››. Ordina.

E per quanto forte mi gira la testa, non credo di riuscirei a rifiutare.

‹‹Tu...›› inizio a dire, mentre mi aggrappo al suo braccio, sopraffatta da un capogiro. ‹‹Tu, non farai sesso con me, vero?››

‹‹Yuki››, dice. ‹‹Ti addormenterai ancor prima di arrivare in hotel, e per tua informazione, non sono interessato alla necrofilia››

‹‹Certo, perché a te piace il sesso violento, stringere la gola e fottere il cervello›› sbiascico, rendendomi conto di non riuscire più a tenere a bada i miei pensieri mentre un altro giramento di testa mi porta a barcollare e finire in mezzo alle sue gambe.

‹‹È stata Danika a dirtelo?››

Annuisco.

Mi accarezza una guancia con le nocche e un brivido parte dallo stomaco. ‹‹Ognuno reagisce al proprio passato come meglio può. Torniamo in hotel ora.››

Dopo essere usciti dal corridoio arriviamo di nuovo al punto di partenza, dove un'altra ballerina, si esibisce su un palco. Una musica lenta, o meglio tra quel mix di violino e pianoforte che fuoriesce dalle case ai lati del muro, riconosco la melodia di Love the way you lie di Eminem e Rihanna.

Le persone ancora lì presenti, come io d'altronde guardiamo affascinati la ballerina, che, con un ritmo lento e sinuoso danza sul palco.

‹‹Posso dirti una cosa?›› Mormoro, mentre questa canzone insieme alla vicinanza di Zero aumenta i battiti del mio cuore.

‹‹Spara. Ormai sono abituato alle tue cattiverie.››

Lo guardo e metto il broncio. ‹‹Volevo solo dirti grazie per la serata. Mi sono divertita.››

Sgrana gli occhi, preso in contropiede, e mi regala un sorriso. ‹‹E tu, piccola stronza che hai pensato male››. Mi stringe il naso tra l'indice e il medio, scuotendolo piano. Mi lamento, socchiudendo gli occhi.

‹‹Zero››, lo richiamo, stringendo i lembi della sua camicia.

‹‹Cosa c'è?››

La sua voce è così calda e profonda che mi sento mancare l'aria. La mia anima vibra e il cuore accelera.

‹‹Balla con me››

‹‹Sei ubriaca››, sussurra.

Mi avvicina a lui, e mi avvolge le braccia intorno al collo, mentre io faccio la stessa cosa con la sua schiena. Aderisco con la guancia al suo petto e chiudo gli occhi. Respirando il suo profumo.

‹‹E' la prima volta che ti abbraccio›› sussurro piano e quella parte di me, ancora non perfettamente sbronza è grata all'alcool.

‹‹Lo so››.

Onduliamo insieme, sulle note della canzone che sembra essere stata scritta per noi. Esattamente per questo momento.

Vorrei che il tempo si potesse fermare.

‹‹Dove sono le ragazze?››

‹‹Sono andate via.››

‹‹Oh... mi dispiace per averti rovinato la serata.››

‹‹Davvero?›› Domanda, dubbioso.

‹‹No››

Sorride. ‹‹In ogni caso non l'hai rovinata. Neanche un po'››. Affonda la testa sul mio collo e il mio corpo si muove da solo mentre stringo la sua camicia fra le dita. Mi accarezza i capelli e preme il suo corpo contro il mio, sento la sua bocca baciare la mia nuca, mordicchiare la pelle.

Sono attraversata da una scarica elettrica, e merda, sono ubriaca marcia.

E se mi lasciassi andare?

Mi vorrebbe? Mi rifiuterebbe? Posso sempre dare la colpa all'alcool.

Zero mi avvicina ancora di più a sé, fin quando non avverto la sua erezione.

Allora, anche lui mi vuole? Con la lingua sale dal collo fino all'orecchio. Ho un brivido fortissimo. I nostri sguardi si incontrano. La musica vibra dentro di me, il desiderio è come un nodo che sale e scende.

Mi alzo in punta di piedi e lo circondo con le braccia al collo, sollevando la testa in cerca della sua bocca. Ho bisogno di scoprire il suo sapore.

Non è andato via con quelle donne, è rimasto qui, con me.

Zero mi fissa acceso di passione, poi mi prende il volto con una mano, e strofina il suo naso sul mio. ‹‹Sei davvero ubriaca, Yuki››, il respiro rapido e potente. ‹‹E non voglio farti dire o fare qualcosa in queste condizioni››.

‹‹Ma io ti voglio››

‹‹Cazzo›› geme.

Mi piazza una mano sulla natica e lo stringe forte, attirandomi a sé. La sua bocca è quasi...quasi sulla mia.

Mi sta facendo impazzire. Lo voglio. Faccio scorrere le mie dita sul suo petto, godendomi la sensazione dei suoi muscoli sui miei polpastrelli. Salgo più su, fino ai suoi morbidi capelli. Il battito accelera. Mi spingo ancora di più verso di lui e avvicino la sua testa alla mia.

Ci sono quasi. Sto per baciarlo. Io, Yuki Cross, sto per dare il mio primo vero bacio.

Qualcuno mi viene addosso e Zero mi stringe protettivo a sé.

‹‹Guardate chi c'è...The Ripper e la sua nuova troietta››.

Mi volto e capisco subito che chiunque sia stato ad urtarmi, non l'ha fatto per sbaglio. E ora, sono furiosa.

🍭🍭🍭🍭🍭🍭🍭🍭🍭🍭

Finalmente ho capito come mettere le immagini...yuppiiiii😂😂😂😂
Comunque, vi anticipo che il prossimo capitolo, è quello che mi piace di piú, e mi sono divertita un mondo a scrivere. Non vedo l'ora che sia giovedì.
Grazie per le stelline e i commenti, e anche ai lettori silenziosi che aumentano ogni giorno di piú❤️
A presto,
Miss. Smoker

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