the Matsukawa bullying squad needs new members
Takahiro era allergico a molte cose.
al polline - un ossimoro al quanto colossale dato che oltre ad avere un nome che si ricollegava con i fiori, li amava in una maniera disumana.
ai latticini - eppure nessuno era mai riuscito a fermarlo dallo strafogarsi di dolci e profiteroles a orari inauditi - "seriamente Hiro?" la faccia del suo compagno di stanza Semi non era mai stata così disperata quando lo aveva sgamato alle 4 di mattina a rimpinzarsi di crema - anche se sapeva che il giorno dopo sarebbe rimasto tutto il tempo a sbrattare in bagno e a maledirsi da solo.
ai pizzichi di ape - quelle bastarde c'erano riuscite varie volte ma anche dopo un paio di corse all'ospedale hiro non gli dava molto peso, gli piaceva la natura e gli piaceva il miele che andava a comprare con sua madre vicino ai campi in periferia, dove vedeva sempre le riserve di riso; pensava che probabilmente quelle poche volte che era stato pizzicato era stata colpa sua per aver infastidito i piccoli insetti lavoratori.
invece, l'allergia più grande e più noiosa, quella che lo faceva scappare e nascondere, quella che lo faceva rimanere alzato la notte fino a orari indecenti e che lo faceva rigirare tra le lenzuola fino a fargli prendere a testate il cuscino, quella che più di tutte lo turbava era indubbiamente ed esclusivamente una: Matsukawa Issei.
che dio lo maledisse, il ragazzo dell'ultima fila nella sua aula di biologia era il suo più grande repellente, tanto che a volte il suo migliore amico Kuroo si spaventava di quanto velocemente scattava a fine lezione per uscire e non incrociarlo.
"Taka, ti assicuro che non è così male, devi solo parlarci, ti giuro che Mattsun è una brava persona"
quella mattina in caffeteria si era messo a mugugnare Tetsuro mentre prendevano i loro soliti posti di fianco alle vetrate dell'aula mensa.
"na-ah, neanche per sogno, te lo scordi"
"per l'amor del cielo, perché non ti fidi mai??"
Takahiro lo squadrò con uno sguardo sarcastico.
"ok sì forse non sono molto affidabile come persona, ma ti assicuro che questa volta ho ragione io!!"
"oi oi, che straminchia ti urli razza di babbuino??"
un certo daisho si sedette d'improvviso di fianco a Makki, lasciandosi cadere sulla lunga panca di plastica mentre cercava di non far sbilanciare il suo vassoio di cibo e farlo cadere a terra.
"e a te chi ti ha interpellato testa di cazzo??"
"oh, ma tua madre ovviam-"
"ragazzi non incominciate già di prima mattina, sono le 9 e ancora mi devo svegliare e capire dove cazzo mi trovo"
Hanamaki si massaggiò il naso con il pollice e l'indice - gli veniva la nausea ogni volta che quei due decerebrati si mettevano a battibeccare - e scoccò la lingua in modo sprezzante.
"stavo dicendo a taka di quanto sia un cretino testardo-"
"che hai fatto questa volta, Makki-chan??"
Takahiro quasi tirò un ceffone a daisho per l'uso inappropriato del suo soprannome - mannaggia a Oikawa Fottuto Tooru per averglielo consigliato.
"pensa che Mattsun non sia abbastanza per i suoi standard"
Kuroo incronciò le braccia mostrando la sua indignazione nei confronti del rosa, che ricambiò con un terzo dito.
"cosa cosa?? no, dai, è una presa per il culo"
"no sono serio, il finocchietto si rifiuta di darmi retta"
"oi guarda come parli, testu, tu sei più frocio di me - Testuro fece spallucce a questo commento"
"Makki-chan, ti è andato di volta il cervello??"
Suguru appoggiò la sua tazza di caffè alla cannella sul tavolo in modo oltraggiato. Hanamaki sbuffò sonoramente.
"ma ti rendi conto cosa ti stai perdendo??"
"eh no, se adesso dai ragione a Testu mi incazzo di brutto"
"beh, mi dispiace signorino ma questa volta devo dare il punto a testa bruciata qui presente perché ha pienamente ragione: Matsukawa è il massimo"
Takahiro - e anche Testuro ad essere onesti - rimase a bocca aperta a guardare sbigottito il ragazzo dalla frangia liscia scura, che pareva appicicarsi alla sua fronte in modo delicato e studiato.
tuttavia si riscosse velocemente dai suoi pensieri.
"ufff guarda un pò tu con chi ho a che fare"
borbottò, tando una forchettata arrabbiata alla sua crêpe tagliata chirurgicamente prima.
"perché non ci provi nemmeno - a parlarci dico"
Takahiro, masticando pensieroso, posò la forchetta per la milionesima volta sul tavolo e posizionò i gomiti in modo da sporgersi più avanti per guardare meglio Kuroo in faccia.
"uno"
contò con le dita dopo aver ingogliato il boccone.
"io decido chi comprendere nella mia vita sociale e non me ne può fregare di meno della tua opinione contraria"
si sentì Daisho ridacchiare in sottofondo per la faccia allibita di kuroo.
"secondo"
gli puntò un'altro dito contro.
"conoscendoti sarà uno della cerchia di Oikawa e fidati quando ti dico che per quanto gli voglia bene a quello scassa minchia lo vorrei pestare come l'uva"
Tetsuro gli alzò un sopracciglio e allargò le narici in modo impressionato o quasi esasperato.
"terzo"
questa volta fece solo un gesto vago con la mano, un'espressione un pò più finta del solito si dipinse sui suoi lineamenti mentre distoglieva qua e là lo sguardo.
"non è lui quello non abbastanza, anzi, è praticamente fuori dalla mia portata; sarà sicuramente un finto proclamato bi a cui piace fare la morale a tutti e sentirsi superiore con quel suo bel faccino scolpito del cazzo. quindi perché sprecarsi??"
detto ciò Hiro si ritirò indietro sul suo posto.
suguru e Testuro si scambiarono un'occhiata perplessa.
"ok... facciamo che non ho sentito nulla dell'ultima parte e ricominciamo da capo un'altra volta, mmmn??"
fece piano Kuroo, come se stesse parlando a un bambino di quarta elementare.
"come ti pare"
Takahiro fece spallucce e continuò indisturbato a prendere a morsi la sua colazione.
oh se solo avesse saputo che avrebbe cambiato idea molto velocemente...
a Matsukawa piacevano molte cose.
la fotografia - da bambino si era fatto regalare la sua prima polaroid all'età di 8 anni e ancora la conservava sulla sua mensola preferita, vicina agli album fotografici collezionati e completati durante la sua piccola "carriera" di fotografo nel tempo libero.
gli piaceva l'autunno - le foglie variopinte, il fresco e il venticello che di solito gli smuoveva i capelli in modo quasi ossessionato e scompigliato, i pomeriggi passati a leggere nel grande gazebo praticamente vuoto del dormitorio e la calma delle caffetterie che a differenza della stagione estiva erano meno caotiche e più accoglienti.
anche la lettura e la scrittura stessa avevano un posto speciale nel suo cuore: erano una sua valvola di sfogo quando l'umore non era dei migliori e aveva bisogno di una pausa dalle assegnazioni noiose e prive di fantasia - tutte teoria e parole lunghe e appiccicate a caso - che non apprezzava come faceva con i suoi taccuini pieni zeppi di poesie e versi, frasi e paragrafi che profumavano di biro e thè verde di tarda serata.
eppure, la cosa che lo faceva impazzire, sicuramente quella che gli piaceva di più tra tutti i suoi hobby e dedicazioni personali, era al quanto insolita e divertente per un ragazzo come lui, che nel campo non aveva mai osato metter piede a differenza delle apparenze.
la cosa che lo affascinava di più in assoluto, che lo aveva preso impreparato e ammaliato, che aveva occupato la sua mente nell'ultimo semestre e su cui si era azzardato a scrivere una mediocre bozza di versi esametri, aveva - purtroppo o per fortuna - un viso e un nome precisi: Takahiro Hanamaki.
seppur non avesse mai seriamente parlato con il ragazzo dai capelli tinti - che ogni mese cambiavano tonalità, dal rosa pesca al lilla pastello - sentiva una strana sensazione che partiva dall'ombelico, saliva verso il cuore e si fermava come un groppo strozzato in gola ogni volta che vedeva a lezione o in caffetteria e dintorni il suo profilo dal nasino lentiginoso - questo succedeva anche quando con l'account di instagram del suo miglior amico andava a vedere i feed dell'account privato della sua cotta ginormica... si può considerare stalking?? ...beh.
"ufff la smetti per favore, così mi fori lo schermo se continui a guardarlo in quel modo"
lo sbuffo annoiato di Morisuke fece sobbalzare Matsukawa, che quasi fece cadere il cellulare dell'amico.
"dio, Issei se lo fai cadere-"
"sì sì mi strappi il cazzo a morsi ora stai zitto credo di aver avviato per sbaglio una diretta-"
Yaku fece un suono gutturale esasperato e strattonò il suo povero telefono via dalle mani - rispetto alle sue enormi ma per nulla salde - di Matsukawa.
"hai guardato le chat??"
"'Suke, credi seriamente che una persona leale e assennata come me possa permettersi di violare la privacy altrui in modo così eclatante e inappropriato- sì ho guardato le chat"
tagliò corto quando Yaku continuò ad alzare sempre di più le sopracciglia in un'espressione che urlava vallo a raccontare a qualcun'altro.
"bene, almeno ora hai visto con i tuoi stessi occhi che Takahiro è lontano anni luce dall'essere disponibile a qualsiasi contatto con te-"
"naaah, balle, scommetto che lo fa solo perché in realtà ha qualche sorta di cotta segreta per me: non è la prima volta che sono alle prese con uno tsundere"
Issei azzardò un occhiolino e a quel punto, se Morisuke non avesse avuto entrambe le mani e braccia occupate con il suo materiale, probabilmente avrebbe già ricevuto un pugno in pieno viso con tanto di contusione al setto nasale.
"prima o poi ti ritroverai nei guai con quella tua amata sfacciataggine e col cazzo che ti tiro fuori dai casini di nuovo"
Yaku prese per avviarsi giù per la lunga scalinata - dove prima si era seduto su un gradino il riccio moro - mentre Issei lo seguì a ruota, le sue lunghe gambe riuscirono a raggiungere il castano in poche falcate.
"anch'io ti amo Mori~"
"ma chi ti vuole, sta zitto"
"sì sì, giochi a fare il difficile quando invece non faresti un frizzo se-"
"Matsukawa, per la tua incolumità ti consiglio di non concludere quella frase o rischio di far cadere tutto per staccarti le rotule delle ginocchia"
a denti stretti, il castano si lamentò mentre il suo accompagnatore si limitò a fare spallucce.
"succede"
"oohh sì, certo che succederà, non appena arriviamo a casa ti stacco anche i gomiti"
"lol"
Morisuke si fermò d'un tratto, quasi il suo corpo avesse premuto il tasto off, e si girò lentamente verso il più alto con uno sguardo orrificato.
"hai... hai seriamente detto 'lol'... a voce alta??"
"....lmao"
"...basta, io ho chiuso con te, trovati qualcun'altro da cui scroccare chat private"
"Moriiiiiiii, dove vaiiii, stavo scherzandoooo !!!"
Yaku, ripartito in quarta come per distanziarsi dalla figura slanciata che ora gli correva dietro mugugnando cone un bambino offeso, non esitò nemmeno un secondo a prendere la via più corta per arrivare al blocco dei dormitori dove residenziavano, senza ovviamente aspettare o volgere il minimo sguardo verso Issei.
"ok ok, scusami, non lo farò più, lo giuro su-"
"mi dovrebbero pagare per farmi rimanere a sentire le tue scuse, chiudi quella fogna e prendimi le chiavi piuttosto"
in effetti erano praticamente arrivati ai portici della grande struttura - di un giallo orrendo, che razza di progettatore aveva deciso che un colore così sbiadito potesse avere qualsiasi parvenza di decente?? - e passato qualche gruppetto di studenti seduti a parlare o studiare o fumard sull'erba del pratino di fronte alle grande vetrate dell'entrata, Matsukawa prese con una mossa fluida dalla tasca aperta di lato della tracolla di Morisuke il mazzo di chiavi dell'appartamento al secondo piano che ormai gli era familiare. facendo girare e tintinnare un pò le chiavi, aprì in modo teatrale il portone maggiore e si fermò a tenere l'anta di vetro come un maggiordomo mancato.
"dopo di lei, vostra maestà"
fece un mezzo inchino in avanti e sentì l'altro sbuffare per quella che sembrò essere la milionesima volta in soli 15 minuti. poteva immaginarsi le sopracciglia corrugate e la girata di occhi che probabilemnte aggravava l'espressione del lentiginoso. preso l'ascensore - dopo un paio di secondi di panico perchè Issei si era incastrato tra le porte scorrevoli, colpa di Morisuke che era riuscito col gomito a premere il tasto di chiusura in fretta - arrivarono di fronte alla porta visibilmente provata dell'appartamento B469.
"Akagi ha provato a smontarla a pugni di nuovo?"
ridacchiò Issei mentre riprendeva il mazzo di chiavi.
"no; questa volta ci ha provato con la testa"
il suo sguardo pareva quello di una madre esasperata. Matsukawa quasi si strozzò dalle risate.
"ripete sempre 'PIG ASSAULT! PIG ASSAULT!' e non capisco che razza di problemi abbia"
"Micinari Inosuke kinnie arc"
"cosa???"
"nulla Mori, tranquillo, ma ti consiglio di levargli Netflix per un pò"
senza ulteriori commenti, la maniglia venne girata e senza troppe cerimonie il duo entrò nella grande sala dell'appartamento del minore.
"yoooooooo Issei, qual buon vento ti porta qui?!"
nemmeno il tempo di respirare che il fragoroso tono di voce del prima citato Akagi li raggiunse dalla cucina, collegata direttamente al salotto da un piano bar su cui si iotevano vedere vari libri impilati vertiginosamente bene - stavano a tanto così dal cadere - e vari computer e tablet che di solito i coinquilini si prestavano a vicenda, a loro stesso rischio e pericolo.
"ooh, vi sono mancato così tanto?"
Matsukawa, che nel mentre aveva posato le chiavi su un piccolo chiodo di fianco all'attacca panni dell'ingresso, aiutò Yaku con la cartella fina che portava sottobraccio.
"pff- nemmeno un pò, fidati"
una terza voce venne dalla stessa direzione di quella orrendamente alta di Michinari e subito Issei notò che quest'ultimo era attaccato alla schiena di un altro ragazzo, più alto e con uno stacco di colore tra undercut e ciuffo abbastanza discutibile.
"Numai, sempre un piacere vederti, te e le tue magliette neon"
Morisuke, ancora rimasto dietro di lui all'entrata per levarsi le scarpe e cercare dei calzini termici, ridacchiò, seguito a ruota da Akagi che cercò di nascondersi dietro le larghe spalle di Kazuma abbracciandolo per la vita.
"ah ah, molto esilarante, sei venuto qui per rompere o perchè ti hanno finalmente sfrattato quelli del terzo piano?"
"e se ti dicessi che Konoha mi ha effettivamente sfrattato?"
"beh, salirei a stringergli la mano e a dargli una medaglia d'onore, ovviamente"
di nuovo lo spazio fra la cucina e il salotto si riempì di risatine di fronte all'impassibilità con cui quei due si tiravano sarcasmo a vicenda.
"bene, ora che ho salutato anche il buon vecchio caro Kazuma - Numai fece un cenno fintamente riconoscente con il capo - cosa c'è per pranzo?"
"per te nulla"
"crepa di fame"
"ma hai appena finito il mio ultimo panino"
Matsukawa guardò i tre coinquilini sbattendo le palpebre, forse anche un pò offeso.
"e vorreste lasciarmi qui così dopo tutti i brutti e bei momenti che abbiamo passato insieme-"
ma non finì la frase che una mano si poggiò in modo al quanto brusco sulla sua spalla.
"ma chi ti ha invitato scusa??"
"oOH!- Inunaki santa madre che cazzo fai che ho quasi infartato?!"
"solo 'quasi'? owww che peccato, speravo di fartici rimanere secco"
dalla cucina Numai e Akagi - raggiunti da Morisuke - si misero a ridere istericamente.
"vi odio"
"ma non eri quello che ha appena detto 'dopo tutti i brutti e bei momenti passati assieme'?"
"Matsukawa bullying squad"
"Michinari, taci"
spingendo il più alto, Shion trasportò Matsukawa in cucina ridacchiando, in fondo si sapeva: l'appartamento numero B469 era un concentrato di caoticità allo stato puro.
an
come al solito mi scuso per eventuali errori *looks away*,,, stay safe yall!!
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro