~Cap.5
~Cap.5
P.O.V LORELAY
"Perché fa male, fa male da morire senza te."
-Tiziano Ferro
▶9 Novembre 2015▶
L'aula in cui entrai era molto più grande di quanto immaginassi. Non c'erano ancora molti studenti, cosa che mi fece pensare di non essere, per la prima volta, in ritardo a lezione, per fortuna. Non avrei mai voluto essere in ritardo il primo giorno. Brooklyn ed io non avevamo molte lezioni in comune, tranne per un paio di giorni a settimana, quindi mi ritrovai nuovamente da sola, sperando di fare presto amizia con qualcuno. Forse il giorno prima sarei davvero dovuta uscire con la mia compagna di stanza, magari avrei avuto una conoscente qui a lezione.
Sospirai, sedendomi in un posto delle prime file, quasi completamente vuote, ed aspettando che la lezione cominciasse. Quando la grande stanza cominciò a riempirsi di studenti, il professor Wood, ossia il docente di storia, iniziò a parlare, mentre io cercai di prendere gli appunti sulla lezione. Sospirai, pensando che fosse l'ultima ora di quel giorno. L'uomo davanti a me non sembrava un professore dal suo aspetto, era molto giovane, la sua età non era maggiore dei venticinque anni; i suoi occhi azzurri non incontravano quasi mai gli sguardi dei suoi studenti e i lunghi capelli castani ricadevano sulla sua fronte quando camminava avanti e indietro nell'aula.
Il posto accanto a me venne velocemente occupato da un ragazzo, teneva disordinatamente tra le mani i suoi libri, che lasciò cadere quando si sedette. Ridacchiai, guardando la sua faccia, doveva aver corso per il campus cercando di non arrivare tardi, cosa non completamente riuscita. Sbuffò, lanciando un'occhiata all'orologio nero legato al suo polso, mormorando qualcosa a sé stesso, mentre apriva il suo libro. Rivolsi nuovamente l'attenzione al professore, davanti a me, riprendo a scrivere gli appunti nel mio quaderno.
-"Sei nuova?" chiese, una bassa voce profonda, che, solo dopo, capii essere quella del ragazzo accanto a me. Mi voltai verso di lui, non lo avevo ancora guardato, ma era carino. I suoi occhi color nocciola erano vivaci, trasmettevano allegria e spensieratezza, diversamente dagli occhi degli altri studenti. I suoi capelli castani erano corti, alcuni ciuffi ancora disordinati per la corsa di poco prima.
-"Si, sono una delle studentesse Italiane." gli sorrisi di rimando, il suo sorriso era adorabile, davvero. I miei occhi tornarono sul signor Wood, ricordandomi di essere ancora a lezione.
-"Io sono Adam, Adam McCain." si presentò, gentilmente, ed io riportai istintivamente lo sguardo su di lui, sembrava simpatico.
-"Lorelay Blake." mormorai, cercando di non farmi sentire dal professore davanti a noi. Il ragazzo, Adam, ridacchiò alle mie parole, guardandomi divertito.
-"Lorelay Blake, davvero molto italiano." rise, prendendomi in giro e facendo ridacchiare anche me; aveva ragione, il mio nome non somigliava neanche lontanamente ad un nome italiano.
-"Hai ragione, ma sono d'origine inglese." ammisi, lui annuì, riprendendo a scrivere qualcosa sul suo quaderno rosso. Nel tempo rimanente, il professore mi passò il suo piano di studi, parlando di quello per qualche minuto, prima di terminare la lezione.
-"Ci vediamo Giovedì, ragazzi." notai appena un sorriso, forse il primo che io gli avessi visto fare in quell'ora, prima che gli studenti iniziassero ad uscire velocemente dalla classe. Ero felice che la giornata fosse finita, dopo cinque, lunghe, ore di lezione. Forse avrei dovuto prenderne solo quattro, ma infondo le lezioni non erano così terribili. Afferrai la mia grande borsa, posando dentro il libro che mi era servito per quell'ora, prima d'iniziare a camminare, per raggiungere il dormitorio.
-"Aspetta, Lorelay!" sentii una voce forte chiamare il mio nome, non fu difficile capire a chi appartenesse. Mi voltai lentamente, trovando il ragazzo dagli occhi nocciola davanti a me.
-"Adam, dimmi." le mie labbra si curvarono leggermente in un sorriso, mentre parlavo. Stava ancora cercando di sistemare i suoi libri nella borsa scura, risi, guardandolo, doveva essere un ragazzo piuttosto disordinato.
-"Ti andrebbe, uh, di vederci più tardi?" chiese, sembrava imbarazzato mentre parlava, spostando il peso da un piede all'altro. Le mie labbra si socchiusero alle sue parole, lo conoscevo da meno di un'ora. "Sai, potresti passarmi i tuoi appunti di storia, ed io potrei darti i miei, poiché hai molto da fare." si giustificò, mi morsi il labbro inferiore, pensando alla risposta che potevo dargli. Sarebbe stato solamente per studiare e i suoi appunti avrebbero potuto aiutarmi, ero indietro di un paio di capitoli rispetto agli altri studenti.
-"Okay, potremmo vederci domani." proposi, poiché gli appunti non mi servivano subito e neanche a lui. Inoltre, quel pimeggio avrei dovuto studiare inglese, per essere alla pari con gli altri, il giorno successivo.
-"Perfetto, a domani, allora." mi lasciò un veloce bacio sulla guancia, che non ricambiai, rimanendo sorpresa da quel gesto, prima che lui mi superasse, uscendo dall'aula. Mi voltai anch'io, qualche secondo dopo, camminando verso il dormitorio.
Cercai in fretta le chiavi della mia stanza, che trovai solo dopo un paio di minuti, aprendo la porta. Lasciai cadere la mia borsa sul freddo pavimento, accanto al mio armadio, mentre mi voltavo verso il letto; desideravo davvero di dormire, il primo giorno era stato stancante, ma, semplicemente, non potevo.
Sobbalzai, vedendo la grande figura che stava sdraiata sul mio letto, sfogliando il mio libro tra le sue mani. Mi girai verso Brooklyn, seduta sulla sua scrivania, che scrollò le spalle, innocentemente.
-"Io non c'entro, sono appena arrivata." alzò le mani, mentre io sospirai, passandomi nervosamente una mano tra i capelli biondi. Stavo iniziando a pensare che quella giornata stesse andando bene, ma forse era troppo presto per parlare.
-"Harry, come diavolo sei entrato?" sbottai, incrociando le braccia al petto. Incredibile, era davvero venuto fino a qui. Pregai almeno che fosse venuto da solo, o non gli avrei mai più rivolto la parola.
-"Ciao anche a te, Lorelay." scherzò, mettendosi seduto sul letto e posando il libro sul mobile accanto a lui. Alzai gli occhi al cielo, sedendomi sullo stesso letto. "Sono venuto per parlarti, dato che ieri sei scappata via e, ho i miei metodi per entrare." ammise, capii che non avevo altra scelta se non quella di ascoltarlo e dargli una seconda possibilità.
-"Okay, parla." mi arresi, sospirando, facendogli segno, con una mano, di continuare. Forse il giorno prima ero davvero stata troppo dura con lui, infondo, non era colpa sua. Non mi aveva mai chiamato, ma era l'unica cosa di cui potevo accusarlo. Si era trovato in una situazione difficile, doveva scegliere tra Zayn, suo cugino, e me, solo un'amica. Potevo giudicarlo?
-"Vorrei che fossimo da soli, se non ti dispiace." rivolse un'occhiataccia alla rossa, davanti a noi, che stava osservando curiosamente la scena. Io annuii, guardando a mia volta Brooklyn, che scese goffamente dalla sua scrivania.
-"Okay, ho capito, andrò da una mia amica." sbuffò, ero sicura che non fosse arrabbiata con me, non era il tipo. Anzi, avrei potuto giurare che fosse divertita dalla situazione. Prese il suo giubbotto nero, prima di lasciare la stanza e chiudere la porta. Eravamo, di nuovo, io e lui.
-"Avanti, sto aspettando." mormorai, incrociando le gambe sul letto. Probabilmente, il giorno prima non gli avevo dato abbastanza tempo per spiegarsi, ero semplicemente scappata via. Mi ero resa conto del mio errore.
-"Questa volta, non andare via. So che anche tu hai bisogno di parlare davvero con me." disse, il suo tono di voce era piuttosto calmo, cosa che mi fece pensare che quella volta non avremmo urlato.
-"Già, Harry, ne ho bisogno perché non capisco perché voi, da un momento all'altro, abbiate deciso di sparire dalla mia vita." sbottai, ancora una volta la rabbia stava prendendo il sopravvento, avrei dovuto impedirlo, perché questa cosa non mi avrebbe portata da nessuna parte.
-"Noi, volevamo solo proteggerti." mormorò, il suo sguardo basso guardava le sue mani, che stavano giocando con la coperta verde del mio letto.
-"Da cosa, Harry?" chiesi, non l'avevo mai capito, era da sempre che volevo fargli quella domanda. Non c'era nulla da cui avrebbero dovuto difendermi, non c'era nulla che mi potesse fare del male. Alla fine, erano stati solo loro a farlo.
-"Non lo so, da tutto. Zayn, mi aveva detto di averti fatto del male, diceva di voler andare via, che tu saresti stata più felice. Gli ho creduto davvero, in quel momento. Ho sbagliato, sono stato talmente stupido. Cazzo, mi odio per ciò che ho fatto, per averti lasciata, mi odio davvero." confessò, le sue mani stavano tirando i suoi capelli ricci e castani, mentre sussurrava quelle parole, sembrava davvero dispiaciuto ed arrabbiato con sé stesso.
-"Non odiarti, Harry." sospirai, i suoi occhi verdi guardano i miei per qualche secondo. "Non ti odio neanch'io, non è colpa tua. Non odio nessuno di voi, sono solo ferita e delusa, tutto qui." ammisi, le sue grandi mani strinsero velocemente le mie, mentre un piccolo sorriso si faceva spazio sul suo volto.
-"Non ti chiedo di perdonarmi, ma vorrei continuare a starti vicino, come prima." disse, non avevo mai visto Harry così, così disperato e pentito. Abbassai lo sguardo solo per qualche secondo, prima di sentire le lacrime bagnarmi il viso. "Non piangere." continuò, Harry; cercai di asciugarmi le lacrime, ma lui mi attirò verso di se', stringendo il mio corpo tra le sue braccia. Avrei voluto allontanarmi, ma erano un luogo talmente familiare e mi erano mancate così tanto, non potei fare altro, se non ricambiare quell'abbraccio.
-"Mi sei mancato così tanto." sussurrai, sentendo le sue braccia stringermi più forte. "Mi dispiace per ieri, sono stata una stronza, ma ero talmente arrabbiata." mi scusai, il rancore era completamente andato via dalla mia mente. Ero stata una stronza con Harry il giorno prima, avevo riversato tutta la mia rabbia su di lui, che non aveva colpe.
-"Non fa niente, piccola, dimentichiamoci di ieri." disse, dolcemente, ed io annuii piano. "Sono stato un egoista e lo sono anche adesso, chiedendoti di starti vicino nonostante tutto ciò che è accaduto. Ma questa cosa mi sta uccidendo, Lorelay, non posso vederti senza starti vicino." ammise, la tristezza era chiara nei suoi occhi verdi.
-"Rivoglio il mio migliore amico, Harry." confessai, vedendolo sorridere; il suo sorriso era magnifico.
-"Sono felice che tu lo rivoglia, perché lui è qui, per te." disse, accarezzandomi una guancia, prima che io mi alzassi dal morbido materasso. Mi asciugai completamente il viso, pentendomi di essermi mostrata un'altra volta fragile davanti ad Harry.
-"Dimmi solo una cosa, Harry." lo pregai, lui corrugò le sopracciglia, osservandomi mentre si alzava in piedi, facendo torreggiare la sua altezza su di me. "Lui, dov'è?"
-"Non lontano come credi, Lorelay." sorrise appena. "La sua vita è cambiata molto, ha cercato di diventare una persona migliore." mi raccontò, io sospirai.
-"È felice?" chiesi, ancora. Sapevo che quella risposta avrebbe potuto farmi male, sapere che lui era felice senza di me. Ma, nonostante tutto, desideravo davvero che lui fosse finalmente felice.
-"Felice? Non potrebbe esserlo, Lorelay." scosse la testa; mi morsi il labbro inferiore, non sapendo cosa pensare, né perché avessi fatto quelle domande. "Sei ancora innamorata di lui?" chiese, Harry, a sua volta. I miei occhi si aprirono più del solito alle sue parole.
-"N-No, non lo sono." scossi velocemente la testa a destra e a sinistra. "Ovvio che non lo sono, sono andata avanti, te l'ho detto." parlai in fretta, cercando di cambiare argomento. Harry rise sarcasticamente, come se non avesse creduto alle mie parole.
-"Davvero?" alzò le sopracciglia, io annuii. Una delle sue mani sfiorò la mia clavicola, scendendo lentamente sul mio petto, per stringere il ciondolo della collana che indossavo. "Sei andata avanti, ma la indossi ancora?" persi un battito alle sue parole, fu come una doccia d'acqua fredda. Perché la indossavo ancora?
-"Non è come credi." sbottai, voltandomi dalla parte opposta alla sua. "Ho davvero dimenticato, Harry. Era sbagliato fin dall'inizio, è stato un bene, forse, che sia finita così." mormorai, dire quelle parole fece male. Le pensavo davvero?
Portai le mie mani dietro il mio collo, sganciando la collana e prendendola tra le mani. La guardai per qualche secondo, non capivo davvero perché non l'avessi mai tolta. Non mi era mai neanche passato per la mente. La poggiai sulla scrivania accanto a me.
-"Okay, quindi posso prenderla io?" chiese, Harry, facendo un passo avanti verso il piccolo e lucente oggetto sulla scrivania. Annuii, mentre lui la prendeva, riponendola nella tasca dei suoi jeans scuri. "Sono piuttosto sicuro che un giorno me la chiederai." sorrise, gli feci cenno di 'no' con la testa.
-"Vuoi restare qui, per pranzo?" gli proposi, mi avrebbe fatto piacere averlo ancora lì con me. E, inoltre, gli dovevo un pranzo.
-"Mi piacerebbe, ma avevo già preso un impegno per oggi. Ci vediamo in giro, piccola." si avvicinò ancora a me, abbracciandomi per la seconda volta. Mi sentivo bene tra le sue braccia, era una sensazione impossibile da spiegare.
-"Okay, allora...ci vediamo." mormorai, allontanandomi per aprire la porta della mia stanza.
-"Sono felice di far di nuovo parte della tua vita, mi mancavi." sussurrò, lasciandomi un bacio sulla fronte. Sorrisi istintivamente, guardandolo negli occhi.
-"Ne sono felice anch'io."
Me :)
Okay, amatemi, non avevo mai aggiornato così in fretta ahaha♡
Spero che il capitolo non faccia schifo e mi scuso per i probabili errori d'ortografia, ma sono a letto, da tre giorni, con la febbre alta e la nausea (?) Ho approfittato di questa pausa da tutto e, quando mi sono sentita meglio, ho scritto il capitolo.
Nei prossimi, ci saranno un po' di sorprese eheheh. Soprattutto nel capitolo 7, credo. Ma non vi svelerò nuuulla.
Adesso vado, vi lascio♡ Spero di guarire presto e scrivere gli altri in poco tempo, dipende da come mi sento, capitemi. Inoltre dovrò recuperare i giorni di scuola persi.
Un bacio, Sara♡
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