Capitolo 6. Ho voglia di baciarti
I've been havin' dreams
Jumpin' on a trampoline
Flippin' in the air
I never land, just float there
***
Lando mi presta una delle sue magliette, mi va un po' stretta ma lo ringrazio comunque, non appena esco dal bagno. Spostando lo sguardo mi rendo conto che sul divano ci sono alcuni cuscini e una coperta.
«Ci dormo io sul divano», dico passandomi nervosamente una mano tra i capelli. «Sei stato così gentile da invitarmi qui da te, non posso anche prendermi il tuo letto».
«Il divano è davvero comodo, credimi», mi fa sapere, cercando di rassicurarmi. «Ti ho preparato il letto. Io mi vado a fare una doccia, quindi...ci vediamo domani mattina?» Annuisco, passandogli davanti e facendo qualche passo in direzione della stanza da letto. Lui invece si avvicina alla porta del bagno, però prima di entrare si ferma e si volta nuovamente.
«Buonanotte Chase».
«Buonanotte Lando».
Il suo letto è davvero enorme e non appena affondo la testa nel cuscino mi ritrovo tempestato dal suo profumo. Girandomi di lato, ad occhi chiusi, ispiro profondamente e mi ritrovo istintivamente a sorridere. Questo è quello che più si avvicina alla mia idea di paradiso. O quasi. Mentre Lando si fa la doccia io continuo a pensare che non voglio che lui dorma sul divano; il letto è abbastanza grosso per entrambi e mi sembra assurdo che ci debba dormire da solo!
Appena sento l'acqua della doccia smettere di scorrere mi metto a sedere, aspettando che lui esca dal bagno. Ho lasciato la porta della camera leggermente socchiusa, quindi quando ci passa davanti lo vedo, avvampando di colpo: Lando ha addosso solo un paio di boxer e i capelli umidi appiccicati alla fronte. Ma santo cielo, quanti muscoli ha?!
«Lando», lo chiamo con voce un po' tremante. Lui si ferma, sporgendosi oltre l'uscio della porta e lasciandomi un'occhiata veloce.
«Sei ancora sveglio?» mi chiede ed io annuisco.
«Non mi va che dormi sul divano», dico. «Questo letto è tipo...enorme». Lando avanza nella semioscurità della stanza, prende una maglietta dal primo cassetto del comò e mi raggiunge sul letto.
«Anch'io ho sempre pensato che questo letto è troppo grosso per una sola persona», mi fa sapere, infilandosi sotto le coperte ma decidendo di rimanere lontano da me, praticamente dall'altra parte del materasso. Si gira su un fianco e si appoggia al cuscino, quindi faccio lo stesso anch'io, trovandomi di fronte a lui.
«Ho sempre dormito nel letto singolo», sussurro. «Il mio basta a malapena per una persona».
«Secondo me stringendosi ci si sta anche in due», azzarda. «Qui c'è un sacco di distanza», aggiunge subito dopo, inumidendosi le labbra e lo prendo proprio per un invito ad avvicinarmi. Stringo un po' più forte il lembo del cuscino, inghiottendo a vuoto. Mi faccio più vicino a lui, spostando la testa fino a farla appoggiare sul suo cuscino, mentre Lando allunga il braccio verso di me, posandomi la mano contro il fianco.
«Così va meglio», dice avvicinandosi un po' di più, tanto che adesso i nostri petti di sfiorano. Riesco a sentire il suo fiato caldo contro la guancia, socchiudo le labbra ma poi le richiudo subito, incerto su cosa fare.
«Odio Jamie», sbotto di punto in bianco. «Lo odio perché mi ha rubato il mio primo bacio e per il resto della mia vita, quando ricorderò quel momento mi verrà in mente che me l'ha dato qualcuno che pensava ad un altro in quel momento», ammetto.
«Non mi è sembrato un vero bacio, non so se mi spiego», dice lui con un sorriso. «O lo era..?» Sollevo le spalle, imbarazzato e ancora più rosso in faccia, se possibile. No, non si sta spiegando per niente! Cosa significa un bacio bacio? So solo che le labbra di Jamie sono finite sulle mie ed è stato il primo a farlo!
«Un bacio è un bacio», sussurro.
«Non credo proprio Chase». Le dita della sua mano si muovono lentamente lungo il mio fianco, fermandosi non appena io mi lascio sfuggire un respiro pesante. «Un vero bacio ti lascia senza fiato, ti fa tremare le gambe e ti fa sentire come se il mondo attorno a te non esistesse più; esisti solo tu e la persona che stai baciando. E dura finché non hai più fiato, poi quando ti stacchi e lo fai solo perché hai bisogno di respirare, non vedi l'ora di rifarlo», mi spiega. «Jamie ti ha baciato così?» mi chiede ed io sussurro di no. «Allora non hai ancora dato il tuo primo bacio, sta' tranquillo», mi rassicura con un sorriso.
Rimaniamo in silenzio per un po', entrambi ad occhi chiusi. Non so nemmeno quando sia successo, però adesso nostre gambe sono intrecciate e la mia mano sinistra è finita contro il suo collo. Mentre lui continua ad accarezzargli il fianco, io gli accarezzo i capelli e sì, è proprio così che mi immagino il paradiso.
«Lando?» lo chiamo improvvisamente. Lui mugola un debolissimo sì, segno che si sta per addormentare. «Vorrei me lo dessi tu il mio primo bacio», sussurro mentre il mio cuore batte all'impazzata. Non arriva nessuna risposta da parte sua e più i secondi passano più mi convinco del fatto che si sia addormentato. E sono in parte sollevato perché come mi è saltato in mente di dire una cosa del genere?!
«Sai, è dall'inizio della serata che ho voglia di baciarti», dice facendomi sussultare. Mi sollevo leggermente dal cuscino,così da poterlo guardare meglio, approfittando del fascio di luce che filtra attraverso la tenda. Lando ha ancora gli occhi chiusi, l'espressione serena e le labbra leggermente socchiuse. «Anche in questo momento ho voglia di baciarti ma stiamo parlando del tuo primo bacio e credo che debba essere speciale», mi fa sapere aprendo gli occhi e guardandomi con un sorriso sulle labbra. «E lo sarà, vedrai», aggiunge subito dopo. «Adesso dormiamo, è tardi!»
Annuisco, appoggiandomi al cuscino ma rimanendo per tutto il tempo con lo sguardo fisso su Lando. E continuo a farlo anche quando ormai lui sta dormendo. Non saprei dirvi per quanto continuo, so solo che riesco a chiudere gli occhi verso mattina, e mi rendo conto che è mattina perché il sole comincia ad albeggiare. Mi giro sull'altro fianco, dando le spalle a Lando e non appena lo faccio lui mi abbraccia da dietro, appoggiando la testa contro la mia schiena.
Già, questa è proprio la mia idea di paradiso.
***
Solitamente mi sveglio presto, anche durante il fine settimana. Quindi, quando apro gli occhi e vedo l'ora che segna la sveglia posta sul comodino, per poco non cado giù dal letto. Sono le undici. Le undici!
Mi metto a sedere, dando un'occhiata veloce attorno a me mentre mi stropiccio gli occhi. Mi ci vogliono alcuni secondi per capire dove sono, e appena realizzo di essere nella camera di Lando mi cominciano a tremare le mani. Guardo il posto vicino al mio, che adesso è vuoto ma il lenzuola è stropicciato ed è evidente che ci ha dormito qualcuno. Pian pianino mi ritorna in mente ogni dettaglio di ieri sera: l'uscita di gruppo, il bar in cui siamo stati, io e Jamie che balliamo e poi lui che mi bacia, Lando che mi invita da lui, io e Lando che mangiamo gelato al pistacchio sul divano, lui che si avvicina un po' troppo a me e quel cazzo di telefono che suona proprio in quel momento, noi due a letto... Gli ho detto che vorrei che il mio primo bacio me lo desse lui. Oddio, non ci credo!
Il flusso dei miei contorti pensieri viene interrotto all'improvviso; la porta della camera si apre e appare Lando. Gli schiocco uno sguardo a metà tra il confuso e l'imbarazzato. Alla luce del giorno mi sembra davvero assurdo avergli detto quella cosa!
«Buongiorno», mi saluta sorridendomi. «Su forza dormiglione, dobbiamo uscire!»
«Dobbiamo uscire?»chiedo, inarcando un sopracciglio.
«Andiamo a Bristol, dai miei», mi fa sapere, come se fosse la cosa più normale del mondo.
«Lando, non poss-»
«Chase», mi interrompe sedendosi sul bordo del letto. Allunga una mano verso la mia, prendendomela. «Sì che puoi. Domani dopo pranzo ritorniamo». Rimane a guardarmi, mentre un sorriso comincia a farsi spazio sulle mie labbra.
«D'accordo», accetto alla fine.
***
Non ho nemmeno avuto tempo per realizzare quello che stava succedendo: dopo aver acconsentito di andare con Lando a Bristol, mi sono vestito velocemente e siamo usciti. Prima di prendere l'autostrada ci siamo fermati a mangiare qualcosa e adesso eccoci qui, in viaggia da ormai mezz'oretta.
Stiamo ascoltando una playlist che ha scelto Lando, però nemmeno ci faccio caso alle canzoni. Guardando oltre il finestrino della macchina, mi perdo nuovamente nei miei pensieri. La quantità di cose assurde che ho fatto nelle ultime ventiquattro ore mi spaventa e sono così impaurito da cosa mi aspetterà domani, una volta tornato da Bristol, che nemmeno voglio guardare il cellulare.
Improvvisamente la musica si interrompe e comincia a squillare il telefono di Lando. Sul display della macchina appare il nome Valerie, la sua migliore amica di cui mi ha tanto parlato ma che non ho mai incontrato. Risponde subito e la voce della ragazza riempie l'abitacolo.
«Lando Norris, giuro che appena mi capiti tra le mani ti uccido!» esordisce ed io mi lascio sfuggire una risata, pur non sapendo a cosa si stia riferendo Valerie.
«Val, che succede?» chiede lui.
«Succede che il tuo compagno di squadra mi ha fatto aspettare quaranta minuti ieri sera. Quaranta! Non so nemmeno perché io sia rimasta appena è arrivato, fatto sta che è stata una cena orribile. Io e Carlos Sainz non abbiamo proprio niente in comune!» Io e Lando ci scambiamo un'occhiata veloce, poi lui ritorna a guardare la strada.
«Valerie, credimi che non vi avrei mai fatti uscire insieme se non fossi stato convinto del fatto che vi saresti piaciuti», si giustifica Lando.
«Beh, credo che organizzare appuntamenti al buio non faccia per te», sbuffa lei. «Per farti perdonare dovresti portarmi fuori. Nel mio ristorante preferito».
«D'accordo».
«Stasera?»
«Sto andando dai miei», le fa sapere. «Insieme a Chase. E tra l'altro sono in vivavoce», aggiunge subito dopo ed io sentendo pronunciare il mio nome mi agito sul sedile, in imbarazzo.
«Oh...» sussurra lei. «Ciao Chase», mi saluta.
«C-ciao Valerie», ricambio mordendomi il labbro. «Mi dispiace per il tuo appuntamento».
«Non sono stata fortunata come il mio caro amichetto. Purtroppo!»
«Cos-?»
«Val, stanno per iniziare delle gallerie, dobbiamo lasciarti. Ti scrivo appena ritorno a Londra», si intromette Lando prima che io possa chiedere a cosa si sta riferendo con quel " non sono stata fortunata come il mio caro amichetto".
«Quindi hai fatto uscire insieme Valerie e Carlos?» chiedo con fare ovvio.
«Sì, insomma...sono due persone a cui tengo molto e siccome sono entrambi single da un casino di tempo ho pensato che potessero...insomma, piacersi?» mi spiega. «Forse mi sono fatto un po' di filmini mentali, perché sarebbe stato bello vederli insieme», aggiunge e subito dopo attacca a parlare del suo rapporto con entrambi. Mi ricorda che lui e Valerie si sono conosciuti durante l'asilo e da quel momento in poi sono sempre stati amici. Mi racconta dei timori che aveva avuto prima di conoscere Carlos, perché era il suo primo anno in Formula Uno, fortunatamente il suo compagno di squadra gli è sempre stato vicino e hanno instaurato fin da subito un bel rapporto. Passiamo praticamente tutto il resto del viaggio a parlare, e quando mi avvisa che siamo quasi arrivati nemmeno mi sembra vero che siano passate due ore.
Parcheggia la macchina davanti ad una casa che ha la facciata totalmente ricoperta di mattoncini. Nel cortine davanti ci sono due alberi uguali, così grandi da arrivare quasi all'altezza del tetto, mentre un vialetto ben curato conduce alla porta d'entrata.
«Ehi, tutto bene?» mi chiede Lando prima di scendere. Io tengo lo sguardo fisso davanti a me, mentre con le dita delle mani stringo forte i bordi del sedile.
«Mi stai per presentare ai tuoi genitori...non è un po' strano?»
«Lo è?» domanda retorico. «I miei genitori sono sempre contenti di conoscere i miei amici», mi fa sapere. Quindi sì, certo, sono solo un suo amico. Ma che vado a pensare?! Perché dovrebbe essere strano? Siamo amici...eppure ieri sera mi ha detto che vorrebbe bacarmi! Forse me lo sono immaginato, il che avrebbe molto più senso.
«Un po' lo è», ammetto. «Ma forse solo perché non sono abituato a tutto questo».
«Sono sicuro che piacerai ad entrambi», mi incoraggia con un sorriso. «Adesso scendiamo. Riesco a vedere mia madre dietro alla tendina della finestra in sala mentre ci sta osservando...»
Oh bene!
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