10 (lunedì)
"...E adesso?"
In piedi davanti alla porta della sua stanza, con ancora la mano sulla maniglia, Kunio osservava in silenzio il ragazzo seduto a gambe incrociate sul suo letto.
Più guardava i suoi capelli color pece tutti spettinati, i vestiti stracciati che aveva addosso e i piedi sporchi di terra e sporcizie varie fino al calcagno, che prima in sala da pranzo era riuscito a nascondere in un paio di pantofole ormai inutilizzabili, più lo assaliva il dubbio di aver appena accolto in casa un vagabondo qualunque.
- Yo... Yoichi. -
Provò a chiamare in quello che fu poco più di un sussurro.
Subito l'altro sollevò lo sguardo verso di lui, facendolo sussultare.
No, non c'erano dubbi.
Non sapeva come o perché, ma il ragazzo che aveva davanti era davvero Yoichi, di questo era più che sicuro.
D'altronde le orecchie e la coda da gatto non lasciavano molte altre alternative.
In un primo momento Kunio aveva pensato fossero finte, ma gli era bastato scostare le ciocche di capelli che l'altro aveva ai lati del viso per constatare l'assenza di orecchie umane e convincersi della loro autenticità.
In quanto alla coda, aveva deciso di fidarsi e basta.
- Kunio? -
Il sedicenne sentì un brivido all'udire quella voce. Era roca, incerta, ma al tempo stesso decisa. Quella parola, il suo nome, era tutto ciò che gli aveva sentito pronunciare fino a quel momento, probabilmente l'ormai ex felino non sapeva proprio come fare per dire qualcos'altro.
A passi esitanti, il moro gli si avvicinò, sedendosi sul materasso al suo fianco.
In un primo momento Yoichi rimase in silenzio, osservandolo con curiosità, quindi con uno slancio si sporse in avanti, strofinando il viso contro il suo braccio.
Kunio si irrigidì a quel contatto, non osando muovere un solo muscolo.
Era strana. Quella situazione era decisamente troppo strana.
D'un tratto si sentì bussare, tre piccoli e rapidi colpi dati con le nocche, e Kunio si alzò in piedi di scatto, precipitandosi alla porta di corsa, sotto lo sguardo perplesso dell'altro.
Non fece in tempo a vedere chi avesse bussato, però, che si sentì afferrare per il polso e trascinare violentemente in corridoio, mentre la porta della sua camera veniva rapidamente richiusa alle sue spalle con un calcio.
- Aiko! - Esclamò il ragazzo, strabuzzando gli occhi nel vedere la cugina. - Ma che fai? -
- Dobbiamo parlare. -
Ribattè lei in un tono che non ammetteva repliche.
- Mi avresti anche potuto chiamare con calma... - Borbottò il cugino massaggiandosi il polso. - E poi dobbiamo proprio parlare qui in corridoio? -
- Preferisci in camera tua? -
Kunio fece per rispondere con un'affermazione, ma un istante prima di aprire bocca venne bloccato dal pensiero di un piccolo quanto fondamentale particolare: Yoichi.
Prima a cena si era comportato piuttosto bene, certo si era rifiutato di usare le posate e ci era voluto un po' per fargli capire che bisognava sollevare il bicchiere per bere invece di piegarcisi sopra, ma tutto sommato non aveva fatto casini.
Nonostante ciò Kunio sapeva che era meglio non rischiare.
- D'accordo, parliamo qui. - Sospirò allora il sedicenne alzando lo sguardo al cielo. - Su, dimmi. -
- Semmai sei tu che dovresti dirmi qualcosa. - Ribattè la diciottenne assottigliando lo sguardo. - Perchè sono abbastanza sicura che la maggior parte delle cose che ci hai detto su Yoichi sia falsa. -
All'udire le sue parole, Kunio avrebbe tanto voluto ruotare gli occhi e risponderle con un bel "maddai!?", perchè era evidente che ci fosse qualcosa che non andava nella storia di Yoichi, tuttavia per ovvi motivi si trattenne.
- Cosa te lo fa pensare? -
- Il fatto che so per certo che hai mentito su una cosa e da quella si può giungere facilmente alla conclusione che tu abbia mentito anche su tutto il resto. -
All'udire quelle parole Kunio iniziò a preoccuparsi seriamente. A causa dell'agitazione aveva temuto di aver fatto almeno un paio di contraddizioni riguardo Yoichi, ma sperava che nessuno se ne fosse reso conto.
Ora temeva che la cugina avrebbe potuto dirgli qualcosa del tipo "è impensabile che dei genitori possano mandare da solo loro figlio cagionevole e privo di qualsiasi conoscenza linguistica in inglese e giapponese ad una fiera della quale non si hanno molti dettagli tenuta in una città distante ore e ore di treno".
Ed effettivamente ad un'osservazione del genere il ragazzo non avrebbe proprio saputo come ribattere.
Invece con suo sommo stupore, dopo aver fatto un respiro profondo la cugina se ne uscì con...
- Google Traduttore fa schifo. -
- Eh? -
Ribattè lui preso in contropiede.
- È impossibile che tu e Yoichi abbiate potuto comunicare usando Google Traduttore quando lui è arrivato: fa troppo schifo quando bisogna tradurre intere frasi e a tradurre parola per parola ci avreste messo decisamente troppo tempo. E poi su Google Traduttore non ci sono i dialetti particolari di Laotiano. -
"Ed è questo che non ti ha convinto di tutto quello che ho detto!?"
Pensò il ragazzo osservandola allibito, ma di nuovo si trattenne.
- Quindi... - Proseguì Aiko. - Mi stavo chiedendo perché avresti dovuto mentire su una cosa del genere e sono giunta a tre conclusioni possibili. -
A quelle parole Kunio strabuzzò gli occhi, trattenendosi dal sorridere.
Era perfetto! Se una delle tre teorie di Aiko fosse stata accettabile, avrebbe semplicemente potuto dire che effettivamente era così e in questo modo non solo avrebbe messo a tacere i dubbi della cugina, ma avrebbe anche ottenuto un alibi più convincente di quello che aveva già!
- Prima teoria. - Proruppe la ragazza in tono grave. - Quel tipo è un senzatetto qualunque. Mentre eri fuori l'hai visto passare davanti casa, ti sei commosso e così ti sei inventato quelle scuse per convincere i tuoi a farlo rimanere qui per un po'. Le orecchie e la coda da gatto avresti potuto comprarle da qualche parte o averle già e gliele avresti potute dare per rendere l'alibi più credibile, mentre avresti potuto intimargli di fingere di non conoscere il giapponese per evitare di contraddirvi a vicenda. -
"Beh, in effetti non è poi così lontana dalla realtà, apparte per la faccenda di coda e orecchie..." Pensò il ragazzo, ma subito scartò quella possibilità, temendo come avrebbero potuto reagire i suoi genitori se avessero pensato che Yoichi fosse davvero uno sconosciuto qualunque.
- Ma... - Aggiunse la ragazza accigliandosi leggermente, rivolgendogli di punto in bianco uno sguardo quasi compassionevole. - In realtà coda, orecchie e divieto di aprire bocca hanno ben altro significato. La verità è che hai deciso di rimpiazzare il tuo gatto con quel ragazzo. Ciò spiega anche il suo nome. -
- Ma è ridicolo! - Esclamò Kunio osservandola incredulo. - Credi davvero che io sia diventato una specie di psicopatico!? -
- In effetti forse ho esagerato un po'. - Ammise la cugina con un'alzata di spalle. - Ma considerando quanto eri triste ieri sera e quanto sei pieno di energie adesso forse... -
- Prossima teoria! -
La interruppe il sedicenne.
- E va bene... - Sospirò la cugina alzando gli occhi al cielo. - Allora passiamo alla seconda. Yoichi è davvero un laotiano trasferitosi da poco a Kagoshima, ma i suoi genitori non sanno che è venuto qui, perché la verità è che è scappato di casa! Questo perché era stanco dei loro continui divieti di poter uscire, dovuti al fatto che è di salute cagionevole e così ha deciso di andarsene via di nascosto! La fiera di cui hai parlato era solo una scusa per giustificare la sua presenza qui, in realtà si è rivolto a te perché sei una delle uniche persone che conosce in Giappone a vivere abbastanza lontane da casa sua. -
"Questa non è male." Dovette ammettere il ragazzo. "Se lo dicessi ai miei genitori magari potrei perfino convincerli a farlo rimanere qui più a lungo, mentre penso a cosa fare..."
- Non male. - Disse con un'alzata di spalle. - Ma ora dimmi la prossima. -
- Quindi ho indovinato? - Ribattè la ragazza osservandolo trepidante. - Allora? -
- Prima dimmi la prossima, poi ti dico. -
- Ok. - Acconsentì la maggiore sorridendo soddisfatta. - Solo che la terza teoria è la più semplice. Davvero, è così banale e ovvia che in realtà non ci dovrebbe neanche essere bisogno che lo dica. -
"Banale e ovvia." Pensò Kunio. "Perfetto, proprio quello che mi serviva!"
- Su, dimmi questa teoria e falla finita. -
- Allora... - Iniziò la ragazza, sorridendo in un modo che inquietò non poco il minore, come con un misto di malizia e al tempo stesso di imbarazzo. - Magari tutta la storia del laotiano trasferitosi da poco e venuto qui per il comiket era solo una scusa... -
- Una scusa per cosa? -
La incitò Kunio, dato che la maggiore a quel punto si era interrotta. Quasi credesse che ciò a cui stava pensando fosse così chiaro da non esserci neanche bisogno che lo dicesse ad alta voce.
- Beh, per farlo dormire qui, no? -
- E perchè mi sarei dovuto inventare tutte quelle cose solo per far dormire... qui... Yoichi... - A quel punto strabuzzò gli occhi, come se avesse appena avuto un'illuminazione, e subito rivolse lo sguardo allibito verso la cugina, le gote imporporate dall'imbarazzo. - Aiko! -
- Che c'è? - Ribattè lei incrociando le braccia al petto e distogliendo lo sguardo imbarazzata. - Devi ammettere che avere qualche dubbio al riguardo sia più che lecito, no? -
- No! -
- Vabbè dai, era solo una possibilità. - Ribattè alzando lo sguardo al cielo. - Non ti sto mica giudicando, dopotutto il mondo è bello perché vario, no? -
- Io... Io neanche ti rispondo. -
Sospirò il ragazzo alzando lo sguardo al cielo.
- Allora? -
- Allora cosa? -
- Ho indovinato? -
E qui il ragazzo sussultò sorpreso. A causa della sorpresa dovuta all'ultima teoria della cugina, si era dimenticato di doverle ancora dare una risposta.
"Considerate le altre due, la seconda è sicuramente la migliore, mi risolverebbe anche un sacco di problemi".
Stava quindi per risponderle, quando tutto d'un tratto sentì la voce di Yoichi dall'interno della stanza, esattamente dietro la porta.
- Kunio? -
"Non adesso che stavo per liberarmene!" Pensò allarmato mentre si appoggiava con il busto alla porta, così da impedire all'altro di uscire.
- Che succede? -
Chiese la cugina aggrottando la fronte.
- Niente. - Rispose subito l'altro. - È solo Yoichi, si starà chiedendo perché ci metto tanto. -
- D'accordo... Comunque, una delle mie teorie andava bene sì o no? -
- Sì. - Sospirò allora il ragazzo chinando il capo, sperando di riuscire a sembrare alla cugina abbastanza frustrato e dispiaciuto. - Per la precisione, la seconda. -
Lo sguardo di Aiko si illuminò a quelle parole e stava per aggiungere qualcos'altro, quando improvvisamente in fondo al corridoio comparve la madre del ragazzo.
- Kunio! - Esclamò la donna, accigliandosi leggermente nel vedere il figlio intento a parlare con la cugina lì in corridoio. - Ho preparato la vasca da bagno, dillo al tuo amico. -
- Sì! - Rispose il figlio, per poi voltarsi verso la cugina. - Allora abbiamo finito, no? -
- Sì, abbiamo finito. -
Annuì lei, ma non si mosse da lì.
Il ragazzo la osservò perplesso per alcuni istanti, poi però decise di non pensarci e si voltò per aprire la porta della sua stanza, quindi senza dire una parola prese per mano Yoichi, il quale seppur confuso e preso alla sprovvista non protestò e docilmente si lasciò condurre per il corridoio fino ad arrivare al bagno.
La diciottenne continuò ad osservarli in silenzio mentre si allontanavano, non riuscendo a reprimere un piccolo sorriso nel momento in cui li vide entrare entrambi e richiudersi la porta a chiave alle spalle.
- Lo sapevo che era la terza. -
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