Capitolo 18. Da domani faccio il bravo
E poi passiamo la serata così, ah
Sì, ah, sì, ah (non lo guardiamo nemmeno)
Sì, ah, sì, ah, sì, ah (tutta la notte fai)
Sì, ah, sì, ah, sì, ah (vuoi stare solo con me)
***
«Com'è andato il tuo primo giorno di scuola?» mi chiede Lando appena apre la porta di casa sua e mi trova lì, appoggiato contro il muro ad aspettare. Gli sorrido, entrando e gettandogli le braccia al collo.
«Una noia mortale», ammetto, baciandolo. «Non ho fatto altro che pensare a te, a Venezia, a quello che abbiamo fatto in quella stanza d'albergo», gli faccio sapere abbassando sempre di più il tono della mia voce. Lando sorride, accarezzandomi con la punta della lingue il labbro inferiore, prendendolo poi tra i denti. Ansimo piano non appena lui lo tira, sentendo crescere l'eccitazione.
«Devi pensare a studiare. Non a me», mi rimprovera. «Non voglio essere una distrazione...» sussurra e fa per allontanarsi, ma glielo impedisco, prendendolo per i polsi e spingendolo verso il muro. Le mie labbra sono nuovamente sulle sue, in un bacio che descrive al meglio il bisogno che ho di lui in questo momento.
«È stato solo il primo giorno di scuola, posso ancora permettermi di distrarmi. Quindi, ti prego, distraimi...da domani faccio il bravo». Lui scuote la testa, divertito, ma riprende a baciarmi un secondo dopo. Mentre lo facciamo, muovendoci verso la sua stanza, ci togliamo i vestiti, arrivando sul letto con addosso solo i boxer.
Lando mi fa sdraiare a pancia sotto, mettendosi a cavalcioni su di me. Faccio per girarmi, così da guardarlo, senza però riuscirci. Mi appoggia il palmo della mano dietro al collo, fermandomi. Le sue dita si muovono dai miei capelli lungo tutta la colonna vertebrale, mentre sento premere la sua erezione contro il mio sedere.
«Anch'io non ho fatto altro che pensare a te», mi sussurra all'orecchio, sfiorandomi la guancia con le labbra e lasciandomi un bacio umido. Le sue mani si muovono lente, scendendo verso il mio sedere, il che mi fa sussultare. Intrufola le dita nei miei boxer, facendole scivolare e premendole conto la mia apertura. Mi lascio sfuggire l'ennesimo gemito, però non voglio che smetta, perché anche se all'inizio può farmi fastidio, dopo è davvero meraviglioso.
Da quando abbiamo cominciato a fare sesso non facciamo altro che farlo. Credo di aver sentito suonare nella mia testa tutta la discografia di Ed Sheeran. Lando mi asseconda sempre, facendomi capire cosa mi piace a letto o e cosa no. Per il momento mi piace proprio tutto, perché Lando è davvero, davvero bravo!
Le sue dita fanno ripetute volte dentro e fuori, con sempre maggiore facilità, segno che sono pronto. Glielo faccio capire sollevando leggermente il bacino. Lui mi da una pacca contro la chiappa destra, facendomi aderire nuovamente al materasso, così da trovarmi costretto a schiacciare la mia erezione in malo modo.
Sento l'ormai familiare rumore della bustina del preservativo che viene strappata, preparandomi quindi ad accoglierlo dentro di me. La punta del suo pene, in questo momento durissimo, mi fa ansimare, spingendomi a mordere il labbro inferiore. Lo sento, poco alla volta, farsi spazio e uno strano senso di completezza mi fa battere all'impazzata il cuore. Io ed Lando siamo fatti per unirci, per incastrarci come due pezzi di un puzzle, ormai ne sono sempre più convinto.
«Sei così stretto Chase», sussurra lui, abbassandosi su di me e mordendomi un pezzo di pelle tra il braccio e la spalla. I suoi denti stringono debolmente, perché il suo intento non è quello di farmi male, vuole semplicemente marchiarmi. Non a caso sono pieno di succhiotti praticamente ovunque. Come a volermi dire: "Sei mio, non dimenticartelo".
Tiene i palmi delle mani appoggiate contro il materasso, ai lati dei miei fianchi. Il suo petto aderisce contro la mia schiena, mentre muove il bacino in maniera ritmica contro il mio sedere. Nel silenzio della stanza si sentono solo i nostri respiri affannati e l'incessante sbattere delle nostre pelli sudate.
Lando aumenta sempre di più il ritmo, quindi comincio anch'io a spingermi contro di lui, ormai stanco della condizione di immobilità in cui mi ha costretto a rimanere. Alzo leggermente il bacino, infilando una mano tra me e il materasso e cominciando a toccarmi. Rendendosene conto, Lando appoggia la mano sulla mia, sostituendola ben presto. Mi lascio invadere da diverse forme di piacere: quello che mi dà nel toccarmi il membro e quello che ricevo in un punto ben preciso, ogni volta che si spinge in me.
Totalmente perso di un'altra dimensione, fatta solo di me ed Lando, mi ritrovo ad ansimare, sempre più forte, finché non raggiungo l'orgasmo con il suo nome tra le labbra. Lui viene subito dopo, e lo sento nonostante la protezione in lattice che ci separa.
Cadiamo entrambi sfiniti sul letto, sdraiati uno vicino all'altro. Lando mi guarda con un sorriso, dandomi un bacio sulla guancia e proseguendo poi verso le labbra.
«Perché c'è odore di bruciato?» chiedo con un sussurro. Lui allora si stacca, girando la testa in direzione della porta. Lo vedo un po' confuso, poi si alza velocemente dal letto e si mette a correre mentre si infila i boxer.
«Mi sa che ho bruciato la cena», urla dalla cucina ed io mi metto a ridere. «Hai fame? Ordiniamo qualcosa?» chiede, ritornando e rimanendo sulla porta. Lo guardo inclinando la testa, sbattendo poi la mano contro il materasso.
«Vieni qui, voglio stare con te...considerando che da domani dovrò fare il bravo», gli ricordo. Lando si avvicina, mettendosi in ginocchio di fronte a me e abbassandosi leggermente, così da prendermi il viso tra le mani.
«Eppure monello mi piaci di più», mi sussurra.
«Non sai nemmeno quanto so essere monello», dico tirandolo a me e baciandolo. Cadiamo insieme tra le lenzuola stropicciate, già impregnate di noi e continuiamo a fare l'amore per tutta la notte.
***
«Gli ho mandato dei fiori e lui che ha fatto? Mi ha trattato di merda, mi ha detto che devo smetterla di cercarlo. Sai, è stato davvero pessimo!» mi dice Jamie, sospirando. Tra lui e Charles le cose vanno piuttosto male, Lando mi ha raccontato tutto ancor prima che lo facesse il mio migliore amico. Era con lui quando Charles ha sbattuto i fiori in faccia a Jamie.
Non credo di aver mai visto Jamie così, gli ho offerto su un piatto d'argento almeno una dozzina di battutine a doppio senso, ma niente!
Adesso siamo alla festa di laurea di Valerie, o meglio...siamo fuori dal locale. Lui sta fumando una sigaretta, mentre io mi stringo nella mia giacca un po' di più. Stasera fa davvero freddo, ormai siamo ad Ottobre e questo mi ricorda che tra pochi giorni è il mio compleanno.
«Sì, hai ragione, è stato pessimo», concordo, schiarendomi la voce. «Comunque volevo dirti una cosa», esordisco, attirando la sua attenzione. Mi incita con lo sguardo a continuare, a metà tra il curioso e il preoccupato. «Ho fatto l'amore con Lando. Tipo...un sacco di volte. Tre solo ieri sera». L'espressione di Jamie cambia improvvisamente e gli compare un sorriso sulle labbra. Lascia cadere la sigaretta a terra, schiacciandola e avvicinandosi a me, così da potermi abbracciare.
«Sono così orgoglioso di te!» mi dice all'orecchio.
«G-grazie?»
«Avresti dovuto dirmelo subito. L'hai detto prima a quel tuo amico sfigato con cui vai a scuola? Guarda che mi offendo se l'hai fatto!»
«Ma no! Sei il primo a cui lo dico, ti pare?» lo rassicuro, abbracciandolo a mia volta. «Non mi sembrava mai il momento giusto. Non adesso che tu e Charles avete litigato».
«Ci siamo sempre detti tutto, questo non deve cambiare!»
«D'accordo», sussurro. «No- non so se te ne sei accorto, però mio padre è andato via di casa», dico facendolo staccare da me. Mi prende per le spalle, guardandomi negli occhi con la fronte corrugata. «Un mesetto fa è successo un casino. Stava per picchiare mia madre e io l'ho difesa, ma ho fatto una cosa molto brutta, di cui mi vergogno un sacco. Perché non mi rappresenta. Perché io non sono come lui...»
«Non dirlo nemmeno per scherzo, certo che non sei come lui!»
«Gli ho puntato un coltello contro e ho minacciato di ucciderlo», gli faccio sapere, sentendomi subito lo stomaco tutto sottosopra. Jamie scuote la testa, appoggiando le mani contro il mio collo e guardandomi dritto negli occhi.
«Non sei come lui», ripete. «Sei il ragazzo più gentile, sensibile e dolce che io conosca. E sei stato coraggioso! Sono così orgoglioso di te, di quello che sei diventato, della consapevolezza che hai preso di te». Sorrido, sporgendomi in avanti e appoggiando la fronte alla sua.
«Mia madre vuole vendere l'appartamento e prendere una cassetta in campagna, ha sempre amato la natura. Credo che le farebbe bene».
«Lo sai, puoi venire a vivere con me se vuoi. Andiamo all'Ikea, prendiamo i mobili ma magari non li montiamo noi...forse siamo più bravi a farci montare...» Rido, scuotendo la testa e lo fa anche Jamie, riprendendo poi a parlare. «Ridipingiamo la stanza piccola con il colore che vuoi! Davvero...pensaci».
«Grazie Jay», gli sussurro, passandogli le braccia attorno al collo e abbracciandolo. Lui mi stringe forte, facendomi sentire tutto l'affetto che prova nei miei confronti ed io mi sento anche fin troppo fortunato.
«Chase», mi sento chiamare improvvisamente. Girandomi mi ritrovo davanti Carlos, sporto oltre la porta d'entrata del locale. «Valerie ti sta cercando, vuole che suoni qualcosa...è abbastanza ubriaca, io la asseconderei se fossi in te».
«E dopo ci penserai tu ad assecondarla, vero?» dice lascivo Jamie, passandogli davanti e facendogli l'occhiolino. Il pilota spagnolo alza gli occhi al cielo, facendomi ridere.
In effetti Valerie è parecchio ubriaca e non so nemmeno da dove si sia procurata una chitarra, fatto sta che mi ritrovo a suonare una canzone di Harry Styles, di cui sono abbastanza sicuro di non ricordare nemmeno le parole. Mentre gli occhi di tutti i presenti sono puntati su di me, io cerco solo Lando, trovandolo in un angolo con il telefono in mano. Lo guardo fintamente spazientito, cercando di fargli capire che odio che mi faccia foto o video. Lui però non mi dà retta e la cosa peggiore è che non potrei mai immaginare cosa gli sta passando per la testa.
Lunedì mattina, appena arrivo a scuola, Evie si precipita da me, dicendomi tutta eccitata un centinaio di parole al minuto. Le uniche cose che riesco a capire sono: Harry Styles, Twitter, Lando Norris.
«Ripeti», le dico chiudendo l'armadietto e sfregandomi assonnato gli occhi. La mia amica prende un respiro profondo, ricominciando da capo.
«Lando Norris, ossia il tuo ragazzo, ha postato su Twitter un video tuo...mentre canti Cherry di Harry Styles e...LUI HA RISPOSTO!» urla saltellando con il telefono in mano. Spalanco gli occhi, prendendo il mio telefono e controllando.
Lando ha caricato il video della festa di laurea di Valerie ieri sera. Guardo l'ora e capisco di non averlo visto prima perché stavo già dormendo e stamattina avevo troppo sonno per controllare il telefono. C'è una semplice didascalia, che riesce a strapparmi un sorriso. Abbiamo più o meno ufficializzato la nostra relazione, sono uscite delle foto di noi a Venezia, ma questo tweet è una conferma.
LandoNorris: Il mio talentuosissimo ragazzo mentre canta Cherry di @ Harry_Styles.
Harry_Styles: Adoro questo ragazzo, ma chi è?
LandoNorris: Lui è Chase, magari te lo faccio conoscere. ;)
Harry_Styles: Magari!
Sta davvero succedendo? La quantità di notifiche che mi ritrovo sui vari social mi suggerisce che sì, sta succedendo davvero. Alzo la testa, sorridendo alla mia amica e mettendomi a saltellare insieme a lei, proprio come quando avevamo quattrodici anni e passavano qualche canzone degli One Direction alla TV.
Se questo è un sogno non svegliatemi!
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