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25 (giovedì)

- Cosa ci fai qui? -

Chiese Saya mentre si rimetteva in piedi, osservando l'amico, il quale intanto si stava facendo sempre più vicino, con sguardo a dir poco incredulo.

Anche la Jorōgumo nel frattempo si era rialzata e, indietreggiando lentamente verso la sua tela, non distolse lo sguardo da quell'intruso per un solo istante.
Sapeva chi fosse Akinari perchè Saya le aveva praticamente fatto il resoconto di tutta la sua vita tra un attacco di logorrea e l'altro, ma nonostante ciò non poteva che essere incredibilmente tesa in quel momento.
Per la prima volta non sapeva cosa fare.
Lasciare che se ne occupasse Saya o liberarsene a modo suo?

Alla fine decise che si sarebbe limitata ad osservare in silenzio e che sarebbe intervenuta solo se le cose si fossero messe davvero male.

- Sono passato per caso, stavo andando a fare alcune commissioni per mia madre... - Rispose il ragazzo, osservando prima l'amica e poi l'enorme ragnatela alle sue spalle con sguardo sempre più incredulo. - Piuttosto... Cosa sta succedendo qui? -

La corvina rimase in silenzio, le labbra strette in una corta linea sottile, alla ricerca disperata di un modo per risolvere la situazione senza che accadesse nulla di male all'amico, nè che la Jorōgumo desse di matto.

- Presto ti spiegherò tutto. - Disse alla fine, avvicinandosi al biondo e prendendolo di scatto per le spalle, facendolo ruotare di centottanta gradi, così da dirigerlo verso l'uscita del vicolo. Cercando di mascherare la propria ansia dietro un piccolo sorriso nervoso. - Ora però usciamo di qui, ok? Ti accompagno a fare le commissioni, così ne parliamo strada facendo. - E mentre parlava lo spingeva verso la strada, sperando che non protestasse e si lasciasse condurre docilmente via da lì.

Dopotutto, pur non sapendo esattamente cosa stesse accadendo, Akinari non poteva essere così idiota da non realizzare che era meglio andarsene al più presto, no?
Soprattutto considerando quanto lei dovesse sembrargli preoccupata in quel momento, quando solitamente aveva sempre in viso un'espressione impassibile.

Saya era quindi ormai certa che tutto sarebbe andato per il meglio, quando all'improvviso il biondo puntò i piedi per terra, impedendole così di continuare a spingerlo, dimostrandole qualcosa che in realtà già sapeva fin troppo bene: eccome se Akinari poteva essere così idiota.

- Cosa sta succedendo? -

Chiese nuovamente, in tono perentorio.

In un primo momento la corvina provò nuovamente a spingerlo via, ma a quel punto il ragazzo si voltò, agguantandole i polsi con un gesto fulmineo e osservandola in silenzio, in attesa di ricevere una risposta.

Con un brivido Saya sentì qualcosa muoversi alle proprie spalle, che Gumo fosse già pronta a partire all'attacco?

- Akinari, ti prego. - Disse, osservando l'amico con sguardo supplichevole e imperioso al tempo stesso. - Ti dirò tutto, ma solo dopo che saremo usciti da questo vico... -

A quel punto però accadde qualcosa che dalla sorpresa la costrinse ad interrompersi: per un istante lo sguardo di Akinari si era come spento.
La ragazza rimase ad osservarlo perplessa, cercando di capire cos'avesse appena visto.
Aveva avuto come l'impressione che per un attimo qualcuno avesse staccato la sua spina dalla presa della corrente.
Non avrebbe saputo spiegarlo in altro modo.

- ...Tutto bene? -

Domandò, dimenticando per un istante la Jorōgumo alle sue spalle, la quale, con tutti i muscoli del corpo in tensione, più che un ragno in quel momento pareva quasi essere una tigre, pronta a scattare contro la propria preda da un momento all'altro.

- Certo. - Replicò il ragazzo senza fare una piega, riprendendo anzi con ancora più insistenza di prima. - Allora? Mi vuoi rispondere? -

Ormai sul punto di tirargli un cazzotto sul viso o sullo stomaco pur di farlo tacere, Saya fece per voltarsi alle sue spalle, volendosi accertare che la Jorōgumo non stesse per compiere mosse avventate.
Ma Akinari glielo impedì, afferrandole di scatto il capo e rivolgendolo nuovamente verso il proprio, impedendole così di voltarsi.

- Ma che fai?! - Esclamò la corvina osservandolo sconcertata. Non avesse fatto coming out con lei quattro anni prima, avrebbe quasi temuto che fosse sul punto di baciarla. - Lasciami, mi fai male! -

E l'altro la lasciò davvero, ma solo per un istante.
Un istante durante il quale il suo sguardo si era nuovamente spento per poi riaccendersi, proprio com'era successo poco prima.

Non appena riprese il controllo di sè, però, l'attenzione di Akinari non fu subito rivolta verso l'amica, bensì, prima di tornare a concentrarsi su di lei, rivolse un rapido sguardo alle spalle della stessa.

E sebbene Saya ancora non avesse capito bene cosa stesse accadendo, di una cosa fu certa: Gumo era in pericolo.

Con uno scatto ritrasse il capo, riuscendo così a sfuggire dalla presa del ragazzo e poi con una spinta lo gettò a terra, voltandosi poi alle proprie spalle.
Nel farlo però le sfuggì un piccolo grido di sorpresa: Gumo era esattamente dietro di lei.

Subito la Jorōgumo la afferrò per la vita, impedendole così di inciampare, quindi la osservò con gli occhi assottigliati, come nel tentativo di capire quali fossero ora le sue intenzione.

Saya però non le disse nulla, anzi, quasi non le prestò più attenzione dopo la sorpresa iniziale.
Il suo sguardo era infatti rivolto oltre di lei, in direzione di quell'enorme ragnatela.
Le ci vollero alcuni istanti per realizzare cosa stesse accadendo, tanta era l'oscurità lì in fondo al vicolo e tanta era la sua confusione in quel momento, ma non appena capì, subito sgranò gli occhi dalla sorpresa, portando così anche la Jorōgumo a voltarsi per capire cos'avesse visto.

Sulla sommità della tela, nei pressi di uno degli otto bozzoli che vi stavano sparsi, c'era qualcuno che si stava muovendo, vivo e vegeto.
Da lì Saya non riuscì a capire di chi si trattasse, ma poco importava.
Cosa ci faceva lì?

Anche la Jorōgumo ci mise un po' a capire cos'avesse potuto portare una possibile preda a cadere nella trappola di propria volontà, ma poi comprese.

- Il frammento! -

Sibilò a denti stretti, prima di scattare in direzione del secondo intruso.

E Saya non potè che osservarla allarmata, sperando che facesse in tempo, capendo da quell'esclamazione che Gumo avesse nascosto la metà della sfera in suo possesso proprio all'interno di quel bozzolo.

- Lascia stare! -

Sentì allora gridare alle sue spalle.
Ma non era la voce di Akinari.

Infatti quando si voltò notò che l'amico stava ancora disteso a terra scompostamente, privo di sensi, ma al suo fianco c'era qualcuno.
In un primo momento a causa del buio la ragazza la confuse con un cane, ma poi guardando meglio realizzò che doveva trattarsi di una volpe.
Che fosse stata proprio lei a parlare?
Ormai Saya non si sarebbe più sorpresa di nulla.

Subito l'animale scattò in direzione della ragnatela, riuscendo perfino a precedere la Jorōgumo.
Pur rimanendo di tanto in tanto impigliata, la volpe giunse presto sulla sommità di quell'immensa trappola, balzando tra le braccia dell'intruso.

Per due interminabili secondi i due alternarono lo sguardo tra il bozzolo al loro fianco, contenente ciò che stavano cercando, e la Jorōgumo, ormai così vicina che allungando semplicemente una mano avrebbe potuto artigliare senza problemi la caviglia di Jun.

Quindi, sotto lo sguardo allarmato e irato di Gumo e di quello incredulo e preoccupato di Saya, i due intrusi semplicemente scomparvero nel nulla, così com'erano apparsi.

~

- Non ci posso credere! - Sbottò Jun, immergendosi in un moto di disperazione le mani nei capelli. - Lo sapevo che non sarebbe andata bene, e tutto perchè non hai voluto ammettere di stare male! È finita. Di sicuro ormai non si separerà più da quel frammento! -

Kiyomitsu se ne stava in silenzio, seduto in un angolo ancora nella sua forma originale da volpe, lo sguardo desolato rivolto verso il pavimento, sorbendosi la predica senza ribattere.

Per quanto gli costasse ammetterlo, era vero.

Il piano che avevano deciso di adottare per impossessarsi della parte della sfera della Jorōgumo era pressochè lo stesso che avevano già usato il giorno prima per quella in possesso del bakeneko.

Uno distrae e uno agisce.

Le kitsune non sono famose solo per essere abili nelle trasformazioni, ma anche per quanto riguarda il possedimento dei corpi.
Era infatti dall'inizio della settimana che Kiyomitsu, ogni volta che ce n'era bisogno, entrava in possesso del corpo di Akinari.
Non era complicato, comportava un dispendio di energie molto minore di quanto ne servisse per cambiare la propria forma e vi erano anche molti vantaggi: infatti possedendo il corpo di qualcun'altro si aveva anche la possibilità di accedere ai suoi ricordi, evitando così possibili sviste o malintesi quando si aveva a che fare con i conoscenti della vittima.
Ma per quanto fosse semplice fare qualcosa del genere, in qualche modo quella volta la kitsune aveva fallito, perdendo più volte il controllo sul corpo del ragazzo e finendo addirittura con lo smascherare Jun, rivolgendo lo sguardo nella sua direzione per accertarsi che stesse andando tutto bene.

- È stato tutto inutile... - Continuava a disperarsi l'adolescente, lo sguardo sconsolato rivolto verso l'enorme busta di plastica situata sotto la sua scrivania, contenente le novecento gru di carta già realizzate. - Tutta quella fatica e poi... -

- Abbiamo ancora domani. - Mormorò la kitsune in poco più di un bisbiglio. - Non è ancora finita, Jun. -

- Ma... -

- Non è ancora finita! -

Ribattè Kiyomitsu di getto, volgendo di scatto i suoi piccoli occhi scuri da volpe verso quelli cerulei dell'adolescente.

Jun non poté che sorprendersi nel constatare che da quello sguardo trapelasse tanta disperazione e determinazione quanta ne sentiva agitarsi dentro di sè in quel momento.

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