Un regalo insuperabile (Speciale di Natale 2021)
Premessa: Questo speciale di Natale è collegato al Capitolo 20 di Opposite. Chase e Lando passano il loro primo Natale insieme a casa di Martha, la nonna di Valerie, e questo è quello che succede la notte di Natale, già in parte accennato da Valerie nel capitolo 20. Mettete a nanna i bambini e buona lettura.
***
Lando's POV
Lo ammetto, non so stare fermo. Sono quel tipo di persona che quando mi viene detto di lasciar perdere, insiste finché non ci riesce. E si sa, ci vuole tenacia nella vita! Sono sempre stato fermamente convinto che Valerie, la mia migliore amica, e Carlos, il mio compagno di scuderia, siano fatti per stare insieme. Chiamatemi pure Cupido, perché non mi sono sbagliato, e il fatto che, nonostante tutto, ora siano insieme ne è la prova.
Io e Chase siamo appena arrivati a casa della nonna di Valerie, Martha, che ci ha invitati alla sua festa di Natale. Dopo averne parlato, abbiamo deciso di accettare il suo invito. Chase ha lavorato davvero molto durante il mese di Dicembre, essendo cameriere in un bar ed essendo il periodo sotto le feste sempre frenetico, quindi si merita un po' di tranquillità e di relax. Quale posto migliore se non la tenuta in campagna di Martha?
Non abbiamo detto niente a Valerie, quindi quando ci vede si precipita da noi, arrivando correndo giù da una collina. Chase le va incontro, abbracciandola, mentre anche Carlos si avvicina, con le mani in tasca e l'aria tranquilla. Saluto anch'io la mia migliore amica, facendole sapere dell'invito da parte di sua nonna e lei si dimostra molto felice del nostro arrivo.
Mentre Chase e Valerie entrano, Carlos decide di darmi una mano a tirare giù le valigie, quindi ne approfitto per avere qualche anticipazione su ciò che è successo tra di loro da quando lui è arrivato, ossia ieri pomeriggio.
«Come minimo mi aspetto di essere il tuo testimone di nozze», esordisco, sbattendo la portiera. Carlos mi lancia uno sguardo torvo, alzando un sopracciglio.
«Abbiamo deciso di...non correre».
«Oh, wow, allora niente matrimonio per ora!» Carlos alza le spalle, con fare ovvio. «A parte gli scherzi, sta andando tutto bene tra di voi?»
«Adesso sì», risponde. «Stavo per impazzire fino a mezz'ora fa, te lo giuro! Ieri quando sono arrivato ha dato di matto, ma poi abbiamo parlato e...»
«E cosa?!»
«E nessuno dei due riusciva a dormire ieri notte, quindi abbiamo deciso di farci un tè. Che non abbiamo preso», dice con una smorfia. «Mi ha fatto fare il giro della casa e siamo finiti nella sala dove si terrà la festa di Natale. C'è un piano forte lì e lei si è messa a suonare».
«Che spaccona, saprà due melodie in croce!»
«A dire il vero, ne sa solo una», mi corregge. «Per Elisa...e neanche tutta. Ma non è questo il punto! Io le ho chiesto di insegnarmi, e ci siamo messi a suonare insieme. Eravamo molto vicini, vicini come non ci capitava da molto».
«Avete scopato sul pianoforte di sua nonna?! Sainz, mi sorprendi!»
«Non-», esordisce, abbassando poi la voce, «non abbiamo scopato sul pianoforte di sua nonna! Sarebbe potuto succedere? Beh, forse! Ma dopo che io le ho fatto un...servizietto, lei è letteralmente scappata e questo mi ha confuso molto. Stamattina non l'ho trovata a colazione e ho pensato che se ne fosse pentita, ma poco fa abbiamo parlato e sì, adesso vogliamo andarci piano».
«Definisci servizietto», gli dico, beccandomi uno scappellotto dietro al collo.
«Ma cammina in casa, va'», risponde lui, scuotendo la testa. Decido di seguirlo verso l'entrata, però prima che varchiamo la soglia Carlos si gira verso di me, facendomi sbattere contro la sua schiena. «Comunque, grazie», dice. «Sarai sicuramente il mio testimone se...SE mai un giorno dovrà succedere». Lascio cadere a terra il borsone che sto tenendo in mano, circondandolo e stringendolo in un abbraccio.
«Sarò il tuo uomo, te lo prometto. Puoi contare su di me!»
«Questo mi spaventa parecchio», afferma con una risata, cercando di sfuggire dalla mia presa. In tutta risposta io lo abbraccio ancora più forte, ma giusto per dargli fastidio. Alla fine Carlos si arrende, e quando ci stacchiamo ci scambiamo uno sguardo d'intesa. Ah, mi mancherà averlo come compagno di scuderia la prossima stagione, quando andrà in Ferrari, per fortuna al suo porto verrà Ric!
***
Chase è impaziente di scoprire il suo regalo di Natale. Io, tanto per stuzzicarlo un po', gli ho detto che sarà un regalo insuperabile. Per fortuna manca un solo giorno a Natale, perché anch'io non vedo l'ora!
La permanenza a casa della nonna di Valerie sta andando alla grande, se tralasciamo il fatto che quella psicopatica della mia migliore amica ha guidato di nascosto la mia macchina e mi ha rubato il ragazzo per un intero pomeriggio.
«Siete stati via un sacco!» mi lamento con Chase quando rientra. Siamo nella nostra camera, io seduto sul letto a braccia conserte e lui intento a tirare fuori dalle borse i suoi acquisti.
«Ti sono mancato?» chiede, alzando un sopracciglio.
«Puoi scommetterci!» Chase ride, venendo all'istante da me. Mi prende le mani, facendosi spazio e sedendosi sulle mie gambe.
«Anche tu mi sei mancato», sussurra. «Davvero un sacco», aggiunge, baciandomi dolcemente la mandibola. Non so se lo fa di proposito, ma mi sfiora con il ginocchio il membro, che risponde all'istante. Maledetto bastardo! Il mio cazzo, non Chase eh. Anzi...entrambi, perché sono abbastanza sicuro che lo stia facendo di proposito.
«Eccomi!» sentiamo dire da Valerie, che entra come una furia in camera nostra. L'atmosfera cambia all'istante, non so se sia un bene o un male. Forse è meglio così, visto che adesso dobbiamo prepararci per la festa.
Ogni anno la nonna di Valerie organizza una raccolta fondi e quest'anno il tema della festa sono i fiori. L'idea è stata di Valerie e ognuno deve scegliere un fiore che lo rappresenti, vestendosi di conseguenza. Chase ha scelto il glicine, io una rosa celeste e Valerie il tulipano arancione. So che anche Carlos ha scelto lo stesso fiore. Ma guarda un po'!
«Stanotte recuperiamo», mi sussurra Chase, alzandosi dalle mie braccia e raggiungendo Valerie in bagno, che comincia a farneticare su come farsi i capelli.
Sospiro, lasciandomi cadere all'indietro sul letto. Stanotte sembra molto lontano!
***
La festa è un successo!
Dopo aver cenato si aprono le danze. Essendo, testuali parole di Martha, "una festa all'antica", c'è un quartetto di violini e le melodie sono perlopiù lenti. Non fa proprio per noi, però io e Chase ci ritroviamo a ballare in mezzo ad altre coppie.
«Sei bellissimo stasera, non vedo l'ora di darti il mio regalo», gli sussurro all'orecchio, piegando le labbra in un sorriso. Quando mi allontano e lo guardo, noto un po' di agitazione nel suo sguardo. Inarco un sopracciglio, facendo comparire sul mio volto una smorfia che riesce a farlo ridere. «Che c'è?» chiedo. Continuiamo ad ondeggiare su una melodia, del tutto fuori tempo, troppo impegnati a guardarci. Le dita di Chase si muovono lungo il mio collo, fino ad arrivare ai capelli. Mi arriccia un ciuffo, giocandoci dolcemente.
«Spero il mio regalo sia all'altezza», mi confessa ed io scuoto la testa abbozzando un sorriso. Improvvisamente è tutto chiaro! Chase si è sempre sentito un po' a disagio per il fatto che io abbia più possibilità di lui, in termini economici. Io a queste cose non ci penso mai molto, se mi va di fargli un regalo o portarlo da qualche parte lo faccio, e non perché mi aspetto qualcosa in cambio. Mi fa sinceramente piacere condividere ogni aspetto della mia vita con lui.
«Chasey», sussurro, mordendomi il labbro come a volermi impedire di andare oltre. Voglio che sia una sorpresa, ma al tempo stesso sento di doverlo rassicurare. «Diciamo che il mio regalo è molto...home made». Lui aggrotta la fronte, guardandomi attentamente, come in cerca di un qualche indizio. Mi sporgo nuovamente in avanti, verso il suo orecchio. «Sono io il tuo regalo. Voglio che mi scopi stanotte», lo informo, afferrandogli il lobo dell'orecchio tra i denti. Glielo tiro leggermente mentre mi allontano. Chase si blocca tra le mie braccia, con le dita ancorate tra i miei capelli, mentre boccheggia. Giusto per portarmi avanti con un'eventuale respirazione bocca a bocca, mi butto sulle sue labbra e lo comincio a baciare, facendo intrecciare le nostre lingue. Riesco a farlo gemere di piacere, in una stanza piena di persone, mentre stiamo ballando (o almeno ci stiamo provando) un lento. Ormai siamo appiccicati l'uno all'altro, così vicini da riuscire a sentire la sua erezione crescere contro la mia gamba. Le sue mani raggiungono velocemente il mio viso. Mi afferra le guance facendomi staccare dopo diversi tentativi falliti.
«Lando, smettila subito», mi ammonisce, continuando a tenere lo sguardo fisso sulle mie labbra leggermente socchiuse.
«Non sto facendo niente», dico, dandogli un altro bacio, a cui lui risponde, facendo intrecciare le nostre lingue, ma poco dopo mette distanza tra di noi, appoggiando una mano contro il mio petto.
«Invece sì!», mi contraddice. «Mi hai fatto venire un'erezione in pubblico!»
«Anche tu a me», lo informo, facendo sbattere i nostri bacini. Spalanca gli occhi, mordendosi il labbro con insistenza. Poi prende un respiro profondo e mi sorride.
«Aspettiamo almeno la mezzanotte per andarcene», dice. «Quindi, fino ad allora...distanza. Io adesso vado a prendermi qualcosa da bere. Tu vai dall'altra parte, d'accordo?»
«Come vuoi», asserisco, salutandolo con la mano, mentre si allontana. Fa un paio di passi camminando all'indietro, poi alza gli occhi al cielo e si volta, andando verso il bancone del bar. Non trovo così terribile la sua idea di stare lontani, perché molto probabilmente se non fosse stato per lui sarei finito per fargli un pompino in mezzo alla sala. Non credo le amiche della nonna di Valerie avrebbero gradito.
Decido di raggiungere Carlos, che sta parlando con un gruppo di persone. Appena gli sono vicino mi prende per la spalla, presentandomi. A quanto pare sono tutti appassionati di Formula Uno e sembrano molto interessati a quello che Carlos ha da dire. Provo a mostrarmi interessato a mia volta alla discussione, però il mio sguardo va sempre a cercare Chase. È esattamente dall'altra parte della sala, con un bicchiere in mano e un sorriso sulle labbra che vorrei far scomparire in mille baci. Lui non sembra accorgersi di me, quindi mi prendo tutto il tempo necessario per osservarlo, come se non lo conoscessi già alla perfezione. Scopro con stupore che, per quanto impossibile, mi innamoro sempre di più di lui ogni giorno che passa. E un po' mi fa paura questo sentimento così forte e a tratti irrazionale che mi fa provare, perché se per qualche ragione dovesse finire ne uscirei a pezzi. Ma non mi pentirei mai di niente: di averlo incontrato, di averlo desiderato, di averlo amato.
La serata prosegue come a rallentatore, vorrei fosse già domani per potermene andare via con Chase. Il mio sguardo vaga da solo, andando sempre a cercarlo tra le persone. Mentre io sono seduto al tavolo dove abbiamo cenato, lui sta conducendo in un valzer la vicina di casa di Martha. La vecchia signora sembra apprezzare il suo cavaliere e...beh, grazie al cazzo! Chase splende nella luce calda che illumina la sala, i glitter che ha sulle guance scintillano, ma mai quanto il suo sorriso. Sono innamorato perso di quel sorriso e farei qualsiasi cosa per vederglielo addosso ogni singolo giorno. All'improvviso lui si accorge di essere guardato e ricambia. Finalmente!
Nessuno dei due sembra intenzionato a interrompere il contatto visivo, che si fa man mano più intenso. Purtroppo vengono interrotto da qualcuno, che si lascia cadere sulla sedia vicina alla mia. Con la coda dell'occhio vedo che si tratta di Martha, quindi mi volto verso di lei, sorridendole.
«Betty è sempre la solita!» dice, riferendosi alla vicina di casa.
«Sono abbastanza sicuro che a fine serata il ragazzo verrà via con me».
«Sì, lo penso anch'io», concorda, mentre io gli lascio un altro sguardo, trovandolo sempre lì, intento a fissarmi. Questo mi fa capire che non ha mai smesso di farlo. Nemmeno per un secondo. «Certi legami sono rari Lando. Se siamo abbastanza fortunati da incontrare la persona giusta, dobbiamo fare qualsiasi cosa per non lasciarcela sfuggire».
«Non me lo farei sfuggire mai. Per niente al mondo», sussurro, sorridendo però a Chase, che nemmeno sa che cosa sto dicendo, però mi sorride a sua volta. «Martha, sono innamorato pazzo di quel ragazzo!»
«Dovresti andare a prendertelo», mi consiglia, accarezzandomi il gomito. Sì, dovrei, ma è troppo presto. «O forse sta venendo lui a prendere te...» aggiunge. Prima che possa anche solo rendermene conto, Chase mi è di fronte, con un braccio teso verso di me.
«Martha, ti dispiace se...?» Lei fa cenno di no con la testa, strizzando l'occhio. Io prendo la mano di Chase, alzandomi e seguendolo fuori dalla sala. Percorriamo un lungo corridoio e inaspettatamente mi inchioda contro il primo muro che troviamo, baciandomi con urgenza e suggendomi la labbra e poi la lingua. Mi è impossibile trattenere un gemito, mentre mi aggrappo a lui, in punta di piedi. Ah, questa dannata differenza d'altezza!
«Non è ancora mezzanotte», gli faccio notare, accarezzandogli il mento con la punta delle dita.
«Lo so, ma voglio darti il mio regalo ora», mi dice, ansimante.
«D'accordo, dammelo», rispondo lascivo e accaldato. Chase infila una mano nella tasca destra dei pantaloni, tirando fuori una scatolina in velluto blu. Me la ritrovo davanti agli occhi e rimango come ipnotizzato. «Chasey...»
«Sei la cosa migliore che mi sia capitata, Lando Norris, e mi hai sempre trattato come se anch'io fossi per te la cosa migliore che ti sia mai capitata, anche se sono incasino e ho ancora bisogno di crescere», esordisce, riuscendo a farmi diventare gli occhi lucidi in un secondo. «Vorrei poterti dare il mondo. Spero di potertelo dare un giorno, ma per il momento voglio che tu abbia questo».
«Ho te, Chase. Questo mi basta e mi basterà sempre», lo assicuro, tirando su col naso.
«Amore, ehi, che fai, piangi?» mi chiede, inclinando la testa di lato quando io abbasso la mia. Mi accarezza con le dita la guancia, asciugandomi una lacrima e facendole poi scendere fin sotto al mento, così da farmelo alzare leggermente. «Aprila», sussurra. Annuisco, prendendo la scatolina dalle sue dita e sollevando il coperchio. Trovo dentro una collanina in argento e prendendola tra le dita mi accorgo che ha un ciondolo a forma di macchina. La mia macchina da corsa! Mi apro in un sorriso enorme, che mi tira tutta la palle del viso, su cui ormai si sono seccate le lacrime.
«Oh Chase», sussurro.
«C'è una dedica sul dietro», mi informa. Rigiro la macchinina, avvicinandomela di più alla faccia per riuscire a leggere.
Ovunque tu sia. Ovunque io sia. Ti amo.
«Mi piace da impazzire», affermo alzando lo sguardo e sorridendogli. «Me lo prometti?» gli chiedo poi, appoggiando la testa all'indietro, contro il muro. «Ovunque tu sia. Ovunque io sia. Mi prometti che sarà sempre così? Che mi guarderai sempre così? Che mi amerai sempre così?» Chase mi prende il viso tra le mani, facendo sfiorare i nostri nasi e lasciandomi un bacio a fior di labbra.
«Non so fare altrimenti, non ne sono capace. Amarti fa parte di me», mi sussurra. Mi basta sporgermi in avanti per riuscire a baciarlo, prima dolcemente e con calma e dopo con un bisogno che mi fa tremare le mani e le gambe e mi spinge a pensare che potrei morire da un momento all'altro.
«Chase, torniamo in camera, non m'importa se è troppo presto e-».
«Ho calcolato tutto», mi interrompe, guardando l'orologio che porta al posto. «La mezzanotte è appena passata e questo è ufficialmente il nostro primo Natale insieme», dice. «Voglio il mio regalo».
Per quanto cerchiamo di fare in fretta, ritornando a salutare e salendo poi in camera, ci mettiamo comunque tanto...a parer mio. Mi sembra di non toccare Chase da un secolo, ma la verità è che la consapevolezza che questa volta sarà diverso mi eccita. Ci penso da un po', più esattamente da quella sera di quasi un mese fa...
***
È un mercoledì di metà Novembre, fuori piove e Chase ha finito di lavorare tardi perché ha dovuto coprire il turno di Andy che è uscito con un ragazzo. Pur avendo scuola domani, decide di rimanere a dormire da me, perché dice di essere troppo stanco e che si sta bene sotto la coperta che stiamo dividendo, mentre siamo sul divano, intenti a guardare un film. Lui è praticamente spalmato su di me, con la testa appoggiata contro il mio petto. La posizione in cui siamo mi permette di giocare con i suoi capelli. Improvvisamente lo sento muoversi e me lo ritrovo ad un centimetro di distanza dal viso. Appoggia la fronte alla mia, accarezzandomi con il naso il mio. Cominciamo a baciarci e a toccarci, mentre ci togliamo i vestiti a vicenda.
«Pensavo fossi stanco», dico, non riuscendo a trattenere una risata.
«Vuoi che smetta?» mi chiede, facendo scivolare la mano lungo il mio addome fino ad arrivare al bassoventre. Mi prende nel pugno l'erezione, cominciando a massaggiarmela.
«No, certo che no», ansimo. Siamo entrambi sdraiati sul divano, un po' stretti ma poco importa. Lui mi è dietro, schiacciato tra lo schienale e me. Non so se sia per via dal poco spazio a disposizione, però mi ritrovo a sentir premere contro il sedere il suo sesso, decisamente duro e pronto. Me lo fa scivolare tra le natiche, spingendo appena la punta verso la mia apertura. «Chase...»
«Sei mai stato passivo?» chiede, facendomi sfuggire un gemito. Mi bacia la spalla, continuando a muovere la mano contro il mio membro. «Non fraintendermi, amo il modo in cui facciamo l'amore, ma mi chiedevo se magari non ti andasse di provare a scambiarci».
«Le mie esperienze da passivo sono state pessime», ammetto. Trovo assurdo che ne dobbiamo parlare adesso, mentre sono ad un soffio dall'orgasmo.
«Sarei attento, lo sai», sussurra contro la mia guancia. «Pensaci». Ma pensare, in questo momento, è l'ultima cosa che sarei in grado di fare. Mi fa venire nel palmo della sua mano, acchiappando le mie labbra in un bacio non appena mi volto pe riuscire a guardarlo da sopra la spalla.
Non ci diciamo altro. Per questa volta va com'è sempre andata: sono io a scopare lui. Mi siedo al centro del divano, facendolo sedere su di me e riempiendolo. Ci teniamo stretti, ansimando l'uno nella bocca dell'altro e raggiungendo il culmine insieme.
***
«Non devi farlo se non ti va», mi dice Chase, prendendomi per il colletto della camicia e tirandomi a sé. Le mie mani finiscono contro i suoi fianchi, mentre le nostre labbra le une sulle altre.
«Mi va», affermo con decisione. «Nelle ultime settimane mi sono preparato per te».
«Tu...cosa?» chiede sorpreso.
«Hai capito bene», sussurro, facendogli scivolare la giacca giù per le braccia e cominciando ad aprirgli i bottoni della camicia che indossa. «L'ho fatto usando le dita», lo informo. «Prima uno, poi due...ed infine tre».
«Vuoi farmi morire per caso?» Chase è tutto rosso in faccia e sta boccheggiando. Si lascia spogliare da me: prima la camicia, poi le scarpe e i pantaloni. Sotto indossa un paio di boxer neri, così aderenti da mettere in evidenza la sua erezione pulsante. Mi tolgo anch'io la giacca, così da riuscire ad arrotolarmi le maniche della camicia. Mi allento anche la cravatta, aprendomi i primi bottoni della camicia.
Decisamente più comodo, finisco in ginocchio davanti a Chase. Lo afferro per i fianchi, lasciandogli baci umidi sull'addome, fino a ridosso dell'elastico dei boxer. Da sopra la stoffa sottile, strofino il naso contro il suo sesso, ispirando a fondo il suo odore forte. Forte a tal punto da farmi stordire. Le sue dita si affrettano a raggiungere i miei capelli e me li sento stringere quando gli lascio un morso leggero.
Gli libero il membro, ritrovandomelo duro e dritto contro le labbra. Glielo sfioro, cominciando a muovere la lingua in cerchio contro il glande. Mi basta alzare lo sguardo per scorgere sul volto di Chase un'espressione eccitata e eccitante a tal punto da pensare di poter venire seduta stante. Ma non è il momento di pensare al mio piacere, quindi mi concentro sul mio ragazzo. Mi faccio scivolare il suo membro in bocca, centimetro dopo centimetro, fino ad accoglierlo tutto. I movimenti che compio sono controllati, lenti, forse troppo lenti. Chase mi afferra la testa, bloccandomi di colpo, ma invece di iniziare a muoversi lui, mi fa staccare e mi tira a sé. Per fortuna mi prende tra le braccia, perché sento le gambe molli e potrei cadere da un momento all'altro.
«Perché mi hai fermato? Non andava bene?» gli chiedo, un po' offeso.
«Sei bravissimo con la bocca», dice, facendomi sfoggiare un'espressione soddisfatta. «Ma sono un po' nervoso e non voglio che...insomma, ho paura che se mi fai venire ora poi non...» Chase sospira, visibilmente in difficoltà. Gli sorrido, spostandogli un ciuffo di capelli e finendo col guardarlo negli occhi.
«D'accordo, allora spogliami e portami a letto», sussurro. Lui annuisce, ma le sue dita tremano mentre cerca di slacciarmi i bottoni della camicia. Appoggio prontamente le mani sulle sue, aiutandolo. Una volta che siamo entrambi nudi, intrecciati in un abbraccio, ci muoviamo per la stanza fino ad arrivare al letto. Mi stendo, divaricando le gambe e facendo spazio a Chase, che per non pesarmi troppo si tiene leggermente sollevato. Le mie dita percorrono la sua pelle, marchiata qua e là dai momenti peggiori della sua vita. Vorrei essere in grado di curargli ogni cicatrice, facendogliele sparire a suon di baci. Chase chiude gli occhi, lasciandosi percorrere dalle mie labbra, che si fermano all'altezza del suo cuore. Lo sento battere, va veloce, sembra come impazzito.
«Calmati amore», sussurro, sollevando lo sguardo. Non so se siano le mie parole a convincerlo, ma sento il suo battito normalizzarsi. Si fa coraggio, prendendo lui in mano la situazione. Allungandosi verso il comodino, prende il pacchetto di preservativi e il lubrificante.
Con una gentilezza che solo Chase può avere, mi prepara ad accoglierlo dentro, anche se, a detta sua, ho già fatto da solo un ottimo lavoro. Le sue dita si spingono man mano più velocemente, andando a toccare un punto in particolare che riesce a farmi torcere dal piacere.
«Ti voglio dentro», lo prego. Chase allora tira fuori dal pacchetto un preservativo e se lo infila, riposizionandosi su di me. Conduce il membro verso la mia apertura, baciandomi non appena mi sente gemere. Mi bacia piano e dolcemente, facendosi strada al mio interno poco alla volta.
«Sei così stretto. E caldo», ansima conto la mia bocca. «È così bello averti attorno».
«È così bello averti dentro», ribatto, mordendogli il labbro. «Voglio sentirti, muoviti», lo incito e vengo subito accontentato. È un crescendo, come ogni cosa che riguarda Chase. L'inizio è dolce, poi diventa deciso ed infine irrefrenabile. Sollevandosi di poco, mette entrambe le mani nella piega dietro alle mie ginocchia, tenendomi le gambe leggermente alzate. Da questa nuova angolazione, ogni colpo riesce a provocarmi un piacere sempre maggiore. Ormai credo di aver perso del tutto la lucidità.
«Sì Chase, scopami più forte», mi lascio sfuggire a voce alta. In tutta risposta lui assesta un colpo più forte dei precedenti, che riesco a sentire fin dentro lo stomaco. Mi toglie il respiro e la vista mi si annebbia all'improvviso.
«Shhh, non urlare», mi intima, sfiorandomi le labbra con le sue.
«Non fermarti adesso», lo prego, aggrappandomi alle sue spalle e iniziando a mia volta a muovermi verso di lui. I nostri movimenti si sincronizzano, così come i nostri respiri. Raggiungiamo l'orgasmo insieme, lui leggermente prima ma è proprio questo che riesce ad innescare anche il mio. Sentirlo riversarsi dentro di me mi manda su di giri e vengo senza bisogno di essere toccato.
Gli attimi che seguono l'amplesso sono confusi, mi gira la testa e nemmeno mi accorgo che Chase si alza dal letto e ritorna da me con un asciugamano, pulendomi l'addome dal mio stesso seme.
«Chase...è stato...» sussurro, ridendo nervosamente.
«Niente male?» suggerisce.
«Assolutamente insuperabile», dico io, sporgendomi per riuscire a dargli un bacio. «Oh, quasi dimenticavo...mi aiuti a mettere la collana?» gli chiedo, cercando con lo sguardo la scatolina da qualche parte per terra, tra i miei vestiti.
Chase si mette a cercarla, piegandosi e dandomi così una visuale perfetta del suo didietro. Torna da me con la scatolina in mano, prende la collana e, rimanendo in ginocchio dietro di me, me la allaccia. Quando mi volto, così che ci possiamo trovare faccia a faccia, probabilmente la mia espressione parla per me.
«Secondo round?» chiede.
«Tutti quelli che vuoi», rispondo io, sorridendogli.
«Buon Natale Chasey».
«Buon Natale Lando».
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