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~Cap.41

~Cap.41

"Quando vedi il mare in un paio di occhi marroni, è la fine."

-Cit.

P.O.V LORELAY

Aprii lentamente la porta di casa mia, che cigolò leggermente quando la richiusi dietro le mie spalle. Diedi un'occhiata alla stanza circostante, notando che non c'era nessuno. Per fortuna, i miei genitori non avevano capito nulla, o sarebbero già stati qui. Probabilmente si trovavano in cucina, mentre Alessandra era tornata a casa sua. Amavo quella ragazza, sapeva sempre togliermi dai guai, non sapevo come avrei fatto senza di lei.

-"Sono tornata!" l'informai, posando la mia giacca sull'appendiabiti. La porta della cucina si aprì lentamente, prima che due grandi occhi castani incontrassero i miei. "Liam?" dissi, stranita. Era l'ultima persona che mi aspettavo di trovare in casa mia.

-"Hey, buongiorno." sorrise, mentre io mi avvicinai a lui, salutandolo e sbirciando dietro la porta, per vedere mia madre ai fornelli e mio padre seduto in una delle sedie poste intorno al tavolo; accanto a lui doveva esserci Liam, precedentemente. Non sapevo come comportarmi con i miei, dopo ciò che era successo la sera prima. Per loro era tutto normale e, forse, per non farli arrabbiare maggiormente, dovevo fingere che lo fosse anche per me.

-"Che ci fai qui?" chiesi al moro, fermandomi davanti a lui. Non era mia rimasto a casa mia, senza gli altri ragazzi. Tranne un paio di volte quando stavamo insieme.

-"Ero venuto per vederti, ma tu non c'eri, così Nathan mi ha chiesto di restare." ammise, scrollando le spalle. Io annuii, entrando nella piccola stanza per aiutare mia madre ad apparecchiare. Se avessi saputo che Liam sarebbe restato qui, avrei chiamato anche gli altri. Non mi andava di restare sola con lui. Perché i miei lo avevo inviato a rimanere? Non lo avevano mai fatto prima, ma non potevo credere che avessero qualcosa in mente.

-"Perché Liam è restato qui?" chiesi, alla donna davanti a me, dando voce ai miei pensieri e cercando di dare delle risposte alle mie precedenti domande.

-"Te l'ha detto, era venuto qui per vederti, ma tu eri uscita e non volevamo farlo tornare più tardi." disse, prendendo i piatti da mettere sulla tavola.

-"Intendevo, il vero motivo. Non lo avete mia invitato a rimanere, soprattutto, non papà." insistetti, corrugando leggermente le sopracciglia.

-"Okay, Lorelay. Credo solo che dovreste parlare, penso che lui provi ancora qualcosa per te." ammise, con naturalezza.

-"Cosa?" risi, doveva essere uno scherzo. "Io e Liam siamo solo amici e, comunque, so gestire da sola la mia vita privata." continuai, sbuffando. Volevo tornare da Zayn, ne avevo già abbastanza di stare qui.

-"Non volevo dire questo, ma forse dovresti dargli una seconda possibilità." alzò le spalle, allontanandosi per chiamare gli altri due, che adesso erano in soggiorno. Scossi la testa, cercando di ignorarla. Potevo capirla, almeno un po'.

Ci sedemmo per pranzare, nonostante non avessi molta fame. I miei genitori parlarono per qualche minuto con Liam, prima di cercare di coinvolgermi nella conversazione. Non avevo voglia di parlare con loro, si stavano dimostrando diversi da come m'immaginavo, in senso totalmente negativo.

-"Quindi, dove sei stata oggi, Lorelay?" mi chiese mio padre, cercando d'intraprendere un discorso con me. Non gli avevo ancora parlato dalla sera prima e avevo i miei motivi.

-"Mmh, Alessandra non ve lo ha detto?" feci l'indifferente, non rischiando di dire qualcosa di diverso rispetto alla scusa che aveva usato lei.

-"Ha detto che eri andata a fare colazione fuori e poi vi sareste incontrate a casa sua, ma non è stata chiara sul perché." continuò mia madre, io annuii. Quella ragazza era un genio.

-"Oh, infatti, noi dovevamo parlare, era da molto che non lo facevamo." mentii, loro annuirono. In realtà, avremmo dovuto farlo davvero, ma avevo in programma di passare l'intera giornata con Zayn, o almeno buona parte di essa. "Probabilmente usciremo anche questo pomeriggio." mentii, ancora, trovando una scusa anche per dopo.

-"Dove andrete?" chiese Liam, che non aveva parlato fimo a quel momento, ma si era limitato ad ascoltarmi.

-"Shopping, perderemo un paio d'ore, forse di più. Siamo ragazze." mi scappò un sorriso quando tutti annuirono, credendo davvero a ciò che avevo detto. Finimmo presto di mangiare, così mi offrii per sparecchiare, pentendomene quando Liam disse che mi avrebbe aiutato. Non mi andava di intraprendere un discorso con lui, ma sapevo che, prima o poi, avremmo dovuto farlo.

-"Non ti credo." parlò, dopo un paio di minuti, fermandosi da ciò che stava facendo e spostando lo sguardo su di me.

-"In che senso?" chiesi, posando alcuni dei piatti che c'erano sulla tavola nel lavandino. Sapevo ciò che intendeva, ma speravo di sbagliarmi.

-"Nel senso che non credo a ciò che hai detto. Ad Alessandra e a tutto il resto." si avvicinò a me di qualche passo.

-"Non capisco che vuoi dire." dissi, aprendo degli sportelli sopra di me per posare alcune cose.

-"Sei stata da lui?" chiese; quando mi voltai per non rispondergli, lui avvolse il mio polso con la sua mano, costringendomi a girarmi verso di lui.

-"Anche se fosse? Non puoi dirmi cosa fare." mi liberai da lui, togliendo le ultime cose da sopra il tavolo.

-"Lorelay, lo faccio per te. Lui ti fa solo del male!" urlò, non tanto forte da farsi sentire dai miei. Se si fossero aggiunti anche loro, sarei davvero scappata via.

-"Tu non capisci." quasi ringhiai. Mi stava davvero facendo innervosire, non lo avrei ascoltato ancora per molto.

-"È una sorta di sindrome di Stoccolma, o cosa?" alzò nuovamente il tono, seguendomi mentre mi muovevo per la stanza.

-"Stai dando per scontato che mi abbia fatto del male." lo guardai male, fermandomi e sbattendo, per quanto forte potevo, le mani sul tavolo.

-"Me l'hanno detto i tuoi genitori." ammise, non lasciando neanche per un attimo i miei occhi.

-"Loro non sanno nulla!" alzai la voce anch'io, prima di dirigermi verso la porta, per uscire. Non volevo litigare con Liam, anche se probabilmente lo stavo già facendo.

-"Andrai ancora da lui, vero? Non ti rendi conto di ciò che ti sta facendo?" disse, cercando di fermarmi.

-"Tu non lo conosci e, comunque, non sei più il mio ragazzo, Liam, non hai il diritto d'intrometterti nella mia vita. Se sei dalla nostra parte, dimostramelo, se non lo sei, non metterti in mezzo, è già abbastanza difficile." uscii fuori dalla stanza, chiudendo la porta dietro di me, senza rivolgergli neanche un'occhiata, prima di salire in camera mia e chiamare Alessandra. Nè i miei genitori, nè Liam, mi avrebbero fatto cambiare idea su Zayn. Lui era speciale e saremmo rimasti insieme, con o senza la loro approvazione. Quando chiamai la mia migliore amica, non si mostrò subito disponibile.

-"Dovremmo passare più tempo insieme, solo noi due." si lamentò.

-"Lo so, prometto che lo faremo domani." le promisi, pensandolo davvero. Mi mancava molto passare del tempo con lei.

-"I tuoi non mi crederanno, hai già pensato ad una scusa?" chiese, da un lato preoccupata. Se qualcuno avesse scoperto delle nostre bugie, i problemi sarebbero stati anche suoi.

-"Shopping. Hai detto che ha appena aperto un nuovo centro commerciale, no? Non c'è modo migliore che visitarlo!" le annunciai, poggiando le spalle sulla tastiera del mio letto.

-"Non mi va di fare shopping da sola. Sai che voglio aiutarti, ma tutto il pomeriggio da sola è deprimente." piagnucolò, al telefono.

-"Non sarai da sola." dissi, pensando a qualcuno che avesse potuto accompagnarla, qualcuno che non avrebbe mai rifiutato.

-"Ah, no? Con chi dovrei uscire? Tu sarai tutto il pomeriggio con Zayn, Louis è impegnato e non posso neanche chiedere agli altri, perché non saprei giustificare la tua assenza e poi lo direbbero ai tuoi!"

-"Harry. Uscirai con Harry." conclusi. Non sentii la sua voce al telefono per qualche secondo.

-"Harry?" mormorò. "Io e lui, da soli? No, Lorelay. Sarebbe troppo imbarazzante." la immaginai scuotere la testa dall'altro capo del telefono.

-"Fallo per me, Alessandra. Ti prego! Sono la tua migliore amica e, inoltre, Harry ti piace." insistetti, sapendo di averla già convinta. Non mi avrebbe mai detto di no, non lei.

-"Non so, io umh...okay, hai vinto. Dimmi solo quando devo passare da te." si arrese, io saltai giù dal letto per la gioia.

-"Tra un'ora, se per te va bene. Sarà divertente." risi, sedendomi sul materasso.

-"A tra poco, allora." concluse, sospirando.

-"Ti adoro, a dopo." terminai la chiamata, posando il cellulare sul mobile, riprendendolo, poi, qualche secondo dopo per avvertire Harry.

Ero sicura che la sua risposta sarebbe stata positiva.

P.O.V ZAYN

-"Dov'è che devi andare?" chiesi al riccio, che ormai stava chiuso in bagno da più di tre quarti d'ora. Era impressionante, una ragazza avrebbe impiegato meno tempo.

-"Al centro commerciale con Alessandra, Zayn. Così Lorelay potrà venire qui." mi urlò, dall'altra stanza. Io, nel frattempo, mi ero disteso sul letto, aspettando solo che la mia ragazza arrivasse.

-"Non dirmi che ti dispiace, si vede che lei ti piace." dissi, sincero. Non sapevo che ad Harry interessasse davvero Alessandra, ma entrambi non potevano negare che c'era una simpatia ricoproca.

-"Non ho mai detto questo. Siamo amici, non mi dispiace uscire con lei, magari per conoscerla meglio." confessò, uscendo finalmente da quella piccola stanza. Non indossava niente di particolare, jeans e maglietta, mentre i capelli erano tenuti su' da una delle sue bandane preferite. Devo ammettere che non stava male, ma ovviamente non era paragonabile a me.

-"Quando arrivano?" chiesi, impaziente di baciare Lorelay. Non era giusto, dovevamo trovare mille scuse - e perfino combinare appuntamenti - solo per stare qualche ora insieme.

-"Probabilmente sono già qui, adesso scendo nella hall e chiedo a Lorelay di salire." disse, io annuii. Erano giorni che non toccavo Lorelay, stavo letteralmente impazzendo. Il riccio aprì la porta, ma prima che uscisse lo richiamai.

-"Oh, Harry!" escalmai, alzando il busto dal materasso per poterlo guardare, mentre lui si girò verso di me, interrogativo.

-"Dimmi." parlò, seccato.

-"Vuoi un preservativo?" chiesi, alzandomi e prendendo la mia giacca nera da sopra la poltrona.

-"Cosa?" rise nervosamente, guardandomi e passandosi una mano tra i ricci castani.

-"Magari potrebbe servirti, non si sa mai. Ne tengo sempre tre nella giacca." continuai, alzando le spalle; lui mi guardò stranito.

-"Tu sei malato, Zayn." scosse la testa, ma prima che potessi dire qualcosa venni di interrotto da due ragazze, una biondina e una mora, che varcarono la soglia della porta, già precedentemente aperta.

-"Eccoci." sorrise, Alessandra, salutando Harry e, quando mi avvicinai a loro, anche me. Il riccio venne salutato anche da Lorelay, che mi lasciò subito dopo un veloce bacio sulle labbra.

-"Noi andiamo e, Lorelay, sta' attenta al tuo ragazzo." rise Harry, prima di chiudere la porta e portare Alessandra con se'.

-"Che voleva dire?" mi chiese, ingenuamente, Lorelay, posando la sua piccola borsa accanto al letto.

-"Non lo so." alzai le spalle, avvicinandomi a lei che curiosava nella stanza.

-"È una bella camera." sorrise, guardandomi. Non mi sembrava del suo solito umore allegro, era diversa dal solito, sperai che non fosse successo nulla con i suoi genitori.

-"Va tutto bene?" chiesi; le accarezzai una guancia. Lei annuì leggermente, ma non le credetti, non era mai stata una grande bugiarda. "Lorelay." la richiamai, odiavo quando mentiva e odiavo ancor più vederla stare male.

-"Ho solo litigato con Liam." ammise, sospirando. Si allontanò di poco da me, sedendosi sul letto.

-"Liam?" chiesi, infastidito. Non mi aveva detto che avrebbe visto Liam nel pomeriggio, non gliel'avrei lasciato incontrare da sola.

-"Si, i miei lo avevano invitato a pranzo e...abbiamo litigato. Abbiamo iniziato ad urlarci contro, non mi piace litigare lui." confessò, abbassando lo sguardo. In quel momento desiderai solo uccidere Liam, più di quanto già non facessi. Non poteva farla stare male e, soprattutto, non poteva urlarle contro.

-"Perché avete litigato?" chiesi, temendo la sua risposta. Non volevo confermare il dubbio di essere stato io la causa della loro lite.

-"Perché sapeva che sarei venuta qui." sussurrò, facendomi sentire colpevole di tutto ciò che le stava accadendo. "Lui non ha capito nulla, non sa nulla." continuò, con un basso tono di voce.

-"Non devi stare male per questo, lui è un tuo amico, chiarirete presto e capirà." non potevo credere a ciò che stavo dicendo. Stavo per caso difendendo Liam? Stavo cercando di fargli fare pace? Oh, andiamo, non era da me.

-"Tu credi?" portò i suoi occhi azzurri sui miei ed io annuii, vedendo le sue labbra curvarsi in un piccolo sorriso. "Avrei comunque voluto evitare questa discussione." sospirò pesantemente, lasciandosi cadere sul materasso.

-"Risolverete, Lorelay." cercai ancora di confortarla.

-"Lo so." ammise, fui contento di averla convinta. Infondo, ero davvero sicuro che si sarebbe risolto tutto tra loro. Per quanto potessi odiarlo, sapevo che Liam teneva alla mia Lorelay. "Perché cerchi di farci chiarire?" i suoi occhi incontrarono ancora una volta i miei.

-"Che intendi?" mi sedetti anch'io, accanto a lei. I suoi capelli biondi erano sparsi sul materasso, era qualcosa di talmente perfetto.

-"Tu non lo sopporti, no?" rise, sembrava quasi che non credesse al mio odio verso il moro.

-"Già, non lo sopporto, ma so che la vostra amicizia è importante per te, quindi mi toccherà abituarmi." scrollai le spalle, alzando le mani, mentre lei sorrise. Portò entrambe le gambe sul letto, togliendo le scarpe e stendendosi complemente.

-"Ti piace, eh?" dissi, indicando il letto della camera.

-"È comodo." si giustificò. Spostai il mio corpo sul suo, facendo toccare le nostre fronti.

-"E, inoltre, è perfetto per fare questo..." sussurrai, iniziando a lasciare lungo il suo collo degli umidi baci. Lei rise sotto il di me, portando le mani tra i miei capelli per attorcigliarli tra le sue dita. Il suo tocco mi fece rilassare. "Che ne pensi se ti tolgo questi vestiti, umh?" le proposi; lei annuì leggermente così le mie mani entrarono sotto la sua maglietta, facendola scivolare via dal suo corpo. Rise quando cercai di sbottonare velocemente i suoi jeans, aiutandomi a liberarla anche da quell'indumento, dato che non sembravano volersi togliere. Mi spogliai anche dei miei vestiti, tornado poi sul corpo di Lorelay. Lei alzò la schiena dal materasso, permettendomi di toglierle il reggiseno bianco.

-"Sei bellissima." le sussurrai, all'orecchio, rassicurandola. Sapevo che, nonostante il lungo tempo, lei era ancora riluttante a mostrarsi completamente a me. Le lasciai altri morbidi baci sulla pelle, lasciando dei segni sul suo collo, arrivando, poi, al suo seno. Le mie labbra si chiusero intorno ad un suo capezzolo teso, succhiando e tirando la punta per cercare di provocare una sua reazione. Lei gemette al mio tocco. L'altra mia mano salì lungo il suo corpo, stringendole il seno sinistro. Lorelay sussultò quando strinsi il capezzolo tra il pollice e l'indice, ruotando il punto sensibile. Il suo respiro era sempre più irregolare.

-"Z-Zayn..." ansimò piano, stringendo la presa sui miei capelli, tirandoli leggermente per farmi riportare gli occhi all'altezza dei suoi.

Amavo quando stringeva i miei capelli, era una delle cose che più mi faceva ecciare; forse il pensiero che lei avesse un minimo controllo su di me, conducendomi ovunque volesse. Il mio naso le accarezzò una guancia, lasciandole successivamente un bacio. Le mie labbra si poggiarono sulle sue, mentre le mie mani tirarono giù l'ultimo indumento che la copriva, facendolo scivolare lungo le sue gambe, per poi aggiungerlo ai nostri dimenticati vestiti sul pavimento della stanza. Poggiai la fronte sulla sua, tenendo gli occhi sui suoi e allargandole le gambe, per mettermi nel mezzo. Spinsi un mio lungo dito dentro di lei; ghignai, guardandola qualche attimo dopo, mentre faticava a respirare, gemendo. Avrei voluto continuare a stuzzicarla ancora un po', ma avevo bisogno di lei tanto quanto lei aveva bisogno di me.

Mentre le sussurravo quanto l'amavo, all'orecchio, entrai lentamente in lei, dandole il tempo di accogliermi gradualmente. La volta precedente mi aveva chiesto di essere un po' più delicato con lei e lo sarei stato, sapevo quanto potesse essere fragile.

-"Come va?" chiesi, notando i suoi occhi chiusi. Mi rassicurai quando lei annuì lentamente, facendomi capire che potevo continuare. Sapevo che se avessi fatto qualcosa di sbagliato lei me lo avrebbe detto.

Afferrai una sua caviglia, facendole serrare una gamba intorno alla mia schiena; il suo tallone premeva alla base della mia spina dorsale, le sue mani stringevano le lenzuola, il suo cuore batteva sempre più forte.

-"È fantastico sapere che tutto questo è provocato da me." dissi, continuando a muovermi lentamente e osservando le sue reazioni.

I gemiti di Lorelay echeggiavano tra le mura della stanza, una delle sue mani scese lungo la mia schiena, lasciandomi dei graffi che sarebbero stati sicuramente ben visibili qualche ora dopo. Mi piaceva che lasciasse dei segni sulla mia pelle, come io facevo con lei. Rappresentavano la nostra appartenenza l'un l'altro.

-"S-Sono felice che Harry sia uscito con Alessandra." balbettò, si interruppe diverse volte mentre parlava, ansimando dopo ogni parola.

-"Anch'io." ammisi. "Quei due si piacciono, nonostante si conoscano da poco. E, poi, non avremmo potuto fare nulla con loro tra i piedi." risi piano, continuando a muovermi un po' più velocemente, mentre lei assecondava con i suoi fianchi i miei movimenti.

Il mio nome uscì dalle labbra di Lorelay in urli disperati quando iniziai a sfiorare una nuova area sensibile dentro di lei; i miei movimenti divennero più sicuri, le mie spinte più vigorose e profonde, i suoi gemiti più rumorosi. Allargò improvvisamente le braccia quando io colpii un punto che invase il suo corpo di piacere. Le sue mani si aggrapparono strette alle lenzuola, la sua schiena s'inarcò sul materasso mentre le sue labbra lasciarono un bacio sulle mie.

-"Qui, piccola?" mormorai; urlò quando continuai a colpire quel punto preciso dentro di lei.

Quasi non c'era distanza tra noi, la sua mano ora era premuta dietro il mio collo, entrambe le sue gambe erano strette intorno ai miei fianchi mentre sussurrava quanto mi amava ed io le rispondevo baciandola.

Le mie mani afferrarono i suoi polsi, quando capii che era vicina all'orgasmo, bloccandoli sopra la sua testa, sul letto. Non poteva fare altro se non stringere le gambe intorno alla mia vita, mentre continuavo ad urtare i miei fianchi contro i suoi ad un ritmo sempre crescente.

-"Zayn..." pronunciò il mio nome, capendo di stare per venire. I suoi occhi cercarono i miei, che le permisi di trovare subito.

-"Ci sono io, amore. Sta' tranquilla, ti tengo io." sussurrai, avvolgendo un braccio intorno alle sue spalle per avvicinarla a me. Amavo sentire il suo petto premuto contro il mio, non mi ero mai sentito tanto vicino ad una persona.

Disegnai velocemente dei piccoli cerchi sul suo clitoride con l'altra mano, stimolando le sue sensibili terminazioni nervose.

Dischiusi le labbra quando i muscoli della sua femminilità contrassero intorno a me; strinsi forte Lorelay mentre affrontava il suo orgasmo, sentendo i dolci gemiti che lasciavano le sue labbra e sussurrandole quanto fosse brava. Si lasciò cadere esausta sul letto, mentre il mio orgasmo seguiva il suo. Pochi minuti dopo, uscii da lei, stendomi al suo fianco. La sua mano incontrò la mia, così feci velocemente intrecciare le nostre dita.

-"È stato fantastico." dissi, cercando di riprendere fiato, era riuscita a farmi stancare. Mi voltai verso di lei, il suo respiro stava tornando regolare. "Sei stata così brava, amore." mormorai, lasciandole dei baci sulle guance rosse.

-"È stato davvero...davvero bello." sussurrò appena, guardandomi. Il suo corpo tremava ancora per il forte orgasmo che le avevo appena provocato, i suoi capelli erano in disordine dopo le attività svolte sotto le coperte, ma era comunque bellissima.

-"Tutto il palazzo conoscerà il mio nome." risi, scherzando. Lei si coprì il viso con le mani, arrossendo ancora.

-"Ohw, non dirlo." lagnò, portando le lenzuola sul suo corpo, per coprirsi. L'avvicinai a me, facendola distendere sul mio petto e abbracciandola forte. Le mie labbra incontrarono le sue guance calde, baciandole per tranquillizzarla mentre si rilassava tra le mie braccia.

-"Ti fa male qualcosa?" chiesi, ansioso, sperando di essere stato abbastanza delicato e di non averle fatto del male, sebbene alla fine mi fossi lasciato andare.

-"No, sto bene." sussurrò, incrociando le gambe alle mie sotto le coperte, una delle mie si insinuò tra le sue mentre tiravo le coperte sopra di noi. Le sue dita toccarono la mia fronte, spostando i capelli da davanti i miei occhi; immaginai che il mio aspetto post-sesso non fosse diverso dal suo.

-"Sei tutto in disordine." rise, sapendo bene quanto odiavo questa cosa.

-"Beh, tu non sei da meno." mi lamentai, sbuffando scherzosamente. Risi quando lei mi mostrò la lingua, volendomi prendere in giro.

-"Ti amo." confessai, stringendola a me, come se avessi paura che potesse sparire da un momento all'altro.

-"Ti amo anch'io." rispose, sorridendo contro la mia pelle.

Ero felice, in quel momento.

Ero al sicuro.

Ero con lei.

Me :)

Buon pomeriggio a tutte e buon anno anche se in ritardo!♡

So' che il capitolo non è uno dei migliori ma il prossimo sarà diverso, si scoprirà qualcosa sulla famiglia del nostro Zayn. :)

Grazie mille per voti e i bellissimi commenti e anche per le vostre bellissime 'opinioni' sulla storia♡ Sapete, mi è stato chiesto di tradurla in inglese ed ho accettato, spero abbia successo ;)♥

Un bacio a tutte, Sara♡★

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